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Autore: mione91    08/06/2009    10 recensioni
La mia prima fanfic con rating arancione, tendente al rosso. Robert Pattinson e Kristen Stewart stanno insieme o no? Questa è la mia personale interpretazione di come si sono svolti il fatto alla premiazione, a cui hanno partecipato il 01/06 (in Italia)... Lascio a voi l'ardua sentenza. RECENSITE!!!!!!!
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Best Kiss

Genere: Romantico, Sentimentale, (leggermente) Erotico
Autrice: mione91

Capitolo: Unico
Personaggi: Robert Pattinson e Kristen Stewart

Note dell’autrice:

Spero vi piacerà tanto quanto a me è piaciuto scriverla!!!

Mi era venuta una mezza idea poco prima di addormentarmi alle 5.00 di mattina, dopo aver visto gli MTV Movie Awards, e le foto di Rob e Kris fuori dall’albergo dove hanno passato la notte sono state la, anzi, le ciliegine sulla torta!!!

Non sono sicura di aver caratterizzato bene i personaggi, forse sono un po’ troppo romantici (specialmente Kristen che non mi sta simpaticissima, ma meglio lei che Nikki Reed). Beh, le mie lovess mi hanno detto che era bellissima lo stesso!

Naturalmente la dedico alle mie loess, che adoro, e che forse ora hanno capito quanto sono pervertita…

L’idea che le guance di Rob siano perfette per essere pizzicate come quelle di un bambino è un’idea di bells_91, con la quale presto continuerò You Could Be Happy (giusto per fare un po’ di pubblicità occulta, ma mica troppo).

Un bacione a tutte quelle che leggeranno questa mia introduzione, e vi lascio a leggere la mia ff, la prima in assoluto che scrivo con rating arancione tendente al rosso…

Ciao!!!!!!!!!!

 

Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.

 

Best Kiss

 

-Non ti bacerò.

Guardai Kris scioccato. Tutti nel teatro e in tutto il mondo erano sicuri che ci saremmo baciati.

-Cosa?

-E i vincitori per la categoria Best Kiss sono… Oh mio Dio, Oh mio Dio! Robert Pattinson e Kristen Stewart!

Ero ancora troppo sorpreso da quello che mi aveva detto Kris, che quasi non sentii Sandra Bullock e Ryan Reynolds gridare i nostri nomi.

Mi alzai ancora sotto shock e salii sul palco insieme a lei.

Avevo una cicca in bocca, e poiché tutti si aspettavano che ci baciassimo me la tolsi, appiccicandola al bigliettino su cui avevo scritto i ringraziamenti per la Breakthrough Performance Male.

Mi voltai verso Kris che mi guardava seria. Oddio. Non voleva baciarmi davvero. Ma cosa le era passato per la testa? Tutti stavano aspettando che ci baciassimo…

Come al mio solito mi passai le mani nei capelli, e sciolsi i muscoli delle spalle, così, per fare un po’ di scena.

La guardai dall’alto, sapevo che avrebbe fatto esattamente quello che mi aveva detto, ma con lo sguardo tentai lo stesso di persuaderla a lasciar perdere tutti i suoi propositi.

Era vicinissima, sentivo il profumo dei suoi capelli come al solito arruffati, ero riuscito a convincerla, ne ero sicurissimo. Il mio naso sfiorava la sua fronte, sentivo il suo respiro…

-Grazie mille a tutti.- la sua voce risuonò nel microfono. Rimasi con la bocca aperta come un pesce lesso.

Ed io che credevo di averla convinta a baciarmi.

La seguii dietro le quinte, deciso ad avere vendetta. Gliel’avrei fatta pagare.

