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Autore: Francy_remus    07/05/2017    2 recensioni
In occasione del 2 maggio volevo pubblicare questa one shot che in realtà è una raccolta di tante drabble ognuna con un titolo in modo da menzionare tutte e 26 le lettere dell'alfabeto. Ciascuna drabble parla di un momento specifico della vita di Remus e Tonks, rapportata tra loro fino a diventare una coppia. Spero che l'idea possa piacere.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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26 momenti Ronks

 

#Incontri

“Sono arrivato. Oggi si unirà a noi un nuovo membro”

“Ciao Alastor. Chi ci hai portato?” chiese Silente, ma venne interrotto da un colpo.

“Per le mutande di Merlino, stupido portaombrelli” si lagnò una voce femminile.

“Tutto okay, ragazzina?” domandò Sirius, porgendole la mano.

“Oddio, ma tu… tu sei…”

“No, non è un assassino pazzo e psicopatico. Poi ti spiegherà” la corresse Remus.

“Ninfadora, per Morgana, vuoi stare più attenta?”

“Scusa, Moody. Mi conosci” si scusò “E non chiamarmi Ninfadora” aggiunse poi.

“Io sì, ma loro no. Dunque, vi stavo dicendo che lei è il nuovo membro dell’Ordine…”

“Del disOrdine” lo corresse Sirius ridendo.

“Possibile... Comunque … lei è Ninfadora, Ninfadora Tonks” terminò Malocchio.

“È un piacere averti con noi” le sorrise Silente, per poi presentare tutti i membri presenti “La tua prima missione sarà domani. Sarai con Remus, tranquilla, si sa difendere. Bhe, non c’è altro da dire, giusto?”

“Esatto, professore. Venite a fare merenda” li invitò la signora Weasley, con un gesto della mano.

“Io passo, grazie” le sorrise Sirius.

“Anch’io” risposero all’unisono la nuova arrivata e Lupin, che si guardarono e si sorrisero, imbarazzati.

“Io mi devo ritirare. Ho alcuni affari ad Hogwarts che sono improrogabili” comunicò Piton.

“D’accordo… mi auguro che non debba mettere in punizione il signor Potter” sorrise mesto Silente.

“Arrivederci” si avviò verso la porta “Mi ricordo di te. Tassorosso. Una frana” si congedò, rivolto a Ninfadora, prima di Smaterializzarsi.

Mentre tutti sciamavano in cucina, Sirius si avvicinò alla ragazza, lasciata basita dalla dichiarazione di Piton.

“Che uomo adorabile” le sorrise.

“Già” commentò lei.

“Come sta Meda? È da tanto che non la vedo…”

“Mi parla spesso di te. Sta bene, grazie”

“Moony, vieni. Lei è Ninfadora, la figlia di Andromeda”

“L’avevo capito. Assomigli molto a tua madre” le sorrise accomodante lui.

“Grazie” balbettò arrossendo “preferirei Tonks, comunque”

“Okay. Domani, Tonks, abbiamo una ronda insieme. È la tua prima?”

“No, sono un Auror”

“Hai fatto strada allora” ghignò Sirius.

“Non mi hai ancora spiegato perché non saresti un assassino” lo gelò lei “pazzo però lo sei, eh?” ghignò.

“Allora…” iniziò a raccontarle dei suoi anni ad Hogwarts, soffermandosi in particolare sulle figuracce di Remus. Adorava vedere come il suo amico diventava più che rosso.

 

#You

Ninfadora non faceva altro che pensare ad una persona in particolare dal giorno prima, quando aveva conosciuto i membri dell'Ordine.

Quella persona era un uomo di circa trentacinque anni.

Con capelli scuri, un viso stanco e segnato da sofferenze, ma che cercava di nasconderlo.

Il suo nome era Remus Lupin.

Sotto la doccia, Tonks scrisse il nome di costui e il suo, riempiendo di cuoricini e di “You&I” sui vetri appannati.

Poi li sciacquò, dandosi mentalmente della stupida.

Insomma, con tutte le ragazze che conosceva, perché Remus avrebbe dovuto scegliere una ex Tassorosso goffa, impacciata, timida e pure strana? Molto meglio Emmeline Vance, era carina e simpatica. O no?

 

#Sguardi

Era la seconda riunione dell'Ordine a cui Tonks partecipava. Era esausta perché per una settimana aveva pedinato due Mangiamorte, senza praticamente dormire più di cinque ore a notte.

La signora Weasley le offrì una camomilla, poi iniziarono a discutere delle prossime missioni. Ad un tratto, dalla porta di fronte a lei, entrò Remus. Era stanco e spossato, non dormiva da notti, si notava. Dopo aver chiesto scusa per il ritardo ed averli salutati, prese posto accanto a Silente.

