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Autore: Killu93    23/05/2017    1 recensioni
Questa storia narra le vicende dell'eroe del Kazakhstan, Otabek, che intraprende un viaggio in Russia per salvare il proprio Paese. Da sempre ligio ai suoi doveri, pronto a seguire la strada segnata da altri per lui, cambierà il suo modo di essere e di pensare dopo l'incontro con la fata Yurio che gli insegnerà a credere nella magia e nel destino.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 7 - Accetto.
Le dure parole del sovrano temibile lo colpirono dritto al petto, perforando la sua armatura e arrivarono dritte al cuore. Un assassino, ecco quello che era! Non era più degno di essere definito il Grande Eroe del Kazakhstan, non era più degno neppure di rivestire il ruolo di Cavaliere. Le sue mani, ormai, erano macchiate del sangue di un suo pari e questo lo rendeva il peggiore tra tutti gli assassini.

-Cos’è? Hai perduto anche le buone maniere dopo il titolo di Eroe? Sono pur sempre un sovrano in fin dei conti, non dovresti inginocchiarti?

Il sorriso beffardo di Yakov gli faceva ribollire il sangue. Per anni la sua presenza ingombrante aveva minacciato il suo paese, per anni il suo Re aveva cercato invano un dialogo, ma la brama di potere di quell’uomo era insaziabile. Aveva iniziato ad espandersi sempre di più, dapprima impossessandosi dell’intera Russia, poi conquistando i paesi confinanti, ed infine, solo un anno prima, si era finalmente deciso a muovere guerra anche al Kazakhstan. Nessuno sapeva cosa volesse davvero quell’uomo; si circondava dei migliori combattenti esistenti, reclutandoli anche da molto lontano, persino oltremare, per poi scatenare delle guerre sanguinosissime per entrare in possesso delle ricchezze del territorio. Otabek aveva attraversato innumerevoli villaggi russi e ognuno era la fotocopia dell’altro: piccoli ammassi di capanne diroccate. Mai aveva visto un luogo più desolato e povero come la Russia di Yakov. La sua reggia, però, era immensa e scintillante. Poco ci volle a fargli capire che, realmente, il sovrano russo doveva essere mosso soltanto da una smodata brama di potere e di ricchezze. Come poteva quindi inchinarsi di fronte ad un uomo che portava distruzione e miseria per soddisfare la sua cupidigia?

 

Eppure, adesso, dopo quello che aveva fatto, era diventato un essere perfino più spregevole di lui. Aveva infangato l’armata kazaka, il suo re, ma peggio ancora, aveva corrotto per sempre la sua anima. La lama della sua spada aveva lacerato il ventre di Georgi, il sangue era colato sopra i guanti riuscendo a raggiungere la sua pelle ed ogni maledettissima volta che chiudeva gli occhi, rivedeva davanti a sé quel volto pallido esalare l’ultimo respiro e accasciarsi con un tonfo assordante al suolo. Come potevano interessargli le speculazioni dei suoi compagni sulle dinamiche dell’incidente? Come poteva trovare riparo dietro le giustificazioni di coloro che volevano difendere la sua posizione? Il cavaliere non aveva certo avuto l’intenzione di uccidere il rivale, ma l’aveva fatto ed era questa l’unica cosa che aveva valore.

Per questo motivo non aveva fatto resistenza quando due guardie lo avevano forzato ad inchinarsi di fronte al re.

-Così va decisamente meglio! - dopo una breve pausa continuò – Sai perché sei qui?

Il giovane annuì sommessamente, tenendo gli occhi rivolti a terra.

-Bene, immagino che quindi saprai anche quale condanna ti aspetti?

La morte. Otabek ne era certo. Dopo aver incontrato la Fata aveva accettato questo destino con più leggerezza. Aveva visto la purezza fatta persona, aveva provato l’ardente desiderio di spogliarsi di tutti i suoi peccati, di lavar via tutto il sangue che lo imbrattava perdendosi negli occhi di quella creatura perfetta fino allo scadere del suo tempo mortale, ma quel rifiuto lo aveva messo di fronte alla realtà delle cose. Non poteva esserci perdono per lui, solo condanna.

