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Autore: ElfaNike    14/05/2017    2 recensioni
Cosa succede quando degli adolescenti, rifiutati dal loro mondo e dalla loro famiglia, si ritrovano a fuggire in groppa a un drago, per salvare un prezioso potere? Quando l'incontro di mondi diversi porta a crescere e a capire...
"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."
Il Piccolo Principe
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sdentato si agitò dietro di loro. Hiccup tese una mano e gli intimò di calmarsi.
-Rapunzel...- sussurrò -Questo tipo è pericoloso... vai via. Trova Merida, cerca di aiutarla.-
-Ma Hiccup...-
-Va'. Io non sono da solo, c'è Sdentato con me.-
Rapunzel annuì, pallida, e voltò loro le spalle per tuffarsi nel sottobosco.
MacIntosh fece un verso d'approvazione: -Finalmente soli, barbaro.-
Hiccup estrasse il suo pugnale: -Sdentato, sta' indietro.-
-Credi forse che il tuo lucertolone faccia paura ad un eroe leggendario come il sottoscritto? Coraggio, monta in sella al tuo mostro! Io non ti temo!-
Hiccup lo guardò sgomento, prima di lasciarsi sfuggire un sospiro sconsolato: -Chissà perché Merida rifiutava di sposarsi, eh, amico?- mormorò al suo drago.
Sdentato scosse la testa con uno sbuffo contrariato, mentre Hiccup rispondeva: -Io... ehm... No, non sono un vigliacco, MacIntosh. Non sono ancora arrivato a questo punto.-
-Sciocco barbaro! Adesso pagherai per la tua insolenza!- e con un urlo che voleva essere di battaglia si lanciò contro il suo avversario.

Rapunzel correva lontano dal clangore del metallo che cozzava, fermandosi talvolta per guardarsi intorno. Non era in grado di seguire una pista, ma le tracce lasciate da Merida in fuga erano inconfondibili, rami spezzati, terreno morbido con segni di scivolate, muschio divelto. Il suo mantello, che era riuscita a piegare perché le contenesse i capelli, minacciava di disfarsi da un momento all'altro.
Saltando un tronco, tuttavia, scivolò e cadde carponi sull'erba, appena in tempo per finire fuori campo visivo di un gruppo di uomini a cavallo. Spostando i rami bassi di un cespuglio vide gli zoccoli degli animali sostare davanti al suo nascondiglio. Vide le bardature con lo stemma del sole giallo in campo viola, e comprese che erano i soldati reali.
“Ci stanno ancora cercando...?” allungò una mano sulla spalla e coprì protettivamente Pascal: -Non temere- sussurrò -Andrà tutto bene.-
Attese che i cavalieri si fossero allontanati, si rialzò guardinga, riprese la sua corsa disperata.

Jack combatteva in cielo, lontano da Merida, o da Hiccup, o da Rapunzel. Pitch era un avversario notevole e doveva ricorrere a tutta la sua potenza per difendersi. Gli stalloni neri erano diventati una massa inquieta e pericolosa che lo attaccava su tutti i lati, e lui doveva mantenere alta la concentrazione per non rimanere disarmato.
In mezzo a quel rimestare di sabbia oscura e incubi, tuttavia, aveva perso il suo bersaglio. L'Uomo Nero non si faceva vedere.
-Pitch! Vigliacco! Dove ti nascondi?- urlò, sperando di riuscire a cogliere un suo movimento. D'improvviso la luce del sole si oscurò. Dietro di lui Pitch si era alzato su una nuvola di nero terrore e aveva caricato una freccia cupa come l'onice nella sua direzione. Jack ebbe appena il tempo di schivare l'attacco per puntare a un riparo in mezzo agli alberi. Si lasciò praticamente cadere verso le fronde, ma un secondo colpo lo raggiunse al costato. Il dolore fu lancinante e per un istante perse la sensibilità al braccio destro. I rami si spezzarono sotto il suo peso ma riuscì comunque ad afferrarne uno con la mano sinistra e a frenare la caduta. Lo strappo alla spalla che subì gli fece mancare l'aria ai polmoni, ma si era evitato un brutto schianto. Solo allora notò che la mano destra aveva perso il suo bastone.