 

 

~~~~~~~~

 

 

Sapevo che Rob ci era rimasto male, ma non volevo che tutti capissero cosa ci fosse realmente fra di noi, già era difficile non lasciarci andare quando magari uscivamo insieme, era più forte di noi, per due persone timide come me e lui era difficile non fare quei piccoli gesti che erano tanto rassicuranti.

-Stasera ti aspetta una bella sorpresa, preparati.

Sentii il suo respiro soffiarmi sull’orecchio, sapeva cosa mi succedeva quando faceva così. Mi voltai a guardarlo interrogativa, ma proprio in quel momento mi resi conto che avevano appena chiamato il mio nome. Avevo vinto il premio di Best Female Performance. Ma in quel momento riuscivo a pensare solo alle parole sussuratemi da Rob.

Andai sul palco senza la minima consapevolezza di quello che stavo facendo. Fu automatico per me fare i ringraziamenti, mi ero già preparata, ed ero troppo concentrata su Rob che rideva, sicuro di avermi distratto da ciò che mi stava succedendo attorno. Presi in mano il premio, e allora sì che successe il finimondo.

Mi cadde di mano il popcorn degli MTV Movie Awards.

Volevo sprofondare nella voragine che, ero sicura, si sarebbe formata di lì a poco sotto i miei piedi.

Oddio.

E lui continuava a ridere.

 

 

~~~~~~~~

 

 

Era stato uno spasso vedere Kris in quello stato, sapevo che era tutta colpa mia, e così avevo avuto la mia piccola vendetta per non avermi baciato al momento del Best Kiss.

Ah, ero piegato dalle risate, ma per il resto della serata Kris non mi rivolse più la parola, anche se, al momento di ritirare il premio per il miglior film, me la ritrovai accanto , come durante il resto delle interviste nel backstage che fummo costretti a sopportare. Non vedevo l’ora di andarmene, e di trascinare via anche lei; prima non stavo scherzando, avevo davvero preparato una sorpresa per lei.

Mi avvicinai a Taylor, deciso a dare il via a quella serata che si prospettava la migliore della mia vita.

-Ehi, Tay, fammi un favore, amico. Dì a Kris di raggiungermi più tardi al Curios George.

-Ok. Le devo dire solo questo?

-No, dille che la sua sorpresa la aspetta. Lei capirà.

-Rob, stai attento. Sai cosa rischi.

Mi guardò dritto negli occhi. Lui ci era appena passato con Selena.

-Non preoccuparti, amico. Lei è importante.

Mi voltai e uscii dal backstage, non avevo alcuna voglia di partecipare all’afterparty.

Tutto quello che volevo, era lei. Per un’ultima sera. La nostra ultima sera per chissà quanto tempo.

 

 

~~~~~~~~

 

 

Taylor ci aveva messo un po’ a trovarmi.

Era già da un po’ che mi chiedevo dove fosse finito Rob, e non appena Tay mi riferì il messaggio, mi avviai tutta sorridente verso il garage.

Eccolo lì, mi stava aspettando da parte ad una macchina scura con la solita sigaretta in bocca.

Dio, quanto mi piaceva quando chiudeva gli occhi per aspirare una boccata di fumo, come quando annusava i miei capelli. La stessa espressione di pura estasi.

-Lo adoro.-Pensai .

-Ehi, ce ne hai messo di tempo.

Come al solito rimasi senza fiato quando mi sorrise. Che stessi diventando più simile ad Isabella Swan di quanto volessi? Ormai non facevo più fatica a calarmi nella parte, quando giravamo io ero perfettamente a mio agio con Rob/Edward, rimanevo veramente incantata a guardarlo. Sì, io e Bella stavamo diventando più simili di quanto avessi creduto possibile. Basta pensare alla sbadataggine che mi aveva colpito poco prima sul palco degli MTV Movie Awards.

-Ciao, ti stavo cercando in giro, Tay ci ha messo un po’ a trovarmi.

-Allora sei perdonata.-Mi si era avvicinato e in quel momento sentii il suo respiro soffiarmi nell’orecchio.

Oddio, ormai doveva aver capito che effetto mi faceva.

-Allora, - gli dissi, apparentemente calma, nonostante il tumulto interiore che mi stava impedendo di respirare - dove mi porti di bello? Voglio la mia sorpresa, sai?-

Mi ero avvicinata anch’io, costringendolo ad appoggiarsi alla macchina dietro di lui. Gli premevo leggermente addosso, mentre lo guardavo negli occhi.

-Tu sali in macchina. Non rimarrai delusa.

Lo seguii, e quando mi aprì la porta salii in macchina.

Non vedevo l’ora di vedere cosa aveva in serbo per me.

 

 