Pareva che stessero facendo una gara di sbadigli, uno dopo l'altro, ma non se ne accorsero, non guardavano negli occhi l'altra persona.

“Da oggi nell'Ordine c'è anche una coppia di zombie, vero Emmeline?” domandò Sirius con un ghigno.

“Scusate, ma...” parlarono insieme e si guardarono negli occhi, arrossendo. Subito distolsero lo sguardo.

“Ho pedinato due Mangiamorte per una settimana e sono esausta”

“Io non mi fido a dormire nella tana di un branco di lupi, sapete com'è” fece allora Remus.

“Okay, okay, stiamo calmi. Sappiamo che entrambi state svolgendo un ottimo lavoro, ed è normale che siate stanchi. Credo che Sirius volesse più far notare la parola coppia” intervenne Silente.

“Ha centrato in pieno, professore” ghignò il giovane Black.

“Non... ma cosa insinuate?” chiese stupito Remus.

“La verità” rispose prontamente Emmeline, stando al gioco.

“Non è il mio tipo” si difese Tonks, non guardandolo negli occhi.

“Riprendiamo il discorso di prima, dunque, arriverà un nuovo membro?” tagliò il discorso Molly.

Ma Remus e Tonks non stavano già più ascoltando, si lanciavano occhiate fugaci, senza mai incontrarsi: quando lei lo guardava lui abbassava il capo e viceversa. Tutti, eccetto loro due, se ne accorsero.

 

#Kingsley

Era appena entrato dalla porta di Grimmuld Place 12, quando udì un urlo sovrumano. Preoccupato corse nella direzione da cui proveniva il grido.

Nella stanza trovò una ragazza dai capelli rosa e il viso pietrificato.

“Cosa succede?” chiese un uomo affannato alle sue spalle, Remus.

“Non so, questa ragazza ha urlato e sono corso qui”

“Tonks, cosa c'è?” le domandò Remus.

“Guarda! È lì” lamentò, indicando una mattonella del pavimento.

“Cosa c'è? Non vedo nulla...”

“Un ragno grosso come una rana” gridò lei.

“Quel... quel cosino insignificante?” chiese Remus, trattenendo a stento una risata.

“Cosino? Io sono aracnofobica... vi prego, salvatemi” si nascose dietro Kingsley.

“Combatte contro Mangiamorte e Maghi Oscuri e poi muore di paura per un ragno” scoppiò a ridere l'uomo, mentre Remus lo faceva scappare dalla finestra.

“Grazie Remus” sorrise lei più calma, scendendo nella cucina.

“Ti piace?” domandò Kingsley a bruciapelo.

“Cosa? No...” arrossì Remus, grattandosi nervosamente la nuca.

“Hai ragione. Sei già cotto” borbottò, raggiungendo la ragazza in cucina.

 

#Ottobre

Era l'ultimo giorno di ottobre. Tutti erano un po' più allegri perché quel giorno festeggiavano insieme Halloween cenando a Grimmuld Place. In cucina c'erano Molly, Emmeline e Ninfadora. Gli uomini, dopo essere stati schiavizzati per apparecchiare la tavola, si erano stravaccati sul divanetto.

Sirius e Remus se ne stavano in disparte a fissare la pioggia scendere fitta fuori dalla finestra.

“Ricordi quando James ci raccontò del sui primo bacio con Lily? Pioveva sul campo da Quidditch e lui era euforico nonostante avesse perso e...” parlò Remus.

“Non voglio parlare di Prongs”

“Meglio pensarlo e tenerti il dolore dentro, vero?” sbottò Lupin.

“Sta zitto!”

“Ohi, basta” li separò Tonks, con il grembiule sporco di farina “Non litigate, lui non lo vorrebbe”

“Non lo conoscevi, non lo puoi sapere” ribatté acido Sirius.

“Non essere così sgarbato con lei” lo rimbrottò Remus.

“Non capisci niente” e si alzò, salendo le scale.

“Vado a parlargli” sentenziò Lupin.

“Non credi sia meglio lasciarlo solo per un momento?” chiese Ninfadora.

“No, non deve tenersi tutto dentro, per Merlino! Sono qui per aiutarlo, non per giudicarlo” scattò l'uomo, seguendo l'amico.

“La ami, non è vero?” chiese Sirius non appena Remus fu entrato dalla porta.

“Come sai chi sono?”

“Remus, ti conosco da più di vent'anni. Rispondimi”

“Non so di che cosa tu stia parlando” mentì.

“La ami?” domandò nuovamente l'ex prigioniero, voltandosi verso l'amico.

“No” rispose troppo velocemente lui.

“Non ti ho neanche detto il nome, e subito a negare. Si vede che tu e Tonks vi piacete, e non poco”

“Se anche fosse?”

