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Autore: AlnyFMillen    18/05/2017    1 recensioni
"Da che ne ho memoria, la mia vita è sempre stata colorata dal profumo delle rose, abbellita dei più magnifici fiori. Eppure nell'istante esatto in cui voi entrate a farne parte, ecco che la mia completa esistenza viene ribaltata!
Non riesco più a percepire la bellezza del mondo, poiché perdo attimi infiniti nel pensare a voi.
Non rimango concentrata più a lungo di quanto già non mi sia permesso, perchè immagino tempi assieme che mai potranno esistere.
Non prendo sonno, la notte, persa nel ricordo dei vostri occhi.
Voi e solo voi.
Non so cosa accade ma al solo percepirvi il tremore pervade le mie membra, gli zigomi si tingono di rosso e lo stomaco rugge feroce.|...|
Una domanda allora mi tormenta: è forse così palese l'amore, tanto eterno quanto ingiusto, che io provo nei confronti di quest'uomo?"

Parigi, 1750.
Marinette Dupain-Cheng, figlia di una delle più importanti famiglie aristocratiche del tempo, si aggira furtiva per i sobborghi francesi.
Uno scontro, due occhi verdi, menzogne, danze e lacrime: madames et messieurs, la vie en rose!

"Siete voi, non è vero? Colei cui ho sottratto l'incompleta ma necessaria metà. Quello stesso cimelio dorato custodito con tanta cura, ora spezzato"
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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❦Tournesol❦ 
 

 
"Siete voi, non è vero? Colei cui ho inavvertitamente sottratto l'incompleta ma necessaria metà. Quello stesso cimelio dorato custodito con tanta cura, ora spezzato"

Madamoiselle Marinette maledì mentalmente quel dannato pomeriggio di pochi giorni addietro e tutto ciò che le aveva portato.
Ad uno sconosciuto. Era in braccio ad un emerito sconosciuto, il quale aveva probabilmente qualche deficienza mentale data la lampante mancanza di coerenza. Recuperare gentilmente il bene che le era stata sottratto solo per poterla poi sequestrare -poichè alla fin fine solo così si poteva definire quello, un sequestro- non era proprio una delle idee più brillanti, per quanto stupidi si potesse essere. Ah, se lo avessero saputo i suoi genitori! Non le avrebbero sicuramente più permesso di mettere un piede fuori casa.
Già poco prima che venisse trascinata via aveva pregato Alya con lo sguardo, sperando in una comunicare silenziosa. E no, non lo aveva fatto chiedendole di venire a prenderla, di riportarla a casa, tutto il contrario. Era stata una supplica la sua, quella di non far arrivare la voce ai suoi genitori troppo velocemente, di concederle del tempo per riparare da sola quella strana situazione. Sicuramente, se la figlia del comte la conosceva davvero quel poco che lei pensava, avrebbe capito. Forse il suo rapitore non era l'unico ad avere problemi.
Riflettè però, guidata dall'ultima goccia di buon senso rimasta, sul fatto che magari sarebbe stato il caso di iniziare a preoccuparsi seriamente.
Il ragazzo, per quanto gentile si fosse dimostrato, poteva essere pericoloso. Pericoloso davvero. L'ignoranza la stava corrodendo. Non riusciva a comprendere cosa potesse pretendere un tipo del genere da una donna, abbastanza in vista nell'alta società parigina, ma pur sempre sconosciuta. La richiesta di un riscatto era la motivazione più piacevole cui riusciva a pensare. Una come lei, che non aveva armi con cui difendersi, fossero astratte o concrete, poteva rischiare seriamente. Nessuna forza fisica, poca velocità, riflessi pari allo zero. L'unica speranza consisteva nel tentare di persuaderlo a lasciarla andare con un discorso ben studiato. Ma sarebbe bastato? Se lui avesse voluto... Picchiarla, violentarla, venderla addirittura nessuno glielo avrebbe impedito.
Deglutì a vuoto, la gola improvvisamente secca.
In ogni caso, non si sarebbe lasciata sopraffare tanto facilmente. Avrebbe potuto urlare tanto forte da attirare l'attenzione di un passante o, in alternativa, attendere fin quando i suoi genitori non fossero riusciti a trovarla.
D'improvviso sussultò, strinse gli occhi sino a farsi male e artigliò più forte alle spalle del rapitore per evitare di cadere.
No, loro non avrebbero dovuto sapere nulla. Aveva dato loro già troppo per cui penare, se la sarebbe cavata basandosi sulle sue sole forze. Ce l'avrebbe fatta.