~~~~~~~~

 

 

La feci sedere in macchina e le misi un braccio attorno alle spalle attirandola a me.

-Uhm, mi piace appoggiarmi a te…. Sei particolarmente comodo.

Risi, definirmi comodo era proprio da Kristen.

La sentii rilassarsi addosso a me, intrecciando le sue dita alle mie, poggiandole sulle nostre cosce che si sfioravano.

Passammo così la maggior parte del viaggio verso la nostra prossima tappa.

Ad un certo punto si girò, guardandomi negli occhi.

-Allora, vuoi dirmi, dove stiamo andando?-

-Mmm, allora….- guardai fuori dal finestrino, mancava veramente poco.

Continuò a guardarmi in attesa, ma non ci fu neanche bisogno di dirle dove eravamo.

Appena la macchina si fermò, scesi dall’auto e l’aiutai ad uscire.

Subito dopo aver dato uno sguardo lì intorno, mi rivolse un sorriso splendente.

-Cecconi.- bisbigliò meravigliata.

-Allora, ti piace?- sapevo già cosa mi avrebbe risposto, ma volevo lo stesso saper cosa le passasse per la testa.

-Sai già che adoro la cucina italiana, non ho fatto altro che mangiare nella settimana che abbiamo passato a Montepulciano!

Risi, avevamo trascorso delle serate interminabili con lei che continuava a mangiare tutto quello che le capitava a tiro, mas ancora non avevo capito dove mettesse tutto quello che mangiava, però!

La guardai mentre faceva un sacco di smorfie buffissime.

-Allora, vuoi entrare o no?

Mi guardò scioccata, quasi scocciata.

-Ma ti sembra una domanda da fare? Certo che entriamo!

Cercò di sospingermi verso l’entrata, ma io fui più veloce, mi voltai e la presi per mano, spingendo la porta per entrare.

Il cameriere ci accompagnò al nostro tavolo, tirandole indietro la sedia per farla sedere.

Ordinammo e poi rimanemmo fermi a guardarci negli occhi.

-Ti piace, qui?

-Sì, è una bellissima sorpresa.- mi rispose.

-Ma la sorpresa non è ancora finita.

La guardai sgranare gli occhi.

Continuai: -Lo sai, questa è la nostra ultima serata insieme per chissà quanto tempo. Volevo renderla speciale.

-È già speciale.

La guardai interrogativo.

-Sono con te.

 

