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Autore: __Lily    05/05/2017    1 recensioni
«Non sopporto l’idea di lasciarti andare sapendo che un giorno sposerai qualcuno e che qualcuno non sarà mai degno di te, Lyanna Stark. Avrei dovuto sposarti io. Mi hai conquistato, il mio cuore è tuo e lo sarà sempre.»
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eddard Stark, Elia Martell, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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La settimana seguente Robert Baratheon lord di Capo Tempesta giunse a Grande Inverno.
Lord Rickard Stark e i suoi figli erano schierati, pronti ad accoglierlo, infondo il giovane signore di Capo Tempesta ben presto sarebbe entrato a far parte della famiglia a tutti gli effetti.
Lyanna indossava un abito viola chiaro, i capelli stretti in una treccia posata delicatamente sulla spalla sinistra e al collo il dono che Robert le aveva dato poco prima di lasciare Harrenhall.
Lo guardò arrivare aitante sul suo cavallo nero seguito dai suoi cavalieri, e da un uomo che reggeva lo stemma dei Baratheon, un cervo.
Infondo era un uomo bello e forte e valoroso, un combattente, ma Lyanna cercava qualcosa di più di un bell’uomo, cercava uno spirito affine al suo e lui non lo era.
Lo aveva trovato, il suo spirito affine, era un drago non un cervo.
Era Rhaegar Targaryen non Robert Baratheon.
Robert fermò il cavallo e scese dalla sua groppa subito, sorridente, salutò prima lord Richard che gli diede una pacca affettuosa sulla spalla, poi diede un abbraccio a Ned e infine salutò i suoi fratelli, dopodiché andò da lei, fece un inchino e le baciò la mano solleticandole la pelle con la barba.
«Mia signora, è bello rivederti» le disse fissandola con i suoi occhi marroni, ma gli occhi che voleva erano viola screziati di indaco.
Gli occhi del mio drago - pensò amaramente lei.
«Mio signore, benvenuto a Grande Inverno» rispose cortesemente.
«E’ molto più bello di ciò che immaginavo, ora capisco l’amore che provi per queste terre.»
«E’ vero, il Nord è bellissimo.»
«Mai quanto la sua lady» disse Robert senza lasciare la sua mano.
«Sarai stanco dopo il viaggio, entriamo» disse Rickard Stark avvicinandosi alla figlia e al suo promesso.
Robert lasciò Lyanna e assieme al protettore del Nord entrò nel castello seguito da Ned e Benjen.
Brandon invece osservava sua sorella, le si avvicinò e le porse il braccio.
«Tutto bene sorellina?» domandò facendole una carezza, Lyanna era cresciuta, non era più la ragazzina che ricordava, quella selvaggia e indomita di un tempo che rifiutava di essere una signora.
«Si Bran, grazie» rispose dandogli un bacio sulla guancia.
«Entriamo, nostro padre ti starà cercando e anche Robert.»
Prese il braccio di suo fratello ed entrò nel suo castello.
Robert era rimasto affascinato da ciò che aveva visto durante il viaggio, quelle terre quasi infinite, terre che si perdevano oltre l’orizzonte, che andavano oltre ciò che gli occhi potevano vedere, era tutto come Eddard gli aveva descritto, era impaziente di vedere altri posti come il Parco degli Dei, sapeva solo che era molto grande.
Ma ciò che desiderava, ciò che più contava per lui era la ragazza dai capelli scuri e l’abito viola, la sua amata Lyanna.
La ricordava ancora ad Harrenhall con gli abiti maschili.
Il vino scorreva a fiumi, c’era cibo per un reggimento quasi, belle donne, musica, caldo, l’atmosfera perfetta per una festa, il lord si guardava attorno, osservava tutti, ma i suoi occhi nonostante tutte le donne presenti erano solo per lei.
Lyanna si era alzata mettendosi in disparte, le feste non le piacevano molto, la facevano sempre sentire fuori luogo, diversa.
«Qualcosa non va Lyanna?» domandò Robert raggiungendola e porgendole una coppa di vino che però lei non prese.
«No Robert.»
«Puoi essere sincera, non ti giudicherò.»
Lei sorrise, un piccolo sorriso, ma era già molto.
