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Autore: _SimoErato_    05/05/2017    4 recensioni
(Dal primo capitolo)
“Allora,Miss diffidenza,ho cercato di avvelenarti?” Domandò lui ironicamente,dopo aver assistito a tutte le mosse della ramata davanti a sé.
Lei si limitò ad alzare le spalle ed affermare “Non si è mai troppo previdenti”.
“Devi aver conosciuto persone davvero cattive per pensarla così” disse lui mentre rideva,senza neanche immaginare quanto le sue parole potessero essere reali nel caso della sua interlocutrice.
(PostOrganizzazione) (ShihoxNuovo Personaggio) (Accenni ShinRan/HeiKazu)
MODIFICATA
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I don't wanna fight alone anymore '
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Bring me out

Più l’orologio si avvicinava alle 20,orario in cui Ryusuke sarebbe passato a prenderla, più Shiho tormentava le proprie mani.
Grazie all’aiuto di Ran era riuscita a trovare un vestitino bianco molto semplice,lungo fino a metà coscia che lei aveva leggermente accorciato tramite un cinturino messo attorno alla vita.
Ai piedi calzava gli stessi stivaletti con cui,il giorno prima,era andata in giro per gioiellerie con Shinichi e per finire aveva indossato una lunga giacca nera abbinata al colore della sua borsa.
Più il tempo passava più sentiva la poca sicurezza che Ran era riuscita a farle acquisire scivolare pian piano via.
Al suo posto stava prendendo piedeun’ansia incontrollabile che le suggeriva di mandare tutto al diavolo e restare a casa.
I suoi pensieri di evasione furono però bloccati dal suonare del campanello alle 20 precise che le fece bloccare il respiro in gola.
Scostò un momento le tende ed intravide una macchina bianca e la figura di Ryusuke appoggiata ad essa.
Era decisamente troppo tardi per tirarsi indietro,per cui prese un bel respiro profondo e varcò la soglia di casa.
Non appena il ragazzo la vide le passò lo sguardo addosso e le sorrise come solo lui sapeva fare,facendo vacillare il suo povero cuore ancora un po’.
Poi però,cercando di darsi un contegno ed assumere la stessa aria sicura di sempre,gli sorrise di rimando e gli si parò di fronte.
“Ciao,Diffidenza”La salutò lui,senza smettere di sorridere.
“Ciao,promessa del calcio” Salutò lei di rimando,stando al suo gioco fissandolo a sua volta di sottecchi.
Era incredibilmente bello quella sera con quei jeans scuri e quella maglia bianca a maniche corte a fasciargli completamente il corpo,e in aggiunta il giubbotto di pelle nero,retto da una sua mano dietro la spalla,aumentava l’alone di sensualità che il calciatore sprigionava di per sè.
Dopo qualche altro secondo speso a fissarla,il ragazzo si sollevò dall’auto e le aprì la portiera con un “Vogliamo andare?”.
La ramata annuì,divertita,ed entrò dentro l’auto seguita a ruota da lui che,non appena ebbe preso posto al sedile del guidatore,diede gas e si allontanò per le strade di Tokyo.
“Posso sapere dove siamo diretti?”Domandò Shiho,dopo aver perso qualche minuto a fissare la strada.
“Sopresa,madame” Rispose in tutta risposta il calciatore,tenendo gli occhi fissi sulla strada ma andando,con la mano sinistra,a stringere quella della ramata.
A quel gesto lei fu costretta a voltarsi un momento verso il finestrino per non fargli vedere di essere arrossita.
Dopo altri 20 minuti di strada Ryusuke parcheggiò la vettura nei pressi della cinta muraria che divideva la Tokyo metropolitana dal suo centro storico di età imperiale,zona a cui le auto non avevano accesso.
“Spero non ti dispiaccia fare un pezzo a piedi,Diffidenza”
Affermò,infilando un berretto dopo essere usciti dalla vettura,anche se  la ramata non sembrava affatto dispiaciuta all'idea.
Scosse la testa ma si trovò a stabuzzare leggermente gli occhi quando il biondo le porse il braccio con un sorriso divertito.
Lo accettò senza dire una parola,cercando di comportarsi nel modo più naturale possibile senza mostrare il parco divertimento in cui,intanto,si era trasformata la sua gabbia toracica mentre il ragazzo accanto a lei la scrutava di sottecchi cercando un modo per rompere il silenzio che si era creato tra di loro e farla sentire meno a disagio.
Badò bene di seguire la strada che le sue guardie del corpo gli avevano raccomandato,sapendo di non incorrere né in paparazzi né in altri pericoli di alcun genere.
Pregò inoltre che il piano elaborato dalla sua equipe funzionasse e che nessuno al ristorante fosse in grado di fargli delle fotografie grazie all’intervento di uomini fidati che avrebbero setacciato la sala palmo a palmo e che avrebbero evitato movimenti all’esterno.
Non che gli fosse mai davvero importato di vedere la propria vita privata spiattellata online,tuttavia ci teneva che quella serata con Shiho andasse bene in modo da poter sperare in una replica.
Non voleva metterla in difficoltà in alcun modo,dato che aveva capito l’estrema riservatezza che caratterizzava il suo carattere.
Inoltre,visti gli eventi di qualche settimana prima,il suo manager aveva ritenuto opportuno essere informato di qualsiasi suo spostamento in modo da poter organizzare una squadra di guardie del corpo che l’avrebbero controllato a distanza e sarebbero intervenuti solo se necessario.
Per aumentare la sua sicurezza aveva anche dovuto ostacolare il lavoro dei paparazzi ed impedire ai fan di fare fotografie per evitare che la rete fosse anch’essa a conoscenza dei suoi spostamenti.
Sapeva che i suoi uomini erano in grado di essere molto silenziosi ed agire nell’ombra,ciononostante pregò davvero che la ramata non si accorgesse di tutti quei movimenti perché voleva che lei si sentisse come in qualsiasi altra situazione,che pensasse di avere accanto una persona assolutamente normale e non un calciatore di fama nazionale.
Perso com’era nei suoi pensieri quasi non si accorse di essere arrivato al ristorante che aveva prenotato per la serata.
Era un locale abbastanza rinomato in città,posizionato nel centro storico della città in un edificio ristrutturato che,però,manteneva le caratteristiche architettoniche di età imperiale.
Il cameriere li condusse al loro tavolo,posizionato in un porticato che si affacciava su un grande giardino con alle spalle la maestosa torre di Tokyo.
“Adoro questo posto” Confessò Shiho ammirando il panorama davanti a lei,stupendo il giovane per la sua presa di iniziativa.
“Sono contento che ti piaccia,ho pensato a lungo a dove portarti” Rispose lui,fiero che la propria scelta fosse stata in grado di lasciare ammaliata una persona imprevedibile come la ragazza che aveva di fronte.
“E come mai hai scelto proprio questo?”Gli chiese lei,curiosa.
“Beh perché era nettamente il migliore su molti campi.
Certamente a Tokyo ci sono centinaia di migliaia di posti molto belli in cui passare una serata,però pochi danno la possibilità di godere di questa vista fantastica in una struttura di epoca imperiale. Ho inoltre apprezzato da subito questo porticato semi isolato in cui poter stare tranquilli perché ho immaginato che stare in un luogo affollato ti avrebbe imbarazzata ed infine nel menù sono presenti dei dolci all’occidentale per cui vado matto.” Affermò lui per poi aggiungere “Ma questo non dirlo a Rikuo,mi obbligherebbe a non so quante ore di allenamento extra se lo venisse a sapere”.
“In realtà non avrebbe tutti i torti. Nei dolci c’è un altissimo numero di carboidrati e zuccheri che l’organismo non riesce a smaltire rapidamente e che tendono a legarsi alle cellule adipose e ad aumentare la massa grassa” Spiegò la ramata,ripetendo quella che ormai era la ramanzina giornaliera per il dottor Agasa.
Tuttavia,alla vista l’espressione allibita del suo interlocutore,che sicuramente stava pensando ad un modo in cui rimediare alla pessima figura fatta,sì sentì in dovere di rassicurarlo.
