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Autore: ___Lilith    05/05/2017    2 recensioni
Dal testo:
“Potrei fare qualsiasi cosa io voglia. Qualsiasi. E non ci sarebbe alcuna conseguenza a cui pensare, perché il pensiero ormai è privo di raziocinio. Guardami, ti ho offerto del Whisky, mi sono seduto al tuo fianco e sto addirittura ingaggiando una conversazione civile con te, Potter. Tu che sei sin dal primo anno il mio acerrimo nemico. Tu che sei sempre stato la mia ossessione.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Whisky





Era ormai notte fonda nel castello, ma quasi nessuno degli studenti era nel proprio dormitorio a riposare. Se qualcuno dei professori si fosse accorto di quella mancanza e si fosse spinto fino al settimo piano avrebbe udito provenire una musica fracassante oltre le pareti prive di entrata.
Era infatti stata organizzata, quel sabato come tanti altri, una specie di festa clandestina nell'ormai conosciuta Stanza delle Necessità. I più furbi erano riusciti a procurarsi una discreta quantità di Whisky Incendiario, sufficiente a soddisfare chiunque avesse avuto voglia di alzare un po' il gomito. Inutile dire che già la maggior parte dei Serpeverde aveva ingurgitato quantità eccessive di alcol.
Anche Harry Potter aveva bevuto qualche birrchiere di troppo. Il rumore insostenibile ai suoi timpani, la troppa gente accalcata in quella sala e l'odore nauseante di alcol misto al vomito che qualcuno non era riuscito a trattenere fino all'uscita gli provocarono un lancinante mal di testa. Decise che sarebbe stato meglio sgattaiolare via e si congedò da Hermione, intenta a canzonare un Ron ebbro, dicendole che l'aria s'era fatta troppo pesante per lui.
Quando, ormai allontanatosi barcollante dalla festa, la vista iniziò a fargli brutti scherzi e la mente non riuscì più a ricordare la strada per tornare ai dormitori dei Grifondoro, fu costretto, dato anche lo scarso equilibrio, ad appoggiarsi con la schiena contro una delle due pareti che costeggiavano il buio corridio. Scivolò pian piano lungo il muro fino a trovarsi seduto a terra. Si portò le gambe al petto stringendole con le sue braccia e rimase da solo in quella posizione per una quantità di tempo che non sarebbe riuscito a definire.
Aguzzò l'udito e nel corpo incominciò a diffondersi un po' di timore solo quando, a qualche metro di distanza da lui, sentì lo scricchiolio di passi incerti avvicinarsi. Fece per alzarsi con l’intenzione di non farsi cogliere in flagrante se colui che stava camminando nella sua direzione fosse stato un insegnante, ma fallì miseramente, scoprendo di essere ridotto peggio di quanto pensasse. Non fu capace quindi di far altro che rimanere lì con l'unica speranza che quei passi appartenessero a qualche alunno stanco di quella noiosa festa.
“Potter!” esclamò una voce acuta, disprezzante del nome che aveva appena pronunciato.
Harry, non riuscendo subito a capire chi fosse (nonostante avesse la convinzione di conoscerne bene il proprietario) ma rassicurato dal tono giovanile, si voltò leggermente nella sua direzione.
Due occhi inespressivi color ghiaccio e un sorrisetto sghembo dipinto sul viso circondato da capelli platino si distinguevano a stento nelle tenebre del corridoio.
“Malfoy” sputò fuori quel nome con non meno odio di quanto ci avesse messo l'altro nel articolare il suo.
Restarono per qualche secondo a scrutarsi in silenzio, quasi come se stessero studiando il nemico prima dell'attacco.
Draco inarcò il sopracciglio sinistro all'insù. “A quanto pare è bastato qualche sorso d'alcol in più a ridurre il nostro famoso Prescelto ad uno straccio” gracchiò con acidità.
Harry gli lanciò un'occhiataccia. “Non ho alcuna voglia di discutere con te, Draco” fu la sua unica risposta.
