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Autore: LalyBlackangel    08/06/2009    10 recensioni
E’ un negozio strano, il Dungeon Siege.
[...]
Una sorta di “libreria-biblioteca”.
E il Dungeon Siege è particolare per tanti altri motivi.
All’interno, ad esempio, si può fumare.
Si può bestemmiare, ruttare, ubriacarsi e fare bagordi.
Teoricamente chiude alle 20, ma ufficiosamente sta aperto anche fino alle 3 di notte, ritrovo dei commessi e dei loro amici, nonché clienti del negozio.
Soprattutto, all’interno del Dungeon Siege, è nata più di una storia d’amore.
(NaruHina, possibilità di spin off)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Dungeon Siege. Della storia di Naruto e Hinata.


E’ un negozio strano, il Dungeon Siege.
E’ sia un negozio, sia un internet point.
Vende fumetti, miniature e manuali per giochi di ruolo.
Ma soprattutto fumetti.
E non i soliti manga, o i soliti volumetti della Marvel e della DC Comics.
Certo, anche quelli.
Ma vende soprattutto romanzi.
Si, romanzi a fumetti.
Dai grandi classici della letteratura mondiale, come Shakespeare, Dante Alighieri, Lawrence, Wilde, Leopardi, Manzoni, Tolstoj, Brònte, alle ultime tendenze in fatto di libri, Meyer, Rowling, King e molti altri.
Tutti romanzi e racconti trasposti in fumetto da artisti di fama mondiale, un vero cult per ogni appassionato d’arte moderna e di letteratura.
E non solo si vendono, ma possono anche essere presi in prestito.
Una sorta di “libreria-biblioteca”.
E il Dungeon Siege è particolare per tanti altri motivi.
All’interno, ad esempio, si può fumare.
Si può bestemmiare, ruttare, ubriacarsi e fare bagordi.
Teoricamente chiude alle 20, ma ufficiosamente sta aperto anche fino alle 3 di notte, ritrovo dei commessi e dei loro amici, nonché clienti del negozio.
Soprattutto, all’interno del Dungeon Siege, è nata più di una storia d’amore.
Si, in quel negozio dal nome così poco romantico (diciamocelo, un negozio che si chiama “Assalto al Dungeon” non sembra esattamente un luogo per coppiette), ma così particolare, sono nate tante storie d’amore, brevi o lunghe, travagliate o tranquille.
E’ di una di queste che voglio raccontarvi, una storia di qualche anno fa, ma che dura ancora oggi.
Volete sentirla?
Allora vi do il benvenuto al Dungeon Siege, signori.

Atto primo: Del Tempo Passato.

La campanella del negozio tintinnò ed un rumore di risate femminili raggiunse le orecchie dei cinque commessi del Dungeon Siege.
L’algido Neji, impassibile, continuò a sistemare in ordine alfabetico la libreria dei manuali di giochi di ruolo.
Shikamaru, praticamente sdraiato sul piccolo muretto che divideva la parte del negozio dalla parte dell’internet point, alzò lievemente gli occhi sulla porta e si mise a posto un ciuffo uscito dalla coda alta, alzandosi flemmaticamente e prendendo posto dietro il bancone.
Ovviamente senza togliersi di bocca la cicca, che pendeva dalle labbra e sembrava dovesse cadere a terra da un momento all’altro.
Naruto distolse gli occhi dal computer, dove stava giocando una lan di WOW con Kiba e Kankuro, spense la sigaretta e si sistemò gli occhiali sul naso, cercando di capire oltre la cortina fumogena che stava sopra di lui quali fossero le donzelle che erano entrate.
Kiba, che invece di decimi di vista ne aveva undici, aveva appena notato le lunghe gambe di Ino e, perdendosi in un volgare fischio d’ammirazione, spense erroneamente la schermata di gioco.
La bestemmia di Kankuro, ormai l’unico attento allo schermo, non tardò ad arrivare.
“Ma la pianti di offendere i cani, coglione?”
“Al massimo è un La pianti di offendere Nostro Signore, Kiba.”
“Oh, ma piantala Sakura! Lascia noi miscredenti nella nostra divina merda e piantala coi tuoi discorsi da testimone di Geova. E’ comunque sempre un piacere vederti.”
Naruto sbuffò e cercò di farsi aria per spostare un po’ della nebbia di fumo da davanti agli occhi.
Aveva solo notato che le sagome femminili erano cinque e non quattro, come la presenza della voce acuta di Sakura-chan e delle lunghe gambe di sua cugina Ino imponevano.
Chi diavolo c’era oltre a Temari e Tenten…
“Ma porco il clero! Aprite quelle cazzo di finestre e fate uscire tutta questa fumera! Abbiate pietà di un povero quattrocchi…”
“Per una volta mio cugino ha ragione. Aprite quelle finestre, qui si soffoca.”
Appena il fumo si fu diradato anche gli altri notarono la nuova ragazza.
E Naruto dovette sistemarsi gli occhiali sul naso.
Capelli neri come l’ebano, occhi di un lilla chiarissimo e pelle diafana.
“Hinata-chan!”
Otto paia di occhi si voltarono verso di lui mentre la ragazza arrossiva e fissava Naruto come se avesse visto un fantasma.
In due secondi Naruto stava abbracciando Hinata, mentre, se possibile, lei arrossiva ancora di più.
Altri due secondi e Hinata giaceva svenuta tra le braccia di Naruto.