 

~~~~~~~~

 

 

Sapevo di averlo spiazzato con le mie parole, ma avevo semplicemente detto la verità

E sapevo già che mi sarebbe mancato tantissimo per tutto il tempo in cui saremmo stati separati a causa dei nostri rispettivi impegni.

Non volevo lasciarlo, non ora che lo avevo trovato.

Era stato duro per me far chiarezza dei miei sentimenti, era stato ancor più duro dire a Michael che ormai quello che mi legava a lui era solo amore fraterno, senza più passione; d'altronde era da quando avevo quattordici anni che stavo insieme a lui, e alla nostra età sapevo che era un tempo piuttosto lungo.

Ma con Rob era diverso, forse perché era di qualche anno più grande di me, o forse proprio perché non dimostrava di essere più vecchio di me. Continuavo a contraddirmi.

Ma ci stavo bene, proprio come in quel momento.

Avevamo finito di cenare da Cecconi, e nonostante qualche piccolo imprevisto, come uscire dalla porta sul retro e essere scortati dalla polizia, eravamo riusciti ad arrivare alla seconda meta della serata.

Rob mi voleva far ingrassare.

Sapeva benissimo che, nonostante adorassi letteralmente la cucina italiana, avevo sentito la mancanza di quei favolosi frappé che si trovano solo da Millions Milkshakes a Hollywood.

Ed infatti ecco che mi aveva portata lì, sembrava quasi che quella sera volesse esaudire tutti i miei desideri. Uno in particolare mi avrebbe fatto piacere fosse esaudito.

Nonostante tutte le sere e le notti in albergo che avevamo passato insieme, non eravamo arrivati mai oltre qualche bacio e delle carezze rubate.

Lo desideravo, lo volevo.

Lo guardai mentre beveva il suo frappè. Era veramente un bel ragazzo. Ma non perché avesse lineamenti semplici, armoniosi fra loro, anzi, era proprio il contrario. Non si poteva certo definirlo perfetto, e la sua bellezza non derivava da una sua cosiddetta perfezione.

Il naso non era lineare, né grosso né piccolo, forse un po’ schiacciato, ma di profilo era ancora più affascinante. Neanche il suo viso era quello di una persona bella, aveva lineamenti marcati, e con la bocca chiusa non si poteva apprezzare appieno quanto il suo viso sembrasse risplendere di luce propria attraverso un semplice sorriso.

Un sorriso mozzafiato, e le sue guance quando sorrideva sembravano fatte apposta per essere pizzicate, proprio come si fa con i bambini paciocconi, sembrava fatto di pezza, proprio come un peluche.

Ma la cosa che più adoravo erano naturalmente i suoi capelli. Erano semplicemente fantastici; quelle poche volte che ci eravamo baciati avevo passato le mie mani tra i suoi capelli, gustando con il tatto la loro setosità, ed erano creta nelle mie mani, morbida, malleabile.

Volevo passare le mani nei suoi capelli.

E speravo che la serata non sarebbe finita troppo presto.

 

 

~~~~~~~~

 

 

Per tutto il tempo mi aveva guardato senza staccarmi gli occhi di dosso neanche un attimo, sentivo il suo sguardo seguirmi ovunque andassi, era una bella sensazione.

Ma tutti quegli sguardi non facevano altro che aumentare il mio desiderio naturale per lei.

Io la desideravo, la volevo.

Certo si era sempre scherzato, con il resto del cast o nelle interviste, sul fatto che le avevo chiesto di sposarmi, ma nessuno aveva capito che dietro questo “scherzo” si nascondeva in realtà un desiderio, non lo stesso che provavo adesso, ma qualcosa di diverso, più platonico. Volevo conoscere quella ragazza che mi aveva realmente affascinato, capire come era fatta veramente, sapere tutto di lei.

Dopo le lunghe nottate che avevamo passato nella sua o nella mia camera, quando giravamo a Vancouver, sapevo praticamente tutto di lei, o quasi, ed ora a quel desiderio di conoscerla si era sostituito un altro tipo di desiderio.

Beh, sono un uomo, dopotutto.

La sua pelle era così pallida che la parte del vampiro sarebbe stata quasi meglio a lei che a me, ma nonostante questo mi affascinava, con i suoi occhi verdi, troppo spesso coperti da lenti a contatto color cioccolato. La sua bocca era la cosa che più mi affascinava, quelle linee sottili che erano sempre atteggiate in una smorfia quasi da incavolata. L’adoravo quando lo faceva, ma sapevo anche che quando non faceva quella smorfia e il suo viso si apriva in un sorriso, anche se quasi sempre timido, i suoi occhi brillavano più del solito, e nell’ultimo periodo quel sorriso era sempre rivolto a me.

Adoravo tutto di quella ragazza, anche e soprattutto i suoi lunghi capelli in cui far scivolare le dita durante i momenti più intimi.

La guardai, incatenando i suoi occhi ai miei.

-Sei pronta per l’ultima parte della tua sorpresa?

Quasi si strozzò con il frappè che stava bevendo, e quando si riprese, mi guardò quasi triste.

Probabilmente stava pensando che il nostro tempo insieme stesse finendo.

Aveva ragione, ma non così presto come credeva.

