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Autore: merder97    17/05/2017    0 recensioni
Il suono incessante della sveglia mi costringe a svegliarmi, cerco, allungando il braccio per raggiungere quell’apparecchio infernale. Dopo estenuanti minuti riesco a raggiungerla e a scaraventarla contro il muro di fronte a me. Finalmente il silenzio torna ad essere sovrano della mia stanza. Resto, immobile, a fissare il soffitto per un lasso indeterminato di tempo. Quando finalmente decido di alzarmi mi accorgo di essere in notevole ritardo per il lavoro -Cristo! Ci mancava anche questo
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Sento il rumore del mare, il vento sulla faccia e il sole che mi scalda. Al mio fianco, l'amore della mia vita. E’ bellissima come sempre, mi guarda e mi sorride. Sono felice. Ridiamo insieme. Passiamo la giornata a giocare in spiaggia, a fare il bagno e a baciarci. Non mi staccherei mai da quelle labbra, sono perfette, Lei è perfetta. Mi specchio nei suoi occhi e mi sento a casa. Ruby è la mia anima gemella, l'ho amata dal primo momento che l'ho vista. All’improvviso il cielo si oscura. Inizia a diluviare. Non siamo più in spiaggia. Di fianco a me vedo il corpo ormai senza vita di Ruby. È ricoperta di sangue. NO! NOO! NOOOO!! Urlo. Ho la gola in fiamme. Sento il mio cuore smettere di battere. Tutto si fa scuro. Mi sveglio madida di sudore nel mio letto, il cuore mi batte all'impazzata. Il dolore mi lacera l’anima. Faccio fatica a respirare. Annaspando entro nella doccia. L'acqua gelida mi bagna i vestiti, mi scorre su tutto il corpo. Urlo. Tiro pugni al muro, le nocche iniziano a sanguinare ma io non mi fermo. Sfogo la mia rabbia, la mia sofferenza. Mi accuccio e inizio a piangere, le lacrime si confondono con l’acqua. Nonostante sia passato più di un anno dall'incidente la sogno spesso. Non ho pace nemmeno nel sonno. Non riesco a lasciarla andare. Ruby è stata l’unica persona che ho amato e che mi ha amata. Ci eravamo conosciute quando avevamo 15 anni. Io vivevo gi in orfanotrofio da qualche anno, da quando la mia ultima famiglia affidataria mi aveva riportata indietro perché causavo troppi problemi. Un giorno di metà settembre ero in veranda a suonare la chitarra quando la vidi. Alta, magra, due gambe da far invidia alle modelle più famose, lunghi capelli marroni con delle ciocche rosse- le amai da subito- un sorriso, nonostante tutto, meraviglioso,e poi dei bellissimi occhi verdi. La fissai. Lei mi fissò. Ci osservammo. I nostri occhi non si volevano più lasciare. Facemmo subito amicizia ma entrambe avevamo capito che quello che c’era tra di noi era molto di più di una semplice amicizia. Ci baciammo per la prima volta un anno esatto dopo il suo arrivo. Ci amavamo alla follia. Pensavamo che nulla ci avrebbe potuto dividere. Quando io compì 18 anni uscimmo dall’orfanotrofio e andammo a vivere insieme. Avevamo trovato un appartamento bellissimo. Una volta completati gli studi superiori, iniziammo entrambe a lavorare, io nel Pub di Rick, Ruby per un’impresa di pulizie. Sembrava che tutto stesse andando a gonfie vele. Il giorno del 19esimo compleanno di Ruby decisi di farle una sorpresa, la portai fuori a cena, nel suo ristorante preferito. Alla fine della cena mi inginocchiai e le diedi un anello con la promessa che appena avessimo avuto abbastanza soldi l’avrei sposata. Eravamo felicissime, stavamo toccando il cielo con un dito. Uscite dal ristorante attraversammo la strada ma io mi accorsi di aver dimenticato dentro l’ombrello, Ruby si offrì di andarlo a prenderlo al mio posto. Se solo avessi saputo quello che stava per accadere non gliel’avrei mai permesso. La vidi uscire dal ristorante, mi stava sorridendo, all’improvviso una macchina invase il marciapiede dove c’era Ruby. Sentii uno schianto. Da quel momento ho solo ricordi spezzettati, il corpo di Ruby sotto le ruote, l’ospedale, i dottori. Organizzai un funerale, si presentarono solo i nostri datori di lavoro e qualche ragazzino dell’orfanotrofio. Da quel giorno non sono più la stessa, la rabbia mi consuma. Odio tutti. L’acqua intanto continua a scendere, così come le mie lacrime. Mi riaddormento così, accovacciata nella doccia, ma stavolta non sogno nulla. Ciao a tutti, ecco il secondo capitolo. Aspetto i vostri pareri. A presto
   
 
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