“Mi stupisce di come tu riesca ad andare avanti. Io sono morto con loro, tu invece stai cercando di rifarti una vita”

“Io... mi spiace, okay? Non ho fatto apposta, ma lei è arrivata qui con la sua innocenza e simpatia e... boom, il guaio è fatto. Se vuoi cercherò di ignorarla, non... non vi tradirei mai”

“Ti ricordavo più intelligente, Remus. Non hai capito, sono felice per te, ma... io la troverò mai una ragazza? Sopravvivrò abbastanza da rivedere Harry? Tornerò un uomo libero?”

“Non fare il melodrammatico, okay? Io per te ci sarò sempre, amico mio”

Sirius lo guardò con un misto di gratitudine ed incredulità. Poi lo abbracciò forte, come se fosse veramente l'unico motivo per rimanere ancorato a questa terra.

“Ti voglio bene, ma non gasarti troppo” cercò di sdrammatizzare Remus.

“Idem” rispose Sirius.

Scesero dalle scale dopo una mezz'oretta tranquilli come prima.

 

#Ronda

“Allora, dov’è quella benedetta ragazza?” domandò per la centesima volta Sirius.

“Probabilmente non sa come entrare in questa catapecchia, no?” lo gelò per la centesima volta Piton.

“Eccoci qui. Scusate il ritardo, ma Lucius Malfoy ci ha trattenuti più del dovuto” si scusò Malocchio.

“Cosa voleva quel Mangiamorte dei miei stivali?” chiese curioso Sirius.

“Minacciare. Il prossimo controllo della sua abitazione sarà anche l’ultimo, a quanto ho capito” commentò Moody.

“Ma che persona adorabile… quasi meglio di Mocciosus” si lagnò Sirius, e lui e Piton si scambiarono occhiate colme di odio. Se qualcuno si fosse frapposto tra loro, avrebbe sicuramente preso una fulminata. Vennero presto distratti da un colpo seguito da un:

“Per Merlino, questo coso”

“Tonks, tutto okay?” si precipitò Remus.

“No. Questo portaombrelli è veramente pericoloso” si lamentò.

“Oppure tu sei pericolosamente goffa? Non è che oggi ucciderai Remus con una bacchettata?” la scherzò Sirius, facendola diventare rossa.

“Piantala. Sicura di stare bene?” fece Remus.

“Sì, stai tranquillo. Andiamo?”

“Sì, signor capitano” scherzò lui, scattando sull’attenti come in uno di quei film Babbani americani.

“A dopo” salutò lei, prima di Smaterializzarsi con lui.

“Potevi avvisare, no?” la rimproverò lui, alzandosi e massaggiandosi il fondoschiena su cui era caduto poco prima.

“Scusa, pensavo fossi pronto” sorrise lei, come a scusarsi.

“Fa niente... accovacciamoci qui dietro e aspettiamo” disse, indicando un cespuglio.

“Così... è tanto che sei Auror?” domandò Remus, per spezzare l'atmosfera.

“Un paio d'anni circa”

“Ah, okay. Hai mai controllato un branco di Lupi mannari?”

“No, non ne avevo mai neanche incontrati prima d'ora”

“Ehm... tu lo sai che io sono...”

“Sei?” incalzò lei, confusa, alzando un sopracciglio.

“Un Licantropo” borbottò sottovoce, guardando altrove.

Ninfadora si lasciò scappare un gemito spaventato.

“Scusa... io non... non volevo” balbettò poi.

“Non preoccuparti, Tonks. So di fare paura”

“A dir la verità, quando penso a un Mannaro non mi vengono in mente persone dolci e gentili” arrossì.

“Bhe, grazie” si grattò la nuca nervoso.

“Guarda che lo penso davvero... non sono brava a dire bugie” rise nervosa.

“Eccoli che arrivano” notò Lupin, contento di abbandonare quell'imbarazzante conversazione.

Rientrarono dopo due ore di osservazione, stremati, ma anche abbastanza felici, avendo trovato la soluzione a diversi quesiti che l'Ordine rimarcava da tempo.

 

#Pianoforte

Era una fredda sera di fine novembre. Remus viveva praticamente a Grimmauld Place per poter controllare che l'amico non uscisse di casa. Quella sera non riusciva a dormire, così salì alcuni gradini e si fermò in una stanza quasi vuota, eccetto per un pianoforte a coda piuttosto vecchiotto. Ricordando le lezioni che i genitori gli avevano fatto impartire da bambino al fine di farlo sentire più normale, si sedette e si scrocchiò le dita. Pensò alla sua canzone preferita e iniziò ad intonarla.

“Sonata al chiaro di Luna, Beethoven. La mia canzone preferita” comunicò una voce femminile alle sue spalle, facendolo interrompere e voltare di scatto.

“Scusa, non volevo spaventarti. Continua, te ne prego” continuò la donna, Ninfadora.