-La pena di morte è ciò che viene richiesto per questi crimini, ma quest’oggi voglio dare dimostrazione a tutti della mia immane magnanimità! Ti concedo la grazia, Otabek Altin!

Il cavaliere spalancò gli occhi. Non era minimamente possibile una cosa del genere, un essere spregevole come lui non lo avrebbe salvato da morte certa così facilmente e soprattutto senza pretendere niente in cambio.

-Tuttavia non ho certo intenzione di lasciarti impunito. Hai tolto la vita ad uno dei miei più forti e valorosi combattenti, pertanto ti permetterò di rimpiazzarlo!

Avrai l’opportunità di servirmi e combattere per me. Non sei contento? - non dette neppure tempo al cavaliere di controbattere - Ho davvero grandi piani per te, ragazzo! Condurrai la più incredibile impresa mai tentata e chiunque conoscerà il tuo nome! Gloria, onori, ricchezze, potrai avere tutto e nessuno ricorderà più questo spiacevole incidente.

-Rifiuto. Non ho interesse in queste futili sciocchezze, né, tanto meno, potrò mai cancellare la mia colpa.

-Allora cosa ne diresti di un’ultima buona azione?

Lo sguardo interrogativo che si dipinse sul volto del giovane gli fece intendere di essere sulla strada giusta. Quanto era semplice imbrogliare le anime candide!

-Rinuncerò ad impiegare il tuo enorme talento in battaglia se deciderai di aiutarmi a risolvere una questione che ho in sospeso con l’unico focolare di resistenza nel mio paese. Il capo della resistenza è davvero sanguinario e feroce, vive in latitanza, uccide i miei sudditi per capriccio personale e massacra ogni guerriero che invio per contrastarlo. Non credi debba essere fermato questo mostro?

Otabek abbassò lo sguardo.

-Cosa dovrei fare di preciso?

Yakov sogghignò convinto di averlo in pugno.

-Niente di impossibile, ragazzo mio. Ho già creato una squadra speciale con i miei migliori combattenti, il loro compito è quello di localizzare il capo della resistenza, circondarlo, neutralizzarlo e catturarlo. Tu dovrai semplicemente unirti a loro e seguire le prescrizioni. Con la tua forza e la tua esperienza la Fata della Russia non avrà scampo.

-RIFIUTO!

Il sovrano rimase sorpreso dalla veemenza della sua reazione, ma non si interessò certo alle cause che l’avevano scatenata. Il suo unico scopo era stato sin dall’inizio avere la forza del Kazako per catturare quell’essere ribelle e si era preparato anticipatamente ad ogni evenienza.

-Bene, mettiamola così allora: se ti rifiuti spazzerò via dalla faccia della terra il Kazakhstan e con quell’inutile staterello anche i tuoi familiari, il tuo re, i tuoi compagni, ogni bambino, donna, anziano, ogni suo maledetto abitante! Farò in modo che venga persino cancellato dai libri di storia, sarà come se non fosse mai esistito! Quindi, accetti la mia offerta?

Otabek impallidì. Mai si era trovato prima di allora in una situazione tanto terribile. Nessun duello all’ultimo sangue, nessuna imboscata nemica, neppure il pensiero della morte imminente, che lo aveva turbato fino a poche ore prima, poteva essere paragonato a questo. Adesso lui era costretto a compiere la scelta più difficile della sua vita: salvare la sua terra e tutti i suoi abitanti o quell’essere così puro che aveva appena incontrato? Non aveva dato minimamente peso alle parole terribili con cui Yakov aveva descritto la Fata, niente avrebbe macchiato quella figura così bianca ed eterea dalla sua mente. Tuttavia, per quanto potesse ammirare quella creatura così affascinate e inarrivabile, questa volta seguì la sua razionalità e forse anche il suo egoismo.
-Accetto.

   
 
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