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Autore: Vanya Imyarek    12/05/2017    1 recensioni
Setne è tornato in vita, ha il potere del Libro di Thoth a disposizione, e Chad e Penelope hanno solo idee piuttosto vaghe sul cosa fare.
Nella situazione più complicata e pericolosa che si siano trovati ad affrontare finora, i due doppiogiochisti si ritroveranno alle prese con morti viventi, divinità imprigionate che tentano di scappare, strategia militare, bambini dai poteri incredibili, e psicologia applicata in pessimi modi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                          PENELOPE

      DO YOU WANT TO BUILD A SNOWMAN?

 

 

 

Ma quanto dovevo esser stata fusa dal sonno per non pensarci prima? Avrei fatto un errore di distrazione proprio per quello. Certo che quella situazione mi stava davvero trasformando in un rottame umano … al punto che riuscivo a pensare a come approfittarne solo a scoppio ritardato.

Per la verità, fui un po’ in dubbio, per buona parte della mattinata, se quel piano avrebbe funzionato: si basava sulla maggior parte sul fatto che Sadie avesse notato il mio stato di poca brillantezza. E con Sadie, non potevi mai essere esattamente sicuro di cosa avrebbe notato: in certe occasioni, sapeva essere molto intuitiva e percettiva, ma se interveniva qualcosa a turbarla, poteva dimenticarsi del fatto che altre persone oltre a lei fossero in grado di avere pensieri ed emozioni.

E in questo frangente lei era molto turbata. Non ero ben sicura che avrebbe realizzato che dopo aver combattuto per la prima volta in uno scontro di tale portata, aver visto morire un sacco di gente con cui avevo condiviso il Campo fino a quel momento, ed essermi ritrovata con la consapevolezza che una cosa simile sarebbe potuta succedere di nuovo in ogni momento, sarei potuta essere un po’ sotto stress anch’io. Bene, nel caso, avrei almeno potuto puntare sui sensi di colpa.

Così nobilmente risolto il mio dilemma su come finire nel posto sbagliato senza sollevare sospetti, usai il viaggio nell’ombra per arrivare al Nomo di Brooklyn; non trovai nessuno in giro questa volta, forse erano tutti a lavorare su quella rete di connessioni da qualche altra parte. Tra parentesi, avremmo dovuto trovare alla svelta informazioni su questa cosa, Setne le avrebbe volute sicuramente e se c’era un momento in cui dovevamo confermare la nostra lealtà al Team Fantasma Psicotico, era questo. Avrei affidato quel compito a Chad, lui si era già fatto la reputazione di quello che voleva correre ad aiutare quando avevamo scoperto le difese del Campo.

Non avevo mai visto Sadie così preparata e pronta a scattare all’azione come quando entrai nella sua stanza quel giorno. Bastone, bacchetta, borsa magica a tracolla, pantaloni malconci e giubbotto di pelle a mo’ di armatura: l’immagine bionda e adolescente di una Lara Croft magica.

 “Si va?” mi chiese con un gran ghigno. Io annuii, avendo cura di mostrare appena un pochino la mia stanchezza … e trasportai entrambe a Khom el-Shufaqa.

“Ma che?” fu la stranita e irritata reazione di Sadie.

“Come?” io fui semplicemente confusa e un po’ stordita, guardandomi attorno. Notai la sua espressione. “Non siamo nella tomba di Tutankhamon …?”

“Ehm, no. Non ho la più pallida idea di dove siamo, so solo che quelle statue mi stanno facendo venir voglia di prenderle a calci” Stava indicando le statue di Anubi in armatura.

Io crollai a sedere, fingendomi più esausta di quanto già non fossi. “Oh dei … ho sbagliato mira. Scusami, Sadie … davvero non riesco a connettere da quando c’è stata la battaglia, tra le ricostruzioni e le preparazioni …”

Okay, per tutto il suo egocentrismo, bisogna ammettere che Sadie era molto pronta a saltare nei panni della consolatrice quando si rendeva conto che un simile ruolo era richiesto.

“Ehm, sì, posso immaginare che debba essere stata una bella botta” balbettò. Probabilmente si sentiva davvero in colpa. “Mi dispiace … e io non ti ho neanche chiesto niente … scusa. Ti va di parlare?”

 “Tu non c’entri” mi affrettai a rassicurarla. “È solo che … ci ho mandate nel posto sbagliato, e non sono sicura che riuscirò a fare un altro viaggio nell’ombra nelle prossime ore. Sono abbastanza stancanti, rischierei di mandarci gli dei sanno dove e –“

“Non preoccuparti, sarebbe ridicolo se ti sforzassi più di tanto. E poi, sembra che questa sia proprio una tomba, no? Non quella che volevamo, ma ci sarà pure qualcosa di interessante. Voglio dire … ce la fai a fare un po’ di scarpinata …?”