“Te la dedico” sorrise debolmente, ricominciando a suonare.

La ragazza guardò incantata le lunghe dita da pianista muoversi leggiadre sui tasti del pianoforte per una mezz'oretta abbondante.

 

#Weasley

Tutti i Weasley -o, almeno, la maggior parte- erano a Grimmauld Place, quindi, essenzialmente, tra i piedi dell'Ordine. Era la cena per il compleanno di Ginny, così erano quasi tutti seduti al tavolo della cucina. Sirius parlava con Harry, Ninfadora con Ginny, Hermione stava rimproverando i gemelli, Ron ascoltava annoiato il padre e Bill, mentre Molly e Remus servivano i piatti, facendo sedere tutti. La seconda portata si offrirono di distribuirla Fred e George, ma, invece della zuppa, servirono dell'Amortentia. Nessuno fortunatamente la assaggiò, tuttavia Remus sentì il profumo di pergamene, pozioni Antilupo e di muffa. 'Che cosa romantica' pensò, non rendendosi conto che era l'odore percepito maggiormente la sera prima, mentre suonava il pianoforte in compagnia di una giovane Metamorfusmagus. La ragazza, dall'altra parte del tavolo, sentì un dolce odore di gelsomino invaderle le narici, quel detersivo che la madre usava per la lavatrice, seguito dall'aroma del caffè e da uno stagnante odore di muffa. Al contrario dell'uomo, lo collegò subito al loro primo momento di tenerezza. Si diede mentalmente della stupida, maledicendosi per essersi infatuata di un uomo così perfetto, che probabilmente la vedeva solo come un'amica. Ovviamente non si era mai accorta del modo in cui lui la guardava, a differenza degli altri. In particolare i gemelli Weasley non mancarono di farlo notare a entrambi.

 

#Zucchero

La signora Weasley era solita offrire del caffè a chiunque prima di una missione. Questa volta toccava a Remus e Ninfadora, così si trovavano tutti e due seduti al tavolo della cucina. Molly posò due tazze contenenti un liquido scuro e tornò nella camera in cui alloggiava a dormire, era piena notte ed era piuttosto spossata.

“Manca lo zucchero” fece notare l'uomo, alzandosi per cercarlo. Anche la ragazza lo seguì per aiutarlo.

Aprirono tutti gli armadietti, i cassetti, gli sportelli, le mensole, controllarono anche in salotto, ma nulla. Siccome si stava facendo tardi, decisero di partire senza aver consumato il caffè.

Quando, a mezzogiorno, rincasarono, vennero sgridati da Molly, poiché avrebbero potuto addormentarsi e farsi scoprire. Quando i due riuscirono a dirle che non avevano trovato lo zucchero, lei rise, dicendo loro che era poggiato sul lavandino.

“Se non foste così presi l'uno dall'altra ve ne sareste accorti” esordì Sirius, facendoli arrossire.

 

#Fiammiferi

Remus era attaccato alla finestra da quasi due giorni, a guardare la pioggia battente scrosciare sui vetri puliti faticosamente dalla signora Weasley. Sentiva freddo in ogni punto del corpo, come se fosse stato fuori dalla porta. La luce era ormai sparita, così lui aveva acceso una candela con un fiammifero che ora giaceva spento ai suoi piedi. Abbassò per un attimo lo sguardo sul piccolo pezzetto di legno, e si chinò a raccoglierlo. Pensò che l'amore era come un fiammifero acceso: uno nasceva convinto di poter trovare l'amore della propria vita, convinto di poter trovare la felicità, poi si innamorava di una ragazza, magari strana, magari brutta, magari povera, ma che in quel frangente, quell'attimo in cui i loro sguardi si incontravano, gli faceva capire di essere la persona perfetta per lui, e allora lui, piccolo fiammifero, iniziava a bruciare. Poi si rendeva conto di essere un idiota, credendo di aver avuto una possibilità, e allora la fiamma dell'entusiasmo si estingueva tutto d'improvviso. E così finiva tutto, gli ideali, i valori, e si diventava persone di merda, che iniziavano a seguire solo i propri interessi.

Tuttavia lui si reputava un fiammifero solitario già spento da tempo. Non esisteva una fiammifera che potesse cambiare la sua condizione. Non sapeva ancora che a breve si sarebbe ricreduto.

