Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Nephrite ekips    08/05/2017    1 recensioni
Fin da bambina ero una grande fan di questa coppia, e siccome nel contesto originale non hanno avuto il loro lieto fine ho voluto scriverlo per loro.
Premetto che non sono una scrittrice professionista, è la mia prima storia, dunque non mi insultate perché potrei piangere tantissimo. (xD ovviamente sono ironica)
Spero gradiate la mia storia e spero di non aver fatto troppi errori grammaticali. (E' stata scritta in tarda notte quando le persone normali dormono).
Ci terrei comunque a sapere tramite recensioni o messaggi se quantomeno la storia sia interessante o se vi stia coinvolgendo. Grazie mille e buona lettura.
Un ringraziamento particolare va a Medea Astra che mi ha sempre incoraggiata a scrivere, e che sempre mi ha sostenuta per ogni cosa, questa storia è dedicata a te.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naru/Nina, Shitennou/Generali
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi svegliai felice e piena di forze quella mattina, pettinai accuratamente i capelli e scelsi un bel vestito, sapevo che Nevius sarebbe arrivato puntuale.
Quando arrivai in cucina, trovai mia madre, la tavola era imbandita di ogni ben di Dio, si era davvero data da fare.
 
 
«Tanti auguri tesoro mio». Disse con un caldo sorriso, si avvicinò per abbracciarmi forte, la studiai un po' timorosa, era arrivato il momento di parlarle di Nevius.
Si girò verso i fornelli per prendere le frittelle dalla padella, aspettai che si voltasse verso di me, e mi feci coraggio per tirare un profondo respiro.
 
 
 
«Mamma…»
 
 
 
«Si?» Disse interrogativa, si accorse che ero diventata seria.
 
 
«Sto uscendo con qualcuno ultimamente, dopo passerà a prendermi ... ci teneva a fare la tua conoscenza.»
 
 
Mi guardò sorpresa, non so se per il brutto periodo che avevo passato poco prima, o per la fase euforica avuta in precedenza, tuttavia speravo dimenticasse i miei malumori, avrebbe potuto associarli a lui, non che fosse lontana dalla realtà, ma non era positivo visto che avrebbe dovuto conoscerlo.
 
 
 
«E' un ragazzo della tua scuola?» Chiese tranquilla.
 
 
 
«No!» dissi secca, «E' più grande.»
 
La sua espressione cambiò, divenne molto seria.  Si avvicinò cauta con lo sguardo torvo e poi aggiunse. «Quanto più grande?»
 
 
 
«Un po'.» Dissi sperando di non peggiorare la situazione poi aggiunsi. «Fra un po' sarà qui... quindi giudicherai tu stessa.»
 
 
 
«Già.» Rispose seria.
 
 
 Si limitò a mangiare tranquilla, senza toccare l'argomento, seguivo meccanicamente i suoi movimenti cercando di carpire qualcosa dal suo sguardo.
Quando suonarono alla porta, ero sicura che fosse lui. La aprii e sbarrai gli occhi dallo stupore.
Aveva i capelli legati con un codino rosso, un jeans stretto blu scuro degli stivaletti neri sotto il jeans ed una maglia rossa che aderiva perfettamente al suo corpo, con sopra un cardigan aperto marroncino.
 
 
Era assolutamente magnifico, mi morsi il labbro cercando di reprimere i pensieri che premevano nella mia mente, lui se ne accorse e sorrise. «Dov'è tua madre?»
 
 
 
«Nell'altra stanza, seguimi, ti faccio strada.» Dissi il tutto tentando di staccargli gli occhi di dosso, con scarsi risultati aggiungerei.
 Mi seguì silenzioso, quando arrivammo da mia madre, era di spalle.
 
 
 
«Mamma, Maxfield è qui.»
 
 
Si voltò velocemente, e non appena lo vide sgranò gli occhi incredula, gli dedicò un sorriso malizioso. Fui molto infastidita dalla sua reazione, d'altro canto ero sicura che le piacesse, forse troppo.
 
 
Nevius avanzò verso di lei in modo sicuro, e le porse la mano, «Piacere Maxfield Stanton.»
 
 
 
«Piacere, Morgan Osaka.» Sorrise, sembrava tutto tranquillo,
 
 
 
«Stanton, hai detto? Sei l’allenatore di Ryu? Nina mi parlò di te ai tempi.»
 
