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Autore: Uma    09/06/2009    1 recensioni
"Lei con i suoi capelli rossi. Sedeva alla finestra, gli occhi neri rivolti alla folla cittadina, ai viali grigi e alle rosse foglie che ancora occupavano i rami degli alberi. Lei con le sue mani pallide e quel vestito bianco fino alle caviglie, le lunghe ciglia che sul viso niveo disegnavano un'ombra leggera, e il rosso carminio delle labbra piegato in sorriso malinconico e spento." Fanfic ispirata all'opera di Luigi Pirandello "Uno, nessuno e centomila".Concentrata principalmente sulle domande che ogni essere umano si pone ad un certo punto dell'esistenza.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Uno , dieci, cento, mille me"
 
 
"Nota di pianoforte "
 
Lei con i suoi capelli rossi.
Sedeva alla finestra, gli occhi neri rivolti alla folla cittadina, ai viali grigi e alle rosse foglie che ancora occupavano i rami degli alberi.
Lei con le sue mani pallide e quel vestito bianco fino alle caviglie, le lunghe ciglia che sul viso niveo disegnavano un'ombra leggera, e il rosso carminio delle labbra piegato in sorriso malinconico e spento.
Si alzò silenziosa, muovendo appena lo sgabello rosso su cui sedeva prima, e si avviò verso il grande strumento al centro della stanza.
Sedette sulla piccola sedia in pelle nera, le dita lunghe sui tasti bianchi, gli occhi chiusi, concentrata nel suonare la melodia che aveva in mente.
Il polpastrello bianco scivolò su un tasto che produsse un suono in disaccordo con gli altri. Corresse l'accordo e la musica continuò a scorrere leggera , riempendo la stanza dalle pareti bianche, il vento che muoveva appena le tende rosse.
Le pupille d'ebano seguivano il percorso delle dita sui tasti, si rincorrevano e si allontanavano, il suono cresceva e diminuiva, si univa, separandosi subito dopo, un susseguirsi di note veloci che dava vita ad una melodia.
Il ritmo, più intenso, sfociò sfumando negli accordi finali e un mi bemolle chiuse la camposizione , echeggiando malinconico tra le pareti.
 
"Puoi scacciare le tue ansie.
Puoi mascherare le tue paure.
Puoi rinchiudere le tue paranoie.
Ma quando meno te lo aspetti,
esse torneranno a farti visita."
 
 
 
"Moonlight"
 
Si dice che nero sia il colore della notte.
Può dunque un'animo nero , apparire più scuro in assenza di luce?

I complessi dell'essere umano visti alla pallida luce lunare, sono l'essenza della personalità.

Sono uno, dieci, venti, mille, mille diverse persone all'interno di un'unico corpo.

L'immagine originaria, il vero io di una persona, non rischia di smarrirsi?
L'uomo dai capelli corvini,d'animo contorto per natura era solito porsi certe domande.
Domande che al calar del sole, acquisivano puntualmente un aspetto più oscuro ed un significato ben più profondo.
Si fermò cauta la figura vestita di scuro, il profilo aguzzo e perfetto al riflesso della luna, gli occhi scuri persi in chissà quale dilemma da risolvere.
 
"Puoi essere ch vuoi per u'ora.
Puoi essere quello che vorresti per un'altra.
Puoi essere quello vorresti essere stato
per ancora sessanta , dannatissimi minuti.
Ma potresti non ritrovare mai più
Quello che sei adesso."
 
 
 
 
"Sunsrise for both"
 
Lei aveva le occhiaie profonde quella mattina.
Perchè aveva suonato per tutta la notte, senza pause, senza tregue, per non permettere alle tenebre della sua mente d'ingoiarla.
Lui aveva due profondi solchi sotto gli occhi quella mattina.
Perchè per tutta la notte si era interrogato su chi fosse.Per non aveva voluto permettere a quell'alba del tutto nuova di portrsi via quel poco che rimaneva del suo essere.
Lei  era uscita prestissimo, convinta a voler passeggiare senza troppa folla attorno.
Lui aveva semplicemente continuato il suo cammino, aggrappandosi ai ricordi, ai sogni, ai suoi dilemmi irrisolti.
Si eran incontrati , dopo tanto tempo alla pallida luce del sole che sorgeva da dietro le colline verdi.
Lei aveva alzato appena lo sguardo stanco, mentre le sua mano pallida andava a sfiorare i capelli color del sangue.
Lui l'aveva guardata inespressivo come sempre, scosso solo un poco nell'animo, in quel se stesso sparito da tempo.
"Hajime."
"Rem."
Un cenno di saluto.
E si diedero le spalle, allontanandosi alla luce dell'alba.
 
Avevano gli stessi dubbi.
Le stesse paure.
Gli stessi problemi.
Ma vivevano in due mondi diversissimi
 
 
 
 
 
 
Peccato non essere riusciti a dimostrarselo
Perchè se davvero erano uguali
Allora erano entrambi troppo orgogliosi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 


 
 
  
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