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Autore: EcateC    04/05/2017    5 recensioni
La vera storia di Harleen Frances Quinzel, la rigida dottoressa newyorkese che si lasciò sedurre da Joker per diventare la famigerata Harley Quinn, la pagliaccetta bella e simpatica che tutti conosciamo.
Ma da lasciarsi alle spalle una vita di privazioni a conquistare il cuore del super criminale di Gotham c'è una bella differenza, ed è qui che riposa la vera inversione dei ruoli. Provare per credere.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn, Joker, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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H e a t h e n s.






 

Un’altra cosa che c’è da sapere su Gotham City, è che tutti gli eroi e i meta-umani sono ben inseriti e immischiati tra la gente comune...Tutti, tranne Bruce Wayne.

Costui vive in una villa plurimiliardaria e fa di tutto per restare isolato dal mondo. Scorbutico e leggermente asociale, odia la gente ma passa la vita a salvarla, odia Joker ma è stato colui con cui si è più assiduamente frequentato negli ultimi dieci anni. Se non fossero nemici giurati, si potrebbe dire che ormai si conoscono come due fratelli. C’è chi insinua perfino che si siano più volte risparmiati a vicenda per non porre fine alle loro continue scorribande notturne… Ma naturalmente sono solo voci, Gotham è piena di voci.

Certo è che le uniche e sporadiche visite che riceve Bruce sono -fatta eccezione per quelle femminili- da una parte l’abile detective James Gordon, suo alleato storico contro la criminalità di Gotham, e dall’altra la famigerata Amanda Waller, che insieme al primo conosce la sua vera identità.

Inutile dire che il supereroe fatica a sopportarli entrambi, ma dopotutto vederlo sorridere è raro quanto vedere Joker non farlo...



-Le ha parlato di Jeannie, hai una vaga idea di che cosa significhi?-

-Non mi interessa, devi assolutamente mandarla via. È troppo coinvolta e non mi convince-

Amanda Waller alzò le spalle e, come al solito, si versò da bere. Si era auto invitata nella villa del cavaliere oscuro per discutere con lui della novità più succulente e inattesa del momento: Harleen Quinzel.

-Se dovessi mandare via tutti quelli che non mi convincono, probabilmente rimarrei solo io in quest’isola-

-È troppo vicina a Joker- insistette Batman, dando un colpo indignato sul tavolo -Potrebbe crearci grossi problemi-

-Che tipo di problemi, scusa?- gli chiese, guardandolo con le sopracciglia alzate -È adulta e vaccinata, se desidera farsi ammazzare sono affari suoi-

-Ho un pessimo presentimento-

-Finiscila di annoiarmi con le tue paranoie, Bruce. La ragazza mi serve- esclamò, con tono che non ammetteva repliche -È l’unico modo che ho per scoprire che cos’è Joker e sai come funziona quando io voglio una cosa, no?-

-Hai ancora la mania di diventare una meta-umana, non è vero?- le domandò Batman, con voce piatta -Vuoi scoprire cos’è Joker per diventare come lui?- 

La Waller si limitò a sorridere.

-Amanda, questa cosa deve finire, io non posso permetterlo-

-Sai cosa deve finire? La tua mania di ficcare il naso nelle faccende che non ti riguardano- gli rispose, compassata -Io non voglio diventare come lui, voglio diventare meglio di lui, e sapere da dove cominciare sarebbe già un buon inizio-

-Stai sprecando il tuo tempo. Ti si ritorcerà tutto contro-

-Vedremo chi dei due avrà ragione- gli disse diplomatica, poi guardò l’ora -Toh, si è fatto tardi per te. La gente in pericolo aspetta di essere salvata-

-C’è Superman in città, ci penserà lui-

“Io ho un’altra faccenda da sbrigare…”



____________________________



Casa di Harleen, ore 20:00


 

-Buonasera, signorina! Ho ordinato cinese, vuoi favorire?-

Per la seconda volta, Harleen si ritrovò alla porta il tizio di nome Bruce che si era appena trasferito nel suo condomino. Pareva gentile ed era pure un bell’uomo, ma alla psichiatra non piaceva… A pelle.