 
 
Nascosi il viso sotto le mani per la vergogna, mia madre si era ricordata di quando le parlai per la prima volta di Nevius, che coincideva anche con la prima volta che effettivamente l’avevo visto.
Che bello far sapere al mio ragazzo che morivo per lui fin dall’inizio.
Voltai il viso verso Nevius e lo ritrovai con quel sorriso sornione e soddisfatto sulle labbra, quasi come se mi avesse letto nel pensiero.
 
 
Dopo che Nevius le confermò di essere quel Maxfield mia madre proseguii con l’interrogatorio.
 
«Quanti anni hai Maxfield?»
 
 
 
«25.» Rispose tranquillo.
 
 
 
«Sai quanti anni ha mia figlia? Frequenta ancora il liceo e in seguito dovrà fare l'università, inoltre ha ancora degli orari da rispettare... capisci cosa voglio dire vero?»
 
Non sembrava la stessa madre con cui avevo sempre avuto a che fare, mi shoccava il suo atteggiamento. Fortunatamente Nevius se la cavò alla grande, rispose a ogni domanda in modo serio e convincente, sempre col suo sorriso impavido.
 
 
 
«Non si preoccupi, Nina non mancherà a nessuna delle sue lezioni, e non tarderà neanche un minuto.»
Mia madre distese il viso, e quella vena che le pulsava sul collo si calmò drasticamente, ma era ancora presto sospirare di sollievo.
 
 
 
«Studi?»
 
 
 
«No, sono proprietario di un'azienda, dopo essermi laureato ne ho assunto il controllo.
E di tanto in tanto impartisco anche lezioni di tennis.»
A quel punto mia madre si calmò definitivamente, bell ragazzo, risoluto, deciso e inoltre milionario. Avanti mamma tua figlia non poteva trovare un uomo migliore per lei. Non puoi gioire e basta?
 
 
 
 
«Capisco ... mi raccomando tienila stretta, non riesce a stare su suoli troppo instabili.»
Iniziò a ridere. Nevius la osservava divertito.
 
 
 
«Ho notato.» E risero entrambi di gusto.
 Continuate pure a prendermi in giro, me la pagherete.
Tossii come per dire "Hey ci sono anch'io" mi guardarono entrambi divertiti.
 
 
«Che ne dici possiamo andare?»
Nevius annuì e mi prese la mano. Salutai mia madre e mentre stavo per entrare in auto, ma trovai Ryu davanti a me.
 
 
«Tanti auguri tesoro mio!» Disse sorridente, poi mi abbracciò in modo affettuoso.
Era da un pezzo che non ci incontravamo, lei era presa dai suoi allenamenti ed io... beh io dalle mie cose.
Guardai per un attimo Nevius e lo vidi imbarazzato con la testa rivolta dall'altra parte, quando Ryu si accorse di lui mi prese per un braccio e mi trascinò poco lontana da lui.
Iniziò a ridacchiare e a guardarmi soddisfatta. «Stai uscendo con l'istruttore di tennis?» Arrossii copiosamente, avevo dimenticato che anche Ryu lo conoscesse, era stata la sua prima “vittima”.
 
 
«Sì, da un po' di tempo…»
 
 
 
Lei sorrise estasiata.  «E com è? Sembra un uomo così affascinante.»
«Infatti, lo è, sono molto felice con lui.» Chiacchierammo per alcuni minuti, poi Ryu mi salutò e col cenno della mano salutò anche Nevius che ricambiò in modo poco convinto.
 
 
Mi avvicinai a lui ancora col sorriso sulle labbra. «E' bello vederla quando sta bene, te la ricordi vero?»
 
 
«Sì, ha un gran potenziale.»
 
 
 
«Intendi come mostro?»
 
 
Mi guardò incerto. «Vedi Nina la parte di Ryu che hai visto al tennis club, fa parte di lei quanto di lei fa parte ciò che hai visto oggi.
Mi spiego, quella che tu vedi quotidianamente è la parte intermedia di Ryu che sta in mezzo fra la buona e la cattiva, io non ho fatto altro che tirare fuori quella cattiva perché in quel giorno era la più esposta, ma era sempre Ryu quella, soltanto che era esente dal bene.»
 
 
 
«Ah capisco, beh sono felice della parte intermedia.» Dissi scherzosa, sorrise anche lui.
 
 
 
«Non ne dubitavo.»
 
 
Entrammo insieme in auto, e ripensai in automatico alle parole di Ryu, mi voltai verso di lui scrutandolo e ammettendo quanto fosse effettivamente attraente.
Non appena accese l'auto, iniziai a mantenermi al sediolino, ero ancora terrorizzata dal suo modo di guidare, se ne accorse ed iniziò a ridere.
 