“Certo” risposi, come se fossi un po’ piccata dall’insinuazione che non potessi farcela. Sadie annuì comprensiva, ed entrambe ci inoltrammo nelle catacombe.

Bene, e Sadie era nel posto giusto senza sospettare niente; ora dovevo solo aspettare che Becky si facesse viva. Per il momento, non sembrava star succedendo niente … certo, erano passati solo pochi minuti dal nostro arrivo … ma quanto ci avrebbe messo la piccola dea a notare la presenza del suo essere umano più odiato proprio nel suo territorio?

 E, a questo proposito: quanto ci avremmo messo prima di incappare negli inviati di Setne? In quel caso, avrei anche dovuto inventarmi una scusa, velocemente … ehi, forse se avessi detto loro che Sadie sembrava molto ansiosa di fare questo viaggio con me di tutte le-

 “Questo posto è abbastanza pazzo, non trovi?” chiese l’oggetto delle mie riflessioni, sottraendomi ad esse. “Voglio dire, sembra un gran casino di roba egizia, greca e romana. Non si ricordavano più che dei adoravano?”

 “Credo fosse più un tentativo di unificare tutte le culture” replicai. “Un po’ come stiamo facendo noi adesso, no? Mi sembra quasi confortante che ci abbiano provato già millenni prima di noi”

“Un accidente!”

Non se l’aspettava nessuna, quindi ci ritrovammo entrambe girate di scatto, con le armi in mano e un mezzo infarto.

Il proprietario della voce non era nessuno che conoscessi. Sembrava una strana versione di Winston Churchill in toga e truccato, di sicuro non aveva nulla a che fare con Becky, non mi risultava che fosse nell’esercito di Setne, non avevo idea di chi fosse e di cosa ci facesse lì e avrei volentieri fatto a meno di lui. Forse un qualche spirito protettore della tomba, a giudicare dal look non molto attuale? Ma sembrava in carne e ossa …oh, e aveva una spada al fianco. Ti pareva?

 “Claudio il Pazzo!” esclamò Sadie, che a quanto pareva conosceva benissimo il soggetto.

 “Chi è?”

 “L’ultima volta che l’ho visto, era un fantasma. Oh … quella parente di Chad l’aveva menzionato tra quelli che –“

“Piantala di parlare di me come se non fossi qui!” la rimproverò l’ex fantasma. “Io sono l’ex comandante delle legioni romane stanziate nella Valle delle Mummie Dorate.  I sacerdoti egizi mi impedirono l’accesso all’aldilà per millenni con le loro magie fallimentari, e come beffa finale, mandarono questa novizia, eretica o quello che è a distruggere il mio corpo. Hai idea di quanti problemi burocratici crei per l’aldilà? E una volta passate tutte le scartoffie, dove credi che mi abbiano piazzato? Alle Praterie degli Asfodeli, chiaro, perché a quanto pare aver tenuto sotto controllo qualche coltivatore di datteri in vita non è niente di così speciale da concedermi l’Elisio, e nessuno ha pensato a un indennizzo dopo quei millenni di noia assoluta che-“

“E quindi ti vendichi facendo venire a noi la noia assoluta” osservai, strappando una risatina a Sadie. “Cosa vuoi che ce ne freghi delle tue lagne? Sei qui, a quanto ho capito, per cercare di ucciderci. Passa direttamente a quello, per cortesia, almeno sarà più veloce!”

Il Pazzo prese le mie parole molto a cuore. “Ragazzina, ti ricordi di quando ho menzionato che ero comandante della mia legione? Voi maghi non siete mai stati alla nostra altez-“

“Stai a vedere” replicò Sadie, nello stesso momento in cui io trasformavo Afanisis e gli facevo notare che non ero una maga.

 “Zitta che gli mandiamo in confusione il cervello se chiamiamo la sua attenzione su due persone allo stesso momento” commentò Sadie. Poi Claudio caricò il suo attacco verso di me, e dimostrò che la mia amica aveva perfettamente ragione, perché non si concentrò affatto su di lei e il nibbio in cui si trasformò la sua bacchetta lo colse del tutto impreparato.

Mollò un fendente alla cavolo, cercando al contempo di colpire me e allontanare l’animale, e io lo disarmai semplicemente colpendogli la spada con abbastanza forza.

“Adesso ho capito perché lo tenevano a sorvegliare i coltivatori di datteri” commentai.