 

#Vaso

Ovviamente. Proprio non poteva farne a meno, Sirius, di regalarle un vaso di ceramica, consapevole del fatto che lo avrebbe rotto nel giro di due ore. Ogni tanto Ninfadora si chiedeva se non avrebbe fatto meglio a uccidere quel cugino tanto dispettoso quanto unico. Voleva bene a Sirius, era l'unico legame con la famiglia della madre che voleva conservare, ma ogni tanto avrebbe voluto staccargli la testa. Come in quel momento, mentre fissava il regalo che il cugino le aveva gentilmente fatto acquistare per il compleanno. Era un gran bel vaso, bianco decorato con striscioline dorate. Notando il suo disagio, Remus le sorrise e le propose:

“Potresti lasciarlo qui, ove lo possiamo ammirare tutti. Scommetto che a Sirius farà piacere”

E fu così che quel tremendo vaso divenne il nuovo soprammobile del salotto di Grimmauld Place, non senza un commento di Sirius all'amico... “Incredibile quanto diventi spietato davanti alla tua bella”

 

#Quadro

Entrando dalla porta, Ninfadora urtò contro il portaombrelli, come soleva fare. Fatto sta che quel giorno, probabilmente per colpa del tono della voce più alto del solito, svegliò il quadro della madre di Sirius, che si mise a strillare:

“Tu, lurida discendente di Babbani, per colpa tua e di quel Babbano di tuo padre mia nipote è stata rovinata. Sarai la rovina della mia casa, tu e tutta quella feccia che quell'idiota di Sirius sta facendo entrare qui...”

Mentre la ragazza scoppiava in un pianto disperato, ancora seduta in terra, i due Malandrini avevano chiuso la tenda del quadro.

“Ehi, Tonks, ignorala. Tu sei una persona fantastica” le sussurrò Remus, aiutandola ad alzarsi.

“Probabilmente se mamma non si fosse innamorata di papà e se io non esistessi, mamma non starebbe soffrendo” singhiozzò lei.

“Ehi, Ninfadora, sai cosa penso?” le chiese il cugino, abbracciandola “Io credo che tu sia troppo altruista, come Remus. Ecco perché vi shippo” scherzò, strappandole un sorriso e ricevendo un pugno sul braccio.

 

#Nulla

Il fatidico giorno era arrivato. Remus sperava di non dover mai più soffrire così tanto. Invece era successo. Di nuovo. Un suo amico era morto. Un'altra volta.

Sirius aveva raggiunto James, abbandonandolo. Si sentiva completamente vuoto. Aveva avuto solo un ultimo atto di coraggio, quello di afferrare Harry prima che si buttasse oltre il velo. Poi era morto lentamente, dentro, perché, come aveva letto in un libro, la morte del nostro cuore ci uccide. Prima James, ora Sirius. Era definitivamente rimasto solo lui. E si sentiva inutile, inerme, non voleva più vivere. Si chiuse nell'appartamento che aveva affittato dopo essersi dimesso da Hogwarts, ma che era ancora inutilizzato poiché aveva sempre vissuto da Sirius. Aveva deciso: si sarebbe rifiutato di vivere.

Lui era il nulla.

 

#Coraggio

Ninfadora era arrivata sotto il vecchio edificio indicatole da Arthur.

Era determinata a far reagire Remus. Parlando con una signora, riuscì ad accedere alle scale e salì fino all'appartamento 9F. Bussò alla porta una, due, tre volte, senza ricevere risposta. Determinata come poche volte in vita sua, estrasse la bacchetta e la puntò contro la porta, mormorando “Alohomora”.

“Vattene” borbottò qualcuno dall'interno.

Si guardò in giro: scatoloni ovunque, disordine e polvere. Arrancò fino alla camera da letto.

“Remus?” domandò sottovoce.

“Vattene” ripeté l'uomo, senza uscire dal suo nascondiglio, sotto le coperte.

“No. Mi sono fatta chilometri per riuscire a trovarti, quindi ora mi stai a sentire”

“A che scopo? Ormai sono rimasto solo”

“Grazie della considerazione, eh”

Lui uscì da sotto le coperte e si alzò. Aveva la barba di tre giorni o più, indossava un polveroso pigiama che non dava l'idea di essere mai uscito da una lavatrice e aveva delle occhiaie profonde.

“Non ti puoi trascurare così” lo rimbrottò lei.

“Curarmi per chi? Tutte le persone a cui tenevo mi hanno lasciato”

“No, ma davvero grazie mille, tu sì che mi consideri sempre”

“Nessuno mi vuole bene. E chi mi vorrebbe? Sono solo uno stupido licantropo inutile alla società che porta dolore ovunque vada e che no-”

Clap. Una sberla violenta lo interruppe.

“E questa?” chiese, guardando Tonks con la testa inclinata di lato.

“Non volevo, scusa” borbottò lei, piangendo “Però te lo sei meritato. Non ti chiedi mai cosa provino gli altri, cosa pensino”

“E tu, cosa provi per me? Pietà? Compassione?” domandò scettico.

“Amore” mugugnò lei.

“Come?”

“AMORE” urlò allora “PERCHÈ IO TI AMO, REMUS. Ti amo” si lasciò cadere sulle gambe e singhiozzò più forte.