Merida sentiva ancora dolore nel punto dove quella pazzoide le aveva tirato i capelli. Sapeva di avere sempre Gothel alle calcagna, tuttavia non poteva più scappare. Non voleva più scappare.
Si arrestò di colpo e riprese fiato. Quando sentì di essere stata raggiunta raccolse un ramo da terra e lo brandì davanti a sé. Accidenti a lei, che si era dimenticata la spada sotto la sella di Sdentato!
Gothel avanzò da dietro un cespuglio: -Oh, ma per favore! Credi di farmi paura con quello?-
Merida non si lasciò intimorire e si lanciò all'attacco con un affondo, intercettato però dal pugnale, che la deviò di lato. La ragazza con un balzo uscì dalla portata dell'arma e studiò la sua avversaria: -Spiegami... perché ce l'hai tanto con me? Io non ti ho fatto niente!-
-Non mentire, ragazzina. Tu viaggi con un drago, ti ho vista allontanarti in volo dalla città, ieri sera.-
-Tu... eri in città?-
-Ma certo! Chi credi che abbia aizzato tutta quella folla contro te e il tuo mostro?-
-Ma tu sei pazza! Ci vuoi forse morti?!-
Dietro di lei, Rapunzel giunse silenziosamente, nascosta tra i cespugli del sottobosco.
-Non l'avevi ancora capito, sciocca? Ma certo che voglio uccidervi, te, il tuo compare, e quel lucertolone che vi portare dietro!- Rapunzel trattenne il fiato -Non voglio che neanche uno di voi scampi alla mia vendetta.-
Nascosta alle sue spalle, Rapunzel si strinse nelle mani, realizzando un lato di sua madre... di sua “madre”... che aveva sempre visto ma che non aveva mai compreso fino in fondo. La sua cattiveria innata le era sempre parsa naturale, ovvia addirittura, per educarla, per tenerla al sicuro. Non si era mai resa conto di quanto sua “madre” amasse infierire gratuitamente.
Ciononostante, se fino a pochi giorni prima per lei questo non aveva alcuna importanza, adesso questa perfidia si stava riversando su delle persone che con loro due -lei e Gothel- non c'entravano niente. Anzi, c'entravano: le avevano aperto gli occhi, e lei era loro debitrice.
Sapeva quello che Gothel stava facendo, e non poteva permetterlo. Cercando un modo di fermare una volta per tutte sua “madre”, ebbe un'idea improvvisa e imprudente, che subito le piacque, quando sentì uno scalpiccio di zoccoli in lontananza. Svelta com'era arrivata, tornò sui suoi passi.