"Però per una volta si può tranquillamente chiudere un occhio. Ti confesso una cosa,vado matta per i dolci al cioccolato” Disse,sogghignando tra sè e sè davanti all'evidente terrore che il calciatore sembrava provare all'idea di infastidirla.
Avrebbe potuto usare quella carta a suo vantaggio,prima poi.
Solo qualche volta.
Ryusuke rimase dapprima sorpreso da quel cambio di rotta,poi si trovò a sorridere divertito dal modo in cui la ragazza era bellamente riuscita a prenderlo in giro,rinunciando definitivamente all’idea di prevedere le sue mosse.
“Beh sarai felice di sapere che la mousse al cioccolato che vedi nel menù è stato uno dei fattori di scelta più determinanti”.
“Chissà perché non ne avevo dubbi,promessa del calcio” Lo canzonò lei,sfogliando il menù e scegliendo le sue portate.
La cena passò tranquillamente e Ryusuke fece di tutto per mettere Shiho completamente a proprio agio.
Cercò di evitare momenti di silenzio imbarazzante e lei,dal canto suo,iniziò pian piano a sciogliersi e a trovare molto piacevole conversare con il calciatore che aveva di fronte.
Parlarono molto delle proprie vite,in modo da poter scoprire qualcosa in più l’uno dell’altra,e il giovane rimase sempre più colpito dalla spiccata intelligenza della ramata e dal fatto che lei non la ostentasse ma,anzi,tendesse a minimizzarla e a considerarla quasi un peso.
Niente però fu paragonabile allo stupore che lo assalì quando,mangiando la famosa mousse al cioccolato, lei gli confessò di tifare per i Big e di essere una sua ammiratrice.
Scoppiò a ridere divertito e poi affermò “Non c’è che dire,Diffidenza,non finisci mai di stupirmi. Ti ci vorrei proprio vedere nei panni della tifosa sfegatata che urla-Higo!Higo!- dalle tribune”.
“Non ho mai fatto niente del genere né intendo farlo. Non confondermi con l’orda di ragazzine eccitate che seguono le partite solo per vederti in azione e urlano il tuo nome manco fossero in preda ad un orgasmo.” Ribatté lei,per poi assumere un’espressione indecifrabile,a tratti maliziosa che mise il suo interlocutore saggiamente sull'attenti.
“Anche se,stando sulle tribune,ho sentito tanti commenti interessanti su di te”.
“Commenti?” Chiese lui,messo leggermente in difficoltà dallo sguardo profondo di lei.
“Certo,e ti assicuro che sono molto vari. Solitamente i più non è che siano chissà che,ma ce ne sono alcuni che sfiorano l’indecente”.
A quelle parole Ryusuke si spalmò una mano sulla faccia e poi ridacchiò.
“Posso solo immaginare,certa gente non ha un minimo di pudore. Non immagini cosa possa arrivare a chiedere quando ti incontra,una volta una ragazzina mi ha chiesto di autografarle il reggiseno mentre lei lo indossava. Capisci? Lo aveva addosso!”.
“Vuoi dirmi che non ti ha allettato neanche un po’ come proposta?” Domandò lei ironicamente,divertita ma a tratti anche infastidita dalla conversazione.
“Assolutamente no. Non ti nascondo che ho avuto a che fare con molte ragazze del genere e ti assicuro che potranno aver avuto la mia attenzione per un po’,ma nessuna di loro ha mai avuto la mia stima o il mio interesse.
Per catturarmi ci vuole ben altro di qualche moina”Disse il calciatore,lanciandole uno sguardo di intesa.
Shiho,dal canto suo,resse il gioco di sguardi e,posando il capo su una mano chiese “Ah si? E cosa deve avere una ragazza per catturarti?”
“Beh”iniziò lui “innanzitutto deve sapermi tenere testa,adoro chi sa farlo. Deve poi essere in grado di intrigarmi e di tenere la mia attenzione sempre all’erta,non so spiegarti,fatto sta che non è una cosa da tutti.
In ogni caso quando una ragazza mi interessa davvero lo sento subito,è una sensazione strana come una scarica elettrica che mi pervade in tutto il corpo e ti assicuro che è davvero difficile farmela provare”.
“Dev’essere dura allora riuscire a trovare una persona con queste qualità”
Ribattè la ramata,con un ghigno divertito sul volto che si spense pian piano alla vista di lui che le faceva l’occhiolino e che,dopo aver risposto “Forse no”,si allontanava verso l’interno del locale per pagare il conto.
Dopo essere usciti dal locale i due iniziarono a passeggiare per il centro storico della città continuando a chiacchierare e il calciatore cercò in tutti i modi di ricordare l’itinerario che aveva accordato con la sua equipe,ma concentrarsi era davvero difficile con Shiho che lo fissava con quegli occhi di un verde particolarissimo e gli parlava della lotta giornaliera che ingaggiava con l’anziano che la ospitava. Nella loro passeggiata passarono davanti ad un chioschetto che vendeva bevande varie e,vendendo che lei aveva spostato la sua attenzione su di esso,le domandò se volesse qualcosa e si stupì quando lei gli manifestò il desiderio di bere una birra,non aspettandosi una richiesta del genere da parte di una ragazza come lei.
Trovandosi però d’accordo con il suo desiderio si avvicinò al chioschetto e prese due birre,per poi dirigersi con lei verso il fiume Sumida che le cui sponde erano illuminate ma,vista l’ora,poco frequentate.
“Posso farti una domanda?” Chiese Shiho ad un certo punto,prendendolo alla sprovvista.
Ciononostante fece un segno di assenso con il capo e lei continuò “Perché due settimane fa volevano ucciderti?”
Il calciatore sospirò,sapendo di dovere delle spiegazioni alla persona che qualche tempo prima gli aveva salvato la pelle,perciò le indicò una panchina su cui sedersi e parlarne per bene.
“Sai,non è la prima volta che succede una cosa del genere" Confessò,dopo qualche minuto di silenzio.
"Da quando ho lasciato i Noir Tokyo e mi sono unito ai Big Osaka ho spesso avuto a che fare con minacce di morte ed epiteti poco carini perché sono stati in tanti a considerarmi un traditore,e molti lo fanno ancora.
Ciononostante non mi sono assolutamente pentito di ciò che ho fatto,e se potessi tornare indietro lo farei altre mille volte anche se questo significa dover avere una squadra di guardie del corpo alle calcagna a cui devo comunicare ogni spostamento”.
In quel momento Shiho si sentì ancora più vicina alla giovane promessa del calcio perché anche lei aveva provato sulla propria pelle cosa volesse dire essere additata come una traditrice e rischiare la vita per questo.
Si sentì quindi in dovere di rassicurarlo e cercò di trovare le parole giuste per farlo.
“Posso capire quello che provi” esordì “E ti assicuro che il tuo è stato un gesto molto nobile di cui dovresti sempre essere fiero.
Non lasciarti influenzare dall’opinione di certa gente che ti colpevolizza per una colpa che non hai,ma anzi sbandiera sempre orgogliosamente ciò che hai fatto perché ti rende un eroe.
In pochi sarebbero stati in grado di affrontare a testa alta le pesanti conseguenze di un’azione del genere e tu l’hai fatto egregiamente,quindi come vedi questa è una prova che sarai sempre migliore dei quattro idioti che non accettano le tue scelte e fischiano le tue azioni in campo.
So che stasera eri molto preoccupato che io mi sentissi intimorita dalla presenza delle tue guardie,ma sappi che per me non c’è assolutamente nessun problema perché capisco perfettamente la situazione in cui ti trovi,e se frequentarti vuol dire dover convivere con questo allora lo farò.”
Dopo aver sentito quel flusso di parole,Ryusuke rimase qualche secondo a fissarla stordito e poi,con uno scatto felino,la strinse a sé e la baciò con impeto mentre dentro di sé sentiva il proprio cuore impazzire.
Forse è proprio lei pensò,realizzando più che mai la straordinarietà della ragazza e capendo di non volerla perdere per nessun motivo al mondo.
Shiho,superata la sorpresa iniziale,chiuse gli occhi ed iniziò a rispondere al bacio con il cuore che tremava dalla gioia,realizzando improvvisamente di aver passato l’ultimo mese e mezzo a non attendere altro che quel momento.