Nonostante la confusione, s'accorse che qualcosa in quel preciso istante era cambiato. Per prima, percepì l'improvvisa assenza di vento sul suo volto e, solo per seconda, un'improvvisa staticità.
Subito sbarrò le orbite e, mentre l'altro si accingeva a lasciare la presa sul suo corpo esile, sguisciò con dimestichezza lontano dalle sue braccia e si allontanò il più possibile con uno scatto atletico che faticò ad identificare come proprio. In fretta e furia, setacciò l'ambiente circostante, rendendosi contro di essere rinchiusa dentro tra due pareti soffocanti. Indietreggiando poi, sempre con lo sguardo rivolto verso l'aggressore, la schiena entrò in collisione con un terzo muro.
Sono in trappola pensò agitata.
Fece guizzare per un millesimo di secondo lo sguardo attorno a lei, notò un cumulo di rifiuti poco distante. Senza attendere oltre vi ci si fiondò, afferrando un oggetto metallico e puntandolo contro il biondo.
"Non ti avvicinare" ringhiò allora.
Ci volle qualche istante perchè quello registrasse il tutto. Se ne stava sulla soglia del vicolo, le mani ancora protese nel gesto incompiuto, lo sguardo stranito. Impiegò invece molto meno la risata del giovane ad arrivarle alle orecchie.
Un attimo e rimase interdetta, tanto che l'arma oscillò pericolosamente fra le sue dita. Stava ridendo. Lui, lo pseudostupratore stava ridendo. Ed anche di gusto, avrebbe osato dire. Non di una risata gutturale, derisoria, arrogante o quant'altro si sarebbe aspettata da una persona con il cuore nero come la pece. Semplicemente rideva, con una tale spontaneità da farle avere seri ripensamenti. Era senza dubbio più confusa di quanto già non fosse prima. "Je... Oh Je..." provò a dire il ragazzo ma un altro eccesso di risa lo bloccò.
Si tenne la pancia con le mani, letteralmente piegato in due e completamente indifferente alla presenza di Marinette lì a pochi metri da lui. Andò avanti per un po', quel tanto che bastò a fargli divenire il fiato corto. Persino gli addominali dolevano.
"Je ne peux... Je ne peux pas le croire*" mormorò finalmente asciugando una lacrima al bordo dell'occhio destro.
Lei lo guardò stralunata. Era pazzo, ora ne aveva la conferma. Trovare un modo per fuggire, la sua unica certezza.
"Scusate" esordì divenuto leggermente più serio "Forse crederete che io non sia sano di mente ma, sapete, non capita tutti i giorni di essere minacciati da una ragazza tan graziosa con l'ausilio di un... -tossicchiò per reprimere l'istinto di sorridere- Di una posata dalle proporzioni consistenti"
Marinette abbassò gli occhi sulla posata, come l'aveva definita il pazzo, e si rese effettivamente conto di quel che aveva in mano. Un mestolo metallico di discrete dimensioni, infatti. "A quanto pare ho altro di cui rimproverarmi, eccenzion fatta per questo misero particolare. Ma prima è il caso che mi presenti" continuò il giovane.
Piegò il busto in avanti, accennando ad un lieve inchino, si tolse il cappello e lasciò oscillare le ciocche ramate per qualche istante. Ben attento a non farsi scorgere in viso, riposizionò il copricapo al proprio posto e parlò nuovamente.
"E' un vero piacere fare la vostra conoscenza madame. Potete riferirvi a me chiamandomi Chat Noir"
Ma prima ancora che lui potesse finire di parlare, Marinette già lo aveva colpito sulla nuca con un violento colpo.
"Aia!" miagolò lamentoso, massaggiando con il palmo aperto la zona lesa.
E lui che credeva di aver a che fare con una gentildonna. Fortuna che la ragazza non aveva esperienze in armi, constatò tra sè e sè, perchè se così non fosse stato sarebbe sicuramente svenuto. Eppure la forza di certo non le mancava.
Inavvertitamente, lo sguardo dolorante cadde sugli avambracci di lei, coperti fino alla metà da una manica leggera e poi, dal gomito fino ai polsi, da uno scialle più pesante. Non non si soffermò però più di tanto sul domandarsi chi avesse scelto per lei quell'abbigliamento assolutamente sublime nè tantomeno perchè possedesse una tale fermezza nell'aggredire le persone, quanto su quella misera striscia di pelle- due centimetri al massimo- lasciata scoperta tra un tessuto e l'altro.
Subito fece saettare gli occhi verso un punto indefinito, socchiudendo ancor più le palpebre e ricacciando indietro un rossore del tutto inappropriato. Ma che diamine gli prendeva adesso? Perchè aveva avvertito il desiderio di sfiorare anche solo inavvertitamente quella pelle bianco latte, quasi a voler constatare se fosse davvero così liscia come pareva? Da pensieri tali si poteva benissimo giungere alla facile conclusione, seppur sbagliata, che fosse un maniaco fatto e finito. Preferì non indagare e diede la causa di quel comportamento sconsiderato alla forte botta presa in testa.