 Sentii un ticchettio, e un’imprecazione di Sadie. “Oh merda! È quel demone dell’esercito di Setne … questo qua era una distrazione!”

 A quanto ne sapevo, Claudio non era neanche compreso nel gruppo di esplorazione alle catacombe, ma non era il caso di specularci sopra insieme a Sadie. L’esercito di Setne, comunque, sapeva che eravamo lì: adesso iniziava la corsa alla corona vera e propria.

 Sadie legò Claudio con l’incantesimo tas (per chi se lo stesse chiedendo, la nostra lotta con lui durò cinque minuti, conversazioni comprese) e si lanciò all’inseguimento di Dakao. Io la seguii a ruota. Forza, Becky… si stanno per fare un sacco di magie qui, in un luogo di sepoltura, e una degli artefici sarà qualcuno che vuoi morto … non vorrai che qualcun altro ti porti via la chance …

Un urlo di Sadie in egizio antico mi riportò al combattimento immediato, giusto in tempo perché non corressi proprio addosso a Dakao, che si era visto spuntare davanti un muro dal nulla. Recuperai l’equilibrio e mi preparai a un fendente che avrei mancato, ma il demone giapponese mi tirò un’unghiata con gli artigli della mano che non sembrava affatto pensata per mancare il bersaglio.

Gli deviai il braccio con il piatto della spada, guardandolo malissimo, e Sadie corse al mio aiuto, il bastone trasformato in una delle sue amate leonesse. L’animale si lanciò subito all’attacco del demone, e iniziò una furibonda lotta ad artigliate; nel frattempo, il muro creato da Sadie tremava, ci doveva essere qualcuno dall’altra parte che lo bersagliava di colpi. Io e la mia amica ci scambiammo un’occhiata, probabilmente pensammo alla stessa cosa, lei sorrise, e il muro scomparve.

Mortimer, col pugno teso, perse l’equilibrio e precipitò in avanti, cadendo a terra e facendosi presto calpestare da Dakao e dalla leonessa, in un tripudio di imprecazioni. Luciano aveva attaccato con il suo bastone, quindi rimase immune alla nostra idea; si limitò a fissare il caos circostante, sorrise dicendo qualcosa a proposito di una felice coincidenza, e ci lanciò un tornado.

Io lo schivai, Sadie urlò un incantesimo che trasformò l’aria vorticante in alghe, e lo rispedì al mittente. Lo beccò in pieno, e questa volta il nostro avversario finì a terra, ingarbugliato in alghe appiccicose e pesanti. Con un sonoro crac!, la leonessa esplose e al suo posto i frammenti del bastone di Sadie caddero addosso ai suoi contendenti. Mortimer ne afferrò uno a mo’ di arma (forse iniziava ad evolversi pure lui) e caricò la sottoscritta.

 Facile controbattere a un bastone di legno con una spada in ferro infernale, vero? No, per niente, quando il tizio che tiene il bastone ha una forza sovrumana. Cercai di intercettare la sua bastonata con Afanisis, ma la pura forza del colpo mi fece volare l’arma via di mano, procurandomi anche una lussazione alla spalla. Imprecai, cercai di farmi venire in mente un piano per contrattaccare, non c’era, Mortimer mi puntava ancora con il bastone, corsi via.

Per essere una tattica di combattimento incredibilmente rozza, si rivelò parecchio efficace: senza neanche realizzare dove stessi correndo, andai a sbattere contro Luciano proprio mentre stava lanciando un terremoto contro Sadie, con il risultato che gli feci sbagliare mira e colpire una sezione di muro, che crollò rovinosamente e spedì qualche frammento di pietra in testa a Dakao, e in misura minore, a Sadie.

 “Ahia! Bel colpo!”

Luciano girò sui tacchi e filò via per le catacombe, Dakao e Mortimer si prepararono ad attaccare di nuovo … non se la stava filando, stava andando a recuperare la corona mentre gli altri due ci tenevano occupate.

“Ma che … dividiamoci anche noi!” la mia amica ebbe questa brillante idea. Non potevo perderla di vista neanche un istante, Becky poteva arrivare in qualsiasi momento, se Setne avesse avuto la corona sarebbe stato solo un dio in più in un’armata impressionante, il suo esercito poteva avere quella dannata corona.

“L’hai detto a voce alta, adesso sanno cosa aspettarsi!” replicai esasperata, e da lì mi comportai come se il piano fosse stato automaticamente bocciato, facendo del mio meglio per intralciare i nostri avversari con un braccio fuori uso. Oh, io avevo dei poteri collegati alla sfiga, vero?