«Non ho paura del tuo giudizio. Queste feste non mi piacciano molto, non mi sento a mio agio» rispose osservandosi intorno.
«Perché mai? Sei la donna più bella in questa stanza» disse aggiustandole la collana che le aveva regalato, il cervo e il lupo.
«Non prenderti gioco di me.»
«Pensi che mi stia prendendo gioco di te?» chiese mettendosi un po’ sulla difensiva.
«Hai detto che non mi avresti giudicata ma lo stai facendo.»
«No, non ti sto giudicando. Lyanna se solo tu potessi vederti come ti vedo io.»
«E cosa vedi Robert?» chiese curiosa.
«Vedo una bellissima e giovane donna, una ribelle, una guerriera. Non sei come le altre, tu sei speciale.»
«Ti sbagli, io non ho nulla di speciale.»
«Questo è ciò che credi tu, mia signora.»
«Cosa vuoi davvero mio lord?» domandò fissando quegli occhi marroni, così diversi da quelli che in realtà desiderava.
«Ti prometto che avremo tutto il tempo per parlare, potrai porgermi tutte le domande che desideri, risponderò a ognuna» rispose sorridendole.
«E se le mie domande non ti piacessero?»
«Risponderò in ogni caso, hai la mia parola. Questa sera però voglio vederti sorridere, mi concederai un ballo?»
«Se lo desideri.»
«Lo desidero molto.»
«E sia.»





In un altro luogo si stava svolgendo un’altra festa, una festa per Oberyn Martell.
Oberyn era ubriaco, il vino di Dorne era decisamente migliore della brodaglia di Approdo del re e la bocca aveva decisamente parlato troppo.
Aveva fatto un brindisi, un brindisi a Rhaegar Targaryen ma non si era limitato solo a quello, nonostante la promessa fatta a Elia non era riuscito a trattenersi, umiliando il giovane sovrano difronte a molti, moltissimi ospiti incluso il re.
«Allora principe Rhaegar» aveva detto il principe di Dorne, «voglio brindare a te.»
Rhaegar aveva alzato la coppa tenendo però le labbra strette, quel ragazzo gli piaceva sempre meno, Elia al suo fianco guardava il fratello supplicandolo di tacere.
«Che nobile principe che sei no? E’ questo che tutti dicono. Il nobile principe Rhaegar, che gran sovrano che sarà» lo schernì lui.
«Oberyn!» tentò di farlo tacere Elia.
«No Elia, lascia che parli» disse Rhaegar posando la sua mano sopra quella della moglie.
«Si sorella, lasciami parlare, lascia che elenchi tutte le virtù del tuo sposo. Di come ti ha umiliata, insultata pubblicamente, dopo quello che hai fatto per lui, dopo i due figli meravigliosi che gli hai donato perdendo quasi la vita» rispose Oberyn svuotando la coppa.
Rhaella si coprì il volto con la mano, il re invece ascoltava in silenzio le parole del dorniano, se fosse stato un altro, uno qualunque, lo avrebbe già fatto punire.
«Dimmi, perché principe Rhaegar? Cos’ha questa ragazza lupo di tanto speciale? Cosa ha fatto per te? E’ forse la tua concubina?»
A quelle parole il giovane Targaryen gettò la sua coppa a terra, si alzò dal tavolo e prese per il collo dell’abito Oberyn Martell.
«Non ti permetterò di insultarmi oltre, mi hai mancato di rispetto in casa mia! Stai umiliando te stesso e tua sorella e anche il rango che ricopri. Un’altra parola su lady Lyanna, su di me, su mia moglie e ti assicuro che…» non terminò la frase, Elia si era avvicinata, aveva posato la mano sulle sue strette alla veste di Oberyn Martell.
«Lascialo Rhaegar, ti prego.»
«Mi ha insultato in casa mia» rispose osservando sua moglie.
«Si l’ho fatto, così come tu hai insultato Elia difronte a centinaia di lord. Dimmi principe Rhaegar, come ci si sente?»
Rhaegar strinse più forte, ma lui non smise di sghignazzare.
«Oberyn basta, così non mi aiuti. Ascoltami, mio fratello non sa ciò che dice è il vino a parlare per lui.»
«Sarò anche ubriaco ma so bene ciò che dico.»
