-Amore alzati- lo chiamò dolcemente Alec, accarezzandogli la fronte con un bacio lieve.
-Che ore sono?-chiese lo stregone, tirandosi le coperte sopra la testa.
-Sono le nove di mattina. E devi svegliarti- rispose pazientemente il giovane cacciatore.
-E' l'alba- rispose l'altro, girandosi e avvolgendosi con le coperte.
-Sarà anche l'alba, ma ti ricordi che giorno è oggi?-.
-Non mi interessa potrebbe anche essere il compleanno di...- ma fu interrotto dal compagno che aveva iniziato a tirare le coperte.
-Alexander Gideon Lightwood, smettila subito- minacciò l'altro.
-Altrimenti?-chiese il cacciatore continuando nella sua impresa.
-Altrimenti- disse schioccando le dita, ma non accadde nulla. -Ti odio- urlò quando si ritrovò completamente senza coperte.
-Mi odi?-chiese il giovane, sedendosi sul suo bacino ed inchiodandogli le mani sopra la testa.
-Si-rispose l'altro senza fiato.
-Peccato, volevo solo stare un po' da solo con te, prima che arrivasse mia madre con Max- disse il moro, avvicinandosi pericolosamente alle sua labbra. -Ma del resto visto che mi odi, vado a farmi una doccia e tu torna pure a dormire- disse alzandosi. Afferrato un paio di boxer, e una maglia pulita entrò nel bagno, fischiettando.
-Ehi ma che modi sono?- chiese lo stregone sedendosi sul letto.
-Non ti sento- urlò di rimando il cacciatore, palesemente divertito.
-Piccolo bastardo, mi senti eccome- disse l'altro alzandosi, entrando in bagno, sentendo il compagno canticchiare sotto la doccia.
-Si può sapere cosa c'è da essere così di buon umore, e peggio, per avermi svegliato all'alba?-.
-Sono le nove e mezza di mattina- rispose Alec.
-Appunto l'alba- ribattè lo stregone, infastidito.
Per l'Angelo Magnus, sei peggio dei bambini- rispose Alec, sempre da sotto la doccia.
-Alexander, non sfidare troppo la buona sorte- ringhiò l'altro.
-Altrimenti?-.
-Te ne pentirai, piccolo cacciatore arrogante- disse Magnus, uscendo dal bagno. Si diresse in cucina e una volta dentro, si voltò per cercare qualcosa con cui vendicarsi. Aprì il frigo, prese i piccoli cubetti di ghiaccio, riempì la caraffa di acqua e li mise dentro. Attese qualche secondo e poi ritornò in bagno. Alec aveva appena chiuso l'acqua quando sentì la doccia aprirsi, non fece in tempo a parlare o stupirsi che una doccia gelida lo ricoprì. Restò senza fiato, guardando il compagno che con ancora in mano la caraffa d'acqua lo guardava con sfida, trattenendo a stento un sorriso.
-Tu? Mi hai...?-.
-Si-.
-Perché?-chiese il cacciatore rabbrividendo.
-Non ho bisogno della magia, per dimostrarti che sono il migliore- rispose l'altro, sempre con la caraffa in mano.
-Sei pessimo- rispose il cacciatore aprendo l'acqua, tirandosi dietro Magnus con un sorriso. Lo stregone non ebbe modo di controbattere perché si ritrovò sotto l'acqua ancora con il pigiama e i capelli davanti agli occhi.
-Vuoi la guerra?-chiese il cacciatore , guardandolo.
-Alexander Lightwood, è il mio pigiama di seta- urlò l'altro scandalizzato.
-Manca il Gideon- rispose il cacciatore ridendo.
-Eh?-
-Nel nome, manca Gideon- disse semplicemente l'altro.
-Alexander Gideon Lightwood, è il mio pigiama di seta- ripetè lo stregone, anche se ora, non ridere era quasi impossibile.
-E quindi non si lava?- chiese il cacciatore, con le labbra pericolosamente vicino all'orecchio dell'altro.
-Si lava, ma...-iniziò per poi bloccarsi quando le labbra del compagno si posarono sul suo collo.
-Ma?-chiese Alec, mordicchiando appena la pelle morbida.
-Ma cosa?- chiese l'altro tra un sospiro e un gemito.
-Continua, si lava ma?- .
-Alexander- mormorò l'altro, appoggiandosi alle sue spalle.
-Dimmi Stregone senza magia- disse tra un bacio e l'altro, togliendogli il pigiama fino a farlo restare nudo.
-Per l'Angelo, sei bellissimo appena sveglio, senza trucco- disse Alec, guardandolo fisso in quegli occhi che tanto amava.
-Non sei male nemmeno tu- rispose lo stregone, arrossendo. -Anche se mi svegli all'alba-.