Costei perciò si schiarì la voce e si inventò una scusa, abituata com'era a rifiutare gli uomini non le risultava troppo difficile.
 -Sei molto gentile, ma stasera devo lavorare, mi dispiace-

-Lavorare? Al venerdì sera?- ripeté l’altro, fingendosi scandalizzato -Dai, è contro la legge-

-Se fosse così, avrebbero dovuto rinchiudermi molto tempo fa…-

-Perché, che lavoro fai se posso chiedere?-

-Pensavo lo sapessi- gli rispose Harleen, assottigliando gli occhi -La prima volta che ci siamo visti ti sei rivolto a me chiamandomi dottoressa-

-L’ho letto sul campanello- si affrettò a rispondere Bruce/Batman, sorpreso dalla sua sagacia.

-Ah…-

-Quindi, dottoressa in cosa?- le domandò, facendole un bel sorriso

-Psichiatria- gli rispose con una punta di orgoglio, ma la fretta di terminare la conversazione c’era sempre e si notava.

-Psichiatria? Però! Quindi hai a che fare con persone disturbate, immagino? Tipo matti, dementi, criminali…-

Le labbra di Harleen sorrisero al pensiero di Joker: finalmente domani l’avrebbe rivisto dopo quasi otto giorni di lontananza.

 -Più o meno, sì- gli disse sbrigativa, continuando a stare tra il muro e la porta -Ora, scusami ma devo proprio andare, il dovere mi chiama-

-Ma hai già una tua clinica privata? No, perché mi sembri molto giovane, complimenti-

-Grazie, ma no, non ancora. Lavoro nell’Arkham Asylum-

-Nell’Arkham Asylum?- le rispose, con tono d’ammirazione -Dov’è rinchiuso Joker!?-

Questa volta il sorriso di Harleen fu evidente -Proprio così-

-Accidenti, e non hai paura?-

-Beh, i nostri sistemi di sicurezza sono all’avanguardia però… Sì, a dirla tutta- esclamò lei, con un sorriso impacciato -Ma qualche volta bisogna anche rischiare-

-Dipende sempre da cosa che c’è in ballo. Io col Joker non rischierei a prescindere-

-Forse perché tu hai qualcosa da perdere-

Batman ne rimase colpito e la guardò intensamente negli occhi -E tu no? Pensi di non avere niente da perdere, Harleen?-

-Se anche fosse, non sarebbero comunque affari tuoi. Ora scusa ma devo andare sul serio-

-Aspetta un momento…- infilò un piede tra la porta e il muro -Come può non avere niente da perdere una ragazza bella e intelligente come te?-

Harleen si sentì arrossire.

-Grazie ma… Ecco, io sono fidanzata- mentì, molto imbarazzata -Perciò puoi anche smetterla di provarci perché amo molto il mio ragazzo e… Potrebbe arrivare da un momento all’altro…-

-Non sapevo che avessi un ragazzo- soggiunse, guardandola in modo penetrante.

“Certo che ce l’ho: Il mio ragazzo immaginario chiuso in manicomio”

-Ora lo sai-

-E lui sa dei rischi che corri ogni santo giorno là dentro? Sa di cosa è capace il Joker?-

-Perché vuoi spaventarmi a ogni costo?-

-Perché mi sembri troppo poco spaventata- le disse sinceramente -Io purtroppo l’ho conosciuto, sono uno di quei miracolati che Batman ha salvato-

La maschera dura di Harleen cedette. Costei per un attimo spalancò gli occhi, e spinta dall’interesse aprì di più la porta.

-Davvero?-

-Sì, l’ho visto all’opera e ti assicuro che c’è una differenza abissale tra vedere gli orrori con i propri occhi e leggerli nei libri- le rispose con serietà -E la cosa più brutta, è che lui si diverte a cercare i parenti delle sue vittime. Non è mai pago del male che arreca-

-Cosa?- gli rispose Harleen, angosciata -Questo non l’ho mai letto nei suoi fascicoli-

-Molte cose vengono censurate. Ma di cosa ti stupisci, scusa? Joker è il peggiore criminale mai esistito. Si vede che non sai di chi stai parlando-

Harleen abbassò lo sguardo, senza la forza di ribattere. Bruce accennò un sorriso.

-Che cosa ti ha fatto?- gli domandò, corrucciata.