-Vendetta?- ribatteva Merida -Vendetta per cosa?-
-Non agitare quel rametto in quel modo, mocciosa. Odio le persone agitate, mi fanno saltare i nervi!-
-Questo rametto, in mano mia, vale molto di più di quel pugnale in mano tua.-
-Che screanzata. E tu saresti una dei due forestieri che ha rapito il mio fiorellino dalla torre?-
-Noi non abbiamo rapito nessuno! Sei tu, piuttosto, che l'hai portata via dalla sua famiglia quando era ancora in fasce!- Merida caricò un altro fendente, Gothel schivò e affondò il pugnale sotto l'ascella della ragazza. Lei roteò su se stessa e parò il colpo prima che la raggiungesse, per arretrare di qualche passo.
-Io non accetto critiche da un'adolescente che è palesemente fuggita di casa!- sbottò Gothel seguendola e cercando di colpirla ripetutamente -Ma guardati, ti sei vista? Non sei nessuno, hai un volto insignificante e un portamento sgraziato e arrogante! Probabilmente i tuoi genitori ti hanno cacciata perché si vergognavano a darti in sposa a chicchessia!-
-Non è vero!- Merida cercò di attaccare, sorpresa e sconvolta. La donna si spostò di lato e lei le passò accanto.
-Oh, ci ho azzeccato, invece.- Gothel riprese ad avvicinarsi -Per cui sei fuggita dalla tua terra come una vigliacca, e adesso sei scappata anche dal cavaliere del drago.-
-Io non sono scappata da Hiccup...- serrò le mani attorno al bastone, puntandolo verso la donna.
-Oh sì, invece. Avete viaggiato fino a qui per rovinarmi la vita, e adesso che ti sei resa conto che la storia si sta facendo pericolosa hai deciso di toglierti dai pasticci nell'unico modo che conosci. Altrimenti, saresti corsa da lui per farti aiutare.-
-Sta' zitta! Sei una bugiarda!- Merida concatenò una sequenza di attacchi alla cieca che rischiarono di raggiungere pericolosamente Gothel. Un ricciolo dei capelli della donna si impigliò in una scheggia di corteccia e nella foga furono strappati. Lei si ritrasse e si portò una mano alla ciocca danneggiata, l'espressione feroce -Ah no?- rincarò, furiosa -Ti credi davvero così coraggiosa? Allora perché scappavi, prima?-
-Io non scappavo da Hiccup! Scappavo da...-
-Lo so da chi scappavi, sciocca. Scappavi da quell'imbecille di straniero. Eppure lui ti cerca con tutte le sue forze, piccola ingrata!-
-Io non sono un'ingrata! Tu non sai niente!-
-Non mi importa di non sapere niente! E neppure a lui, credimi! Alla sua testolina ottusa importa quello che gli racconto io, e io gli racconto che un drago ha ucciso la sua principessa. E sono certa che, in questo momento, il mio valoroso guerriero si sta battendo con tutte le sue forze per vendicare la sua amata perduta...-
-Che cosa hai fatto a MacIntosh, brutta strega?-
-Io? Niente! Lui sta combattendo in tua memoria, senza sapere che quell'altro barbaro ti sta difendendo, esattamente come ha fatto ieri quel Jack Frost...- Gothel, che aveva parlato con una voce rotta dalla rabbia, si interruppe.
-Come chi?- Merida abbassò l'arma, definitivamente senza parole.
-Oh, che sciocca, questo non dovevi saperlo!- rise istericamente Gothel, portandosi una mano al petto -A questo punto devo proprio ucciderti.- riuscì ad afferrare con la sinistra il bastone e lo tenne puntato verso il basso, alzando il pugnale contro il cielo.
-NO!- si ribellò Merida, bloccandole il polso prima che calasse su di lei -Tu hai già fatto del male a tanta gente, non ti permetterò di farne altro ai miei amici, sopratutto a Rapunzel, che ti ama come fossi sua madre!-
-A ME NON INTERESSA NIENTE DI RAPUNZEL!- le sputò in faccia Gothel, cercando di liberarsi dalla presa salda della giovane -IO VOGLIO I SUOI CAPELLI E IL LORO POTERE, E VOI NON ME LO PORTERETE VIA, BRUTTI MOCCIOSI!-