-E' che, per l'Angelo, non siamo mai soli- rispose Alec, appoggiando la fronte a quella del compagno.
-Mi stai dicendo che... ti manca fare sesso?-chiese lo stregone, vagando con la mano tra la fitta peluria del compagno.
-Mi manca fare l'amore con te, con calma, lentamente, senza un bambino che piange o un biberon da scaldare, senza doverlo fare attaccati ad una porta, pregando di fare in tempo, prima che qualcuno ci possa bloccare- rispose l'altro dolcemente, rabbrividendo.
-Ti stai pentendo di Max?- chiese l'altro.
-No, non ho detto questo- rispose prontamente il cacciatore. -E' solo che non pensavo fosse così dura fare il padre-.
-Nessuno ha mai detto che sarebbe stata semplice- disse Magnus, accarezzandogli una guancia. -E anche a me, manca la nostra tranquillità a letto- rispose l'altro, baciandolo dolcemente. Mordendogli prima un labbro per poi appoggiarci sopra la lingua, accarezzandoglielo dolcemente. Quando il bacio divenne più profondo, e furono costretti a staccarsi per respirare, Magnus era appoggiato con le spalle al muro, le mani di Alec nei lati della testa e una gamba tra le sue.
-Alexander, non dovremmo andare a letto? -chiese lo stregone, ansimando.
-Io ho bisogno di te adesso- disse Alec, baciandolo di nuovo. Le mani che vagavano nei fianchi fino a raggiungere le natiche del compagno, per stringerle appena. Fu quello che bastò a Magnus per darsi una spinta e allacciare la gambe intorno alla vita del ragazzo.
-Forse dovremmo rallentare un po'- disse Alec, respirando profondamente.
-Perché?-chiese l'altro, guardandolo.
-Perché sono a limite Magnus, ho bisogno di...- disse in un singhiozzo.
-Stai per venire?-chiese l'altro, stupito.
-Scusa- disse in imbarazzo il cacciatore.
-Ti dico una cosa, anche io sono al limite, mi basta un bacio e potrei scoppiare-.
-Siamo due idioti, abbiamo finalmente una mattina per noi e guardaci, siamo già pronti a venire, dopo neanche due minuti- rise appena Alec.
-Oh ma sono i due minuti più belli degli ultimi mesi- rispose lo stregone, muovendosi appena.
-Posso?-chiese Alec, appoggiandolo con la schiena al muro.
-Dopo avermi svegliato all'alba? Tu devi!!-ringhiò lo stregone.
-Erano le nove e mezza-.
-Si, si come ti pare. Ora ti decidi a scoparmi o devo invertire i ruoli?-.
-Dio Magnus, romanticismo zero?- disse l'altro posizionandosi.
-Un'altra volta- disse muovendo i fianchi, fino a sentire il compagno premere contro di se, ed abbassandosi quanto possibile.
-Ti farò male- disse Alec, fermandosi.
-Non mi interessa, ti prego Alec, ne ho bisogno- rispose l'altro, nascondendo una smorfia di dolore quando il comapgno entrò in lui.
-Per l'Angelo ti ho fatto male? Esco?-chiese Alec, il respiro mozzato.
-No, no, solo dammi un attimo- disse appoggiando la tseat contro la sua spalla e respirando a bocca aperta.
-Come mai?-chiese Alec, preoccupato, accarezzando la schiena contratta del compagno.
-Niente magia, niente lubrificante... -disse tra i denti lo stregone.
-Oh.. Oh per L'Angelo Magnus, scusa- disse cercando di uscire ma lo stregone strinse più forte le gambe.
-Non uscire, solo... dammi un attimo per abituarmi, sai non sei piccolo- rispose l'altro sorridendo e baciandogli il naso.
-E tu sei un idiota- rispose il cacciatore, catturando le sue labbra in un languido bacio. Poco dopo sentì Magnus mugola di piacere e muoversi lentamente, ma restò immobile.
-Alec, ti prego muoviti- chiese l'altro implorante.
-Non ti faccio male?-rispose titubante.
-Nulla che non possa sopportare, ma che di certo ricorderò anche domani- rispose lo stregone.
-Sei un idiota- rispose il cacciatore arrossendo.
-Chiariremo la storia dell'idiota più tardi ora: perché non mi sco... fai l'amore con me?-chiese ansimante l'altro. Ed ad Alec non restò altro che non accontentare quello stregone bambino pluricentenario, fino a perdersi nei paradisi più alti del piacere. Quando tornarono con i piedi per terra, Alec, osservò il compagno uscire dalla doccia, camminando in modo goffo, in tempo per vestirsi e accogliere in casa Maryse e Max.