-A me niente. Però ha ammazzato un bambino davanti ai miei occhi e agli occhi della madre per il solo gusto di farlo. È stato terribile-

-Un bambino? Ma non ci sono…-

-Non ci sono bambini nei suoi fascicoli?- l’anticipò lui -È un’altra bugia. Lo so perché lavoro per il commissario James Gordon, in centrale. Le sue vittime predilette sono le donne e i bambini, è un vero bastardo- detto questo, Batman/Bruce abbassò lo sguardo e scosse la testa con aria funerea, per accrescere la tensione emotiva della situazione. Dopodiché le sorrise, dicendo -Ma sei sicura di non volere un po' di involtini? Ne ho presi per quattro persone-

-Magari un paio, grazie- gli rispose Harleen con voce tremula, aprendogli la porta -Ma cos’altro sai su Joker, per curiosità?-

-Vediamo, da dove cominciare…-

 

 

 

 

Dopo quella funesta serata, Harleen passò una notte da incubo, scandita tra l’angoscia e la disperazione. L’angoscia per il timore che Joker facesse del male a lei e ai suoi cari, la disperazione all’idea di doverlo lasciare e di porre fine a quei momenti di complicità unica che le avevano fatto tornare la voglia di vivere. 

Ma appena cercava di calmarsi e di chiudere gli occhi, nella sua testa si palesavano delle immagini terribili. Rivedeva il volto sfigurato di Irina e veniva assalita dai rimorsi e dai sensi di colpa per averla uccisa, vedeva un bambino frutto della sua immaginazione morire atrocemente per mano di Joker, e poi la sua famiglia, i suoi genitori, sua sorella… Tutti morti… Per un momento, fu quasi sul punto di andare dalla polizia a costituirsi, ma poi cambiò idea: la disperazione ebbe la meglio.

La verità era che Harleen non si era mai innamorata prima, non aveva mai nemmeno sfiorato l’intensità del sentimento che stava provando per Joker, e per quanto incredibile potesse sembrare, non si era mai sentita così felice come quando stava insieme a lui. 

Rinunciare alla felicità per vivere una vita lunga ma vuota non ne valeva la pena, ma per proteggere le persone che amava, sì, ne valeva eccome. Ammesso e non concesso che non fossero già condannati. Joker l’avrebbe cercata sicuramente per vendicarsi… La vendetta era il movente più frequente dei suoi crimini.

Si nascose meglio sotto la coperta, come se questa fosse un baluardo capace di proteggerla. Che cosa diavolo aveva fatto? Era forse impazzita? Cosa pensava di ottenere con un comportamento del genere, l’amore di un criminale assassino? E perché quando era a casa da sola ragionava, e quando stava con lui smetteva di farlo all’improvviso?

Queste erano solo alcune delle domande che avevano tormentato Harleen in quella notte infinita.

Domani, promise a se stessa, avrebbe chiuso con Joker.

 

 

 

 

 

Arkham Asylum, mattina seguente

 

 

 

Appena vide la sua dottoressa entrare, Joker fece un bel fischio d’apprezzamento.          

-Avete visto che schianto!?- esclamò vivacemente alle guardie, mentre lei gli si sedeva di fronte -Di questo passo, più che una psichiatra mi servirà un cardiologo!-

Harleen arrossì, ma cercò faticosamente di rimanere seria. Il suo aspetto era effettivamente migliorato, ma lei non se ne rendeva neanche conto. Dalla fretta aveva lasciato i capelli sciolti e non aveva messo il camice bianco, cosa che rendeva il suo look meno ingessato e molto più attraente.

-Buongiorno, Joker- 

-Sei una visione celestiale, zuccherino- continuò lui, sporgendosi sul tavolo -Come faccio a concentrarmi se ti presenti così?-

Ma lei non lo guardò nemmeno, prese le analisi e iniziò a esaminarle con fare professionale. Le mani le sudavano e le tremavano insieme.

-Ti ho pensato per tutta la notte, lo sai?-

-Grazie- gli disse solo.

-Grazie? Cosa vuol dire ‘grazie’?- le fece il verso -Non mi fai neanche un sorriso?-

-Sì, beh… Oggi la nostra seduta durerà meno, purtroppo ho impegno improrogabile e…-

-Comecomecome?- esclamò Joker, con un’espressione incredula -Aspetta, che sta succedendo? Sono in uno di quegli scherzi che fanno in TV? Spero di no, perché con i miei capelli verdi e questo completo arancione mi sento più simile a una carota che a un super criminale, non vorrei sfigurare-

Harleen dovette fare appello a tutte le sue forze per non scoppiare a ridere. Come era difficile mantenersi fredda con lui… Joker se ne accorse e rise al posto suo.