Quando Rapunzel era corsa lontano dalla radura, aveva cercato in tutti i modi di seguire il rumore di zoccoli senza perderlo. Sapeva che l'oggetto della sua ricerca era in quella stessa zona e sperava che non si fossero allontanati troppo.
Il primo che vide fu Max, che ricambiò il suo sguardo con un'espressione interrogativa.
-Max! Da questa parte!- agitò una mano, poi si diresse verso il punto in cui aveva lasciato Merida.
Lo stallone prese a seguirla senza esitazione, tallonato dagli altri cavalli, tra le esclamazioni di stupore dei loro cavalieri. La ragazza sentiva i piedi dolerle immensamente, ma sapeva di avere poco tempo. Ripercorse in tutta fretta la strada da cui era venuta e, una volta a portata d'orecchi, con una ciocca si issò sul tronco più vicino, celandosi tra le fronde. Fu allora che sentì Gothel sbraitare.
-A ME NON INTERESSA NIENTE DI RAPUNZEL! IO VOGLIO I SUOI CAPELLI E IL LORO POTERE, E VOI NON ME LO PORTERETE VIA, BRUTTI MOCCIOSI!-
-Qu... quale potere?- deglutì Merida, schiacciata dalla cieca furia della donna.
-Il potere della vita eterna, sciocca ottusa ragazzina!- Max e i suoi cavalieri arrivarono in quel momento -Un potere immenso che ho conquistato secoli fa e da cui da allora non mi sono più separata! Io sono la donna più bella del regno e lo sarò sempre, sempre sarò viva, anche oltre questo insulso regno e tutti i suoi abitanti. IO RIMARRO' GIOVANE PER L'ETERNITA'!-
Merida, a udire ciò, ignorò il dolore alla testa e si armò di tutta la sua rabbia. Con un colpo secco respinse Gothel e invertì l'esito di quella prova di forza. Era più giovane, più allenata, più abituata allo scontro. L'idea di battersi contro una dama, che aveva inibito il suo spirito di guerriera, fu sostituita dall'unica preoccupazione di impedire a quella pazza di rovinare ulteriormente la vita di Rapunzel. Serrò la presa intorno al polso della donna e la obbligò a lasciare andare l'arma, quando una voce di uomo le perforò i timpani: -STREGHE!-
Le due contendenti si voltarono e videro le guardie reali arrivare al galoppo verso di loro. Staccatesi in una frazione di secondo, fuggirono in due direzioni diverse. Appena fu abbastanza lontana, tuttavia, Merida fu avvolta da una spessa ciocca di capelli biondi e in uno istante si ritrovò issata in mezzo alle fitte fronde di un albero. I due soldati che la inseguivano non si fermarono e si allontanarono, cercandola.
Quando si rese conto di quello che era successo, si lasciò sfuggire un singhiozzo -Rapunzel!- le due ragazze si abbracciarono sollevate.
-Stai bene?-
-Sì.- Merida si strofinò la testa, in bilico su un ramo -Rapunzel, tua madre è pazza!-
-Quella non è mia madre.- rispose cupamente l'altra ragazza.
Merida la osservò perplessa per un momento, poi riprese: -Ascolta... dobbiamo trovare Hiccup e impedire che lui e MacIntosh si facciano male a vicenda. E poi...-
-E poi?-
-Gothel ha parlato di un altro tizio che ci protegge...- lasciò la frase in sospeso, soprappensiero.
-Pensi che sia lo spirito della neve?- azzardò dopo un momento Rapunzel.
-È probabile. Ha parlato di un certo “Jack Frost”.-
-Jack Frost. Che sia davvero lui?-
-Penso di sì.-
-Va bene.- stabilì allora Rapunzel -Cerchiamoli.-