«Non avevo dubbi.»
«Oberyn!» gli urlò lei.
Rhaegar osservò sua moglie, era vero, tutto ciò che Martell aveva detto era vero.
Lui l’aveva umiliata e insultata, l’aveva tradita con Lyanna Stark e ciò che più gli faceva male era il fatto che quel dorniano avesse ragione.
Elia era quasi morta per Rhaenys e Aegon e lui cosa aveva fatto?
Solo che ciò che provava per Lyanna Stark era così forte, così puro, così vero.
Lasciò i suoi vestiti senza smettere di guardarlo, fece una carezza alla moglie e poi se ne andò lasciando la sala e la festa.
«Scappa pure, codardo!» gli urlò dietro Oberyn.
Elia lo guardò male, poi uscì dalla stanza seguendo suo marito mentre i presenti rimasero al loro posto a sparlare.
Lo bloccò nel corridoio.
«Rhaegar! Rhaegar, fermati!»
Lo prese per un braccio e lo fece voltare, suo marito aveva le lacrime agli occhi, i suoi bellissimi occhi viola, stava piangendo.
Gli asciugò le lacrime con il polpastrello e accarezzò il suo volto liscio e perfetto.
«Io non ti merito Elia.»
«No, questo non è vero. Credevo di averlo convinto io… mi dispiace.»
«Perché ti scusi?» gli disse quasi furioso.
«Perché Oberyn ha esagerato, non doveva dirti quelle cose e non in quel modo, non con tutta quella gente.»
«Ha ragione, Oberyn ha ragione. Su tutto.»
«Guardami.»
Lui guardò i suoi occhi scuri, gli stessi di Rhaenys e di Aegon, gli occhi dei loro figli.
«Dovresti urlarmi contro, dovresti essere adirata con me, dovresti provare disprezzo. Perché non ti arrabbi con me?» gli chiese lui prendendo il suo volto tra le mani.
«Perché ti amo. Perché non mi importa ciò che dice Oberyn. Perché non mi importa ciò che è accaduto ad Harrenhall.»
«Dovrebbe invece, ti ho umiliata è vero. Ed è anche vero che ti ho tradita» gli confessò in lacrime.
«Era solo una stupida corona di fiori e per quanto riguarda il resto lo sapevo già, non occorreva che mio fratello facesse quella scenata. Sei andato spesso da lei e capisco anche cosa tu abbia trovato in quella ragazza. Lyanna Stark è bella, in salute e non ha paura di mostrare ciò che è. Se fossi morta ora tu saresti libero di amarla.»
«No, non dirlo mai più Elia. Mai più» rispose arrabbiato, stringendo le mani di lei.
«E’ la verità Rhaegar, la mia morte…» lui la fermò posandogli un dito sulla bocca.
«La tua morte mi avrebbe distrutto, avrebbe distrutto i nostri figli. Quando il maestro mi disse che saresti morta gli urlai contro, lo obbligai a salvarti la vita, lo maledissi quando voleva arrendersi, non potevo sopportare di perderti. Sei importante per me. Lo sei per Rhaenys. Lo sei per Aegon. Non merito il tuo perdono Elia.»
«Ma io ti ho già perdonato. Sei mio marito, il padre dei miei figli e io ti amo anche se tu non contraccambi e forse non lo farai mai. Vorrei poterti dare altri figli, vorrei essere la donna che davvero desideri avere. Invece sono debole, malaticcia.»
«Sei la principessa Elia Targaryen, sei mia moglie. Abbiamo già due figli stupendi.»
«E’ vero, ma so che ne desideri altri.»
«Non se devi pagare con la vita. C'è già un erede, abbiamo fatto il nostro dovere. Proverò a essere un uomo migliore, un uomo degno di te» rispose stringendola forte a se, il profumo del corpo di Elia gli era mancato infondo.
Ma nel profondo del suo cuore pensava ancora a lady Lyanna, nonostante stringesse forte a se Elia, nonostante il calore e il profumo della moglie.
«Non voglio più sentirti dire una sciocchezza simile» le disse senza smettere di stringerla «mai più Elia, promettimelo.»
«Te lo prometto amore mio» rispose abbandonandosi all’abbraccio di lui.

  
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