Una o due cosette al volo:
1)Forse
qualcuna delle persone che sta leggendo l’altra mia fic leggerà anche questa. Non
ho abbandonato de anima, sta solo andando al rilento per cause di forza
maggiore (ispirazione in primis,il capitolo è quasi pronto ma devo trovare un
modo di far sbloccare la situazione come vorrei)
2)Questa
storia è narrata dal punto di vista del Nuovo Personaggio, la prima parte è l’introduzione
per Severus.
Dopo avervi
ammorbato con il discorso introduttivo non mi resta che augurarvi una buona
lettura e sperare che vi piaccia! Lasciate
un commentino se vi va.
Ps. Forse Severus
può essere un po’ OOC, secondo me no però non si sa mai.
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quotienscumque
Tutte le volte che
But hold your
breathe
Because tonight will be the night
That I will fall for you
Over again
Don't make me change my mind
Or I won't live to see another day
I swear it's true
Secondhand Serenade- Fall for you
Ancora una
volta hai dovuto eseguire gli ordini del tuo padrone. Hai mentito, torturato,
ucciso, tutto per continuare il piano di Silente. Hai dovuto sottostare ai suoi
voleri, hai banchettato per festeggiare l’ennesimo omicidio, almeno fino a
quando non ti ha lasciato libero di andare.
“Posso
ritirarmi, mio Signore?”
Ti sei
inginocchiato davanti a lui, hai serrato le labbra, il volto coperto dai
capelli lunghi fino alle spalle. L’Oscuro Signore ti ha guardato con una
smorfia che ha la parvenza di un sorriso, il calice di vino rossa tro le lunghe
dita sottili.
“Vai pure,
Severus, ma spero che non sarai stanco, ho in serbo una sorpresa per te, perché
non si dica che Voldemort non sa ricompensare adeguatamente chi gli è fedele.”
Un ultimo
inchino e te ne vai velocemente, una fitta alla bocca dello stomaco fa
presagire la fine che di lì a poco farà il poco cibo che hai mangiato; infatti
appena arrivato alle tue stanze ti precipiti in bagno e mentre ti sciacqui la
bocca sorridi amaramente: chissà cosa direbbe Molly Weasley se sapesse perché
sei sempre così magro ed emaciato… forse la prossima volta che ti chiederà di
rimanere a cena perché così potrà controllare se mangi le dirai la verità…che
non riesci a tenere un pasto nello stomaco più di qualche minuto perché il ricordo
di quello che fai, che sei, non te lo
consente.
Ti butti sul
letto, chiudi gli occhi e cerchi di rilassarti e di non pensare.
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Ancora una
volta ho dovuto eseguire gli ordini del mio padrone, ed ora sono davanti a lui.
Mi ha fatto chiamare perché ha un compito per me, per questa notte sarò il
regalo per il suo prediletto, dovrò fare tutto quello che mi sarà ordinato.
Spero che non sia come l’ultimo Mangiamorte che ha compiaciuto il mio padrone,
di lui porto ancora i segni.
Con un ultimo
inchino mi dirigo verso la mia Stanza, mi preparo velocemente: un vestito
leggero, una pettinata ai capelli e via, non ho intenzione di sprecare troppo
tempo per piacere a qualcuno che non avrà il minimo riguardo. Prima di uscire
mi guardo allo specchio. I lunghi capelli neri coprono la schiena e qualche
cicatrice, ricordi di molte notti, gli occhi chiari hanno sempre la stessa
malinconica espressione il fisico esile è fasciato dal vestito verde, prendo il
mantello ed esco.
Mi chiudo la
porta alle spalle e mi dirigo verso la Stanza del prediletto di turno, chissà
cosa avrà fatto per meritarsi tanto compiacimento….e’ l’ultima del corridoio
del primo piano del maniero, arrivo davanti alla porta e busso facendo un
grosso sospiro per calmarmi. Il cuore mi batte all’impazzata mentre aspetto che
venga ad aprire, busso una seconda volta ma già al secondo battere la porta si
apre con un cigolio.