 
 
«Sei davvero incredibile! Ieri stavi per morire nel Dark Kingdom, hai perfino curiosato nella stanza della regina sferzante del pericolo a cui andavi incontro, però ciononostante il tuo terrore più grande è il mio modo di guidare, come se io potessi metterti in pericolo.» Disse sardonico.
Non potevo farci niente avevo davvero paura, quindi per distrarmi scelsi una sana chiacchierata durante il tragitto, mi avrebbe aiutato a distrarmi.
 
 
 
«Come stanno gli altri generali?»
Mi scrutò rapidamente e poi rise per la mia faccia terrificata.
 
 
«Molto bene.»
 
 
«Tutti tutti? Si insomma, tu e Zachar...»
 
La sua espressione variò lievemente.
 
 
 
«Sai, i generali hanno una sorta di codice d'onore, delle regole che non posso infrangere.»
Mi piaceva osservarlo quando parlava della sua vita, era così serio, così concentrato, inoltre quando guidava aveva l'espressione assorta ed il viso rivolto ovviamente verso la strada con la luce del sole che lo illuminava.
 
 
 
«Una delle regole più importanti è quella di non far mai del male ad un nostro compagno. Neanche in caso di tradimento, perché anche in quel caso il generale traditore avrebbe pagato.»
A quel punto ero curiosa, volevo saperne di più.
 
 
 
«Che cosa succede ai generali che infrangono le regole?»
 
 
Una risata amara si disegnò sul suo volto. «Nel caso del generale traditore, è una punizione abbastanza crudele, egli è imprigionato e svuotato totalmente di anima e mente dunque il suo destino è di vagare errante. Un guscio vuoto.» Concluse.
 
 
Mi tremavano le mani, ma feci comunque la domanda successiva. «E nell'altro caso?»
 
 
 
 
«Il caso di Zachar si paga con la morte.» Disse rapido. «Tuttavia ho omesso il suo attacco, di fronte alla corte degli Shitennou, non se lo aspettava, mi ha implorato di perdonarla e mi ha promesso che sarebbe cambiata.» Iniziò a sogghignare.
 
 
 
 
«Che c'è?» Dissi senza comprendere quello a cui stavo andando incontro.
 
 
 
«Al tuo pranzo di compleanno ci saranno anche le Sailor e gli Shitennou.»
 
 
 
«Davvero?!?» Dissi entusiasta, l'idea di passare il pranzo di compleanno con i miei amici mi rendeva felice. L'entusiasmo durò davvero poco, iniziai a riflettere su quelle parole.
 
 
 
«Quando dici tutti… intendi anche?»
 
 
Fece una risatina maliziosa. «Soprattutto, ha detto che vuole parlarti.»
 
 
Sbuffai nervosamente, non ero pronta per parlare con Zachar, ero ancora arrabbiata con lei dopo l'ultima volta. Mio malgrado, però, se voleva parlarmi non potevo rifiutarmi, nonostante tutto Zachar faceva parte della vita di Nevius e non potevo ignorarla.
Mi attirò a se ed accarezzò la mia guancia in attesa che il semaforo divenisse verde, poi mi stampò un bacio leggero e proseguì.
 
 
 
«Siamo arrivati, sei pronta?»
 
 
 
Sbuffai di nuovo. «Lo faccio solo per te.»
Sorrise e m’incantai nel suo sguardo.
 
 
 
«Grazie mille signorina.»
 
 
 
Ci avviammo alla dimora dei generali, mi sentii più tesa della prima volta, però da un lato ero sollevata perché c'era Bunny, mi avrebbe dato sicuramente conforto e coraggio.
Mi accolsero tutti con un gran sorriso, i generali avevano dei piccoli pacchi regali nelle loro mani, arrossii per il loro piccolo gesto e li ringraziai, anche le Sailor avevano preparato un pensiero per me.
Bunny si avvicinò rapida e mi strinse forte, nonostante la felicità di quel momento ero troppo tesa per godermela a pieno, non facevo che pensare al colloquio che da lì a poco avrei avuto con Zachar.
 
 
 
Nevius si rese conto di quella tensione e mi stinse al suo fianco, poi mi guardò per un attimo negli occhi. «Andrà tutto bene.»
 
