“Ehm… è qui che si svolgono le audizioni per i
batteristi??”. Max e Ronnie si voltarono. Nello
stanzone adibito ad Auditorium per le audizione era appena entrato un ragazzo
alto, dalla carnagione olivastra e lunghi capelli ricci che gli arrivavano sin
sotto le spalle. Gli occhi erano nascosti da un enorme paio di occhiali da
sole.
“Sei nel posto giusto amico! Io sono Ronnie, il cantante, e questo è Max, il bassista.”
“Piacere, io sono Robert
Ortiz.”
Robert
salì sul palchetto di legno e si sedette alla batteria.
Alla fine della sua esibizione Ronnie
si avvicinò al ragazzo e gli disse “Amico, credo proprio che tu sia quello che
stavamo cercando”.
“Già, sei stato grande! Bella chioma, a
proposito”. Confermò Max.
“Bene, allora ti chiamiamo noi tra qualche giorno…” disse Ronnie.
Il giorno dopo, alle audizione per i chitarristi…
“Hey, io sono Bryan Money!”
“E io Omar, Omar Espinosa”.
Un ragazzo con una maglia rossa e i capelli
castani e corti era appena entrato dalla porta, sfoderando un sorriso
adorabile. Assieme un altro ragazzo, vestito di nero e i capelli castani.
“Ciao ragazzi, io sono Ronnie,
lui è Max e insieme a Robert, il batterista, siamo i
componenti della band…”
“…Più forte del mondo.” Continuò Max, smorzando un
po’ l’eccitazione dell’amico.
Mentre i due chitarristi salivano sul palco e
attaccavano le chitarre all’amplificatore Ronnie si
rivolse a Max e con un sorriso furbo gli disse:
“Caro, se continui con questo atteggiamento
negativo sarò costretto ad aprire le audizioni per il nuovo bassista!”
“Compenso quello che a te manca di realismo”
tagliò corto Max.
“Hey, eppure pensavo che
avessi capito… Credici Max, è l’unico modo per rendere il sogno una realtà”.
“Ok, allora a domani man…”
“A domani man…”. Max premette la cornetta rossa e
poggiò il telefono.
Era possibile?
Possibile che loro
fossero destinati a suonare assieme?? Max naturalmente credeva che quelle palle
sul destino non fossero altro che cavolate per tirar scemi i creduloni, però…
Conosceva i nuovi
membri da più o meno tre settimane, e già si era creata l’armonia che stavano
cercando.
Aveva appena staccato
dopo una conversazione di circa un’ora e mezza con Bryan
riguardo agli accordi di un nuovo pezzo. Si trovava bene con quei ragazzi, e Ronnie era al settimo cielo.
Avevano anche buttato
giù il loro primo pezzo assieme. La canzone si chiamava “Situations”…
era divertente suonarla! Anche se ancora sembrava solo un hobbie,
per giocare. Comunque Ronnie aveva detto che quando sarebbero
diventati famosi avrebbero potuto fare un video della canzone.
“Pieno di belle
ragazze in bikini e tacchi a spillo…” aveva sghignazzato il Rad…
“Seee,
come no…”
“E se succedesse
qualcosa? Cioè, non dico nulla di grave…”
“Tipo cosa, Maxie?”
“Non so, qualsiasi
cosa… Se tu te ne andassi? La
band…”
“Continuerebbe ad
esistere anche senza di me!”
“No, Ronnie… senza di te la band non esisterebbe affatto!! Tu ne
sei l’essenza stessa…”
“Bhe,
allora dovremmo imparare a sfuggire al destino avverso, no??”
“Escape
the Fate… suona bene”
“Suona benissimo, Maxie”.
“Ed ecco a voi… gli ESCAPE THE FATE!!!” urlò la
voce dello speaker.
Una folla immensa era accalcata sotto al palco,
urlando i loro nomi e applaudendo forte.
I ragazzi fecero la loro entrata, in un clima
surreale che rendeva quella situazione più adatta ad un sogno che alla realtà.
La confusione che regnava sovrana non era neanche
paragonabile allo stordimento nella sua testa, ma nonostante tutto Ronnie era raggiante.
Max lo guardava calcare il palco, con una
naturalezza indescrivibile, come se l’avesse fatto tutta la vita e quello non
fosse il loro primo concerto serio. Era a suo agio, sicuro, anche se qualcosa
nel suo sguardo tradiva ancora un comprensibile nervosismo. Il suo sorriso era
radioso, e non era diverso da quello che sfoderava a scuola neanche di una
virgola. Era lo stesso Ronnie del liceo, con la
stessa voglia di fare e la stessa fiducia nelle loro possibilità che li aveva
accompagnati dal primo pomeriggio in sala prove fino ad allora. Era il viso
luminoso di un ragazzino diventato un uomo, soddisfatto e coraggioso, che aveva
saputo realizzare il suo sogno giorno dopo giorno. Che c’aveva creduto davvero,
con tutto se stesso, senza vacillare in questo neanche per un attimo. E Max,
intimamente, era felicissimo di poter condividere quel momento con lui.
“Che ti avevo detto Max? Basta crederci… Ne sei
convinto, ora?”
“Sì, Ronnie,
assolutamente”.
***** Ok, non è un gran
che… Il fatto è che volevo scrivere qualcosa sugli esordi…
Comunque mi è piaciuto scriverla, spero che vi
divertirete altrettanto a leggerla!! Ringrazio chi si è soffermato a recensire
(I Walk With Shadows) e chi lo farà in seguito… Mi raccomando, ogni commentuccio è super gradito!! Un bacio, MissNobody