L'altro storse il naso, scontento di non potersela spassare ad insultare la sua vittima preferita. “Peccato” mormorò, “vuoi un po'?” solo in quel momento Harry si accorse della bottiglia di Whisky Incendiario mezza vuota che il ragazzo stringeva in una mano. Ora gliela stava porgendo.
“Credo di aver bevuto fin troppo per stanotte.”
“Oh, andiamo Potter... Per una volta puoi lasciarti andare oltre i limiti” pronunciò quella frase con un tale travolgimento ch’egli, seppur ancor titubante, alla fine accettò la proposta.
Nel frattempo Draco si era abbassato alla sua altezza, cedendogli la bottiglia, dopodiché, con non poche difficoltà dovute alla scarsa lucidità, si sedette accanto a lui.
Dopo aver ingurgitato un bel po' di quel liquido che gli bruciò la gola e lo stomaco per poi mettere quasi del tutto fuori uso il suo cervello restituì quello che n'era rimasto al biondo, che lo finì del tutto.
“Non c’è niente di meglio dell’essere ubriachi” decretò quest’ultimo, “la ragione va a farsi fottere, varie sensazioni contrastanti si mescolano tra loro, e sei confuso, ma sei felice, e tutto il resto non ha importanza, è tutto obliato. Non puoi controllarti e fai delle cose che magari da sobrio non faresti mai. Non credi, Potter, che questa sia per davvero una magia?”
Harry si lasciò trasportare da quelle parole, pensando ch'egli non avesse tutti i torti.
Si limitò dunque ad annuire, mentre Draco riprendeva il suo discorso. “Potrei fare qualsiasi cosa io voglia. Qualsiasi. E non ci sarebbe alcuna conseguenza a cui pensare, perché il pensiero ormai è privo di raziocinio. Guardami, ti ho offerto del Whisky, mi sono seduto al tuo fianco e sto addirittura ingaggiando una conversazione civile con te, Potter. Tu che sei sin dal primo anno il mio acerrimo nemico. Tu che sei sempre stato la mia ossessione.” Quell'ultima parola fu accentuata da un tono più vellutato e lento, come a volerla sottolineare, distinguere dal resto delle cose che aveva detto. Come se avesse un significato diverso da ciò che Draco volesse far intendere.
Harry si sforzò di capire cosa quel vocabolo celasse al suo interno, ma non ottenne alcun successo. Come aveva detto l'altro, qualsiasi ragionamento non poteva aver luogo in una mente imvevuta d'alcol.
“Potrei addirittura avvicinarmi di più a te” e lo fece fino a far sfiorar le loro spalle, a far intrecciar i propri respiri, “o anche...” si bloccò mentre la distanza tra i loro volti, i loro nasi, le loro labbra diminuiva sempre di più, “anche...” tentò di riprendere, ma a separarli non c'erano altro che pochi millimetri: la voce gli morì in gola.
“Anche?” fu un sussurro dettato dalla curiosità quello di Harry. Per la prima volta gli occhi di Draco s'incastrarono in quelli del Grifondoro. La freddezza del ghiaccio incontrò il colore della speranza.
“Anche...” ripeté ancora. Ma non ci fu più bisogno di parole quando la sua bocca, con soffice lentezza, si poggiò leggermente su quella di Harry.
Ci fu tutt'un tumulto all'interno del petto di Draco. Il cuore impazzito e le mani tremanti erano chiaro segno che quei strani sentimenti repressi per anni, nascosti dietro un falso disprezzo, stavano tutti tornando a galla. Ogni cosa diventò più sbiadita, crollò il confine tra odio e amore. Questi s’incontrarono, si scontrarono in una cruenta guerra dove il sentimento più puro trionfò.
E allora approfondì quel bacio che fino ad ora era stato solo un flebile tocco fra le loro labbra. Portò una mano dietro il capo di Harry; le candide dita si intrecciarono ai capelli scuri. Cominciò a baciarlo con voracità, trasporto, passione.
Il ragazzo, sbigottito, non oppose resistenza. Anzi, sarebbe meglio dire che non poteva. Era troppa la confusione che gli vorticava in testa. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, a tratti credeva addirittura fosse solo un sogno o un’allucinazione dovuta al troppo Whisky.