 
 
 
«Andrà tutto bene.» Ripetei dopo di lui.
Dall'altra stanza arrivò Zachar, era davvero bellissima, aveva i capelli legati in una bellissima treccia che le cadeva sulla spalla destra, una giacca bianca con un top verde, e un pantalone largo anch’esso bianco.
Mentre avanzava, verso di me fu fulminata dallo sguardo di Nevius che le si avvicinò, porse la sua bocca vicino all'orecchio di lei.
Sforzai al massimo il mio udito per riuscire a capire cosa si stessero dicendo.
 
 
«Zachar, non farmi pentire di non aver parlato.»
 
 
 
«Fidati di me.» Disse leggermente seccata.
 
 
Nevius la fulminò di nuovo, «L'ho fatto una volta di troppo.»
Zachar assunse un'espressione affranta, poi proseguì verso di me.
 
 
 
 
«Buon compleanno Nina.» Sorrise, largamente, sembrava un'altra persona, ciononostante non riuscii a contenere il mio timore dinanzi a lei, e iniziarono a tremarmi di nuovo le mani, Nevius ne prese una e la strinse forte, in quel gesto presi tanto coraggio.
Alzai lo sguardo verso di lei.
 
 
«Grazie.»
 
 
 
 
«Puoi concedermi un minuto?» chiese cauta, voleva capire le mie intenzioni ma non erano chiare nemmeno a me stessa.
 
 
 
«Certo.»
 
 
 
Mi fece strada verso una stanza vuota, mi girai per raccogliere l'ultimo sguardo di Nevius, che mi intimò tanto coraggio, ringraziai il cielo per averlo al mio fianco, tirai un lungo sospiro e tra me e me dissi: "togliamoci il pensiero".
 
 
 
 
«Accomodati.» Disse gentile.
 
 
Mi sedetti su un divanetto comodo, mentre lei scelse quello di fronte a me.
 
 
 
 
«Probabilmente ti starai chiedendo che cosa possa volere da te, soprattutto dopo quello che è successo tra noi, ma ci tengo a spiegarti le mie ragioni, adesso che ho pieno controllo della mia mente, sempre ammesso che tu ne abbia voglia, ovviamente.»
Il suo sguardo era quieto e rassicurante.
 
 
 
«Continua pure.»
 
 
 
 
«Avevo sette anni quando fui portata all'orfanotrofio, ero appena stata separata da mio fratello che era stato ucciso poco prima, dunque ero totalmente sola lì dentro.
Quel posto era composto prevalentemente da ragazzi, e nessuno di loro mi rivolgeva la parola, mi sentivo sola e fragile, ero totalmente abbandonata a me stessa.
Un giorno arrivò lì un ragazzo nuovo, da subito ci rendemmo conto di quanto fosse diverso, disubbidiva alle regole, rispondeva male agli inservienti, usciva di notte senza autorizzazione. "Devo vedere le stelle" diceva imperterrito, "Mia madre è tra loro".
Ed anche se non avevamo mai parlato mi infondeva sicurezza, o almeno un po' di voglia di restare la.»
Aveva un leggero sorriso malinconico, spostò i suoi occhi da me e li puntò su una vecchia foto, la guardava fissa.
 
 
 
 
«Un giorno, arrivarono dei ragazzi nuovi che cercarono di aggredirmi, loro se la prendevano con i più deboli.
Sbucò dal nulla per difendermi, accidenti quante ne prese, e quante glie ne diede, e neanche per un minuto si sottrasse da quei tipi. "Tutto pur di difendere chi non ha colpa".
 
 
Col passare dei giorni diventammo sempre più amici, e siccome era un uragano in piena non poteva limitarsi a coinvolgere solo me, ben presto si unirono al nostro gruppo anche Jack e Kaspar, e da quel momento in poi non ci separammo mai più, iniziammo a diventare quello che siamo oggi, una famiglia.
E lui in particolare, mi ricordava quel fratello perso.
 
Nevius non era uno facile da dominare, ha sempre avuto una personalità carismatica e imponente, ed ovviamente il suo fascino non passava inosservato.
 
Venne un periodo in cui portava a casa molte ragazze diverse, io lo rimproveravo di mettere la testa a posto, ma non voleva saperne, non mi ascoltava mai.
 
 
Finché non conobbe una ragazza, e da lì tutto cambiò, Nevius iniziò a distaccarsi da me, non era più sempre presente per proteggermi e passava sempre meno notti in casa.
Inoltre litigavano sempre più frequentemente, dunque me lo ritrovavo spesso di cattivo umore irascibile, intrattabile.
Una vena amara apparve nei miei occhi.»
 