“Mancate i vostri bersagli, tutti e due” gridai a Mortimer e Dakao. Il primo continuò imperterrito nel tentativo di caricarci e nella speranza di sfidare il fato, il secondo decise di usare quel potere che aveva sul caos e di far crollare altre pareti bloccando il percorso che aveva preso Luciano.

 Stavamo demolendo bene questo posto … su, stavamo dissacrando un luogo di sepoltura … perché Becky non si faceva viva?

“Leviamoceli dalle scatole, poi ripareremo il tunnel” decise Sadie, prima di strillare un altro incantesimo contro Dakao. Un geroglifico gli brillò sulla testa, e lui crollò a terra.

 “Incantesimo di sonno” riuscii a capire al di sopra delle imprecazioni di Mortimer. E poi l’acqua mi lanciò contro le macerie. Da dove usciva, finii sotto, mi tirai su alla svelta, vidi Regina.

“Lo sapevo che vi sarebbe servito aiuto” commentò tranquillamente. “Mortimer, tira su Dakao prima che anneghi!”

Io pensai a un modo perché la maga dell’acqua avesse sfortuna, forse – sentii un freddo pazzesco all’altezza delle ginocchia. Abbassai lo sguardo, e scoprii che tutta l’acqua si era trasformata in ghiaccio. Lanciai una rapida occhiata a Regina … sconvolta e spiazzata come tutti lì … sì! Finalmente, dannazione!

“Stai distruggendo le tombe” sentimmo la voce di Becky ancora prima di vederla. Mi colpì il suo suono: non solo sembrava molto più cupa e seria della volta precedente, ma sembrava appartenere a una bambina appena un po’ più grande, attorno ai cinque anni direi. I membri dell’esercito di Setne si scambiarono occhiate confuse, prima di illuminarsi in rapida successione, Sadie sbiancò.

 “Oh, ehm, tu

La dea del ghiaccio si degnò di fare la sua comparsa: parte dell’acqua congelata di Regina si frantumò, e le schegge si alzarono a formare la figura della bambina, solidificandosi poi in un corpo concreto. Bene, già così precoce aveva un gran gusto per le entrate in scena teatrali.

Comunque, il suo aspetto confermava la voce: era davvero più grande. Perché? Il fatto che la sua esistenza fosse stata ricordata da qualcuno – tutto il Ventunesimo Nomo di sicuro, molto probabilmente anche altri maghi avevano sentito parlare del ritorno di una divinità – le aveva permesso di uscire dallo stallo temporale, e riprendere a crescere? Oppure era un effetto dell’essere ospite nel corpo di un undicenne? Non ne avevo idea, e francamente al momento non era la cosa più importante.

Bene, avevo lì Becky! Ora dovevo solo pensare a un modo per attirarla alla Piramide Arena dove parlarle in privato per farla passare dalla nostra parte, il tutto naturalmente sotto il naso di Sadie e dell’esercito di Setne, e già che c’ero impedendo che mi uccidesse e che facesse troppo male a Sadie. Ero correntemente bloccata fino alle ginocchia in una spessa lastra di ghiaccio.

Come cavolo facevo?!

“Perché lo fai?” Becky proseguiva intanto il suo discorso a difesa delle tombe. “Papà odia che lo si faccia. Perché te lo lascia fare? O sa che lo stai facendo? Perché lo fai anche se a lui non piace? Cosa gli hai fatto? Gli hai fatto un sortilegio?”

Sadie, sotto questo fuoco di fila di domande, non era riuscita a spiccicare parola; si riprese solo a questo punto, e probabilmente con l’uscita più impacciata che potesse tirare fuori. “Nessun danneggiamento di tombe! È che quella sezione aveva bisogno di essere riparata, Wal – cioè, Anubi mi aveva chiesto di aiutarlo con queste cose …”

Probabilmente non voleva dipingersi come una nemica del padre cui chiaramente Becky teneva tantissimo, purtroppo proporsi come felice nuovo membro della famiglia non era sicuramente il modo di attirarsi i favori della dea bambina.

“Siamo io e la mamma che aiutiamo papà!” strillò lei, e un nuovo strato di ghiaccio coprì le pareti, avvicinandosi pericolosamente a Sadie. “Tu non ci sei! Tu non c’entri niente, non devi esserci! Vattene, e restituiscimi la mamma!”

 La mia povera amica … a sua difesa, nessuna quindicenne a questo mondo è preparata ad affrontare una figlia piccola del proprio fidanzato, tantomeno poi se la figlia in questione ha tutte le capacità e la volontà di ucciderla. Persone molto più adulte non saprebbero cosa fare in questa situazione.

Questo per dire che non la giudico per aver infilato una boiata via l’altra.