Hiccup era in difficoltà. Senza alcun dubbio. Abituato com'era a battersi (o a vedere gli altri battersi) con asce e scudi, non era particolarmente pratico di combattimento con i pugnali, mentre il suo avversario si era palesemente allenato tutta la vita a tirar di spada.
“Maledizione” imprecò, arretrando. Dalla sua aveva il solo fatto di essere mancino, che lo rendeva un avversario inusuale a cui probabilmente MacIntosh era poco abituato. Aveva cercato di afferrare il suo braccio tatuato, aveva provato a disarmarlo, ma quello straniero, nonostante la sua palese immaginazione distorta, dimostrava un'abilità di spada considerevole.
-Si può sapere cosa vuoi da noi?- esclamò, esasperato.
-Io vendicherò la bella Merida, povero villico, e porterò la sua memoria come vessillo di vittoria a suo padre!- MacIntosh acquisì una perfetta posizione di attacco, con la lama che riluceva al sole e il braccio elegantemente sollevato sopra la testa.
-Per l'ultima volta- ripeté spazientito Hiccup -Merida è viva. La stiamo cercando perché l'abbiamo sentita urlare.-
-Non mentire! Ho visto il suo abito stracciato, non può che essere stata aggredita da un mostro come il tuo!-
-E piantala!- Hiccup abbandonò ogni tecnica, sgusciò sotto la spada tesa e si lanciò su di lui, atterrandolo. MacIntosh cacciò uno strillo e si allontanò strisciando sulla schiena il più velocemente possibile per rimettersi a sedere prontamente, ma ormai Hiccup gli aveva afferrato la mano armata e gliel'aveva bloccata per terra.
Il ragazzo tirò un paio di volte ma il vichingo non mollò la presa.
-Oh. Mi ascolti, adesso?-
MacIntosh caricò l'altra mano dietro di lui: -Sì... va bene, ti ascolto...- ma a tradimento lo colpì con un gancio alla tempia, e con un calcio nello stomaco lo mandò lontano da lui. Rialzatosi in piedi si avvicinò trionfante, caricando un fendente che voleva essere il colpo di grazia: -Ed egli punì l'infingardo straniero...- declamò -... per la gloria e la vendett... AH!- strillò ancora, facendo un salto indietro: Sdentato, indignato per quel colpo sleale, aveva scavalcato Hiccup, ancora rannicchiato per terra, con le zampe anteriori, per tenerlo sotto di sé, e aveva azzannato la lama della spada. Con un movimento deciso aveva privato MacIntosh della sua arma e l'aveva sputata lontano.
Il ragazzo, terrorizzato, era saltato sul cavallo urlando come un matto: -Tradimento! Battuto da un colpo basso di un mostro e del suo padrone! Tradimento!- ed era scappato al galoppo.
Sdentato ridacchiò soddisfatto e fece un passo indietro, lasciando che Hiccup si rialzasse.
-Grazie, amico.-
Il vichingo si sedette contro il drago, massaggiandosi la tempia: -Gente interessante, eh?- ridacchiò -Spero solo che le ragazze stiano bene...-
-Hiccup!-
-Parli del diavolo...- sorrise sollevato, quando un turbine di capelli rossi e oro lo avvolse con sollecita preoccupazione -Ragazze, state bene?-
-Sì, sì, tranquillo.-
-Che è successo al ragazzo che ti ha sfidato?-
-Dov'è MacIntosh? Davvero vi siete sfidati?-
-Be', sì che si sono sfidati, e lui ha anche vinto, se no non saremmo qui a parlargli, non trovi?-
Hiccup sospirò tranquillo, mentre le due ragazze si scambiavano vivacemente tutti quei commenti.
-Sì, ho vinto. Più o meno... Sdentato ha strappato la spada a MacIntosh e lui se l'è data a gambe.- raccontò, indicando l'arma, dimenticata nell'erba.
Merida andò a raccoglierla: -Fantastico! Abbiamo vinto una spada, allora!-
-E a te, invece, cos'è successo? Perché ti eri messa a gridare?-
-Non ci crederai. Ho incontrato quella pazza di Gothel!-
-Davvero?-
-Già. E ho scoperto un po' di cose.-
Rapunzel, che si era incupita di nuovo, la guardò sbigottita: -Sul serio?-
-Sì. Per esempio...- Merida sfiorò il capo della ragazza -...ho scoperto il potere dei tuoi capelli.-
Hiccup le guardò confuse, così Rapunzel spiegò brevemente, con un'alzata di spalle: -Ho dei capelli che si illuminano quando canto.-
-COSA?!-
-Ahi... Hai raggiunto la stessa acutezza di MacIntosh!- si lamentò Merida massaggiandosi l'orecchio.
Rapunzel ridacchiò, ma Merida era già di nuovo seria: -Ho anche scoperto come si chiama (forse) lo spirito della neve...-
-Perfetto!-
-Si chiama Jack Frost- lo informò Rapunzel.
-...e ho la brutta sensazione che possa trovarsi nei guai.- concluse Merida.

