Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: id_s    03/05/2017    1 recensioni
«Perché, piccola, potresti andartene dalle mie mani. E ti scorderai di me»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ti scatterò una foto






«Cosa fai, mamma?»
«Niente di importante, Rosie. Cerco i miei vecchi testi scolastici»
Hermione mosse frettolosamente una mano, per poi portarla - un attimo dopo - ad intrecciarsi ad un ricciolo ribelle, sfuggito all'elegante treccia in cui aveva costretto i suoi capelli.
Lo attorcigliò al proprio orecchio, sospirò e salì in soffitta. Era un giorno di neve, un giorno freddo.
Hermione non saliva mai in soffitta, in inverno, e d'altra parte come avrebbe potuto, lei che pativa tanto il freddo?
Preferiva starsene sul divano davanti al camino, a stringere a sé il corpicino caldo di sua figlia maggiore per regalarsi a vicenda ulteriore tepore.
Rosaline. La sua piccola Rosa. Ronald aveva storto un po' il naso davanti alla sua decisione irremovibile di chiamare così la rossa primogenita: un nome banale, Rose, eppure Hermione ci teneva così tanto che alla fine aveva desistito dall'opporre qualsiasi resistenza.
La bruna si accomodò su un vecchio sgabello un po' scheggiato, gelido anche quello.
Portò la mano al proprio ventre, sperando quasi di poter già percepire la nuova vita che in esso andava formandosi - nonostante fosse ben più che consapevole che tre mesi erano troppo pochi, perché il nuovo venuto desse segno della sua presenza. Ventisette anni e due figli, un lavoro meraviglioso come magiavvocato, il suo migliore amico che era anche suo marito: eppure qualcosa ancora mancava. Perché quel giorno era il venti dicembre, magari una data come tante, per qualcun altro; per lei, però, ogni venti dicembre era una coltellata in pieno stomaco.
Ripensò al volto di sua figlia, ai suoi occhioni azzurri e gentili: ripensò al sollievo che aveva provato, quando era venuta alla luce con un innegabile ciuffo rosso a marchiarla a fuoco come una Vera Weasley.
Ripensò a quel nome, banale per Ronald, importantissimo per lei.
I suoi occhi si indurirono per un momento, poi Hermione si prese stancamente la testa tra le mani, avvicinando a sé uno scatolone posto sotto la finestra, impolverato: da quando lei stessa lo aveva sigillato e riposto lì, sette anni prima, nessuno più lo aveva riaperto - d'altra parte, Ron neanche sognava di metterci piede, in quella soffitta, e Rosie era troppo piccola per avere il permesso di recarsi lì da sola.
Con un colpo gentile della bacchetta Hermione lo aprì, fece scorrere le mani tra i vari oggetti, cianfrusaglie, finché non sfiorò quello che cercava.
Le sue dita sottili si strinsero intorno ad una vecchia foto un po' consumata: gli occhi dorati della ragazza, oro fuso specchio delle sue emozioni più profonde, tremarono vistosamente. Prima che potesse anche solo pensare di fermarla, una lacrima solitaria aveva iniziato la sua corsa sulle sue gote arrossate dal freddo, andandosi a depositare all'angolo delle sue labbra contratte, sofferenti.



Come fa male cercarsi, trovarsi poco dopo. E nell'ansia che ti ho perso, ti scatterò una foto.
«È il nostro ultimo giorno insieme, vero, Granger?»
«Sì, Draco. È stato tutto un errore...»
«Questo è stato tutto tranne che un errore, lo sai. Niente di quello che abbiamo condiviso può essere considerato un errore»
«Ho tradito il mio futuro marito!»
«...Che non ami...»
«Sono incinta di Ronald, Malfoy»
«E se fosse mio, invece?»
E se fosse stato suo? Hermione non voleva chiederselo.
«Impossibile»
Draco sospirò. «Rosaline» disse poi soltanto.
«Eh?»
«Rosaline. Se sarà una bambina, chiamala Rosaline»
Hermione si era morsa un labbro, senza rispondere.
Aveva osservato gli occhi seri e solitamente indecifrabili del ragazzo, quel giorno però contratti in una smorfia di malcelata tristezza, e non aveva saputo negargli quella richiesta.
Aveva semplicemente annuito, scaturendo sul viso del biondo Slytherin un sorriso mesto.
«Un'ultima cosa...»
«Cosa c'è ancora?»
«Voglio scattare una foto con te. Voglio che tu possa ricordare questo venti dicembre. Voglio che tu possa ricordare per sempre quando l'amore eravamo noi»





Hermione rimise la foto a posto, in fondo allo scatolone, lasciandola andare come ad essersi bruciata in malo modo.
Non aveva guardato sul retro della foto.
Sapeva cosa vi avrebbe trovato: una didascalia, nella piccola e ordinata grafia di Draco.
“20 dicembre 1998. Perché, piccola, potresti andartene dalle mie mani. E ti scorderai di me.
Trattenendo a stento un singhiozzo, la bruna Gryffindor si alzò, percorrendo velocemente la soffitta per poi richiudersi la porta alle spalle.
La piccola Rose le sfrecciò davanti in quel momento, correndo per le scale esattamente come Hermione le aveva ripetuto più e più volte di non fare.
Non importa se ha i capelli rossi e le lentiggini, Draco, questa bambina è figlia tua.
Ha i tuoi piedi veloci, i tuoi sguardi furbi, la stessa capacità che avevi tu di fare sempre esattamente ciò che le chiedo di evitare.
Non ho ancora imparato a capirla.
Non sono riuscita a capirti mai, lo sai.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: id_s