 

 

 

~~~~~~~~

 

 

Dopo avermi fatto risalire in macchina, questa volta senza uscire dalla porta sul retro, ci eravamo seduti abbracciati, con le mani incatenate, proprio come avevamo fatto poche ore prima, all’inizio della serata.

Non sapevo quale altra sorpresa avesse architettato per me, ma la cosa non mi preoccupava, sarei andata anche sulla luna pur di trascorrere altro tempo con lui.

Mi piaceva pensare che non ci fosse bisogno di parole superflue tra di noi, e in quel momento tutto quello che ci interessava, era stare tra le braccia uno dell’altro a goderci quei momenti perfetti.

Ogni tanto passava la mano libera tra i miei capelli e vi affondava il viso, come ad imprimersi nella memoria il mio profumo. Ma questi suoi movimenti non facevano altro che aumentare il mio desiderio che stava diventando sempre più simile ad un dolore fisico.

Mi girai, lo guardai negli occhi e avvicinai lentamente la mia bocca alla sua. Fu uno sfioramento leggero, ma abbastanza da capire che anche lui voleva la stessa cosa che volevo io.

Mi guardò negli occhi e mi sorrise.

-Sai, sei in ritardo di qualche ora.

-Lo sai perfettamente perché non ti ho baciato sul palco!- non potevo credere che avesse tirato fuori quella questione proprio in quel momento.

-Beh, mi hai fatto fare lo stesso la figura dello stupido.- mi rispose con tono quasi indignato, scendendo poi dalla macchina, che intanto si era fermata.

-Rob! Aspetta un attimo. Davvero volevi che tutti capissero cosa sta succedendo fra di noi?

Si voltò un attimo prima di entrare in una piccola costruzione, ero talmente confusa che non mi accorsi neanche dove eravamo arrivati.

Lo seguii, e poco dopo si voltò verso di me: -Se ti dicessi di sì? Cosa succederebbe?

-Sai perfettamente cosa succederebbe, non potremmo più stare insieme come facciamo ora?

-Ma perché, insomma, voglio dire… Non vuoi che si venga sapere di noi due?

-Ma cosa stai dicendo? Sai perfettamente cosa provo per te, e non è che non voglia che si venga a sapere di noi due!!!!!

-Io non so cosa provi per me.

Mi avvicinai e lo guardai, sbalordita dalle sue parole.

Ma era stupido?!

-Beh, io non ho intenzione di dirtelo.- mi voltai, guardandomi intorno per la prima volta.

Non sapevo nemmeno dove eravamo, ma la stanza in cui ci trovavamo lasciava intendere che fosse un hotel.

Lo sentii appoggiare le mani sulle mie spalle.

-Perché non vuoi dirmelo?- mi sussurrò all’orecchio, e un brivido percorse la mia spina dorsale.

Parlai con un filo di voce: -Perché non so cosa provi per me.

 

 

~~~~~~~~

 

Mi sembrava incredibile che avessi iniziato quella stupida discussione.

Ma le sue ultime parole mi avevano fatto riflettere.

In effetti non le avevo mai detto ciò che provavo per lei.

Che imbranato!!!

Si allontanò, guardandosi in giro, non mi guardava, e sembrava quasi che avesse paura di farlo.

-Kris.- la chiamai.

Si voltò verso di me, sempre senza guardarmi in faccia.

Mi avvicinai.

Le presi il viso tra le mani, accarezzandola come se fosse una bambola di porcellana.

-Credo di essermi innamorato di te.

Alzò gli occhi, guardandomi stupita, forse sorpresa.

Le sorrisi e avvicinai il viso al suo.

Le nostre labbra si incontrarono come poco prima in macchina, uno sfiorarsi leggere, un fondersi lentamente, gustando ogni secondo di quel contatto.

Quando ci staccammo i nostri occhi si incrociarono.

I suoi luccicavano di lacrime non versate.

Mi disse: -Io invece so di amarti.

 

 

~~~~~~~~

 

 

Era incredibile, eppure lo avevo detto veramente, ma non per dare una risposta alla sua dichiarazione, ma perché volevo dirglielo.

Lui era tutto quello di cui avevo bisogno, e i sentimenti che provavo per lui erano completamente diversi da quelli che avevo provato per Michael.

Il mio amore per Rob non era quello acerbo di un’adolescente, bensì quello di una donna che si avvicinava per la prima volta ad un amore maturo, di quelli che speri che durino per sempre.

Lo amavo, era una cosa così semplice.

Non sapevo neanche io quando avevo iniziato a provare dei sentimenti così forti nei suoi confronti, ma ormai non potevo più fare a meno di Robert.

Per rendere perfetta quella serata mancava solo una cosa.

 

 

