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Autore: jillien    09/06/2009    3 recensioni
“Chi sei?” mi chiede diffidente.
“Mi chiamo Gabriel, l’Oscuro Signore vi avrà avvertito di avere un regalo per voi, ebbene eccomi” dico con una riverenza. Alzo gli occhi e lo vedo ancora nella medesima posizione, lo sguardo ancora fisso su di me per qualche attimo, poi si alza e mi viene incontro.
“E così sei tu” sussurra. Mi poggia una mano su una spalla, le dita sganciano il fermaglio che teneva il mantello, che ora giace ai miei piedi. Poi si sposta sul collo, infine sulla guancia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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ONE

Una o due cosette al volo:

1)Forse qualcuna delle persone che sta leggendo l’altra mia fic leggerà anche questa. Non ho abbandonato de anima, sta solo andando al rilento per cause di forza maggiore (ispirazione in primis,il capitolo è quasi pronto ma devo trovare un modo di far sbloccare la situazione come vorrei)

2)Questa storia è narrata dal punto di vista del Nuovo Personaggio, la prima parte è l’introduzione per Severus.

 

Dopo avervi ammorbato con il discorso introduttivo non mi resta che augurarvi una buona lettura e sperare che vi piaccia! Lasciate un commentino se vi va.

Ps. Forse Severus può essere un po’ OOC, secondo me no però non si sa mai.

 

 

 

 

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quotienscumque

 

Tutte le volte che

 

 

 

 

But hold your breathe
Because tonight will be the night
That I will fall for you
Over again
Don't make me change my mind
Or I won't live to see another day
I swear it's true

 

Secondhand Serenade- Fall for you

 

 

Ancora una volta hai dovuto eseguire gli ordini del tuo padrone. Hai mentito, torturato, ucciso, tutto per continuare il piano di Silente. Hai dovuto sottostare ai suoi voleri, hai banchettato per festeggiare l’ennesimo omicidio, almeno fino a quando non ti ha lasciato libero di andare.

“Posso ritirarmi, mio Signore?”

Ti sei inginocchiato davanti a lui, hai serrato le labbra, il volto coperto dai capelli lunghi fino alle spalle. L’Oscuro Signore ti ha guardato con una smorfia che ha la parvenza di un sorriso, il calice di vino rossa tro le lunghe dita sottili.

“Vai pure, Severus, ma spero che non sarai stanco, ho in serbo una sorpresa per te, perché non si dica che Voldemort non sa ricompensare adeguatamente chi gli è fedele.”

Un ultimo inchino e te ne vai velocemente, una fitta alla bocca dello stomaco fa presagire la fine che di lì a poco farà il poco cibo che hai mangiato; infatti appena arrivato alle tue stanze ti precipiti in bagno e mentre ti sciacqui la bocca sorridi amaramente: chissà cosa direbbe Molly Weasley se sapesse perché sei sempre così magro ed emaciato… forse la prossima volta che ti chiederà di rimanere a cena perché così potrà controllare se mangi le dirai la verità…che non riesci a tenere un pasto nello stomaco più di qualche minuto perché il ricordo di quello che fai, che sei, non te lo consente.

Ti butti sul letto, chiudi gli occhi e cerchi di rilassarti e di non pensare.

 

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Ancora una volta ho dovuto eseguire gli ordini del mio padrone, ed ora sono davanti a lui. Mi ha fatto chiamare perché ha un compito per me, per questa notte sarò il regalo per il suo prediletto, dovrò fare tutto quello che mi sarà ordinato. Spero che non sia come l’ultimo Mangiamorte che ha compiaciuto il mio padrone, di lui porto ancora i segni.

Con un ultimo inchino mi dirigo verso la mia Stanza, mi preparo velocemente: un vestito leggero, una pettinata ai capelli e via, non ho intenzione di sprecare troppo tempo per piacere a qualcuno che non avrà il minimo riguardo. Prima di uscire mi guardo allo specchio. I lunghi capelli neri coprono la schiena e qualche cicatrice, ricordi di molte notti, gli occhi chiari hanno sempre la stessa malinconica espressione il fisico esile è fasciato dal vestito verde, prendo il mantello ed esco.