Si sentiva come se avesse passato un lungo periodo in apnea e di essere tornata a respirare solo in quel momento,stretta tra le braccia del suo bel calciatore che,dalla forza che ci metteva nel tenerla contro di sè,non sembrava volerla lasciare andare molto facilmente.
Non che lei ne avesse la minima intenzione,del resto.
Che sia questo l'amore? Si chiese in ultimo,prima di spegnere la mente ed abbandonarsi completamente ai baci del biondo.



Da quella sera erano passati tre mesi e ormai la popolazione del Sol Levante si trovava ad avere a che fare con l’afa di un luglio bollente. Quel primo appuntamento aveva portato ad un secondo,un terzo e così via fino ad arrivare al punto che nessuno dei due riuscisse più a tenere il conto delle loro uscite,e prima di rendersene conto Shiho,contro ogni sua aspettativa, si era trovata ad avere un rapporto strettissimo ed intimo con il giovane calciatore.
Erano diventati l’uno il confidente dell’altra,parlavano di qualsiasi cosa in (quasi)totale sincerità,discutevano degli argomenti più disparati e riuscivano a passare spesso del tempo insieme.
Il calciatore faceva i salti mortali per conciliare i propri allenamenti con l’orario lavorativo della ramata,in modo da riuscire a passare a prenderla non appena quest’ultimo terminasse per rimanere con lei fino ad ora di cena,orario in cui lei prendeva il treno per tornare a casa per non insospettire qualcuno di sua conoscenza.
Spesso poi,partite permettendo,Ryusuke si spostava a Tokyo nei weekend in modo da non dover stare lontano dalla sua bella scienziata per due giorni che,per ricambiare il favore,lo invitava a mangiare da lei approfittandone per poter passare del tempo con lui al sicuro da occhi indiscreti.
Altre volte era lei a trattenersi da lui per il weekend,usando la sua collega Naeko come alibi.
Nonostante il tempo passato e la frequenza con cui si vedevano nessuno era venuto a conoscenza dei loro incontri,nemmeno Shinichi,complici la bravura del team del calciatore,i lunghi viaggi che il Dottor Agasa compiva in quel periodo,una momentanea assenza di Shinichi per risolvere un caso abbinata ai preparativi del matrimonio quasi imminente e tanta,tanta fortuna.
Shiho non si sentiva a suo agio nel prendere in giro le persone a cui fondamentalmente doveva tutto,ma aveva deciso di non dire loro nulla per ragioni che riteneva assolutamente valide.
Voleva essere assolutamente sicura che con Ryusuke avrebbe potuto funzionare prima di permettergli di entrare stabilmente nella sua vita,e quindi dargli la possibilità di turbarla dalle fondamenta nel caso in cui tutto fosse crollato.
Non voleva che Shinichi,con la sua indole iperprotettiva,la limitasse nelle sue scelte ed iniziasse a pedinarla e a controllarla neanche fosse un segucio.
Infine,non voleva che qualcun altro rischiasse nuovamente la vita per lei.
Aveva scelto di frequentare il calciatore nonostante fosse conscia dei pericoli che quest’ultimo correva e voleva evitare che i suoi cari pagassero,di nuovo,le conseguenze delle sue azioni.
Sapeva infatti che se Shinichi fosse venuto a conoscenza di quella storia avrebbe dato anima e corpo per difenderla e non poteva assolutamente permettere che si mettesse nuovamente nei guai per causa sua.
Più teneva lontani i suoi affetti da quella storia più questi sarebbero stati al sicuro,si diceva sempre.
Era inoltre crucciata dalla consapevolezza di non essere del tutto sincera con il biondo che sembrava seriamente innamorato di lei,e più volte era stata tentata di dirgli tutta la verità. Puntualmente,però,aveva desistito per paura di essere rifiutata ed allontanata,ed aveva imparato a convivere con quel macigno che diventava sempre più pesante man mano che passavano i giorni ed il suo cuore si apriva al calciatore dei Big Osaka.
Ryusuke,d’altro canto,sentiva di starsi innamorando sempre più di quella ragazza ramata che lo faceva impazzire con il suo sarcasmo e la sua aria saccente.
Adorava parlare con lei e scoprire sempre nuovi aspetti della sua vita,si trovava spesso ad osservarla rapito mentre parlava,sia per ciò che diceva che per i movimenti delle sue labbra carnose che aveva scoperto essere il suo nuovo piatto preferito.
Non era raro,infatti,che la interrompesse nel mezzo di un discorso per divorarle quei due lembi rossi e morbidi che sembravano fatti apposta per collidere con la sua bocca,beccandosi sempre degli sbuffi ironici in risposta.
Desiderava quella ragazza in tutti i suoi aspetti,e spesso doveva trattenersi dal saltarle addosso e dar sfogo alla frustrazione che lo accompagnava dalla sera in cui l’aveva conosciuta,specialmente durante quelle notti in cui dormivano nello stesso letto.
Non erano mai andati oltre baci e carezze intime,perché nonostante il desiderio bruciante che lo corrodeva dall’interno voleva davvero fare le cose per bene con lei ed andarci piano.
Questi suoi buoni propositi erano difficili da mantenere però, soprattutto quando la vedeva arrivare a letto con indosso solo la maglia di uno dei suoi pigiami e le lunghe gambe snelle completamente nude.
Aveva scoperto questa sua abitudine sin dalla prima volta in cui avevano dormito insieme,costretti da un violento temporale che aveva impedito alla giovane di tornare a Tokyo, e ne era rimasto piacevolmente sorpreso,sebbene si fosse poi trovato a dover spesso placare i suoi bollenti spiriti quando il dormire insieme era diventata quasi un’abitudine.
Amava quella ragazza e non si sarebbe mai stancato della sua presenza in giro per casa,dei suoi commenti sardonici le rare volte in cui lo lascia tentare,invano,di preparare qualcosa di commestibile da ingerire e dei suoi baci improvvisi che gli facevano perdere la testa. Anche suo fratello,sebbene passasse poco tempo lì e preferisse soggiornare nella villetta che aveva comprato fuori città,si era abituato alla presenza di Shiho e,superato l’imbarazzo iniziale,aveva instaurato un rapporto con lei,apprezzandone molto i modi ed appoggiandola apertamente quando si trattava di scherzare alle sue spese.
A volte i due si accordavano e lo lasciavano ai fornelli solo per ridere dei disastri che puntualmente combinava,talvolta anche scommettendo su quanto ci avrebbe messo a rompere questo o bruciare quell’altro. Inutile dire che Ryusuke detestava quei momenti e il più delle volte lasciava loro il gravoso compito di cucinare,pur sapendo che poi gli sarebbe toccato lavare.
Non l’avrebbe mai ammesso davanti a nessuno,però le volte in cui si proponeva di preparare qualcosa –sotto le risate divertite di Shiho-lo faceva perché sapeva che lei avrebbe riso,e lui amava sentirla ridere.
Sapeva tuttavia che la giovane correva dei rischi nel frequentarlo,poiché più il tempo passato insieme aumentava più possibilità c’erano che,coloro che lo volevano morto mettessero gli occhi anche su lui. Malgrado tutto,però,Shiho non sembrava affatto spaventata e gli aveva spesso assicurato che non aveva intenzione di interrompere la loro relazione per qualche fuori di testa,e che se qualcuno se la fosse presa con lei l’avrebbe preso a calci.
Ryusuke rideva tutte le volte che lei prometteva botte a qualcuno,prendendola bonariamente in giro,ma per precauzione aveva incaricato alcuni dei suoi uomini di tenere d’occhio l’abitazione della giovane e tutti i suoi spostamenti.
Aveva preso queste misure anche a causa di alcuni biglietti strani che aveva trovato negli ultimi tempi nella sua cassetta delle lettere,due per l’esattezza su cui c’erano scritti dei numeri e delle parole.
Recitavano rispettivamente:“3. You’re”, ”2.Gonna”.
La sua squadra aveva ritenuto opportuno informare la polizia di Osaka che,in quel momento,stava indagando sul caso con la massima segretezza per evitare che le informazioni giungessero ad orecchie sbagliate.