“Vedi? Ferisco tutti quelli che amo e che mi amano” rispose freddo.

“Per una volta, una volta sola, puoi toglierti quella dannata maschera che usi con tutti e mostrarti per quello che sei?”

“COSA VUOI CHE TI DICA? CHE TI AMO ANCHE IO? TI AMO DA QUANDO SEI ENTRATA DALLA PORTA DI CASA BLACK, MA TU SEI TROPPO PERFETTA PER ME” urlò “Sono fottutamente innamorato di te” sussurrò poi Remus.

“Dici... dici davvero?” chiese dubbiosa, alzando la testa.

Lui annuì a testa bassa, mordicchiandosi un labbro fino a farlo sanguinare.

Lei si alzò a fatica e, per una volta, tirò fuori virtù che non credeva di possedere: determinazione e coraggio. Si avvicinò a lui e in un nanosecondo premette le labbra su quelle di Remus.

Quando si staccarono ansimanti, lui le disse:

“Tonks, tutto questo è sbagliato”

“Allora adoro sbagliare” rispose lei, prima di baciarlo nuovamente.

 

#Xenophilius

Era la prima volta che stavano da soli dopo quello. Non si erano più parlati, sfiorati o guardati. Si ignoravano vicendevolmente. Silente, quel vecchio cupido, aveva deciso di mandarli insieme in missione e non aveva ammesso repliche. E così stavano andando verso la casa del direttore del Cavillo.

“Vuoi parlare?” domandò lui.

“Perché non dovremmo? Sei tu quello che mi ignora da quando ci siamo baciati”

“Non dire così”

“Perché non dovrei? È la verità, per Merlino” sbuffò lei, arrabbiata.

“Non voglio che tu debba vivere reclusa per colpa mia”

“Ma lo vuoi capire che a me, di questa cosa, non frega un accidente? Mi basta stare con te”

“Presto capirai che è meglio se stiamo divisi, fidati” sentenziò freddo, bussando alla porta.

“Testa di cetriolo” borbottò lei, mentre il signor Lovegood apriva la porta.

Dopo essersi accomodati sul divano, iniziarono a parlare con l'uomo, che sembrava volerli aiutare. Non fu affatto difficile o imbarazzante, tranne sul finale, quando Xenophiulius chiese loro se lo avrebbero invitato al loro matrimonio. Loro sorrisero cortesi, come si fa con i mentecatti, ma non sapevano che erano molto più pazzi loro a stare separati che lui a sperare che si mettessero insieme.

 

#Luna

Era arrivato il momento. La Luna piena stava sorgendo, e Remus era già nel folto della foresta, da solo. Era la prima volta che si trasformava mentre l'idea di essere completamente abbandonato a sé stesso prendeva forma nella sua mente. Prima aveva sempre saputo, anche se inconsciamente, che Sirius non l'aveva abbandonato. Ora invece sia lui che James erano morti, e Peter era fuori discussione. Si sentiva solo.

Non sapeva che, a Grimmauld Place, Tonks era ancora sveglia con una caraffa di caffè accanto e fissava la Luna dalla finestra... avrebbe voluto essere con lui, ma Remus le aveva proibito di uscire di casa, e aveva chiesto a Molly di sorvegliarla. 'Incredibile, come se fossi una bambina piccola' aveva pensato, ma poi aveva compreso la preoccupazione di Remus, e allora aveva deciso di rendergli le cose più semplici e obbedire.

La cosa strana di cui si accorse l'uomo la mattina dopo era che per tutta la notte aveva avuto un pensiero fisso: farsi perdonare da Tonks.

 

#Uguali

Siamo uguali in fondo, recita una canzone. Eppure loro, di uguale, non avevano nulla. Erano completamente opposti, lui diretto e dolce, lei introversa e goffa. Nonostante tutto, la maggior parte delle persone a cui tenevano, avevano chiaramente detto loro che a breve si sarebbero messi insieme. Remus non ci aveva troppo badato, aveva solo colto l'ironia che si era trasformata in sarcasmo quando l'aveva sentita trapelare nel cuore, consapevole di essere realmente innamorato di lei. Lei, al contrario, aveva sempre pensato che tutti avessero ragione, che prima o poi si sarebbero messi insieme: era certa di essere innamorata di lui e, col tempo, aveva capito che lui ricambiava. Aveva deciso: si sarebbe tuffata e non avrebbe accettato un rifiuto come risposta.

 

#Esserci

Ninfadora si avvicinò all'uomo seduto sul divano con lo sguardo fisso su una piastrella.

“Ciao” mormorò, sedendosi accanto a lui.

“To-Tonks. Ciao” rispose con voce tremante.

“Sei ancora di cattivo umore?”