 
 
 
Potevo leggerle l'amarezza di cui parlava, in quel preciso momento, a distanza di anni.
 
 
 
 
«Neanche immagini quello che mi inventai per dividerli, lei non lo meritava, lo faceva comportare in modo stupido, gli causava più dolori che gioie, dunque non era degna.
Non secondo me.
 Ai tempi ero già impegnata con Kaspar, ma ero comunque gelosa di lui, era mio fratello, troppo prezioso per una come tante.
Macchinai un piano perfetto che funzionò alla grande.
Ma… scatenai in lui una reazione che non mi aspettavo.
 
Era consumato, iniziò a bere, e a fare cose stupide, si gettava in duelli pericolosi col rischio di restare ucciso, provocava di proposito la reazione degli avversari.
Cercai di farlo riprendere in qualche modo, ma non mi ascoltava più, lo rimproveravo ogni momento.
In realtà volevo rimproverare me stessa ... era colpa mia. La mia ossessione per lui aveva causato tutto questo, non riuscivo ad accettare che dovesse avere una vita indipendentemente da me.»
Le sue mani iniziarono a tremare, si prese una pausa di qualche minuto come per cercare le parole adeguate. «Un giorno, non so come scoprì la verità sulla rottura, non disse nulla.»
 
 
 
Il suo sguardo era di nuovo sofferente, si morse il labbro più volte e s’irrigidì.
 
 
 
 
«Da quel giorno neanche una parola.»
 
 
Una lacrima le solcò leggermente la sua guancia, ma continuò il discorso.
 
 
 
 
«Poi ci fu la grande guerra, Metallia acquisiva sempre più potere e tramite Berly mieteva sempre più vittime. Durante la battaglia Endymion fu ferito mortalmente, noi eravamo troppo occupati per accorgerci di lui, sarebbe morto probabilmente, ma Nevius consumato dal dolore donò la sua anima per consentire ad Endymion di avere una nuova vita, Marzio.»
 
Storsi il naso e provai ad intervenire. «A me ha detto ch-» M’interruppe anticipando ciò che stavo per dirle.
 
 
 
 
«Racconta sempre che siamo stati tutti e quattro a cedere l'anima ma solo un folle come lui poteva compiere un gesto tanto impulsivo, si è sempre fatto coinvolgere troppo dai sentimenti.
Morì all'istante, e noi lo seguimmo poi, durante la battaglia, quantomeno avevamo la consolazione che Endymion fosse salvo.
Col passar del tempo fummo ridestati, inutile dire che il sortilegio di Berly non ebbe una buona influenza su di noi. Il suo odio si ampliò più di quanto non fosse già, una sera disse tutto quello che non aveva detto negli anni precedenti ed io sopraffatta dal mio demone decisi di fargliela pagare.
Per cosa poi? Aveva ragiona lui ... ero egoista, dunque provai ad attaccarlo sotto ogni aspetto, il recupero dell'energia e del cristallo erano la sua missione, io cercavo di anticiparlo per farlo sfigurare.
 Non ci riuscii mai, lui era sempre il più forte, non aveva un punto debole su quale potessi accanirmi.
Col tempo mi accorsi però, che sempre più sporadicamente faceva rapporto a Queen Berly.
Decisi dunque di indagare, e quando gli feci visita, mi accorsi che era cambiato, aveva una luce diversa negli occhi.»
 
 
Adesso divenne molto più triste, abbassò lo sguardo più volte, e si mordeva il labbro continuamente.
Non riuscì neanche a guardarmi negli occhi, probabilmente provava imbarazzo nei miei confronti, era notevolmente nervosa, le si leggeva in faccia, le tremavano copiosamente le mani.
 
 
 
 
 
«Vuoi prenderti qualche minuto?»
 
 
 
 
 
«No.» Disse calma, «Sto bene grazie.»
 
 
 
Annuii con la testa e lei proseguì.
 
 
 
 
«Non ci volle molto per scoprire che nella sua vita fosse entrata un'altra persona e fu facile scoprire chi fosse.
Finalmente adesso aveva un punto debole, e gli dissi chiaramente che avrei fatto di tutto pur di vederlo soffrire, rispose che avrebbe preferito morire o rinunciare all'immortalità pur di-»
 
 
Si prese ancora qualche secondo prima di continuare, boccheggiava senza dir nulla, non le uscivano le parole di bocca, rigirava continuamente le dita tra loro, poi guardò ancora fuori dalla finestra, e infine si voltò verso di me.
 