Il calciatore non aveva informato Shiho delle ultime novità per non preoccuparla,tuttavia tentava di controllare ogni suo spostamento ed aveva ordinato ai suoi uomini di non perderla di vista nemmeno per un attimo.
Quando le conseguenze della sua scelta raggiunsero il famoso Higo,lui era con Shiho nella cucina di casa sua a cercare di rimediare al disastro che avevano appena combinato,ma andiamo con ordine.
Ryusuke si era svegliato per primo e aveva costretto la compagna ad imitarlo facendole il solletico fino a che non aveva messo i piedi per terra.
Si era poi diretto in cucina annunciando “Diffidenza,sto per prepararti una colazione che non dimenticherai facilmente”.
La ramata,seccata per il pessimo risveglio, aveva risposto con “Perché stavolta sarò costretta a farmi una lavanda gastrica,intendi?” per poi chiudersi in bagno,incurante dei suoi versi di protesta.
Il calciatore era quindi arrivato in cucina ed aveva iniziato a smanettare tra padelle e pentole,mentre la ramata lo raggiungeva e si sedeva sul divano per gustarsi lo spettacolo,osservando il biondo eseguire le seguenti operazioni: aprire il frigo ed estrarne cinque uova,afferrare una ciotola ed aveva iniziato a sbatterle contro il bordo per romperle tanta forza da disintegrare il primo uovo.
Per ovviare al danno aveva fatto cadere il secondo e,dando una manata al piano,schiacciato il terzo mentre Shiho si contorceva sul divano in preda alle risate.
Le aveva scoccato uno sguardo seccato per poi rialzarsi ed afferrare il quarto uovo,romperlo e versandone il contenuto in una padella che aveva precedentemente sistemato sul fuoco.
Si era quindi voltato nuovamente verso di lei con un sorriso sornione ma,vedendola ridere ancora più forte,era tornato ad osservare i fornelli e aveva appurato di avere lasciato la fiamma troppo alta e di aver carbonizzato quell’unico uovo che era riuscito a mettere in padella. Aveva sospirato,sconfitto, per poi illuminarsi alla luce di un’idea che avrebbe potuto cambiare le carte in tavola.
Aveva quindi afferrato il quinto uovo e l’aveva lanciato contro la ramata che,piegata su se stessa,piangeva dalle risate.
L’uovo le si era rotto in testa e Shiho,passando una mano tra i capelli,aveva visto il tuorlo colarle lungo le dita.
Il sorriso le era morto sulle labbra e Ryusuke aveva iniziato a darsi dell’idiota,spaventato all’idea di averla fatta arrabbiare.
La ramata aveva poi alzato la testa ed aveva iniziato ad avvicinarglisi con uno sguardo indecifrabile che l’aveva portato,saggiamente,ad indietreggiare e a blaterare qualche scusa che,però,la ragazza davanti a lui sembrava non ascoltare.
Ad un tratto aveva sentito una superficie dura alle sue spalle per poi appurare, con la coda dell’occhio,di essersi scontrato con il muro e di non avere più vie di fuga da Shiho che,intanto,l’aveva raggiunto e aveva allungato una mano verso di lui.
Aveva chiuso gli occhi,pronto ad uno schiaffo,ma poi aveva sentito un colpo leggero alla nuca e qualcosa di liquido colargli lungo il volto. 
Incredulo,aveva incontrato lo sguardo divertito della scienziata che,intanto,aveva toccato un po' di quella roba con un dito e gliel'aveva spalmata sulle labbra.
Una volta passata la lingua su di esse,si era finalmente reso conto del fatto che la scienziata l'aveva appena ripagato con la stessa moneta.
Contento di non averla fatta arrabbiare era scoppiato a ridere,per poi trovarsi a tossire dato che lei gli aveva lanciato contro della polvere di cacao ed era scappata. Aveva imprecato e l’aveva inseguita,bloccata nei pressi del divano e buttata per terra,mentre le cospargeva il volto con la panna che aveva afferrato durante la sua corsa.
Avevano quindi ingaggiato una vera e propria guerra fatta di cibo che volava,risate e,infine,lunghi baci sul pavimento.
Alla fine si erano rialzati,si erano lavati ed avevano iniziato a riordinare ridendo e scherzando,pertanto quando quel mattino il campanello suonò nessuno dei due era neanche lontanamente pronto a quanto sarebbe successo di lì a poco tempo.
Ryusuke si infilò una maglia e andò ad aprire la porta,trovandosi davanti la sua anziana vicina che gli porgeva una lettera a suo nome che aveva trovato nella sua casella della posta. La ringraziò,sfoderando il sorriso mascalzone che faceva battere il cuore all’intera popolazione femminile giapponese,e rientrò in casa per poi raggelarsi quando notò che sulla lettera non c’era scritto il mittente.
Non fece in tempo a pensare di doverla nascondere agli occhi di Shiho che lei gli comparve davanti,preoccupata per il suo sguardo terrorizzato.
“Che succede?”Domandò,sospettosa,alternando ripetutamente lo sguardo dal suo volto alla lettera che reggeva in mano.
Alla mancata risposta afferrò la busta e l’aprì,per poi raggelare lei stessa nel leggerne il contenuto:“1.Die”.
Nella busta,oltre il foglio che riportava questa inquietante scritta,c’era anche una pallottola che rendeva la minaccia,se possibile,ancora più spaventosa.
“Cos’è questa storia,Ryusuke?”Chiese,pallida come un lenzuolo e con la voce che tremava leggermente.
Il calciatore la guardò,sospirò e la invitò a sedersi sul divano per spiegarle ciò che le aveva tenuto nascosto negli ultimi giorni,mostrandole poi le foto degli altri due foglietti incriminati che in quel momento erano nelle mani della polizia di Osaka.
“Mi dispiace di aver agito a tua insaputa,Shiho. Non volevo allarmarti perché tutto questo potrebbe essere anche un’enorme montatura,non sarebbe la prima volta. Ho già avvisato la polizia,non ci saranno problemi”Affermò,cercando senza successo le sue iridi,temendo di averla fatta arrabbiare sul serio quella volta.
Non aveva torto,perchè quando Shiho rialzò lo sguardo i suoi occhi erano tutt’altro che dolci.
“Non tenermi mai più nascosta una cosa del genere,Higo. Non giocare a fare l’eroe,perché se mi vedi come una donzella da salvare sei proprio fuori strada.”Disse,lapidaria,prima di alzarsi e dirigersi in camera del ragazzo il quale,vedendo che stava recuperando borsa e giubbotto,le bloccò un braccio.
“Non andare via”le disse,pregandola con lo sguardo quando lei si voltò a guardarlo.
“Non mi sto tirando indietro,ho solo bisogno di stare un po’ da sola per smaltire l’arrabbiatura.” Sospirò la ramata,sentendo come sempre il bisogno di rassicurarlo.
Ryusuke annuì,scortandola alla porta e vedendola varcare la soglia dopo aver snocciolato un lieve “Ti scrivo appena arrivo”.
Shiho scese le scale in tutta fretta,sapendo bene di doversi allontanare da lì il prima possibile per evitare ripensamenti.
Si concesse una tregua per respirare solo quando orami era molto lontana dall'abitazione del giovane e,con un peso al petto,si recò in stanzione per prendere il treno,rimuginando sull'accaduto per tutta la durata del viaggio.
Aveva sempre avuto il presentimento che le cose fossero più complicate di quanto dicesse Ryusuke,tuttavia aveva preferito non dare ascolto al suo sesto senso e pensare che per una volta potesse andare tutto bene anche per lei.
Che illusa.
Sembrava proprio che la sua buona stella non avesse nessuna intenzione di funzionare,condannandola perennemente a vivere situazioni a limite del possibile mentre il resto del mondo si crogiolava nella sua normalità,considerandola addirittura noiosa.
Sospirò. Quanto avrebbe dato per vivere nella stessa maniera,ma evidentemente non ciò non era possibile. Almeno,non per lei.
Dopo essersi spremuta le meningi per tutta la durata del viaggio,giunse alla conclusione che c’era una sola persona a cui poteva rivolgersi per uscire da quella spinosa situazione.