-Non siamo in TV- cercò di spiegargli, senza guardarlo ridere -Avevo preso un impegno da prima-

-Un impegno, certo. E tu rimandi il Joker per un impegno? C’è qualcosa di più importante di me in questa città?-

-No, è che…-

-NO! BRAVA!- sbottò, improvvisamente adirato -Ma ci mancherebbe, fisserò un appuntamento. Prendi pure l’agenda… Dove mi metti? Tra la parrucchiera e il compleanno della nonna?-

Harleen ridacchiò, ma lo fece tristemente. Sentiva un grosso squarcio nel petto, c’era dentro di lei una matassa di paura, angoscia e tristezza le annodava le viscere e le troncava il respiro. Doveva allontanarlo, lui era un mostro, un assassino della peggior specie, poco importava se le piaceva o la faceva ridere… Ma la sola idea di farlo le procurava dolore.

-Cosa c’è che non va, mio piccolo cuoricino?- le disse il clown, che aveva colto il suo cruccio.

-Niente…- gli disse, al limite delle lacrime

-Oh, suvvia, dottoressa Quinzel! Ascolta, a me puoi dire tutto, sono tuo amico, sì? Siamo amici, vero?-

-È che ho conosciuto una persona che… - ma si bloccò, stringendo spasmodicamente i pugni. Stava sbagliando di nuovo e lo sapeva.

-Sì?- la incalzò lui, con gli occhi ridotti a due fessure -Una persona, chi? Di chi e di cosa stiamo parlando?-

-Questa persona mi ha aperto gli occhi e… Mi sono pentita di tutto questo, e ora è finita- buttò fuori, con la stessa velocità con cui si era innamorata -Io non ci sto più-

Joker rimase per un attimo immobile, fermo a fissarla con la bocca aperta. Si guardarono entrambi, e davvero non si capiva chi dei due fosse il più stupito o dispiaciuto.

-È finita cosa, di preciso?- le disse tra i denti, guardandola in modo minaccioso -Piccola, non farmi arrabbiare anche tu, almeno tu in questo mondo depresso continua a essere motivo di gioia per me, te ne prego… Chi hai conosciuto? Dillo a paparino…-

Batman e un tizio e gli assomiglia.

-Non lo conosci-

Joker rise di gusto, la sua risata spezzata e inquietante -Io conosco tutti, sono il re di quest’isola… Dimmi chi è, così gli mando i ringraziamenti a casa-

-Non è divertente-

-Sì che lo è- la corresse -Tu ora non sei molto divertente, ma sono sicuro che, se collabori, risolveremo anche questo piccolo inconveniente. Dimmi chi ti ha detto cosa-

-Batman- gli rivelò Harleen, per salvaguardare colui che riteneva solo un povero condomino -Mi ha detto alcune cose di te che mi hanno sconvolto, sui bambini e le donne… I miei parenti-

A sentire il nome del suo nemico giurato, Joker per un attimo spalancò gli occhi e poi li richiuse subito, facendo un bel sospiro col naso.

-Ma certo, che banale ovvietà- sussurrò stancamente -Batsy è invidioso perché io ho la ragazza e lui no. Molto bene, davvero, molto bene. Il suo affetto nei miei confronti non si smentisce, è commovente. Manderò le felicitazioni a lui nella sua villa rubata… Perché lui non è così ricco, lo sai? È tutta apparenza la sua, pure i suoi muscoli sono di plastica, nel caso non te ne fossi accorta. Ma non divaghiamo… Cosa avrebbe detto Batsy alla mia ragazza?-

-Non sono la tua ragazza…-

-Oh, sì che lo sei. Sei troppo bella per non essere la mia ragazza. E per la cronaca, il reggiseno nuovo ti sta d’incanto e scommetto che la stessa cosa vale per le mutandine. Se sapessi quante… No, forse è meglio che non lo sai- ridacchiò, facendole l’occhiolino -Ma sai cosa? Mi hai reso più piacevole la permanenza qui dentro, e per questo motivo non mi arrabbierò con te, ma solo con lui. Va bene, pasticcino? Ora raccontami le storie del terrore che ti ha detto su di me, sono sempre molto avvincenti… La storia dei 101 cagnolini dalmata c’è? O ha puntato tutto sull’orfanello con la stampella?-

Harleen si sentì arrossire, maledicendosi per la fatica che faceva a rimanere seria -Mi ha detto che hai ucciso quattordici psichiatri-

Joker rise, ciondolando col capo -Ah, questo è vero! Il mio obbiettivo è arrivare a cinquanta prima dei cinquant’anni… Dici che è fattibile?-

-Ucciderai anche a me?- gli chiese, trovando il coraggio di alzare lo sguardo e guardarlo in faccia. Lui le fece subito un bel sorriso.

