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Autore: MrsShepherd    07/05/2017    3 recensioni
Spezzoni di vita della famiglia Rizzoli...
Jane e Maura hanno deciso di amarsi e costruire una famiglia insieme. I drammi, le liti e le preoccupazioni di due donne forti, che si amano nonostante la distanza, nonostante le loro diversità, nonostante TUTTO.
Brevi episodi della vita di Jane e Maura collegati da un sottile filo rosso, una bambina dagli occhi color Zaffiro che spero vi conquisterà.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Jane Rizzoli, Maura Isles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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19. Charlotte: I morti non parlano.
 
Mi siedo vicino alla tua tomba, la fotografia sulla lapide è ancora impregnata di goccioline di pioggia, cadute la sera prima, ma la tua faccia sorridente spicca inconfondibile. Pulisco il vetro con la manica della felpa e mi siedo accanto a te. Ora che mamma Jane non c’è la tua tomba sembra vuota: nessuno si è preoccupato di lasciarti dei fiori. Ci sono solo degli Iris azzurri appassiti che mamma ha lasciato settimana scorsa, prima di partire. Tiro fuori dalla tasca una manciata di margherite raccolte lungo la strada e le infilo nel vaso insieme agli altri fiori; a guardarli bene, non mi sembrano messi poi così male, hanno solo bisogno di un po’ d’acqua. Vado a recuperare l’innaffiatoio per cercare di rianimarli.
- Sai, le cose non stanno andando molto bene ultimamente.- dico versando l’acqua nel vaso di ceramica alla base della tua tomba.
- Mamma Jane è sparita, e Maura è andata a cercarla. Non me lo dicono, però so che c’è qualcosa che non va. Ultimamente litigavano molto spesso e quasi sempre per me. Forse è colpa mia, dovevo essere più buona.
Ho combinato dei casini: ero troppo preoccupata a proteggere la mamma che forse le ho fatto del male e adesso non mi vuole più vedere. Ho picchiato Donnie perché ha detto che mamma Jane non mi vuole più bene, credevo avesse torto, ma ora credo che abbia ragione.
L’ho preso a pugni e poi ha iniziato a perdere sangue, ma io non riuscivo più a smettere. Continuavo a picchiarlo e le mie mani non si fermavano più e avevo addosso così tanta rabbia, ma non so il perché. Mamma Maura dice che noi assomigliamo molto a chi ci ha messo al mondo…e questo mi spaventa. Io vorrei essere come lei, paziente e sempre gentile, ma mi ha spiegato che non sono figlia sua. Cioè non sono nata da lei. Ho avuto dei nonni meravigliosi e i miei genitori sono l’esempio perfetto di giustizia: la calma fredda di un generale dell’esercito e l’onestà di un’agente FBI. Eppure qualche volta mi fanno paura, perché mi sembra che…mi sembra che…siano nati per uccidere.-
Ripenso a mamma Jane che ora non è qui con me e forse mai più vorrà vedermi, la immagino lontano a fare il lavoro che più le esce bene. Mio padre, che impugna il fucile e strizza l’occhio nel mirino, pronto a premere il grilletto.
Loro sono ciò che mi resta, loro sono ciò che diventerò.
E ho paura, perché tutto quello che vedo intorno a loro è distruzione e morte.
Deglutisco cercando di trattenere invano le lacrime: - E mamma era piena di lividi settimana scorsa e ha urlato contro mamma Maura. E adesso non c’è più, può essere morta o in pericolo e mamma Maura è con lei e io non so cosa sta succedendo veramente. È come quando guardi un film del terrore e ti nascondi dietro al divano perché non sai cosa accadrà alla protagonista. Solo che questo non è un film: tu non ci sei più, loro non ci sono più e mi avete lasciato sola. Ma forse è meglio così. Se anche io, quando crescerò, porterò solo distruzione e dispiaceri e morte, forse è meglio che io rimanga da sola, così non faccio del male a nessuno.
Mi dispiace solo che ho deluso Maura e ho risposto male a mamma Jane, non volevo ferirla ancora, per l’ultima volta, non l’ho fatto apposta. Magari adesso è lì con te, o magari no.
Non penso più a niente, non credo più a niente, non so niente. E scusami se ti parlo come se non ci fossi, ma non sono più del tutto sicura che tu mi stia aiutando. Eppure sei la mia famiglia e dovresti vegliare su di me, così mi è stato insegnato.-
Infreddolita per l’umidità di un cielo ancora troppo mattutino, con le lacrime agli occhi,  recido a fatica uno dei fiori che riempiono la tua tomba e mi allontano da te.
- Mi dispiace.- mormoro rivolta verso la tua fredda lapide. – Tornerò.-
Lascio il fiore appena colto sulla sua tomba, poco distante dalla tua e mi inoltro nel boschetto vicino al cimitero. Senza voltarmi indietro perché temo di incrociare il vostro sguardo, calmo, minaccioso e che tutto sa.
 
   
 
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