Per quanto volesse evitare di coinvolgerla sapeva di non avere altre possibilità se non quella di rischiare la vita,e questo sicuramente Shinichi non gliel’avrebbe mai perdonato.
Sapeva anche molto bene che sarebbe uscito fuori di testa per tutti quei mesi di bugie,tuttavia sperava che capisse le sue motivazioni e che,con la sua mente geniale,trovasse subito un modo per risolvere il tutto senza che nessuno ci rimettesse le penne.
Sì,Shinichi avrebbe capito e avrebbe risolto tutto.
Forte di questa convinzione suonò il campanello di Villa Kudo e varcò la soglia,trovandosi subito davanti il corvino che la salutò molto calorosamente e la invitò ad entrare.
“Aspetta Shinichi,ho bisogno di parlarti” Affermò,sapendo bene che se avesse aspettato anche solo un secondo in più il coraggio sarebbe venuto meno e non sarebbe riuscita a confessargli la verità.
“Sono tutt’orecchie” Rispose lui,sorpreso dalla sua veemenza.
Shiho fece appena in tempo ad aprire la bocca che Ran sbucò nel corridoio e,sgridando il fidanzato per la sua sgarbatezza,condusse l’amica in salotto, o meglio in quello che un tempo era il salotto e che in quel momento era totalmente sommerso di campioni di stoffa per i vestiti dei due sposi.
“Ho proprio bisogno di un parere femminile,Shi-chan! Quella rapa ha insistito tanto per sapere almeno il tessuto del mio abito e poi non si è dimostrato in grado di dare neanche mezzo consiglio. Uomini!” Sospirò la castana,squotendo la testa in tono melodrammatico per poi illuminarsi,folgorata da un’idea e correre sulle scale dicendo “Aspetta,ne ho altri su in stanza,corro a prenderli!".
Approfittando dell’assenza di Ran,Shinichi le si avvicinò chiedendole “Allora,di cosa dovevi parlarmi?”
Ecco,quello era il momento.
Infondo non poteva essere così difficile dire “Sai Shinichi,frequento un ragazzo a tua insaputa da quattro mesi,spesso dormo da lui e lui viene da me quando tu e il Professore non ci siete. Ah,cos’altro? Si,è Ryusuke Higo,hai presente quel calciatore che hanno quasi ucciso qualche tempo fa? Proprio lui,e adesso rischia la vita perché ci sono dei folli che gli mandano lettere minatorie e minacciano di farlo fuori”. Beh magari detto con parole migliori sarebbe anche potuto essere accettabile,magari omettendo qualche particolare Shinichi sarebbe andato meno fuori di testa e avrebbe capito subito.
Non poteva mentire ancora,non viste la piega che le circostanze avevano preso.
Shinichi non l’avrebbe mai perdonata se avesse rischiato la vita a sua insaputa,l’avrebbe presa,chiusa in una stanza e buttato via la chiave.
Era il momento giusto,prese un grosso respiro e…
“Vorrei aiutarti a decidere la sala ricevimenti in cui si svolgerà il matrimonio,dato che Ran ha dato il compito a te”
..non ce la fece.
Sapeva i rischi che stava correndo,e sapeva che Shinichi sarebbe stato un valido alleato,tuttavia non riusciva proprio a coinvolgerlo nuovamente.
Lui si era costruito un’intera vita,ad ottobre si sarebbe sposato e si sentiva una merda all’idea di coinvolgerlo in un’altra missione omicida,rischiando di portarlo nuovamente lontano dai suoi cari. Aveva già rischiato troppo in passato per lei,adesso meritava tranquillità e stabilità,glielo doveva.
Lei se la sarebbe cavata.
“Possibile che nessuno si fidi di me? Anche Hattori mi ha fatto la stessa proposta ma l’ho allegramente mandato a quel paese” Sbottò lui,senza rendersi conto del conflitto interiore che stava attanagliando la sua migliore amica.
“Però se tu venissi con me potresti essermi molto utile,dato che conosci quasi meglio di me i gusti di Ran. Direi di sì,ci sto,ma ad una condizione.” Aggiunse poi,con il sorrisetto sornione alla tihoinpugnoetulosai che lei ranto odiava.
Tutte le volte che il detective sfoderava quel sorriso era per avanzare proposte che di proposte,in realtà, non avevano proprio niente.
Lei non avrebbe mai potuto rifiutare,qualsiasi cosa lui le avesse chiesto ed entrambi lo sapevano perfettamente.
“Quale?”Chiese quindi scocciata,cacciando via il suo dito indice che alla parola “una” le si era posato sul naso.
“Sarai la mia testimone”Concluse mostrando tutti i denti,confermando i suoi timori.
Shiho rimase stupita da quella proposta, e valutò attentamente l'ipotesi di dirgli di no solo per vedere quel maledetto ghigno spegnersi in modo da togliergli l'assurda convinzione di averla in suo potere.
Lei nelle mani di Shinichi. Mai.
Poi però,resasi conto della luce che brillava negli occhi del suo migliore amico,decise di dargliela vinta ancora per una volta.
“E sia. Ma dì ad Hattori di vestirsi bene,non gli permetterò di farmi sfigurare”.
Risero di gusto,poi lei manifestò il suo desiderio di tornare a casa e,salutata Ran,si diresse all’ingresso accompagnata dal corvino che la salutò ma poi,prima che lei riuscisse a chiudersi la porta alle spalle,le bloccò un polso e la costrinse a voltarsi e a guardarlo negli occhi. “Shiho,va tutto bene?” Domandò,con uno sguardo improvvisamente serissimo.
La ramata,cercando di non far vedere che il suo cuore aveva notevolmente aumentato i battiti per lo spavento,sorrise dolcemente e annuì con il capo,per poi sparire velocemente lungo il vialetto.
Perdonami,Shinichi.



L’afa di luglio aveva reso l’aria della città di Tokyo irrespirabile ed il clima invivibile per la popolazione ancora intrappolata nella metropoli che,ormai,si era rassegnata all’idea di un’estate da passare con vestiti leggerissimi,molte bottiglie d’acqua e un asciugamano da portarsi dietro per poter asciugare il sudore ed avere un po’ di sollievo.
Quella mattina Ryusuke si era svegliato nel letto della stanza d’albergo che prendeva ogni volta che soggiornava a Tokyo e aveva sentito dentro di sé un gran voglia di mare.
Aveva quindi molto democraticamente deciso che quel weekend lui e Shiho l’avrebbero passato alle Isole Sakishima,aveva chiesto al suo manager di provvedere per l’hotel e poi aveva pensato che fosse il caso di avvertire anche la ramata.
La telefonata era durata solo qualche secondo,giusto il tempo di comunicarle i suoi progetti e di intimarle di essere pronta in venti minuti e aveva riattaccato,in modo da non darle modo di replicare.
Esattamente venti minuti dopo aveva parcheggiato sotto la sua abitazione e le aveva fatto uno squillo,l’aveva letteralmente caricata in macchina ed era partito tutto contento verso il porto per prendere il traghetto e raggiungere le Isole Sakishima.
Il viaggio per arrivare a Miyakojima,nelle isole Miyako , era stato abbastanza lungo e a tratti arduo,viste le stradine strette e a strapiombo sul mare in cui aveva dovuto guidare a cui andavano aggiunti i commenti acidi con cui Shiho l’aveva tartassato per tutto il tragitto. Quest’ultima,infatti,si era dimostrata molto seccata di non essere stata interpellata in alcun modo per quell’inaspettata gita fuori porta pertanto,pur non essendo davvero arrabbiata,aveva pensato bene di fargliela pagare rendendogli il viaggio un inferno.
Ci avrebbe pensato due volte,la prossima volta,a prendere delle decisioni per entrambi.
Nonostante tutto,però,Ryusuke non si pentì di niente quando,arrivati in spiaggia quel pomeriggio, vide la ramata distendere il volto in un espressione meravigliata di fronte alla bellezza di Yonaha-Maehama Beach,da molti considerati la spiaggia più bella d’Oriente e motivo per cui lui amava recarsi nelle Isole Sakishima.
Le sue spiagge bianchissime ed il mare perennemente limpido le permettevano non solo di reggere il confronto con le località caraibiche ma addirittura di vincere nettamente grazie alla presenza della meravigliosa barriera corallina che attirava turisti da tutto il mondo,garantendole un primato di bellezza incontaminata difficile da superare.
