"Rin era l'unica luce della mia vita."

Lo era sempre stata, fin da quando eravate solo due bambini.
La presenza di Rin ti illuminava la giornata, ti riscaldava come se il sole non servisse, ed era così: Rin era il tuo sole, non avevi bisogno di nient'altro e senza di lei, ti saresti trovato sommerso dall'oscurità.
Per te, anche il suo più piccolo gesto risultava incomparabile e unico, anche il più piccolo dei sorrisi, il più fugace degli sguardi. Li tenevi gelosamente per te stesso, facendoti coraggio con quei piccoli riguardi nei tuoi confronti che tu sentivi in qualche modo speciali; perché poi tornavi nella realtà, e vedevi quei preziosi gesti venire vanificati da altri più importanti, rivolti sempre ad un altro. A quell'altro.
E rimanevi a guardare, nascondendoti dietro la maschera fatta di sorrisi, quelli grandi che ti occupavano tutta la faccia facendola ridere divertita e se, per caso, ti capitava un momento di debolezza tirare in ballo il "Mi è entrato qualcosa nell'occhio, mica sto piangendo!" sembrava sempre la scelta migliore, come lo era in missione. E andavi avanti così, tenendo con ancora più prepotenza quei gesti stretti a te. E hai sperato, eccome se hai sperato, a lungo, per un infinità di tempo, in un giorno in cui potessero essere sostituiti da altri più importanti, non potevi sapere cosa il destino avesse in serbo per te, non potevi immaginare che il tuo piccolo sole si sarebbe presto spento.

E poi era accaduto.

I preziosi piccoli gesti diventarono memoria, la memoria una tortura.
Lei era caduta al suolo, il cuore devastato dalle saette che ancora le scorrevano lungo il corpo, il nome dell'amato stretto tra le labbra. Tutto davanti ai tuoi occhi.

E mentre il terreno attorno a lei si tingeva di quel rosso scarlatto, il tuo urlo, colmo del dolore che sentivi parte di te, riecheggiava fino alla luna, unica superstite quella notte, perché ormai non eri più nessuno. Obito Uchiha è morto nell'attimo in cui hai stretto il suo cadavere martoriato tra le tue braccia, consapevole di non essere riuscito a proteggerla come avresti dovuto.

"Rin era la luce della mia vita, ora mi trovo all'inferno."

"Costruirò un mondo in cui sei viva, Rin, dove ti proteggerò per sempre, è una promessa."

E' la prima volta che provo a scrivere una ObiRin, anche se è la mia OTP per eccellenza di Naruto – la mia coerenza è paragonabile a quella dei politici, ma questi sono dettagli. Che dire...è anche la prima volta che affronto l'angst anche se non credo possa definirsi tale, quindi spero che sia uscito un qualcosa di decente, sopratutto perché mi sono sempre soffermata sul demenziale e sul romantico e quindi è una cosa del tutto nuova per me. Spero di avervi fatto soffrire almeno un po' con queste 400 parole scarse -anche se ne dubito fortemente-! E che l'ObiRin sia sempre con voi! 
Ah, un ultima cosa: in questa shot io ho detto che la luna era l'unica superstite di quella notte, ma in realtà non è così, c'era anche il povero Kakashi lì steso per terra! Però ho pensato che, essendo un racconto incentrato sulle sensazioni ed emozioni di Obito, non ci sarebbe stato bisogno di menzionarlo perché il caro Uchiha l'ha deliberatamente ignorato, come se non fosse stato anche lui lì! E ha pure le sue ragioni in effetti, gli ha seccato sul posto la tipa con l'ausilio della mossa che lo Sharingan l'ha aiutato a perfezionare, ma questi sono solo ulteriori dettagli insignificanti.