Mi chiudo la porta alle spalle e mi dirigo verso la Stanza del prediletto di turno, chissà cosa avrà fatto per meritarsi tanto compiacimento….e’ l’ultima del corridoio del primo piano del maniero, arrivo davanti alla porta e busso facendo un grosso sospiro per calmarmi. Il cuore mi batte all’impazzata mentre aspetto che venga ad aprire, busso una seconda volta ma già al secondo battere la porta si apre con un cigolio.

Entro e finalmente vedo l’uomo a cui dovrò far “compagnia” questa notte. E’ seduto sul letto con la bacchetta ancora puntata verso la porta.

“Chi sei?” mi chiede diffidente.

“Mi chiamo Gabriel, l’Oscuro Signore vi avrà avvertito di avere un regalo per voi, ebbene eccomi” dico con una riverenza. Alzo gli occhi e lo vedo ancora nella medesima posizione, lo sguardo ancora fisso su di me per qualche attimo, poi si alza e mi viene incontro.

“E così sei tu” sussurra. Mi poggia una mano su una spalla, le dita sganciano il fermaglio che teneva il mantello, che ora giace ai miei piedi. Poi si sposta sul collo, infine sulla guancia.

“E così l’Oscuro Signore ti ha mandato da me come premio?”chiede ancora.

“Esattamente. Per questa notte io eseguirò ogni vostro ordine” rispondo abbassando la testa.

“Ogni mio ordine…” Sfiora un’ultima volta la guancia con le dita lunghe prima di sedersi vicino alla finestra. Ora capisco perché ha scelto questa stanza: la vista del cielo è magnifica.

“Andromeda…”Sussurro

“Prego?”

“Nulla” mi affretto a riabbassare la testa

“Ripeti quello che hai detto” mi ordina.

“Andromeda”

Sorride scettico “Ti interessi di astonomia?”

“Si signore, trovo il cielo irresistibile.”

“E perché mai?”

“Libertà…” mi lascio sfuggire un sussurro, ma abbastanza forte perché lo senta. Mi porto le mani alla bocca allarmata, l’ultima volta che ho parlato di libertà..beh i segni sulla schiena non me li sono fatti durante un incontro con un ippogrifo, eppure quell’uomo mi stupisce, sorride amaramente prima di riportare la sua attenzione al cielo.

“Già, la libertà. E’ un bene prezioso”

Si sposta sul letto, sedendosi sul bordo e facendomi segno di sedermi accanto a lui, rimane immobile degnandomi di qualche occhiata mentre fisso il pavimento, indecisa sul da farsi. E’ la prima volta che mi trovo in questa situazione, solitamente i Mangiamorte a cui sono donata si prendono ciò che vogliono senza troppi complimenti per lasciarmi libera solo quando si sono addormentati, libera di andare nelle mie Stanze a rigirarmi nel letto cercando inutilmente di prendere sonno. Mentre sono lì che penso mi sfiora un’altra volta la guancia con la punta delle dita per poi alzarsi e prendere una camicia dal baule.

“Mettitela” mi dice secco.

Mi alzò un po’ riluttante e mi tolgo il vestito, quando il primo segno fa la sua comparsa non più coperto dalla stoffa sottile o dai capelli lo vedo serrare i denti per un attimo, prima di voltarsi per lasciarmi cambiare. Quando ho fatto mi indica ancora il letto con un cenno del capo, fissandosi sulle mie leggere occhiaie.

“Da quanto tempo non dormi?” sussurra

“Non ha importanza, signore” rispondo servizievole.

“Devi obbedire ai miei ordini – mi prende il mento con due dita- qualunque, e questo implica rispondere a qualsiasi domanda che ti pongo”

Ghigna e io deglutisco.

“Sdraiati” e mentre io sono sul letto lui evoca una poltrona di pelle nera e si accomoda su di essa, tra il letto e la finestra; lo guardo senza capire mentre il suo ghigno si apre di più

“Nel caso te lo stia ancora chiedendo non ho nessuna intenzione di toccarti, non sono un animale come molti dei miei compagni” guarda nuovamente il cielo.

“Questa notte si dovrebbero vedere bene le stelle”sussurra più a se stesso che a me.

“Anche la Cintura di Orione…” si gira sorpreso

“Allora le stelle ti piacciono davvero, non era solo un modo di compiacermi.”

Sorrido sinceramente per la prima volta dopo, forse, anni. E quello è stato solo il primo.
   
 
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