Osservò la sua compagna di sottecchi e,notando come non riuscisse a nascondere il senso di meraviglia dal suo volto,sorrise vittorioso. “Allora,Diffidenza? Sono perdonato?”Domandò,incrociando mentalmente le dita.
Aveva pensato di portarla lì non solo per poter passare un weekend da soli in un posto meraviglioso,ma soprattutto per farsi perdonare definitivamente per la storia delle lettere minatorie.
Avevano parlato a lungo di quell’incidente e,nonostante le avesse giurato che non le avrebbe mai più tenuto nascosto nulla del genere,sentiva comunque di dover far qualcosa per rimettere effettivamente le cose a posto,perciò sperava davvero che il suo piano avesse funzionato.
Shiho lo osservò di rimando mentre si spogliava,sorrise in maniera enigmatica.
“Dipende da quanto sarà calda l’acqua”.
A quelle parole Ryusuke alzò gli occhi al cielo,per poi tornare a guardarla con un sorriso inquietante.
Non le diede il tempo di preoccuparsi a sufficienza della carica maliziosa di quel ghigno,poichè la sollevò di scatto in spalla e corse fino al mare,gettandola in acqua senza tante cerimonie.
Scoppiò a ridere divertito alla faccia che lei fece una volta tornata in superifice,ancora non del tutto consapevole di quanto appena successo.
Impegnato com’era nel ridere di lei non si rese conto del ciglio seccato che aveva preso il posto dello stupore sul suo viso,pertanto non ebbe tempo di reagire quando,all’improvviso,lei lo arpionò con una mano tirandolo verso di sé.
Così,preso alla sprovvista,cadde rovinosamente in acqua.
Shiho,non contenta,lo afferrò dalla nuca e lo tenne sott’acqua per un po’,per poi mostrare assoluta indifferenza di fronte allo sguardo seccato che lui le lanciò una volta che fu riuscito a riemergere.
“Non guardarmi così,impara a fare una roba del genere la prossima volta” Affermò,in tutta tranquillità,allontandandosi verso l’acqua più alta per farsi una nuotata.
Ryusuke scosse la testa e sospirò,sempre più consapevole del fatto che non sarebbe mai riuscito a spuntarla contro quella ragazza che sembrava avere sempre una marcia in più rispetto a lui.
Appurò di doversene fare una ragione ed iniziò a nuotare verso di lei,affiancandola in breve tempo.
Si allontanarono dalla riva in silenzio,nuotando ognuno per conto suo pur essendo vicini e dopo un po’ raggiunsero una boa delle dimensioni di una zattera che galleggiava in tutta tranquillità,su cui c’erano solo alcuni bambini che si divertivano a tuffarsi in acqua a turno. Vi salirono sopra e si distesero,facendosi cullare per un po’ dalle onde del Pacifico e godendosi i raggi del sole che,intanto,iniziava la sua discesa verso l’orizzonte e,lentamente,scivolarono entrambi tra le braccia di Morfeo.
Shiho fu la prima a svegliarsi quando,oramai,il sole era arrivato all’orizzonte e sulla boa,così come in spiaggia,erano rimasti praticamente solo loro.
Il suo primo pensiero fu quello di fare qualche scherzo a discapito del biondo addormentato accanto a sé,tuttavia fu accecata dal rosso del sole che tramontava e la sua attenzione passò al paesaggio che la circondava.
La luce rossastra del pianeta colorava completamente il cielo,l’acqua e la spiaggia,creando un gioco di luci dal giallo al rosso fuoco talmente forte da far sembrare che tutto attorno a lei stesse prendendo fuoco e lei stesse galleggiando esattamente nel mezzo. “Spettacolare,non è vero Diffidenza?”Sentì chiedere a quel punto dal ragazzo alla sua destra che nel frattempo si era anch’esso svegliato e seduto sul bordo della boa,senza che lei si accorgesse di nulla,rapita com’era dallo spettacolo mozzafiato che si stagliava davanti ai suoi occhi.
“Spettacolare è dir poco” Ammise lei,senza distogliere lo sguardo dal tramonto neanche per un secondo.
Ryusuke dapprima le dedicò ancora qualche occhiata,felice di essere riuscito a lasciarla a bocca aperta per una volta,poi decise di spostare anch’egli gli occhi sulla meraviglia naturale in cui Yonaha-Maehama Beach si trasformava al tramonto.
Dopo che il sole fu sparito completamente dopo la linea dell’orizzonte,i due decisero che fosse arrivato il momento di tornarono in hotel,pertanto scesero dalla boa e nuotarono fino a riva.
Una volta arrivati in hotel iniziarono a discutere per chi si dovesse lavare per primo nella Jacuzzi della loro suite e,dopo che Shiho ebbe rifiutato l’invito del calciatore a lavarsi insieme con un’occhiata molto eloquente,decisero di tirare a sorte con una monetina.
Testa Shiho,Coda Ryusuke.
Ovviamente uscì testa.
La scienziata trotterellò trionfante in bagno e si godette un lungo bagno in quella vasca idromassaggio mozzafiato che,aveva deciso,sarebbe stato il prossimo acquisto in casa Agasa. Dubitava vivamente che il professore si sarebbe rifiutato,anzi aveva come il vago sospetto che si sarebbe precipitato a comprarla senza badare a spese pur di evitare che lei,parsimoniosa com’era,cambiasse idea a riguardo.
Passata un’ora dovette a malincuore cedere il posto a Ryusuke,il quale aveva aspettato pazientemente il suo turno fino ad allora e che l’accolse con un “era ora!” a cui lei rispose con una prevedibilissima alzata di spalle.
Dopo essersi asciugata ed aver indossato dei pantaloncini di jeans neri a vita alta,un top color vinaccio ed una felpa del medesimo colore dei pantaloncini uscì sulla verandina privata della suite,la quale si affacciava sulla spiaggia dove avevano trascorso l’intero pomeriggio. Spese del tempo ad osservare quella che,durante il viaggio, Ryusuke aveva definito “stanzina d’hotel” che poi si era rivelata essere una suite dotata di qualsiasi comfort.
Era situata nei piani più alti dell’hotel,quasi nei pressi dell’attico,e dalla grande veranda si poteva osservare sia Yonaha-Maehama Beach che parte dello skyline della città che,di sera,si riempiva di luci e di musica.
All'ingresso della suite vi era un grande salotto con tanto di divani,tavolini di cristallo e una maxi tv al plasma.
A destra del salotto c’era il guardaroba,grande quanto la sua intera stanza in casa Agasa,in cui alcuni fattorini,al loro arrivo,avevano provveduto a sistemare i loro abiti e a riporre i bagagli vuoti.
A sinistra,invece,si entrava nell’enorme stanza da letto nel cui centro troneggiava quest’ultimo,esattamente di fronte all’enorme veranda,con tanto di tavolini e sedie a sdraio, su cui lei si trovava esattamente in quel momento.
Il quinto spazio ed ultimo spazio del complesso,infine,era rappresentato dal bagno in cui Ryusuke era sparito da una buona mezz’ora. Shiho dovette ammettere di sentirsi leggermente a disagio in tutto quel lusso a cui non era assolutamente abituata.
Non le era mai piaciuto quel tipo di ambiente,forse perché le ricordava troppo il periodo in cui rispondeva al nome in codice di Sherry. Durante tutta la sua formazione scolastica,infatti, era stata indotta dai suoi tutori a frequentare eventi di un certo calibro con gente altolocata e,quando poi era entrata a far parte a tutti gli effetti della rosa dei membri più importanti dell’organizzazione,occasioni del genere erano diventate ormai una routine.
Ne venivano organizzate a dozzine e,partecipandovi,aveva avuto modo di incontrare moltissimi individui con enormi capacità nel campo dell’ingegneria,della tecnologia e soprattutto della scienza,ma anche un discreto numero di politici molto influenti nel mondo giapponese a cui non mancava mai di venire presentata.
Conosceva bene la ragione di tutto questo interessamento nei suoi confronti.