Jack avanzava a tentoni per la foresta. Si teneva il fianco ferito, mentre la mano destra dondolava inerte. Aveva perso il suo bastone, e questo gli impediva qualunque mossa: niente agilità, niente volo, niente neve. Si sentiva inerme.
-Dove ti nascondi, Jack?- la voce melliflua dell'Uomo Nero lo seguiva dappertutto.
Lo spirito si accasciò dietro una roccia, cercando con gli occhi il suo bastone.
-Non credono davvero in te, Jack. Perché continui a proteggerli?- Pitch scagliò una nuvola scura contro un tronco. La nuvola si dissolse e si ricompattò dall'altra parte sotto forma di schegge tintinnanti.
Jack strisciò lontano.
-Perché non te ne vai? Lasciali a me... ti salveresti la vita!- una roccia esplose poco lontano da lui.
-Siamo entrambi indeboliti, Jack. Il sole dirada le mie tenebre e scioglie il tuo ghiaccio. Non è il miglior campo di battaglia.- le fronde di un faggio furono trivellate da una pioggia di aghi neri -Arrenditi, sarebbe la scelta più saggia.-
Jack sollevò leggermente la testa per controllare dove si trovasse Pitch, e finalmente lo vide, il suo bastone! Era incastrato fra due tronchi cresciuti uno sull'altro a una decina di metri da dove si trovava lui. Se solo fosse riuscito a raggiungerlo...
-Ti ho trovato!- Pitch comparve sopra di lui. Jack tentò di correre via ma una massa di sabbia nera gli avvolse le gambe, impedendogli i movimenti -No, Pitch!- l'Uomo Nero sollevò dietro di lui la sua falce di onice nera, compiendo un ampio movimento ad arco per concludere definitivamente quella battaglia. Dopo aver rallentato un secondo, Pitch calò l'arma.

-NO!- un urlo di ragazza gli perforò i timpani.
Jack riaprì piano gli occhi. Davanti a lui, una massa di ricci rossi e un vestito verde.
-Ragazzi, l'ho trovato!- urlò Merida, girando di lato la testa. Era scivolata fra lui e la falce e aveva bloccato l'arma con la lama della sua spada. Adesso faceva forza con entrambe le mani per evitare che Pitch la sopraffacesse.
L'Uomo Nero spinse con tutte le sue forze: -Tu... ci vedi?- ringhiò.
-Tu... mi vedi?-
-Ma certo che ti vedo, stupido! Levati di lì, prima che facciamo una brutta fine!-
Jack fu avvolto da dei morbidi capelli biondi e si sentì tirare gentilmente lontano. Merida digrignò i denti e ci mise tutta la sua forza per respingere l'attacco dello spirito avversario, che fu definitivamente allontanato da Hiccup, in sella a Sdentato. Il drago ringhiò minaccioso verso l'Uomo Nero, completamente basito da quell'inaspettata intromissione: -Ma com'è possibile?-
-Be', sai... quando uno di noi è nei guai...-
-...noi interveniamo!-
Pitch aveva un'espressione furiosa: -Non so come facciate a vederci...-
-Allora, non ti batti?-
-...ma la prossima volta non vi sarà così facile liberarvi di me. Stupidi ragazzini!- arretrò, scomparendo in una nuvola di polvere nera.
Quando fu chiaro che erano soli, Hiccup e Merida raggiunsero Jack, ancora fra le braccia di Rapunzel. Sdentato si avvicinò, posandogli accanto il suo bastone.
-Ehi, Sdentato... eh eh... è tanto che non ci si vede, amico...-
-Stai bene?-
-No che non sta bene... la vedi la ferita?-
-Basta che non sia svenuto...-
Hiccup gli tese la mano: -Riesci a rialzarti?-
Jack la prese e provò a mettersi in piedi, ma cadde e dovette sostenersi al muso di Sdentato: -Voi... voi... riuscite a... vedermi?-
-Vederti... sentirti... ma certo! Come ti avremmo trovato altrimenti?- rispose vivacemente Merida e Rapunzel ridacchiò.
Hiccup, invece, si avvicinò a Jack e studiò la sua ferita: -Non sembri messo bene.-
-No, in effetti... Ma non preoccuparti- Jack si appoggiò al suo bastone -Mi passerà in fretta.- le gambe gli cedettero, Hiccup e Merida lo sostennero prontamente. Lui rabbrividì, al contatto con i loro corpi, e sorrise estasiato.
Rapunzel sospirò: -Ragazzi... credo... credo sia il momento di farvi vedere una cosa.-
I due viaggiatori si scambiarono un'occhiata preoccupata.