-Tanto puoi anche dirmelo- continuò lei -Non so difendermi, non potrò certo opporre resistenza, ma ti scongiuro, ti supplico, non far del male alla mia famiglia, perchè loro non c’entrano niente-

-Che tristezza… Baby, perché dici queste cose?-

-Perché li hai uccisi tutti, J!-

-Ma loro non erano dottori bellissime…- 

-Tu mi terrorizzi- gli disse sinceramente, senza più riuscire a trattenere le lacrime -Io sono spaventata a morte da te, ma l’idea di… Oddio, non ce la faccio- 

Joker la stava fissando, con un mezzo sorriso sulle labbra. Normalmente, l’idea di terrorizzare qualcuno l’avrebbe divertito, ma questa volta, questa unica volta, c’era qualcosa che non andava, qualcosa che minava in radice il lato comico della situazione.

-Harleen, rispondi a questa domanda- la chiamò appositamente con il suo nome di battesimo, sporgendosi verso di lei -Dà più soddisfazione pestare un foglia secca che fra crak! o un fiorellino appena sbocciato?-

-Non è questo il punto…-

-Rispondi alla domanda! È meglio calpestare una croccante distesa di foglie secche o l’unico fiore della città?-

-Le foglie secche, ma…-

-Brava- la interruppe, inchiodandola con lo sguardo -Ed ha più senso dar fuoco a una vecchia carretta o a una Ferrari extra lusso?-

-Mr. J…- lo chiamò, sorridendo tra le lacrime

-Parlaparlaparlaparla!-

-Una vecchia carretta?-

-Vedi? Ti sei risposta da sola. Io la Ferrari me la tengo, e ci faccio anche un bel giro- le disse col suo solito, enorme sorriso argentato -Batsy fa il suo lavoro, ossia sabotarmi la vita e rompermi le palle, ma tu non devi credere a quello che dice lui, tu devi credere a quello che dico io. Io sono tuo amico, sono io che ti porterò a Parigi, non lui-

Harleen si asciugò le lacrime con la manica e si tolse gli occhiali, il cuore le batteva forte, anzi fortissimo, e sentiva come sempre lo sguardo penetrante di lui addosso. Non credeva a quello che diceva, ma era così bello sentirsi rassicurare da lui che il suo cuore palpitava di gioia ogni volta. 

-Sei bellissima- le disse, con tono convincente.

-Non lo pensi sul serio-

-Infatti, sei bellissimissima-

La ragazza ridacchiò ma scosse la testa.

-Har-lee-een…- canticchiò giocosamente, proteso al massimo verso di lei -Lo sai che la mia capacità di fare male è direttamente proporzionale a quella che ho di fare godere?- continuò in un sussurro -Mi piaci un bel po', e ti assicuro che sarai felice con me, ti darò tutto quello che vorrai e anche di più-

-Prometti che non farai del male alla mia famiglia?-

Joker alzò gli occhi al cielo, ma lo fece sorridendo -Voi buoni e la vostra fissazione con la famiglia non la capirò mai. Lo prometto, Pumpkin Pie, non torcerò un capello a nessuno dei tuoi consanguinei. Va bene così?-

Harleen trovò la forza di sorridere -Se mantieni la promessa, sì-

-Io sono un signore, mantengo sempre la parola data. E tu, invece, prometti che verrai a letto con me quando uscirò da qui?-

-Non lo so…- rispose evasiva, disegnando un paio di cuori sulla carta del taccuino.

-Oh, questo però è ingiusto. È peggio di una pugnalata, perché non lo sai?-

-Perché sono letteralmente terrorizzata da te- 

-E io sono letteralmente eccitato da te, lo troviamo un compromesso?-

La psichiatra gli sorrise e ci pensò su, stentava ancora a credere di piacergli, ma in fondo tutto ciò che le stava succedendo non sembrava reale, sembrava solo uno scherzo. Tanto valeva stare al gioco.