 
 
 
«Non vedere più la mia faccia, perché probabilmente stavolta stava amando veramente e non mi avrebbe permesso di rovinargli di nuovo la vita, e... il resto lo sai già.
Nonostante questo però fino alla fine si è premurato che non mi accadesse nulla.» Sorrise amaramente, poi mi scrutò.
 
 
 
 
 
«Devo chiederti scusa, sono stata arrogante ed egoista, me la sono presa con te per far del male a lui, pensavo che neanche tu fossi degna. Tuttavia sei abbastanza folle dall'introdurti in un dungeon pieno di mostri pur di rivederlo.
Se accetterai di perdonarmi sarò più che felice di introdurti alla vita degli Shitennou.»
 
 
S’inginocchiò ai miei piedi in segno di prostrazione, nell'attesa di una risposta.
Arrossii notevolmente, non ero abituata a certe cose, le poggiai delicatamente una mano sulla spalla chiedendole di alzarsi.
 
 
 
 
«Non c'è bisogno Zachar, possiamo ricominciare.»
Si alzò e mi sorrise bellamente, poi mi afferrò per un braccio e mi strinse,
 
 
 «Bene, allora andiamo di là, prima che Nevius sfondi la porta e tenti di uccidermi, gli avevo promesso che sarebbe durata poco, non sarà per niente felice.»
 
 
 
Ci scambiammo un sorriso ed uscimmo dalla stanza, mi sentii più sollevata del fatto che Zachar si fosse calmata, anche se la cosa pareva ancora surreale.
Il resto della mattinata trascorse tranquilla e tutto sembrava procedere bene, ma ripeto, sembrava.
 
 
Era arrivata l'ora di pranzo e tutti stavano occupando posto a tavola.
Mi sistemarono a capotavola, ero la festeggiata,  e meritavo il posto d’onore.
Alla mia destra c’era Nevius alla mia sinistra Bunny, accanto a lei vi era Marzio poi Kaspar e Zachar, vicino a lei Ami e Marta,  poi Rea accanto a  Jack che teneramente le stringeva la mano sotto il tavolo, a quanto pare era nata una nuova coppia.
Accanto a Jack c'era Makoto e di conseguenza accanto a lei Nevius.
Andava tutto bene davvero, non avrei provato gelosia per così poco, c'eravamo incontrate tante volte in passato, era una ragazza molto energica e simpatica, siamo sempre andate d'accordo, tuttavia non appena si trovò accanto a Nevius, accadde qualcosa che non mi aspettavo.
Makoto iniziò a fissarlo intensamente, sembrava quasi volesse mangiarlo, il suo sguardo era affascinato e sconvolto, notai che per un istante gli sfiorò la mano appoggiata sopra il tavolo, Nevius di tutta risposta s’irrigidì e a sua volta la guardò per un breve istante, che a me parve eterno.
 
Quella scena mi sconvolse, non avevano mai avuto una reazione simile, si erano incontrati anche nel dungeon prima della sconfitta di Berly, e non avevano avuto una reazione simile.
Cosa gli era preso improvvisamente?
Makoto non resse allo sguardo perforante di Nevius, ed abbassò il suo, arrossendo copiosamente.
Nevius si voltò verso di me,  e sorrise facendo finta di nulla.
Mi sentii così male, non sapevo neanche come comportarmi, cercai di mantenere un minimo di compostezza, per quanto fosse possibile.
Sorrisi e scherzai durante la giornata ma dentro stavo morendo, c'era qualcosa che non sapevo? Le mani iniziarono a tremare, ma come sempre Nevius ne prese una per tranquillizzarmi.
 
Stavolta però quel gesto non mi trasmise alcuna sicurezza, era lui che mi faceva stare così, e non era per niente per l'emozione.
 
 
Nel tardo pomeriggio ci staccammo dal gruppo perché Nevius aveva programmato la serata altrove.
Ero di pessimo umore, non riuscivo a non pensare alla scena che mi si era proposta davanti.
Come si era permessa di sfiorargli la mano?!?!? E lui perché non aveva fatto nulla!
 
Nevius mi fece largo verso l’auto, mi aprì lo sportello in modo cavalleresco, ma non mi importava nulla della galanteria, ero furiosa! Avrei voluto graffiargli tutta la macchina a quel millantatore, casanova, seducente e terribilmente irresisti-  BASTA NINA!
Devi essere arrabbiata! Probabilmente ti sta nascondendo qualcosa.
Nell'elaborare quelle riflessioni non mi accorsi che la mia espressione mutava repentinamente, a seconda del pensiero, Nevius mi scrutava confuso cercando di capire cosa stesse capitando nella mia mente.
Apprezzai che quantomeno non la violò.
 