Rapunzel fasciò con cura il torso di Jack. Quando tutto fu pronto, la ragazza intonò il suo dolcissimo canto, appellandosi al fiore celeste perché le venisse in aiuto. La sua chioma si accese di una luce calda che percorse i capelli dalla radice alla punta, illuminando i tre ragazzi che le sedevano intorno.
Quando il canto terminò e i capelli tornarono... “normali”, Jack si alzò e mosse il braccio. Poi si inginocchiò davanti a lei e, abbassando lo sguardo in quello della ragazza, mormorò: -Grazie.-
Rapunzel sorrise timidamente: -Non c'è di che...-
-Adesso capisco perché Gothel non voleva farti uscire da quella torre.- considerò Hiccup -Un potere del genere è... enorme.-
Rapunzel si strinse nelle spalle -Non lo so. Non ho mai potuto davvero rendermene conto.-
L'altro ragazzo annuì -E adesso cosa farai?-
-Come cosa farà? Resterà con noi, mi sembra ovvio!- Merida le prese le mani, entusiasta -E pure tu, se prometti di non prendermi più di mira con la tua neve.- proseguì, rivolta a Jack.
Lo spirito rise, volando su un ramo sopra di loro: -Non posso garantirtelo, Merida!-
-Quindi resteremo insieme?-
-Ma certo!- la ragazza ignorò Hiccup, che cercava di parlare -In fondo siamo amici, no?-
Gli altri tre annuirono contenti. Hiccup montò su Sdentato, offrendo a Merida una mano per salire dietro di lui. Jack prese Rapunzel in braccio, e tutti si librarono in aria. Finalmente, liberi.

 




Angolino dell'autrice:
Prego leggere fino in fondo!!
Qualche precisazione sul personaggio di Gothel: a quanto pare il suo ruolo all'interno di questa storia finisce qui...? La trama seguiva il percorso di liberazione di Rapunzel dalle grinfie di sua “madre”, per cui sì, l'antagonista principale sembra essere stata sconfitta.
Mi rendo conto di aver fatto fare ad una donna così precisa e calcolatrice un paio di errori che poi hanno permesso a Merida di scoprire alcune scomode verità (vedi Jack e il potere dei capelli), ma qui entra in gioco lo stesso impeto di insofferenza che ha spinto la donna a dire “tu resterai in questa torre tutta la vita!”: si è trovata ad un momento cruciale del suo piano, se avesse fallito avrebbe perso sua “figlia”, e si è trovata davanti ad un personaggio esagitato come Merida, che per una come lei deve apparire davvero irritante...! Ho inoltre calcato molto sul fatto che Gothel dichiari chiaramente la sua indifferenza sostanziale per Rapunzel, in funzione di quello che verrà dopo e anche per rendere netto il distacco fra lei e sua “figlia”...
Per quanto riguarda MacIntosh, ho solo una chicca: lo strillo che caccia quando interviene Sdentato assomiglia nella mia testa a questo qui: https://www.youtube.com/watch?v=GNX_qRoFWUQ
E poi, INFINE!, i tre ragazzi riescono a vedere Jack! Mi ha elettrizzato molto scrivere del momento in cui Merida, con una scivolata epica, si frappone tra lo spirito e la falce nera! I tre giovani che finora sono stati protetti finalmente possono proteggere a loro volta il loro protettore! Brividiabadibidi!

QUINDI!
La fanfic finisce qui? Ebbene, per la gioia di chi mi segue (ironicamente parlando per chi non vedeva l'ora che finisse, o che pensa che questa potesse essere una degna conclusione) niente affatto. Con questo capitolo si conclude la prima delle tre parti che compongono la storia nella sua totalità. Niente paura! Non ci vorranno altri quattro mesi per parte: la seconda sarà solo un intermezzo per tirare un po' il fiato in vista delle avventure finali e conterà solo quattro capitoli, mentre la terza parte (che è già in cantiere)... be', di quella parleremo più avanti. Avviso già che non mi piacciono le storie infinite, trovo che dopo un po' stanchino: la mia trama è già bell'e pronta fino alla fine e nel momento in cui avrò concluso l'ultimo capitolo, ridurrò sicuramente il periodo di attesa tra una pubblicazione e l'altra, per poter passare ad altre produzioni a cui sto già lavorando nella mia testolina!

Vorrei infine ringraziare a questo punto ancora tutti quelli che mi leggono (e che non sono ancora scappati) e i due angeli custodi che hanno sempre trovato il tempo, nonostante i loro impegni, di lasciarmi scritte le loro impressioni!

Alla prossima
Nike

  
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