Marinette, intanto, non era stata certo con le mani in mano. Era ovviamente sorpresa della poca efficacia del suo gesto ma il biondo le aveva lasciato tutto il tempo necessario perchè potesse tornare all'attacco. Questa volta si sarebbe limitata ad usare la parola e tenere le mani apposto. Non lasciò andare tuttavia il mestolo mentre schiudeva le labbra.
"Avete idea di chi sono io?" domandò ostentando un'altezzosità che non possedeva.
Odiava dover far leva sulla propria condizione sociale ma, come si dice, a mali estremi, estremi rimedi.
"Io" alzò il mento il aria per donarsi sicurezza "Appartengo ad una delle più prestigiose famiglie dell'intera aristocrazia francese. Il re in persona ha fatto la mia conoscenza"
Si fermò un attimo per riprendere coraggio. Era rischioso esporsi tanto ma, alla fin fine, il ragazzo che aveva dinnanzi non sembrava un così grande malintenzionato e era sicura che con un po' di impegno sarebbe riuscita a farlo ragionare. Le pesava fare la parte della nobilotta intollerante alla plebe eppure era necessario affinchè lui la riportasse a casa il prima possibile. Sperò che la sua voce fosse ferma quel che bastava.
"Dunque, se non volete avere problemi di alcun genere, vi consiglio vivamente di liberarmi o presto subirete le conseguenze del vostro vil gesto"
"Mi scuso immensamente Sua Maestà Illustrissima ma si da il caso che conosca perfettamente il suo status sociale" rispose lui con sarcasmo.
Era perfettamente rilassato e ciò non fece altro che aumentare la sua ansia. Poteva sempre aver sbagliato sul suo conto, magari era davvero il peggiore dei malviventi. Gatto nero era certamente un nome poco affidabile. Quante volte aveva già cambiato idea, nella sua mente regnava la confusione più totale!
Cominiciò a sudare freddo.
"E si da sempre il caso Pregiatissima Dame che non posso liberarla semplicemente perchè non è mia prigioniera. Basta che me lo chieda e la porterò subitamente dove da lei richiesto" chiarì allora lui serio in volto, senza abbandonare però il tono puramente ironico.
Attese qualche attimo. Aveva davvero capito quel che credeva? Sbattè le palpebre un paio di volte, perplessa.
"Bene allora vi pregherei di portar..."
"Ad una condizione" la interruppe prima che potesse finire "Prima, dovete ascoltarmi" concluse tornando serio.
Con quattro falcate ben piazzate raggiunse Marinette, la quale non aveva potuto far a meno di indietreggiare poco discretamente. L'ombra del palazzo sulla destra copriva completamente il volto di Chat Noir già in parte nascosto a causa della falda larga del cappello e la fanciulla non seppe se rincuorarsene oppure esserne triste.
"Siete voi" enunciò lui dopo aver preso un gran respiro.
"Non capisco"
"La ragazza cui appartiene l'altra metà del cimelio." spiegò "Siete voi"