Naruto-kun.
Non ti ho mai dimenticato, sai?
Eravamo alle medie insieme.
Ho sempre avuto una cotta terrificante per te.
E ora a distanza di sei anni ti rivedo.
Pensavo di aver dimenticato cosa significava amarti da lontano.
Invece il mio cuore non l’ha dimenticato.
Batte ancora come allora.

“Cosa le hai fatto?”
La voce fredda di Neji le arrivava attutita alle orecchie, così come quella squillante di Naruto, che le face mancare un battito.
“Nulla, non le ho fatto nulla! Giuro! E’ sempre stato così. Pensavo che col tempo fosse passato, invece… Però è diventata davvero carina…”
“OSA ANCHE SOLO TOCCARE MIA CUGINA E TI SPACCO!”
L’urlo di Neji la fece definitivamente rinvenire, giusto in tempo per vedere Naruto improvvisamente sbiancato, un ragazzo dai capelli raccolti in una coda che teneva suo cugino per le spalle, borbottando a ripetizione un “che seccatura”, e le sue amiche e gli altri tre commessi guardare la scena scandalizzati.
Più che probabile che non avessero mai sentito suo cugino alzare la voce.
D’altronde anche per lei era la prima volta.
“Neji-kun…?”
Neji si calmò e si precipitò su di lei, seguito da Sakura, Temari e Tenten.
Ino stava dando uno scappellotto scherzoso a Naruto.
E mentre rispondeva alle frenetiche domande di Neji su come stava, non poteva far altro che pensare a Naruto, a come fosse cambiato e a come fosse rimasto uguale.
E a come il suo amore di dodicenne continuasse a sopravvivere nonostante i diciannove anni.

Atto Secondo: Di Attimi Fuggevoli.

Ormai il Dungeon Siege era un punto di ritrovo anche per lei.
I grandi tavoli liberi vicino ai pc dell’internet point interno le offrivano una chiassosa mia piacevole aula studio, dove a tempo quasi pieno ripassava russo, francese e spagnolo.
Per svagarsi leggeva le opere di autori inglesi trasposte in fumetto che il negozio proponeva.
Accedeva a internet, ormai gratuitamente, e, la sera, stava con Sakura e le altre assieme ai commessi e a pochi altri amici, per la maggior parte clienti fissi del Dungeon.
Guardava Shikamaru e Temari flirtare, guardava Kiba e Kankuro che facevano i deficienti, seguiti spesso e volentieri da Naruto.
Rideva alle facce che Neji faceva quando non capiva le avances di Sakura, o alle continue proposte indecenti di Kiba a Ino o di Kankuro a Tenten.
E rideva alle facce buffe di Naruto, veniva trasportata dalla sua innata allegria, lo guardava di nascosto.
E arrossiva se si avvicinava un po’ troppo, arrossiva al suo splendido sorriso.
E Hinata era felice, anche se si scopriva ogni giorno sempre più innamorata di Naruto.
La sua timidezza le impediva di dichiararsi a Naruto, ma che le importava?
Le bastava guardarlo per essere felice.

Naruto stava mettendo a posto i fumetti tratti dai romanzi di Tolkien.
Erano assurdamente tanti.
Le Due Torri, Il Ritorno del Re, Lo Hobbit, Simarillion, 1984…
1984?

“E tu che cazzo ci fai qui?”
Fece per spostarsi per mettere apposto il libro di Orwell (ma che cazzo ci faceva con Tolkien, porca miseria?) ma qualcosa gli sbatté contro.
I volumi caddero con un tonfo, sparsi per terra.
Sbuffò e si chinò a terra.
Che palle… Che razza di gente maldestra… Eccheccazz…
“Sc…Scusami…N-Naruto-k…kun.”
Alzò gli occhi e incrociò quelli della piccola Hinata.
Troppo sinceri e dolci per essere ancora arrabbiati.
“Non preoccuparti, Hinata-chan! Sono stato un po’ maldestro.”
Hinata si era chinata e lo stava aiutando, con le mani che tremavano.
Era tenera, così tremante e imbarazzata.
Non aveva mai ben capito perché fosse così con lui.
Fin dalle medie si comportava così in sua presenza.
Ma era solo da poco che aveva notato quanto fosse più bella quando arrossiva.
E quanto sentisse necessario vedere la sua figura ogni giorno in negozio.
Senza nemmeno pensarci le sfiorò la mano, quasi a rassicurarla.
Hinata lo fissò, imbarazzata.
“Grazie, Hinata-chan.”
Era così bella e fragile.
Così diversa da lui.
Timidissima, fragile come il cristallo, bella come la neve, distante come la luna.
Anche lui era un po’ timido, ma era determinato all’inverosimile.
Non aveva molto coraggio per dichiararsi, ma per sfiorarla, beh, quello si.