Nei piani alti,infatti,erano in molti ad essere estremamente fieri di averla al loro servizio,sia per la sua intelligenza fuori dal comune che per la sua bellezza,pertanto tendevano a mostrarla come un trofeo e ad usarla come esca per attirare nella loro rete un numero sempre maggiore di personaggi da cui ottenere fondi per le loro ricerche.
Aveva sempre odiato quei ricevimenti,pieni fino all’orlo delle risate e chiacchiere di gente all’apparenza gioviale e allegra,ben disposta a rispondere alle domande della stampa che,ignara di tutto,era talvolta invitata a partecipare.
Lei,però,era perfettamente a conoscenza del marcio che albergava dietro ognugno di loro e sapeva di non dovere mai abbassare la guardia in quelle occasioni poiché chiunque,persino l’individuo dall’aria più innocente,sarebbe stato in grado di ucciderla senza provare il minimo rimorso.
Mentre rimuginava su esperienze che avrebbe volentieri dimenticato,le tornarono in mente le sequenze di un ricevimento particolare e,con esse,sentì una familiare sensazione di angoscia attanagliarle lo stomaco.
All’epoca non aveva ancora compiuto 18 anni,e la relazione con il suo senpai era iniziata solo da qualche mese. Era stato proprio lui a dirle di dover partecipare a quell’evento e a specificare che l’avrebbe accompagnata come,d’altronde,aveva sempre fatto.
Per l’occasione aveva indossato uno dei suoi abiti preferiti,rigorosamente nero,formato da un bustino smanicato che le risaltava il seno e una gonna lunga fino a metà coscia,la quale acquisiva volume grazie a degli strati di tulle cuciti proprio sotto di essa.
Non appena aveva varcato la soglia dell’enorme villa in cui aveva sede l’evento,tuttavia,si era immediatamente pentita della sua scelta a causa dei numerosissimi sguardi poco casti che aveva attirato su di sé.
Si era stretta al braccio di Gin che,dal canto suo,si era mostrato fin da subito seccato per quella situazione ed aveva fulminato con lo sguardo (e non solo) chiunque avesse provato ad avvicinarglisi,tenendola stretta a sé senza lasciarla un attimo.
A onor del vero,un attimo in cui Shiho aveva avuto libertà di movimento c’era stato,e proprio lì si era scatenato il pandemonio.
Si era recata in bagno,lasciando Gin ad aspettarla appena fuori dalla porta ma,mentre era china a cercare il rossetto nella sua borsetta,si era sentita improvvisamente afferrare da qualcuno che era giunto alle sue spalle e,nel giro di un attimo, si era ritrovata con la parte superiore del corpo schiacciata contro il lavello,tenuta ferma dalle braccia di quello che aveva appurato essere un uomo.
Aveva lanciato uno sguardo al riflesso nello specchio ed aveva individuato la figura di un energumeno grande probabilmente 3 volte lei che,visibilmente ubriaco,aveva iniziato a lasciarle baci sporchi sul collo e le spalle e,con la mano che non usava per tenere bloccate le sue,aveva iniziato a tastare il suo corpo.
Shiho non era una sprovveduta,aveva imparato fin da bambina delle tecniche di autodifesa per evitare situazioni spiacevoli e,grazie all’aiuto del suo senpai,sapeva svolgere alla perfezione anche qualche mossa di karate.
Tuttavia,immobilizzata com’era,quelle poche mosse che conosceva erano del tutto inutili,specialmente contando la stazza dell’uomo sopra di lei. Improvvisamente si era resa conto che quell’essere non aveva pensato a tapparle la bocca,pertantò aveva inspirato profondamente e poi gridato più forte che potè,finendo poi per terra a causa di un pugno nello stomaco che lui le aveva assestato per punizione. Non era tuttavia riuscito a raggiungerla sul pavimento perché la porta si era spalancata improvvisamente,mostrando la figura di Gin che,del tutto fuori di sé,non ci aveva pensato due volte a conficcargli una pallottola in fronte.
Dopodichè aveva sollevato di peso la ragazza da terra e l’aveva trascinata in macchina,partendo come un pazzo alla volta di Tokyo.
Il viaggio si era svolto in assoluto silenzio,rotto talvolta da alcuni sospiri da parte della ramata che voleva ringraziare il biondo accanto a lei ma che,per qualche motivo,sentiva di non doverlo fare.
Non sbagliava.
Aveva ottenuto una spiegazione a quella sensazione quando,una volta arrivata a casa di lui,era stata obbligata a spogliarsi e poi posseduta senza tregua fino all’alba,momento in cui era stata cacciata dalla stanza e costretta a dormire sul divano.
Una volta sveglia,inoltre,Gin l’aveva afferrata per i capelli e l’aveva costretta in ginocchio davanti a sé,obbligandola a dichiarargli tutta la sua devozione e a scusarsi per essersi fatta toccare da qualcun altro che non fosse lui.
Lei sapeva che non era stata colpa sua,che non aveva assolutamente cercato quelle carezze,tuttavia,terrorizzata com’era all’idea di deluderlo e di perderlo,aveva deciso di non farlo arrabbiare ulteriormente e di accontentarlo.
Era quindi rimasta in ginocchio a terra per tutta la mattina,con indosso solo l’intimo, a supplicarlo di perdonarla mentre lui,seduto su una poltrona,la ascoltava senza lasciare la presa sui suoi capelli.
Quando si era ritenuto soddisfatto aveva posto fine a quel supplizio concedendole di alzarsi e di vestirsi,informandola poi che da quel giorno avrebbe provveduto personalmente a fare in modo che qualcosa del genere non accadesse mai più.
Da quel giorno in poi,infatti,l’uomo in nero aveva allenato la scienziata fino allo stremo delle forze,insegnandole tutte le tecniche di arti marziali di sua conoscenza e rendendola in grado di sparare con una precisione quasi uguale alla sua.
Shiho fu ridestata bruscamente dai suoi pensieri da alcuni cori stonati di ragazzi che passeggiavano sulla spiaggia sotto l’hotel.
Si rimproverò mentalmente per essere stata nuovamente tanto debole da farsi sopraffare da quei ricordi spiacevoli e dalle sensazioni che portavano con sé,ma soprattutto cercò di arginare la sensazione di umiliazione che avvertiva tutte le volte che ripensava a come si era completamente annullata davanti a Gin.
Se chiudeva gli occhi si rivedeva ancora in ginocchio per terra,tenuta su per i capelli da lui che la osservava con il suo ghigno perverso e le diceva “Su Sherry,puoi fare molto meglio di così”,così come sentiva la sua stessa voce sillabare delle scuse assolutamente immotivate e degradanti.
Aveva tanta voglia di prendersi a schiaffi da sola per quanto era stata fragile e stupida da aver potuto pensare,anche solo per un momento,che un individuo del genere avrebbe mai potuto provare amore per qualcun altro che non fosse se stesso.
Lui non amava affatto lei,ma l’idea di averla in suo potere e la consapevolezza di averlo accettato,anche se inconsapevolmente,la distruggeva completamente ogni singola volta che quei ricordi le tornavano in mente.
Cercò di rilassarsi su una delle sdraio della veranda,coprendosi gli occhi con un braccio e sperando di riuscire,prima o poi,ad ingoiare una volta per tutte quel boccone troppo amaro.
Mentre era ancora intenta a regolarizzare il respiro e i battiti del cuore,sentì la tasca destra dei suoi pantaloncini vibrare incessantemente. Provò ad ignorarla ma ben presto si rese conto di dover rispondere per far sapere al Dottor Agasa di star bene.
Pertanto afferrò il telefono e,senza guardare chi fosse il destinatario,rispose alla chiamata.
“Pron..”
“DOVE DIAVOLO SEI FINITA?”
Tutto a un tratto sentì la calma appena trovata scivolarle via e lasciare il posto al terrore.
Shinichi!
Aveva risposto,per la seconda volta in poco tempo,al telefono senza sapere chi la stesse chiamando e,per la seconda volta,si era volutamente catapultata in un grosso guaio,di gran lunga peggiore del precedente.
Parve rendersi conto solo in quel momento di aver dimenticato completamente la figura del suo migliore amico per tutta la giornata,migliore amico che non sembrava molto felice di questa dimenticanza dato il tono di voce.