Fece la prima quando trasformò la sua bacchetta in un nibbio e la scagliò contro Becky. Era solo autodifesa, ma spaventò e infuriò la bambina al massimo livello.

“Non osare attaccarmi, brutta mortale stupida! Ti uccido!”

Sì, probabile che l’avrebbe fatto veramente, conclusi mentre un nibbio infilzato da spuntoni di ghiaccio apparsi dal nulla cadeva a terra, infrangendosi in pezzi di avorio. Dovevo trovare il modo di uscire di lì. Avrei potuto fare il viaggio nell’ombra a fuori-dal-ghiaccio? No, ero blocca-cavolo!

 Sadie aveva deciso che prima di tutto doveva liberare sé e i suoi alleati, aveva richiamato a sé i suoi frammenti di bacchetta, e in qualche modo era riuscita a improvvisare quello che probabilmente sarebbe dovuto essere un incantesimo di fuoco. Perché visti i risultati, dubito che i fuochi d’artificio fossero volontari.

Quei maledetti cosi schizzarono ed esplosero per tutto il corridoio in un tripudio di colori vivaci, facendo strillare tutti quanti. Almeno uno atterrò abbastanza vicino alla mia gamba da sciogliere il ghiaccio, ma non così tanto da ferirmi sul serio. Mi divincolai dalla poltiglia gelida che era stata il ghiaccio e cercai di arrancare in direzione di Becky.

La dea non aveva preso affatto bene il nuovo attacco: la temperatura stava precipitando (facendo anche crollare pezzi di muro nelle sue amate tombe, ma era troppo arrabbiata per accorgersene) e il ghiaccio si stava formando ovunque, sempre più stretto attorno a noi. Sentii uno scalpiccio di piedi, erano i membri dell’esercito di Setne che approfittavano della distrazione per filarsela a prendere la corona, non erano il problema principale in quel momento.

“Ketche … Becket … dea del ghiaccio!” richiamai la sua attenzione.

“È Kebechet!” protestò lei indignata.

“Scusa, ho un disturbo del linguaggio-“

“Eh?” sfuggì alla piccola dea. Negli ultimi millenni, si era anche persa le ultime scoperte sulla dislessia, a quanto pareva, perché la mia uscita sembrò lasciarla molto perplessa. La distrasse addirittura dal progetto di uccidere Sadie sul posto.

E la mia amica ovviamente ne approfittò, estraendo un secondo pezzo di corda dalla tasca ed eseguendo l’incantesimo tas. Quello che successe subito dopo è l’unica cosa che mi rese soddisfatta di me stessa in quei giorni.

Becky era troppo distratta, o forse nessun mago aveva mai cercato di legarla prima di allora, fatto sta che si lasciò prendere in pieno dall’incantesimo, strillò, perse l’equilibrio e, legata come un salame, cascò a terra. Le corde che la trattenevano si ricoprirono di ghiaccio, si sarebbero infrante in pochi istanti, e io scattai in quel momento. Non me ne resi neanche conto, ma riuscii a schizzare verso la dea, afferrarla e, prima che potesse reagire, trascinai entrambe via da lì con il viaggio nell’ombra, destinazione Piramide Arena.

Gran lavoro, tempismo eccezionale! Non avevo calcolato che il viaggio nell’ombra era abbastanza affine alla Duat. Becky era molto più preparata ad agire in quella situazione di quanto mi aspettassi.

Mentre eravamo ancora in viaggio, tra oscurità, sagome e rumori strani, le corde che imprigionavano la dea si spezzarono, lei mi urlò qualcosa in egizio antico, e improvvisamente fui ricoperta di neve. Letteralmente: uno strato di ghiaccio e neve si materializzò lì, nel bel mezzo dello spazio di viaggio, e mi ricoprì interamente. Sentii più freddo che mai in tutta la mia vita, dovetti chiudere gli occhi per non farci finire la neve, e sentii che ci eravamo fermate.

Fermate … dove? Eravamo arrivate alla Piramide? O l’attacco mi aveva mandata da tutt’altra parte? Anche se aprivo gli occhi, vedevo solo bianco. Non riuscivo a muovermi. Non sentivo niente.

Merda, e ora che facevo …?

 

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

ebbene sì, vi ho fatti aspettare un mese per questo capitolo cortissimo. Giuro che i prossimi saranno più lunghi, e infatti usciranno tra diversi mesi, anche perché si sta avvicinando la sessione di esame. Comunque, spero che sia stato un ritorno accettabile per Becky! Che nel prossimo capitolo, comunque, darà molto meno problemi di Tolomeo e Shakespeare.

  
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