Le prese la mano e la aiutò ad alzarsi, inspirando il profumo che i suoi capelli emanavano.
Poi le sorrise e andò verso lo scaffale di Orwell, mentre Hinata dietro di lui aveva alzato la mano al cuore, per frenarne i battiti.

Atto Terzo: Di Coraggio di Amare.

“Tu devi dirglielo!”
“Ma… Ma no! Non ce la farei mai…”
“Senti, sono le donne che devono prendere l’iniziativa, altrimenti quegli idioti non si muovono. Secondo te che è stato a farsi avanti. Shikamaru o io? Devi prendere in mano la situazione, ragazza. Non vorrai stare li impalata a fissarlo con la bava alla bocca per sempre, no? Quindi muoviti a dirglielo!”
Ino e Temari che andavano d’accordo.
Questo aveva dell’incredibile.
Se non dell’impossibile.
“Ino e Temari hanno ragione, non vorrai che la prima che passa te lo freghi, no? Guarda che Naruto è un gran bel…”
“Sakura!”
“Che c’è, che ho detto?”
Le ragazze sospirarono e, mentre tra Ino, Sakura e Temari era partita una lotta a cuscinate, Tenten si era avvicinata a Hinata.
“Se vuoi io ho un piano. Ci proviamo? Siamo tutte con te.”
Hinata arrossì e abbassò il capo, ma annuì.
“Facciamolo, Ten-chan.”

Arriva per tutti il momento di dire: “O la va o la spacca.”
Quindi meglio cogliere l’attimo e fare in modo che vada.

Si sentiva tremare le gambe.
Lei non era esattamente il tipo di persona che sprigionava coraggio da tutti i pori.
Quasi non stava in piedi da quanto le gambe le tremavano.
Poteva solo sperare che Naruto non fosse alla cassa.
Invece c’era, e leggeva un fumetto tratto dal Conte di Montecristo, con i piedi sul bancone, gli occhiali ben inforcati sul naso, la sigaretta ben piantata tra le labbra.
Affianco Kiba e Kankuro si sfidavano ad una partita a due di Age of Empire (quanto era vecchio quel gioco!), imprecando e bestemmiando.
Neji scriveva al pc affianco a Kankuro, apparentemente non interessato.
Shikamaru metteva a posto gli abbonamenti dei clienti dietro di loro, sempre con la sua fidata cicca in bocca e col ciuffo ribelle che sfuggiva alla coda.
Le ragazze cercavano di supportarla moralmente con silenziose grida di incitamento.
Incuranti del fatto che Hinata si stava ancor di più agitando.
Prese il Sogno di una notte di mezza estate e si avvicinò al banco, raccogliendo tutto il coraggio che aveva e facendo scivolare un foglio sotto la copertina.
“Na…Naruto-kun?”
Il ragazzo alzò gli occhi al di sopra delle lenti e sorrise mentre si alzava e si chinava verso di lei.
I 20 centimetri di differenza si avvertivano tutti, e Hinata si sentì ancor più nervosa.
“E…Ecco…vorreiprenderinprestitoquesto!”
Naruto alzò un sopracciglio e sorrise di nuovo.
Prese il libro e aprì la copertina per prenderne la scheda del prestito, ma vide un biglietto azzurro.
“Ti voglio bene, Naruto-kun.”
Arrossì e sorrise, mentre Kiba gettava un occhio al biglietto e, a suon di pacche, richiamava l’attenzione degli altri commessi.
Naruto scrisse qualcosa, la testa di Hinata era china e non guardava la mano di Naruto.
Poi fece tutto ciò che serviva per il prestito del libro e glielo riporse.
“Hinata?”
Alzò la testa e fissò i suoi occhi azzurrissimi.
Aveva paura che le dicesse di no, che non ricambiava.
“Ti va di prendere un caffè con me tra un po’? Tra mezz’ora vado in pausa. Che ne dici?”
Shikamaru fermò con una mano Neji, facendogli cenno di starsene buono.
Hinata sorrise e annuì, correndo verso le ragazze.
“Grande Hinata! Ora leggi che ha scritto sul biglietto! Forza, dai!”
Hinata aprì la copertina titubante e il cuore le mancò un battito.
Le ragazze si abbracciarono tra di loro, i ragazzi, che avevano seguito la mano di Naruto, iniziarono a fischiare complimenti e insulti vari al povero ragazzo.
“Io invece ti amo, Hinata-chan.”







E' pronta da tanterrimo.
Non pubblico nulla da marzo.
Si, lo so, sono ingiustificabile.
Dedicata a Fabrizio, che questa settimana è in Sicilia (me tapina!), a Mela, a Bambi, a Tya.
Perchè loro sanno cosa dovranno fare!

Per questa fanfiction ci sono possibilità di spin off su varie coppie, anche se quelle da non toccare saranno NaruHina e ShikaTema.
Per il resto, se volete, sbizzarritevi.

Ps: un ringraziamento particolare al “Dungeon Siege”, ispirato ad un negozio di fumetti realmente esistito e che mi ha fatto passare un'estate divina (in cui ho anche meglio conosciuto il mio amore).
Ora non è più come prima.
Ma questo è comunque un bel ricordo.
Grazie, Free Time.
  
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