~~~~~~~~

 

 

Ero rimasto spiazzato di fronte alla sua sicurezza d’amarmi, mentre io dovevo ancora definire al cento per cento ciò che si muoveva in me.

Non avevo mai provato dei sentimenti così forti per una ragazza, e d'altronde le mie esperienze erano piuttosto limitate.

Non sapevo cosa rispondere alla sua affermazione, e così quando mi chiese dove fossimo iniziai a raccontarle la storia di quella casa e dell’hotel che poi era diventato.

Ci sedemmo sul divano beige e iniziammo a parlare come al solito, come se nulla fosse successo, come se non ci fossimo dichiarati reciprocamente il nostro amore.

Certe volte mi chiedevo come facessimo a essere così calmi, come se nulla fosse accaduto, ma io continuavo comunque a sentire dentro di me il desiderio crescere, soprattutto dopo tutto quello che era stato detto.

Volevo fare l’amore con Kristen.

Ma per ora mi stavo accontentando di qualche carezza rubata mentre guardavamo un film trovato nel bungalow.

Le accarezzavo i capelli, vi sprofondavo con il viso, le accarezzavo le spalle e i fianchi, sentendola fremere e sospirare.

Quella sarebbe stata la serata migliore della mia vita.

 

 

~~~~~~~~

 

 

Era da quando ci eravamo seduti sul divano che non facevo altro che pensare a quello che sarebbe successo dopo, se avremmo dormito nello stesso letto e se sarebbe successo qualcosa di più.

Volevo che succedesse qualcosa di più.

Rob continuava ad accarezzarmi, facendomi dimenticare tutto il resto, non mi accorsi neanche che il film che stavamo guardando era finito.

Sentii il respiro di Rob solleticarmi l’orecchio.

-Adesso è ora di andare a nanna.

Mi voltai a guardarlo, non sapevo cosa sarebbe realmente successo.

-Vai, la camera è da quella parte, troverai tutto quello di cui hai bisogno. Io sarò in bagno a cambiarmi. C’è solo una stanza, dovrai sopportarmi per stanotte.- mi sorrise dopo aver finito la frase, un sorriso che valeva più di qualsiasi parola.

Anche lui desiderava una conclusione diversa rispetto al dormire semplicemente nello stesso letto.

Feci come mi aveva detto, mi avviai verso la camera, e quando entrai mi fermai a guardare ciò che era ordinatamente piegato sul letto. Non potevo credere ai miei occhi, mia madre era complice di Robert! Solo lei sapeva quale era il mio pigiama preferito, o meglio, la mia tenuta da notte preferita.

Lì sul letto c’erano le mie adorate culottes nere e la mia canotta argentata con le spalline strette, che adoravo.

Se qualcuno avesse visto come dormivo sarebbe rimasto scioccato, io sempre così trasgressiva nel vestire.

Andai nel bagno adiacente alla camera, mi feci la doccia e mi vestii per andare a letto.

Tornai in camera, ma ciò che trovai mi lasciò completamente spiazzata.

Rob era seduto, quasi sdraiato, al centro del letto con le mani dietro la testa e gli occhi chiusi, con indosso solo una paio di boxer neri e una canottiera bianca, che sembrava illuminagli il viso, tanto era candida.

Mi fece tenerezza, ma al tempo stesso il mio desiderio cresceva.

Mi avvicinai al letto, coprendomi con le braccia, e non appena mi sedetti, gli occhi di Rob si aprirono di colpo, gurdandomi rapito.

Era una sensazione strana, non era la prima volta che mi vedeva in una mise del genere, spesso il mio personaggio, Bella, riceveva le visite notturne del suo bel vampiro, ma era come se Robert mi vedesse veramente per la prima volta.

Si avvicinò a me e mi attirò a sé, facendomi appoggiare con la schiena al suo petto.

Era caldo, e sentii le sue labbra sfiorarmi il lobo dell’orecchio. Un brivido mi scosse, ma non era di freddo.

-Sa, signorina Stewart, credo che sia ora di dormire.

Cosa?! Voleva dormire?! Ma quel ragazzo era completamente impazzito! Mi voleva far morire.

Ma poi senti qualcosa di umido sfiorarmi la spalla.

Inizio a tracciare una scia umida con le labbra sulla mia clavicola, facendo scivolare intanto una mano sotto l’orlo della canottiera.

Con le dita mi solleticava la pancia sotto l’ombelico.

Il mio corpo era scosso dai tremiti e continuavo a sospirare, finché la sua mano scivolò sempre più in basso…

Mi voltai, cercando i suoi occhi e insinuando le mani sotto la sua canottiera.