Lo sguardo di lei si fece confuso, poi sorpreso. Che stesse parlando... No, non era possibile. Come poteva sapere, lui? Che fosse il ragazzo dai magnifici occhi verdi?
Presa dalla curiosità, si sporse verso il viso dell'altro che però si ritrasse prontamente.
"Come... In che modo siete riuscito a procurarvelo?" chiese aggrottando di poco le sopracciglia fine.
"L'ho trovato" snocciolò Chat voltandosi con noncuranza "Ma non è questo il punto. Devo dedurre dalla vostra risposta che siate effettivamente voi la proprietaria?"
"Io... Io credo di si"
"Ebbene, la seconda metà dove si trova?"
"Non credevo che il cuore potesse spezzarsi. L'ho perso poco tempo dopo l'acquisto"
"Quindi non l'avete?"
"No, per quanto desideri il contrario. Era davvero ben fatto. Ma ditemi, cosa sapete voi che io ignoro?"
Forse mantenendo un basso profilo ed evitando di mostrarsi più interessata e meno ingenua di quanto fosse avrebbe ricavato qualche informazione.
"Nulla di cui lei debba preoccuparsi, Sua Signoria" dichiarò scherzoso.
"Ma..."
"Voglia scusare la mia maleducazione ma mi trovo costretto ad andarmene, di nuovo"
"Aspettate! Non potete lasciarmi qui sola, senza neanche una risposta"
"Non lascerei mai una fanciulla sola nemmeno nel quartiere più agiato, seppur ritengo che alle volte i borghi siano più sicuri di molte altre residenze signorili" dichiarò portandosi una mano al cuore quasi offeso "E' stato un piacere, spero di rivederla presto. Au revoir, dame"
E come d'incanto sparì tra i vicoli parigini proprio prima che due guardie trafelate la raggiungessero.






 
 
A(l)n(y)golino:
Il Girasole è un regalo ideale per persone conosciute da poco su cui si vuole fare colpo, ma può essere interpretato anche come pegno d'amicizia.
E via con il tersssso chap!Facciamo progressi.E lo stesso si può dire per questi due qui su. E'qui che si apre davvero la storia e finalmente succede qualcosa .Mi sembra che tutto si commenti più o meno da solo,spero solo di non essere caduta nell'OOC.Ci terrei solo a fare una piccola precisazione per quanto riguarda i dialoghi:non so se avete notato ma all'interno della narrazione,in particolare quando parla Chat(solo quando parla Chat in verità) si cambia spesso e volentieri modo di rivolgersi.E prima da del voi a Marinette,e poi le da del lei e del tu e del nostro e del loro e sembra una macedonia.Insomma,non è perchè a lui piace fare strabicismi o perchè io mi sono rincretinita.Potrebbe essere ma non è così.Ha una sua logica abbastanza importante ai fini del racconto,ecco.Bene,chiarito questo vi lascio.Fatemi sapere cosa vi piace e non,quel che vi incuriosisce,quel che odiate,quel che vi pare.
Baci e alla prossima,
AlnyFMillen
   
 
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