 
 
«Nina, va tutto bene?» Sembrava spiazzato, aveva notato dai miei occhi quanto fossi arrabbiata, ciononostante decisi che non era quello il momento per parlare, volevo vedere fino a che punto fosse capace di nascondermi questa cosa.
 
 
Il sole era ormai calato, ci trovavamo ancora in auto, il tratto di strada era davvero lungo, ed io ero sempre più spazientita, nessuno dei due parlò per tutto il viaggio, questo mi fece soffrire, speravo che si rendesse conto del suo atteggiamento.
L'auto inizio percorrere un sentiero caratterizzato prevalentemente dalla vegetazione, vi erano tantissimi fiori, sopra di noi degli archi con piante rampicanti e rose blu al loro interno.
Iniziai a sentire sempre più freddo e non capivo perché.
La risposta alla mia domanda arrivò quando Nevius parcheggiò l'auto, aprì la mia portiera da cavaliere qual era, e mi condusse lungo una strada, mi coprii gli occhi con le mani, ed iniziò a guidarmi da qualche parte.
 
 
«Insomma Nevius, che fai?» Dissi seccata, ero ancora arrabbiata per le mie constatazioni, ma lui non badò al mio tono acido.
 
 
 
 
 
«Shhh, abbi pazienza.»
 
 
Tolse poi la mano, e rimasi a bocca aperta, di fronte a me vi era una spiaggia con le acque limpide, un tavolo sistemato al centro del ponte col mare, che lo circondava, il ponte aveva tutto intorno.
Dei piccoli fiorellini di campo, mentre sulla spiaggia vi erano dei grandi cuscini con un telo sotto di essi, ed un mazzo di girasoli al centro con un pacco regalo vicino.
Mi sentivo davvero male, ero emozionata per ciò che mi stava succedendo, ma soffrivo terribilmente... Perché Nevius? Perché...
Le lacrime scesero senza controllo sul mio viso, Nevius mi prese subito tra le sue braccia e mi asciugò le lacrime.
 
 
 
«Nina che succede? Vuoi dirmelo una buona volta, forse non ti piace questo posto, volevi restare con le ragazze?»
 
Disse preoccupato, si era sforzato tanto per rendere tutto perfetto, ed io mandavo tutto a monte per degli stupidi sospetti.
 
 
 
Singhiozzando provai ad annaspare qualche parola. «Ho visto come la guardavi ... Makoto a tavola. Devo sapere qualcosa? Lei ti ha sfiorato la mano e tu non ti sei sottratto, l’ho notato sai?»
 
 
Nevius tirò un lungo sospiro ed alzò gli occhi al cielo.
 
 
«Quanto sei sciocca mia piccola Nina, cosa hai pensato? Che fossimo amanti?»
 
 
 
Annuii mentre mi asciugavo gli occhi.
 
 
Rise canzonante. «Lo siamo stati.»
 
 
 
Mi mancò l'aria per qualche secondo.
 
 
 
«Prima che diventassi cattivo, e che donassi l'anima ad Endymion, incontrai Makoto.
Andai fuori di testa per lei, era la prima donna che riuscisse ad intrigarmi, mi attraeva tantissimo, era così insolente e sexy.
Tuttavia la mia vita con lei era davvero basata solo sul chi fosse più forte.
Inoltre era terribilmente gelosa, secondo lei qualunque donna che camminasse per la mia stessa via era una potenziale amante.
Oltre a ciò non provavo gusto quando le salvavo la vita, non mi guardava come volevo.»
 
 
 
Lo guardai curiosa mentre continuavo ad asciugarmi gli occhi. «In che senso?»
 
 
 
Una risata seduttrice e intelligente fece largo sul suo viso. «Non mi guardava come fai tu.»
 
 
 
 
Poi fece una risata più posata. «Con o senza l'intervento di Zachar sarebbe finita comunque e in più.. » Si prese più tempo di quanto riuscissi a sopportare, lo incitai a continuare il discorso e ubbidì.
«Non l'amavo come amo te.» Mi baciò e il mio cuore si fermò, quando si staccò da me continuò subito coi chiarimenti.
 