Se a questo aggiungeva il fatto che il ragazzo in questione fosse anche considerato uno dei detective migliori del Giappone,e che quindi non si sarebbe lasciato abbindolare dalle scuse blande che aveva usato con il Professore,allora poteva dirsi ufficialmente nei casini. “Sono ad Osaka,da Naeko-san. Non te l’ha detto il Dottor Agasa?”Esordì,incrociando le dita e pregando che tutto andasse bene. Ovviamente non andò così.
“Oh si,lui me l’ha detto. Peccato che Gunji-san abbia telefonato proprio poco fa a casa per poter parlare con te,sostenendo di non ricevere segni di vita da parte tua da ieri sera”.
Ok,sono nella merda pensò,vedendo chiaramente tutto il teatrino costruito in quei mesi crollare pezzo dopo pezzo.
Sospirò.
Era fatta,ormai Shinichi l’aveva scoperta e non sarebbe mai riuscita a prendere in giro lo Sherlock Holmes del terzo millennio.
“Sono a Miyakojima,nelle isole Miyako” confessò,per poi aggiungere “con il mio ragazzo”.
“Il tuo.. cosa?” Sentì chiedere dall’altra parte,e la nota di delusione che avvertì in quella frase le fece male al cuore.
“Mi dispiace,Shinichi. Avrei dovuto dirtelo”.
“Si,avresti dovuto. Da quanto va avanti?”.
La ramata sospirò nuovamente,ben consapevole che da quel momento in poi lui l’avrebbe odiata.
“Quasi cinque mesi”.
La risposta tardò un po’ ad arrivare,e sapeva bene il perché.
Poteva immaginarsi perfettamente la figura del suo migliore amico (forse ex,a quel punto) che si sfregava il volto nervosamente,cercando in tutti i modi di contenere l’ira per impedire a se stesso di dire qualcosa che avrebbe potuto ferirla.
Si sentì,se possibile,peggio di un verme.
“E in questi cinque mesi non ti è mai venuto in mente di dover comunicare qualcosa del genere a quel cretino del tuo migliore amico? Ci eravamo promessi di non avere più segreti l’uno con l’altra,conta così poco quella promessa per te? Conto così poco io per te?”.
“No..no non è così” Rispose e poi crollò,iniziando a raccontargli tutto ciò che gli aveva tenuto nascosto in quei mesi.
“Ho provato un sacco di volte a dirtelo ma puntualmente non trovavo il coraggio per farlo. Non ho mai voluto tenerti all’oscuro di qualcosa,specie se importante. Sai che non farei mai niente del genere.
Ok hai ragione,è esattamente quello che ho fatto ma ho avuto dei motivi per comportarmi così. Volevo prendermi del tempo per conoscerlo in maniera approfondita ed instaurare un rapporto con lui,ma soprattutto volevo vedere se tra di noi potesse funzionare prima di presentartelo e farlo,quindi,entrare più a fondo nella mia vita e questo non sarebbe stato possibile se te ne avessi parlato.
Avresti preteso di sapere chi fosse e ti saresti fatto in dieci per scoprire la sua identità e pedinarlo e lo sai perfettamente anche tu”.
“Non avrei mai fatto niente del genere!” La interruppe lui quasi indignato.
“Ah no?” Lo rimbeccò lei,dando vita ad un vero e proprio battibbecco.
“Assolutamente no,ho mai fatto una roba così?” .
“SI!” Rispose Shiho,incredula della piega che la telefonata aveva preso.
“E quando?”.
“Ogni qualvolta un esemplare di sesso maschile ha avuto la malaugurata idea di avere a che fare con me,ad esempio?”.
“Vaneggi,voglio le prove”.
“Ah vuoi le prove? Ricordi quando il tizio del bar dietro l’angolo ci ha inseguiti per darci lo scontrino e tu lo hai preso a male parole perché pensavi mi stesse dando il suo numero?
Oppure quando hai gelato con lo sguardo il Dottor Araide perché mi aveva chiesto di sollevare leggermente la maglietta per controllare la cicatrice allo stomaco?
O che mi dici di quando hai fatto una scenata davanti a tutto il Teitan quando quel tuo compagno di classe,Suneko,mi si è avvicinato per dirmi che gli piacevano i miei occhi? O ancora..”
“Frena,frena. Ok hai ragione,non ti avrei dato tregua. Va avanti”.
“Adesso io e lui abbiamo stabilito un buon rapporto. Mi ci sono affezionata,e lui sembra tenerci molto a  me. Mi rispetta e mi riserva mille riguardi,sto davvero bene in sua compagnia. Nell’ultimo periodo ho pensato spesso di organizzare qualcosa per fartelo conoscere,in realtà,ma non ho mai trovato il coraggio per farlo. Avevo paura che mi avresti odiato”. Confessò,leggermente timorosa di ricevere una risposta che confermasse il suo pensiero.
“Stupida” Le rispose lui,con voce più dolce.
“Non potrei mai odiarti. Certo sono stupito,e forse un po’ deluso,ma niente di tutto questo può cambiare una virgola di quello che c’è tra noi. Inoltre posso capirti,so di non averti dato vita facile e che la responsabilità di questo è,in parte mia. Però preferisco parlarne meglio di persona,ora ti lascio stare. Suppongo sarai impegnata”.
Shiho alzò gli occhi al cielo alla nota maliziosa che colse in quella frase,ribattendo “Non nel modo che pensi tu”.
Shinichi rise.
“Certo,certo. Sappi però che appena torni,suppongo domani,ci prendiamo un’oretta per noi così mi racconti tutto. Dopodiché sappi anche che voglio conoscerlo,niente scuse. Me lo prometti?”
La ramata scosse la testa,stupita dalla piega che aveva preso la conversazione,e rispose “Certo,te lo prometto. A domani”.
Una volta chiusa la chiamata,la giovane sospirò per la millesima volta.
Non era stata del tutto sincera,dal momento che aveva omesso il motivo principale che l’aveva portata a tacere per tutto quel tempo,tuttavia non era ancora sicura di volergliene parlare.
In ogni caso,se poi avesse deciso di farlo,sicuramente non gliel’avrebbe detto per telefono.
Improvvisamente sentì un rumore sordo provenire dalle sue spalle e dei passi che le si avvicinavano,tuttavia non fece in tempo a voltarsi che sentì una fortissima botta alla nuca e si ritrovò stesa per terra.
Da lì,con la vista appannata e i sensi che pian piano venivano meno,credette di sentire delle voci concitate e Ryusuke che gridava. L’unico pensiero che fu in grado di formulare,prima di chiudere gli occhi,fu di rammarico.
Rammarico nei confronti di Ryusuke,che aveva dato tutto se stesso per far sì che le cose tra loro andassero bene.
Rammarico nei confronti di sé stessa,che si era illusa di poter vivere in maniera tranquilla semplicemente ignorando i problemi.
Infine rammarico nei confronti di Shinichi,che il giorno dopo l’avrebbe aspettata invano. Non avrebbe mantenuto neanche quella promessa,chissà se si sarebbero rivisti.
Poi,il buio.


Angolo autrice
Ciao a tutti!

Inizio con il dire di aver apprezzato molto le recensioni allo scorso capitolo,sia per quanto riguarda gli aspetti positivi ma soprattutto per le critiche e i consigli,che sono sempre utili.
Ho cercato di seguirli e di applicarli in questo capitolo ma,onestamente,non sono molto sicura di esserci riuscita.
In realtà ho un sacco di dubbi su questo capitolo (specialmente riguardo al troppo OOC e ai contenuti forti) che mi hanno spinta a vedere e rivedere il capitolo fino allo sfinimento. Poi però mi sono accorta che così facendo lo stavo rovinando e basta,perciò l'ho pubblicato.
Spero vi sia piaciuto e se avete qualche critica vi prego di farmela,non mi offendo.
Un'ultima cosa: per il terzo capitolo forse ci sarà da aspettare un po' di più perchè è ancora in fase di scrittura e,a causa di alcuni problemi in famiglia,non sono riuscita a concludere chissà che in questi giorni.
A presto (spero)
Baci
Simo
  
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