-Ma, signor Pattinson, non aveva detto che era ora di dormire?- gli chiesi, con finto tono indignato.

Mi baciò, facendo intrecciare le nostre lingue, esplorandoci l’un l’altro.

-In questo momento mi è passata la voglia di dormire.- dicendo ciò mi attirò contro di sé, e lo sentii premere caldo contro di me.

-Ti voglio.- mi sussurrò all’orecchio.

Per tutta risposta iniziai ad alzare la sua maglia, finché non gliela tolsi completamente.

Le mie mani vagavano lentamente sul suo petto, accarezzandolo e strappandogli bassi gemiti.

Anche le sue mani vagavano sul mio petto, ma non tanto in alto quanto avrei voluto.

Mi feci coraggio, mi liberai del suo abbraccio e mi sedetti, alzando le braccia, togliendomi la canotta che cadde ai piedi del letto.

Mi sentivo imbarazzata sotto il suo sguardo, e nonostante l’audacia di poco prima, mi copri il petto con i capelli.

-Sembri un quadro,- mi disse, -la tua pelle candida forma un contrasto incredibile con i tuoi capelli, così scuri.-

Ad ogni parola accompagnava una carezza, prima all’altezza della pancia, poi sempre più su fino ad intrecciare le sue dita nei miei capelli.

Alzai il viso verso di lui, che intanto si era inginocchiato sul letto.

Mi attirò verso di lui, il mio seno che si scontrava contro il suo petto.

Mi baciò, prima con calma, poi le nostre labbra che si incontravano si fecero più audaci e avide, le mie mani sprofondarono nei suoi capelli, accarezzandoli e gustandone la morbidezza, quella setosità che tante volte avevo solo lontanamente immaginato durante i nostri pochi incontri ravvicinati.

Era una sfiorarsi di corpi, di labbra, di lingue…

Le sue mani scesero giù, percorrendo la curva della mia schiena fino ad arrivare alle natiche.

Con una forza paragonabile a quella di Edward Cullen mi tirò in su, portando i nostri bacini a scontrarsi.

A quel punto gli circondai i fianchi con le gambe, facendo aderire ancora di più i nostri sessi, e facendolo gemere e ansimare ancora di più.

Feci scivolare le mie mani lungo il suo petto, graffiandogli la schiena quando lentamente mi accarezzò i capezzoli inturgiditi.

Avevo raggiunto un livello di eccitazione come mai mi era successo, ma lui scelse proprio quel momento per tirarsi indietro, e spingermi sul materasso.

Le mie gambe si staccarono dai suoi fianchi, ed a un certo punto lo vidi cercare qualcosa.

Aveva in mano un piccolo pacchettino argentato, ma prima che potesse muoversi infilai le mani sotto l’elastico dei boxer, facendoli scivolare giù lentamente fino a liberare del tutto la sua eccitazione.

Lo sfiorai prima con lo sguardo, poi lentamente con le dita, ma la sua mano mi fermò prima di poter andare oltre.

-Se continui così, non arriveremo mai alla fine.

Lo guardai negli occhi, diventati più scuri per il desiderio. Era tutto quello che avevo sempre desiderato.

Lo aiutai ad infilare il preservativo, poi le sue mani scesero sull’elastico delle mie culottes, accarezzando lentamente con il palmo della mano la mia femminilità, che ormai pulsava in modo sempre più doloroso.

Alzai il bacino, e lui fece scivolar lungo le mie gambe l’ultimo indumento che ci separava.

Dischiusi le gambe, invitandolo con un movimento di bacino.

Non se lo fece ripetere due volte, e così si inginocchiò tra le mie gambe, risalendo lentamente con le mani sulle mie cosce.

Lo senti insinuarsi dentro di me, soffocando un gemito.

Mi riempiva completamente, e quando iniziò a muoversi emisi un grido soffocato.

-Rob…

Ad ogni spinta mi strappava un urlo, mentre lo sentivo respirare sempre più pesantemente, gemere, e quei suoni non facevano altro che aumentare la mia eccitazione.

Le sue mani intanto vagavano sul mio petto, accarezzando il mio seno.

Ormai in uno stato di incoscienza lo vidi abbassare la testa. Sentii la sua lingua, umida, lambirmi il seno e il mio capezzolo premeva indurito contro di essa.

Ansimai, ormai prossima all’orgasmo.

Lui risalì con le labbra lungo il mio collo, arrivando alla mia bocca che catturò in un bacio famelico.

Intanto le sue spinte aumentarono di frequenza e lo sentii svuotarsi dentro di me, e anche l’ultima resistenza del mio corpo svanì, provocandomi pura estasi.

 

 