“No, oggi sono solo molto triste”

“So io come renderti felice” sorrise lei, sedendosi sopra le sue gambe in modo da averlo perfettamente di fronte e lo baciò, tenendogli le mani dietro la testa. Lui le prese i fianchi e ricambiò, lasciandosi trasportare momentaneamente da quella dolcezza e dimenticando tutti i problemi che aveva. Lei era la sua ancora.

“Esserci è fondamentale per un rapporto” sussurrò lei “Permettimi di starti vicino”

“Esserci. Io per te ci sono. Solo, non mi merito che tu ci sia per me” ribatté lui, tenendo gli occhi chiusi.

“Tu meriteresti di meglio, ma ti devi accontentare di me”

“Io non mi accontento. Tu sei il meglio”

“Esserci, Remus, ricorda. Esserci qualunque cosa accada”

“Esserci per sempre, Dora” e, prima che lei potesse ribattere per il nome, la baciò nuovamente.

 

#James

Sinceramente, Remus si era sempre immaginato solo come un cane, mentre James sposato con Lily, Sirius con Mary e Peter con Eva. Effettivamente però, solo James era riuscito a coronare il suo sogno: la guerra aveva strappato agli altri due amici la possibilità di essere felici. Così, sapendo che l'indomani si sarebbe sposato con la donna che amava più di ogni altra cosa al mondo, aveva deciso di dialogare con James.

Jamie, ciao. Non pensare che io ti ricordi solo quando mi servi, sei sempre nel mio cuore. Come va con Sirius? Suppongo che vi stia già facendo disperare, come suo solito. Mi stupirebbe il contrario. Comunque... volevo solo invitarti al mio matrimonio... ebbene sì, domani mi sposo. Mi ci sono voluti due anni per chiederle la mano, ma meglio tardi che mai, no? Ecco, con Sirius e Lily ho già parlato, mi mancavi solo tu... credevo che tu e Sirius sareste stati i miei testimoni, invece... ecco, avete un valido motivo per non venire. Sappiate solo che mi mancate più di quanto mi piacerebbe ammettere. Vi voglio bene ragazzi.

Si addormentò, e quella notte sognò James che, tenendo a braccetto Lily, entrava al suo ricevimento. Solo che non ci sarebbe stato nessun ricevimento, e nessun James.

 

#Matrimonio

Ninfadora era bellissima. Indossava un abito bianco molto semplice ed aderente, con cui molte sarebbero sembrate degli affumicati, aveva raccolto i capelli in uno chignon alto da cui scappavano alcune ciocche rosate ed era felice. La sua bellezza principale era quel sorriso euforico che aveva. Mai nessuno era stato altrettanto felice ad un matrimonio, pensò. Quando Remus, vestito distinto, la vide, la sua bocca si aprì in una gigantesca 'O'. Lei gli si avvicinò timidamente e lui le sussurrò: “Sei veramente bellissima, tesoro”

La ragazza arrossì, tuttavia si sentiva onorata dal complimento. Non si era mai sentita al posto giusto così come in quel momento. Remus, dal canto suo, continuava a chiedersi cosa avesse mai fatto nella sua vita per meritarsi una così perfetta compagna. Ascoltò emozionato le parole che lei gli dedicò, a seguito delle quali la baciò con passione. Erano finalmente legati da un vincolo ufficiale: erano sposati.

 

#Arrabbiata

“Credevo di averti detto di sparire. Sono arrabbiata” si lamentò nuovamente, con i capelli colorati di un vivace rosso.

“Dai, Dora, non fare così”

Lo gelò con lo sguardo.

“Non fare così?” gli fece eco, con tono scettico “Lo sai cos’hai combinato?”

“Ehm … veramente no”

“Guarda in cucina” lo avvertì, e lui si affacciò: la credenza era caduta a terra, facendo spalancare le ante e mandando in mille pezzi le stoviglie.

“Non sono stato io” mentì lui.

“Ah, no? E allora chi è stato, sentiamo?”

“Magari non era fissata bene…”

“E chi ha fissato i chiodi?”

“Ehm… io?” chiese con fare innocente.

“Appunto. Remus John Lupin,…”

“Ti amo” e la baciò.

“Se questo è un trucco, io…”

“Non è un trucco” un altro bacio.

“Conquistatore” gli sussurrò, mente i capelli le tornavano rosa.

 

#Teddy

Remus pensava che fosse incredibile. Si era sposato, accasato e aveva avuto uno splendido bambino. Certo, un bambino un po' particolare, con un ciuffo di capelli azzurri in testa, ma pur sempre suo figlio.

Gli accertamenti avevano sciolto ogni dubbio: non aveva ereditato la Licantropia, poteva mettersi il cuore in pace, suo figlio sarebbe stato bene. Ora stava ascoltando la musica prodotta da un carillon Babbano, dono di Andromeda, mentre la neo madre cercava di farlo dormire.