Gli pulsavano le tempie mentre si sforzava di mettere a fuoco quell'assurda situazione.
Eppure la realtà era una: Malfoy lo stava baciando. E, a quanto sembrava, non aveva alcuna intenzione di fermarsi.
Descrivere le sensazioni che stava provando Harry sarebbe un'impresa troppo audace per chiunque. Lui stesso non comprendeva cosa stesse accadendo.
Stava consegnando il potere totalmente nelle mani del Serpeverde; gli stava permettendo, e gli avrebbe ancora permesso, di fargli qualsiasi cosa, inerme. Si limitava a ricambiare, non avendo la forza di resistergli. Forse perché, anche se Harry non l'aveva ancora capito, gli apparteneva.
Gli apparteneva sin dal primo loro incontro, dalle prime parole che s'erano scambiati, dalle prime frecciatine, dai primi litigi. Malfoy aveva deciso così. Ed Harry gli si sarebbe consegnato perché qualcosa dentro di lui gli stava sussurrando che, in fondo, tutto ciò non era affatto sbagliato.


Quando flebili fasci di luce penetrando nella stanza attraverso le tende della finestra si posarono sulle sue palpebre serrate, Harry aprì lentamente gli occhi. Si stiracchiò le braccia, sbadigliò un paio di volte e si mise a sedere sul suo letto.
Fu solo nel momento in cui percepì un dolore forte alla testa che si ricordò quello che era successo la notte precedente. La festa, il rumore assordante, i litri d'alcol, Malfoy... Si bloccò su quest'ultimo punto. Malfoy?, si chiese. Tentò di fare mente locale, ma molte cose gli sfuggivano. C'erano dei grandi buchi neri tra una scena e l'altra. Vennero a galla solo piccoli frammenti, come quegli occhi di ghiaccio che aveva scorto nel buio del corridoio.
Mentre ci ragionava ancora sù, decise di lavarsi, vestirsi e andare a fare colazione. Lanciò un'occhiata a Ron, ma quest’ultimo stava russando a pancia in giù. Non si sarebbe svegliato prima di mezzogiorno e, ad ogni modo, non gli sarebbe stato di grandissimo aiuto.
Sceso in Sala Comune, si aspettava di trovarci Hermione, ma non c'era nessuno a parte Ginny che lo salutò sorridendo e qualche altro Grifondoro assonnato.
Si diresse allora nella Sala Grande, anche questa mezza vuota. Si sedette al tavolo della sua casata, scambiando qualche buongiorno con i presenti. Si voltò verso la parte occupata dai Serpeverde, cercando tra i volti quello pallido di Malfoy.
Quando i loro occhi s'incrociarono ci trovò dentro dentro il suo stesso caos. Non gli fu difficile comprendere che anche lui non ricordava molto.
Eppure qualcosa doveva essere successo. Harry ne era sicuro.
Mortificato, abbassò lo sguardo e comincio a mangiare.
Una volta finito, si affrettò ad uscire. Guardò un’ultima volta verso il biondo, scoprendo ch'egli lo stava ancora osservando.
Fu solo in quell'istante che capì che, seppur nessuno dei due avesse memoria della serata precedente, qualcosa tra loro era inevitabilmente cambiata.
La mente spesso può far cilecca, ma il cuore mai.




Ehilà,
Sono nuova nella sezione Harry Potter di questo sito (pur essendo una grande fan da sempre) e questa è la prima cosa che scrivo sulla coppia Drarry. Me ne sono letteralmente innamorata non più di qualche giorno fa leggendo un po' per caso una storia pubblicata qui e, nonostante avevo ormai abbandonato la scrittura di fanfiction da qualche annetto, non ho potuto far almeno di buttar giù qualcosina su questi due esserini adorabili.
Spero, almeno, che sia di vostro gradimento. È ben accetta qualsiasi critica.
Non so se tornerò a scrivere qui, è stata una cosa un po' improvvisa, quindi ringrazio in anticipo chiunque leggerà/recensirà la mia os.
  
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