 
«Mi ha sfiorato la mano perché con quel gesto riesce a comunicare telepaticamente, mi aveva chiesto se ricordassi anch’io del nostro passato, poiché prima non ne avevamo coscienza.»
Rimase sorridente per qualche secondo e poi mi guardò sospettoso, «Pensavi davvero che fossimo amanti?»
 
 
«Ti ha accarezzato teneramente la mano.»
 
Mi osservò sornione e compiaciuto dalla mia gelosia, «Pff, ma se l’ha appena sfiorata.»
 
«Tu invece hai appena sfiorato di trovarti l’auto ricoperta di graffi.»
 
 
Si voltò preoccupato verso l’auto e poi tornò di nuovo su di me, «Fiuuu! Pericolo scampato.»
 
Scoppiammo entrambi a ridere, quando improvvisamente si staccò da me e fece l'offeso. «Non t’interessa minimamente il tuo regalo.»
 
 
 
«Certo che m’interessi.» Dissi maliziosa dopo avergli fatto l’occhiolino.
E per risposta alzò gli occhi al cielo sbuffando. «Non c'è gusto così, hai del tutto perso la testa, ero consapevole del mio fascino, ma tu esageri.»
Mi prese per i fianchi e mi strinse forte.
 
 
Lo guardai canzonatrice e cercai ancora di punzecchiarlo, «Il tuo fascino?»
 
Inarcò un sopracciglio e sorrise malizioso e compiaciuto, «Oh MR. Stanton, sarei davvero felice se lei fosse Milord.
Quante volte c’eravamo visti? Oh una.»
 
 
Sbuffai fingendomi offesa e gli diedi un leggero schiaffetto sulla spalla. «E' solo colpa tua, mi vizi troppo.»
 
 
Corsi verso il mio regalo e mi seguì a ruota, m’inginocchiai delicatamente sul telo, annusai i bellissimi girasoli ed aprii lo scatolo, al suo interno vi era un vestito azzurro tempestato di diamanti sul corpetto a cuore, al suo lato vi era un fiore disegnato con gli stessi diamanti, il vestito era lungo e la gonna aveva la forma di una rosa.
Sotto il vestito, un paio di scarpe argentate tempestate dai brillantini.
Ero felice come una bambina, Nevius s’inclinò leggermente per osservare il mio viso felice, ma prima che potesse prevederlo, gli allacciai le mani al collo e lo trascinai sul telo insieme a me.
Ci ritrovammo distesi l'uno sull'altra e ci baciammo con passione, desiderai che quella notte non finisse mai, le stelle sopra di noi brillavano intense, era probabile che percepissero la felicità del loro bel generale.
Non riuscivo a resistere al suo profumo, toccavo la sua schiena con la punta delle dita sotto la sua maglietta, con impazienza e avidità, tuttavia fui stoppata dalla sua risata.
 
 
«Dovremmo darci una calmata che ne dici?» Acconsentii mio malgrado.
 
In seguito mi condusse al tavolo, dove consumammo la nostra cenetta al lume di candela.
D'un tratto apparve un'altra scatola che delicatamente collocò sul tavolo, al suo interno vi era una bellissima torta al cioccolato con esattamente diciassette candeline sopra, poi mi guardò.
 
 
«Vuoi mangiare una torta al cioccolato con me?» Disse in tono schernente imitandomi.
 
 
«Voglio fare qualunque cosa con te.»
 
 
Si morse il labbro e passo la lingua su quell'esatto punto. «Aaaah, Tu mi tenti mia piccola Nina, ed io non sono un santo ... anzi.» Mi fece l'occhiolino.
Spensi le candeline ed espressi il mio desiderio.
 
 
Passammo il resto della notte abbracciati su quel comodo telone.
Gli chiesi di raccontarmi qualche storia sulle costellazioni e le varie creature che rappresentavano, ogni singola parola pronunciata da lui mi faceva morire di piacere, amavo il modo in cui le sue labbra si muovevano e il modo delicato con cui gesticolava.
 
 
Parlammo per tutta la notte finché non ci addormentammo. Il suono del mare accompagnò i nostri sogni.







Nota dell'autrice
Ebbene si ragazzuoli, si è conclusa ufficialmente la prima parte della mia storia, di seguito ci sarà qualche capitolo di transito prima di arrivare al vero e proprio finale.
Spero che vi sia piaciuta e che abbia almeno un po' risanato il cuoricino dei fan di questa bella ma svenuturata coppia.
E niente spero che seguiate anche i capitoli successivi e che mi facciate sapere se avete apprezzato o meno il mio primo lavoro.
GRAZIE 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Nephrite ekips