 -Niente coltelli, né armi, né torture, né fuoco, né pistole- gli elencò con le dita, come se stessero parlando di fare la spesa -E nessun oggetto contundente-

-Andata. Liberami che ti stringo la mano-

-Aspetta, Mr. J, non ho ancora finito- gli disse sorridendo -Non ci deve essere nessun altro oltre a noi. Nessuna puttana o guardoni o cose del genere. Solo io e te-

Per sempre.

-Nessun problema, bellezza. Altro?-

Eccome se c’era altro, Harleen aveva come minimo altre tremila condizioni da appuntargli, ma scosse la testa.

-Direi di no-

-Fantastico… Quindi? Promesso? Giurin giuretto?-

-No!- scherzò, e lui simulò uno svenimento: si accasciò sul tavolo come un peso morto, chiudendo gli occhi segnati.

-Addirittura?- ridacchiò Harleen, allungando una mano verso di lui -Mr J? Guarda che non mi lascio intenerire…-

Col pollice gli sfiorò la scritta “damaged” sulla fronte e poi passò ai suoi capelli, dapprima con cautela e poi con più sicurezza. Glieli pettinò con le dita, saggiando con piacere la loro consistenza liscia e fina. Lui intanto continuava a tenere gli occhi chiusi.

“Ma come può essere così cattivo?”  pensò, accarezzandogli dolcemente la nuca “È così… Tenero”

-Mr J?- lo chiamò dolcemente, ma il clown non rispose né si mosse di un millimetro. 

-Mr, J, dai, tirati su- esclamò -Lo so che stai fingendo-

Ancora nessuna risposta, Harleen ne approfittò per sfiorarlo ancora.

-Non mi riconosco più- gli disse a voce bassa, lambendogli la guancia glabra -Sto facendo cose che non farei mai, che esulano completamente da quello che sono sempre stata… E mi contraddico, penso in un modo e agisco in un altro. Cosa mi sta succedendo, secondo te? Sto diventando matta?-

Ancora nessuna risposta. Harleen avvicinò per caso una mano al suo naso, ma si accorse con sorpresa che lui non stava respirando.

-Mr J!?- lo chiamò, in allerta -Mr J, se è uno scherzo non è divertente-

Ma lui era pallido, immobile come una statua di cera. 

-Joker? -

-Oddio- si alzò in piedi, in preda al panico -Oddio, ma non respira. Non… Oddio!-

Si inginocchiò di fronte a lui e in preda panico lo slegò dalla sedia a cui era legato, ma come se lo girò di fronte, lui aprì gli occhi e le balzò addosso con un’irruenza tale da ribaltarla. 

Caddero uno sopra l’altro, lui sopra e lei schiacciata sotto il suo peso. 

 

La telecamera, adesso, stava riprendendo due sedie vuote.

 

 

 

 

 

 

 

 
Note
Ciao a tutti ragazzi! :) 
Eccomi qui, incredibilmente puntuale. Verrà a nevicare… 
Allora, saranno vere le cose ‘brutte’ che Batman ha detto su Joker? No, perché non è detto… Mi rendo conto che qui l’inversione dei ruoli si vede anche da questo punto di vista: i buoni diventano i villain e i cattivi diventano gli eroi, ma in fondo è questo il bello delle FF, no? Cambiare punto di vista :)
Mi sono poi documentata sull’universo DC, sui personaggi (vedi il commissario James Gordon, che tra poco farà la sua comparsa) e sul rapporto che hanno fra loro. Ad es. il carattere di Batman/Bruce Wayne è, da quello che ho capito, veramente brutto, del tipo che mal sopporta Superman e che preferisce starsene da solo piuttosto che con qualcuno… Vi risulta?
Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto e che in generale vi stia piacendo l’andamento della storia. Ho notato che ci sono state meno recensioni, e se il motivo è -giustamente- dato dal fatto che sono sparita dalla faccia della terra per tre mesi, vi do solo ragione. Se invece è perché il capitolo non vi è piaciuto, mi dispiace! :(
Comunque tra poco ci saranno succulenti novità, un bacio e grazie a chi legge ^^
   
 
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