Entro e
finalmente vedo l’uomo a cui dovrò far “compagnia” questa notte. E’ seduto sul
letto con la bacchetta ancora puntata verso la porta.
“Chi sei?” mi
chiede diffidente.
“Mi chiamo
Gabriel, l’Oscuro Signore vi avrà avvertito di avere un regalo per voi, ebbene
eccomi” dico con una riverenza. Alzo gli occhi e lo vedo ancora nella medesima
posizione, lo sguardo ancora fisso su di me per qualche attimo, poi si alza e
mi viene incontro.
“E così sei
tu” sussurra. Mi poggia una mano su una spalla, le dita sganciano il fermaglio
che teneva il mantello, che ora giace ai miei piedi. Poi si sposta sul collo,
infine sulla guancia.
“E così
l’Oscuro Signore ti ha mandato da me come premio?”chiede ancora.
“Esattamente.
Per questa notte io eseguirò ogni vostro ordine” rispondo abbassando la testa.
“Ogni mio
ordine…” Sfiora un’ultima volta la guancia con le dita lunghe prima di sedersi
vicino alla finestra. Ora capisco perché ha scelto questa stanza: la vista del
cielo è magnifica.
“Andromeda…”Sussurro
“Prego?”
“Nulla” mi
affretto a riabbassare la testa
“Ripeti quello
che hai detto” mi ordina.
“Andromeda”
Sorride
scettico “Ti interessi di astonomia?”
“Si signore,
trovo il cielo irresistibile.”
“E perché
mai?”
“Libertà…” mi
lascio sfuggire un sussurro, ma abbastanza forte perché lo senta. Mi porto le
mani alla bocca allarmata, l’ultima volta che ho parlato di libertà..beh i
segni sulla schiena non me li sono fatti durante un incontro con un ippogrifo,
eppure quell’uomo mi stupisce, sorride amaramente prima di riportare la sua
attenzione al cielo.
“Già, la
libertà. E’ un bene prezioso”
Si sposta sul
letto, sedendosi sul bordo e facendomi segno di sedermi accanto a lui, rimane
immobile degnandomi di qualche occhiata mentre fisso il pavimento, indecisa sul
da farsi. E’ la prima volta che mi trovo in questa situazione, solitamente i Mangiamorte
a cui sono donata si prendono ciò che vogliono senza troppi complimenti per
lasciarmi libera solo quando si sono addormentati, libera di andare nelle mie
Stanze a rigirarmi nel letto cercando inutilmente di prendere sonno. Mentre sono
lì che penso mi sfiora un’altra volta la guancia con la punta delle dita per
poi alzarsi e prendere una camicia dal baule.
“Mettitela” mi
dice secco.
Mi alzò un po’
riluttante e mi tolgo il vestito, quando il primo segno fa la sua comparsa non
più coperto dalla stoffa sottile o dai capelli lo vedo serrare i denti per un
attimo, prima di voltarsi per lasciarmi cambiare. Quando ho fatto mi indica
ancora il letto con un cenno del capo, fissandosi sulle mie leggere occhiaie.
“Da quanto
tempo non dormi?” sussurra
“Non ha
importanza, signore” rispondo servizievole.
“Devi obbedire
ai miei ordini – mi prende il mento con due dita- qualunque, e questo implica rispondere a qualsiasi domanda che ti pongo”
Ghigna e io
deglutisco.
“Sdraiati” e
mentre io sono sul letto lui evoca una poltrona di pelle nera e si accomoda su
di essa, tra il letto e la finestra; lo guardo senza capire mentre il suo
ghigno si apre di più
“Nel caso te lo
stia ancora chiedendo non ho nessuna intenzione di toccarti, non sono un
animale come molti dei miei compagni” guarda
nuovamente il cielo.
“Questa notte
si dovrebbero vedere bene le stelle”sussurra più a se stesso che a me.
“Anche la Cintura
di Orione…” si gira sorpreso
“Allora le
stelle ti piacciono davvero, non era solo un modo di compiacermi.”