Una volta riuscita nel suo intento, alzò il viso dal figlio che aveva riposto nella culla e vide il marito fissarla soddisfatto. Ricambiando lo sguardo, gli si avvicinò e gli cinse la vita con le braccia.

“Hai visto quant'è bello il nostro bambino?”

“Assomiglia alla madre” sorrise l'uomo. Lei lo baciò dolcemente, prima di seguirlo in cucina per cenare.

 

#Hogwarts

Erano stati avvisati dall'Ordine che i Mangiamorte avrebbero attaccato Hogwarts. Tonks, nonostante le proteste del marito, aveva voluto partecipare alla battaglia. Nessuno dei due credeva realmente di sopravvivere. Remus pensava che, avendo già passato la Prima guerra magica, la sua fortuna fosse già esaurita. Nonostante ciò era resistito altri tre anni passando inosservato alla morte, che non aveva però risparmiato i suoi migliori amici. Anche Peter, per il quale da ragazzo nutriva una certa simpatia, era spirato. Nonostante tutto, sapeva di non essere solo, i suoi amici, nonché la sua famiglia, erano con lui anche in quel momento, nel suo cuore. E poi aveva Dora, il motivo magnifico per cui lottare.

Nel frattempo lei pensava invece di avere dalla sua un minimo di fortuna, pur sapendo che spesso era stata sfortunata. Non capiva perché in quella giornata le cose sarebbero dovute andare diversamente. Diede un rapido bacio al marito, con cui sperava di aver lasciato trapelare tutto l'amore che per lui provava, e rimase ad aspettarlo nella Stanza delle Necessità. Tuttavia, alla prima opportunità, sgusciò nel cuore della battaglia. Se avessero perso, almeno poteva affermare di averci provato. E poi doveva sapere come stesse Remus.

 

#Dolohov

Remus stava combattendo contro uno dei più sadici e spietati Mangiamorte, Antonin Dolohov. Mentre parava uno Schiantesimo arrivato da chissà dove, quello lanciò l'anatema che uccide, beccando il Licantropo proprio nel centro del petto. Sentì una morsa stringergli il cuore, mentre, pensando a Dora, cadeva sul pavimento di marmo, udendo i passi di Dolohov allontanarsi soddisfatti.

 

#Bellatrix

Ninfadora stava correndo per i corridoi, cercando il marito. Improvvisamente, vide una sagoma accasciata a terra. Era un uomo che conosceva fin troppo bene: Remus. Urlando il suo nome, accelerò maggiormente il passo e si accasciò accanto al cadavere, stringendo la sua testa al petto. Piangeva. Improvvisamente, da dietro una colonna, spuntò sua zia Bellatrix che non ebbe ripensamenti: lanciò un anatema letale e corse via ridendo sadicamente. Solo quando i Mangiamorte si ritirarono per la prima pausa, i ragazzi di Hogwarts li trovarono. Il volto di lui era teso e preoccupato, mentre quello di lei sereno e pieno di lacrime. Tutti notarono però un altro particolare: lei, poco prima di spirare, gli aveva preso la mano.

Esserci, qualunque cosa accada.

 

#Ghirlande

Era un nuovo 2 maggio. Erano passati 20 anni dalla Battaglia di Hogwarts e dalla sconfitta di Voldemort, eppure lui non si era ancora capacitato di tutto ciò.

Teddy passeggiava nel cimitero in cui erano stati seppelliti i suoi genitori.

Si fermò davanti alla loro lapide e vi si accasciò accanto.

“Mamma, papà” mormorò “vi voglio bene” e si mise a piangere.

Non gli importava se erano considerati degli eroi da tutto il Mondo Magico.

Non gli importava se li avevano aggiunti alle figurine delle Cioccorane.

Non gli importava se tutti li ricordavano come due persone perfette.

Lui avrebbe voluto che loro fossero lì, con lui.

Lui avrebbe voluto conoscerli.

Lui avrebbe voluto poco, un poco che però nessuno poteva concedergli.

Si alzò in piedi e con la bacchetta creò due ghirlande fiorite, una azzurra e una rosa, con intrecciati i nomi dei suoi genitori.

E pensò a quanto si erano amati, e a quanto lo avrebbero amato.

Poi sentì un soffio di vento simile a una voce -quella di una donna- che gli disse di tornare da sua nonna Andromeda, che sicuramente stava male quanto lui in quel giorno.

“Sì mamma” sussurrò nel vento, e in una nuvola gli parve di vedere i volti dei suoi genitori sorridenti.




Note dell'autrice:
Salve maghetti e streghette! Spero che questa storia tristosa (perché mi sono sentita stronza a concluderla così) vi sia piaciuta!
Francy_remus

   
 
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