Scritta sentendo: Two Steps From Hell – His Brightest Star Was You .
Cap.3
Quotidiana tristezza
senza
serietà, come fosse niente…
Gohan
mugolò, allungò una mano
nel sonno e tastò le coperte, le afferrò e le
tirò, coprendosi.
Videl
avvertì una sensazione
di freddo e cercò la coperta con la mano, trovò
il lenzuolo e vi si avvolse.
Starnutì, il naso le prudeva e socchiuse gli occhi.
Osservò l’oscurità intorno
a lei e riconobbe l’ombra prodotta dal suo armadio. Si
girò su un fianco e
batté le palpebre, la sua vista si abituò al
buio. Vide la figura di suo marito
e lo abbracciò, aderendo con il corpo alla coperta che
avvolgeva il saiyan. Gli
appoggiò la testa sulla spalla e si addormentò
nuovamente.
Gohan
avvertì il respiro della
moglie solleticargli il collo e, senza svegliarsi, appoggiò
la testa su quella
di lei, sorridendo.
Le
lancette dell’orologio
appeso alla parete si muovevano mentre i ticchettii che producevano
risuonavano
nella stanza.
Una
stella cadente, con una
scia azzurra luminescente, percorse il cielo fuori dalla finestra. Man
mano lo
scenario blu-nero, divenne sempre più chiaro e le montagne
si tinsero del rosa
dell’alba.
Videl
socchiuse un occhio e si
deterse le labbra secche con la lingua. Si staccò dal marito
e si sedette sul
letto, sollevandosi i pantaloncini del pigiama. La pelle della sua
pancia,
sotto l’ombelico, riportava i segni rossi
dell’elastico dell’indumento. Mise i
piedi a terra e rabbrividì, sentendo il pavimento gelido
sotto le piante. Si
alzò in piedi e si passò entrambe le mani sulla
parte superiore del pigiama,
alcune ciocche dei suoi corti capelli neri le ricadevano scompigliate
davanti
al viso ovale.
Raggiunse
il bagno ed entrò,
chiudendoselo alle spalle.
Gohan,
senza svegliarsi, tastò
intorno a sé, sporse il labbro inferiore e rotolò
fino al centro del letto.
Il
rumore dei suoi mugolii e
il ticchettio dell’orologio, insieme al rumore del vento che
proveniva da
fuori, vennero coperti dallo scrosciare dell’acqua.
Videl
finì la doccia,
richiudendo l’acqua, indossò il suo accappatoio
rosa tenue e con un asciugamano
candido si asciugò i capelli umidi.
Tornò
nell’altra stanza e
recuperò silenziosamente i propri indumenti puliti, si
vestì e riportò in bagno
accappatoio e asciugamano. Ascoltò Gohan sbadigliare,
tornò in camera da letto
e s’infilò delle ciabatte, osservò il
marito assopito e sorrise.
Uscì
dalla camera e scese le
scale, da fuori dell’abitazione a cupola iniziavano a
provenire i versi degli
uccelli. Entrò in cucina, nel camino scoppiettava un
fuocherello crepitante.
Videl
osservò le fiamme e
socchiuse gli occhi.
“Bambina
mia, ricordati di controllare tuo padre.
Lo sai che si scotta sempre con la stufa” sussurrò
la donna. Il suo viso
pallido e tirato era segnato da rughe, le sue labbra erano bluastre.
La
piccola Videl annuì, sentiva il respiro della
madre farsi sempre più rantolante, semi-coperto dai biiip
delle macchine.
Le
iridi azzurre di Videl
divennero liquide, brillando di riflessi blu scuro.
La
giovane aprì il frigorifero
e si abbassò, afferrando una bottiglia d’acqua.
“Tesorino,
già in piedi?”
domandò Chichi.
Videl
si raddrizzò e si voltò,
sorridendole, socchiudendo gli occhi.
“Volevo
aiutarla a lavare i
piatti” disse gentilmente.
Chichi
raggiunse il lavabo,
osservò la pila di piatti e sospirò.
“Penso
di averne proprio
bisogno. Sporcano davvero tanto gli uomini di casa” gemette.
Videl
le si approssimò e le
mise una mano sulla spalla.
“Non
dovrebbe affaticarsi così
tanto, finirà per ammalarsi” gemette.
Chichi
abbassò lo sguardo e
negò con il capo.
“Sono
semplicemente
preoccupata per mio marito. Aveva promesso che si sarebbe comportato
bene e,
invece, è di nuovo andato ad allenarsi. Per lui è
tutto un gioco, mente senza
serietà, come se non contasse niente”
sussurrò.
Videl
abbracciò la donna e
sospirò.
“Dovrebbe
fargli sapere che
soffre” mormorò.
Chichi
la scostò e scosse il
capo, sorrise e le sue iridi nere divennero liquide.
“La
verità è che lo amo troppo
e accetterei qualsiasi cosa da lui. Faccio la voce grossa, ma non posso
vivere
pensando che un giorno non tornerà al mio fianco”
ammise con voce rauca.