~~~~~~~~

 

 

Non so quanto tempo passò, prima che le nostre anime tornassero sulla terra.

Avevo fatto l’amore con Kristen, ed era stata la cosa più bella di tutta la mia vita.

Mi voltai verso di lei, comodamente adagiata sui cuscini.

Mi sorrise, un sorriso nuovo rispetto a tutti gli altri, un sorriso appagato, intimo.

Mi avvicinai e le sfiorai le labbra con un tenero bacio, leggero come un petalo di rosa.

-Ti amo.

Non so come mi era uscito, ma dovevo condividere tutta la mia emozione con lei, che mi accarezzò lentamente la guancia ispida.

-Anch’io ti amo, Rob.

Appagati e felici, ci addormentammo così, uno nelle braccia dell’altro.

Mi svegliai sentendo il telefono squillare.

Avevo chiesto la sveglia quella mattina, perché avrei dovuto prendere un aereo per New York, così lontano da lei.

La guardai dormire ancora un po’, con la faccia mezza coperta dai capelli, più arruffati che mai.

Le sfiorai una guancia con le dita, tracciando poi il suo profilo e il contorno delle sue labbra morbide.

Si svegliò, e mi rivolse un sorriso sonnacchioso, il più bello di tutti, stringendosi un po’ si più a me.

-Dobbiamo svegliarci, mia bella. La mezzanotte è passata da un pezzo.

La consapevolezza che di lì a poco ci saremmo dovuti separare la portò a guardarmi negli occhi, appannati da uno strato di malinconia.

-Questa notte è stata importante per me, Kris.

-Anche per me lo è stata, ma è finita troppo in fretta.

Le posai un bacio sul naso, nascondendo il mio volto tra i suoi capelli, non volevo vedesse le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi.

La feci alzare e lentamente ci rivestimmo.

Fuori ci aspettavano i suoi genitori e il mio autista, pronto a portarmi all’aeroporto.

Non riuscivo a staccarmi da lei, non volevo lasciarla, e anche se aveva su i suoi inseparabili occhiali neri, sapevo che i suoi occhi erano pieni di tristezza come i miei.

Al momento di andarmene misi la testa dentro il finestrino della sua macchina e la salutai con un breve bacio.

-Ci rivediamo presto, Kris. Appena posso ti chiamo e poi ci vedremo. È una promessa.

Mi guardo, con quella sua espressione imbronciata, e una lacrima comparve da sotto gli occhiali.

Mi prese la mano e mi disse: -Ricordati che ti amo.

-E io amo te.

Mi allontanai, diretto a New York, anche se sapevo che il mio cuore era rimasto lì con lei.

 

 

 

 

 

 

  
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