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Autore: Rock_N_Roll_Boy    25/05/2017    0 recensioni
E' passato tanto tempo dall'avvincente storia fra Eric e Faith, dopo un periodo di profonda depressione ecco il nostro Serpeverde preferito alle prese con i fantasmi del passato (Eris) e l'integrazione in una scuola che sembra non essere più la sua.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Eric:


L'estate era stata terribile, ma questa volta non erano state le condizioni ambientali a farmelo dire per intenderci, non erano state soltanto quelle a spingermi nello stato emotivo in cui mi trovavo. Camminare non era una medicina, tuttavia da quando Eris più di un anno fa' mi aveva "liquidato", non avevo avuto alcun sollievo dalle altre occupazioni. Non mi serviva un corpo da guardare per sentirmi ancora me stesso, era la sensazione di non essere abbastanza per qualcuno quella che mi dilaniava le viscere.Mi stavi finalmente salutando ed eccoti ancora qui,non avevo trovato nessuno disposto a condividere il mio dolore. Nessuno poteva comprendere quello stato emotivo, quella voglia di chiudere gli occhi e non riaprirli.E' soltanto una ragazza come un'altra, tutti i miei amici si erano affidati a queste parole, facili da pronunciare e prive di qualsiasi significato. Ero in quella scuola ormai da qualche anno e mi ero innamorato solamente due vole, la prima era stata Ariana la seconda, l'unica in grado di farmi dimenticare quella maledetta rossa, portava il nome di Eris e mi accoltellava il cuore ogni volta che una circostanza felice se ne impossessava.
Frugai nelle tasche dei miei jeans neri, la ricerca dell'ennesima sigaretta mi avrebbe portato a scoprire che non c'era nulla di favorevole alla mia persona in quella maledetta giornata. Il tabacco si era volatilizzato e gli unici esseri viventi nei dintorni erano dei volatili, sublimi nella loro leggiadria ma sicuramente non famosi per essere dei tabagisti.Oggi va così, scossi la testa, ora la crisi era passata e come nelle altre lunghe giornate di quel maggio maledetto non sapevo per quanto sarei stato "libero", ma sicuro come l'oro prima o poi la mia testardaggine avrebbe battuto quel fantasma indesiderato.
Un rumore di passi mi costrinse a voltare il capo,non ero esattamente nelle condizioni migliori per intraprendere una conoscenza, tutto, dagli slip neri allo sguardo desolato faceva pensare alla fuga di un ragazzo qualsiasi per "stare da solo".Questa è sfiga! La Torre e le Rovine avevano perso un po' del loro originario potere d'attrazione, ma probabilmente avevo sottovalutato il connubio caldo/noia nella ricerca di un privè.

Nerissa:


Seppur fossimo a Maggio il caldo era già insopportabile data la mia discendenza scandinava, odiavo l’umidità, la fronte madida di sudore dove la mia frangetta s’incollava facendomi sentire ancor di più il caldo e facendomi maledire quel taglio di capelli.
Vagavo tra i corridoi in cerca di un posto dove poter finalmente stare da sola, dover poter riflettere su tutto ciò che quest’anno di lontananza da Hogwarts e il successivo improvviso mio ritorno avevano comportato.
Risi di me stessa, c’era molto poco da capire, mi ero innamorata, io … innamorata, avevo rifuggito quell’idea anni prima quando mi ero convinta che quel sentimento fosse solo per i deboli, che mi avrebbe fottuta e così era stato. Il mio Corvo se n’era andato, senza un motivo, senza un saluto, da un giorno all’altro aveva lasciato il castello e me. Lo cercai ovunque, chiesi ai suoi compagni di casata, andai nel suo posto preferito sulle rive del Lago Nero, era sparito. Eri sparito, mi avevi abbandonata nonostante mi avessi promesso di non farlo mai, così forte fu il dolore della tua perdita che scappai anche io, me ne andai lontano, arrivai persino nella tua cittadina natale pur di trovarti, pur di colmare l’enorme vuoto che avevi lasciato dentro di me, ti spedii svariate lettere, tutte tornarono indietro e persi così l’anno scolastico.
Mia madre mi aveva obbligata quest’anno a ricominciare, a tornare ad Hogwarts, non perché facesse bene a me ma solo perché una figlia non diplomata per lei avrebbe rappresentato un disonore e già lo rappresentavo semplicemente per aver avuto la sfortuna di essere smistata in Serpeverde anzi che , come lei, in Corvonero.
Sono sempre stata una spina nel fianco per lei ma per te non lo ero, tu mi avevi accettata così, senza troppi preamboli, avevi tolto le spine che tenevo intorno a me una per una, con pazienza e gentilezza e tu, proprio tu di cui mi ero fidata poi te ne eri andato.
Immersa tra questi pensieri mi resi conto di essere involontariamente arrivata alle rovine – le rovine- sorrisi- che posto originale per gli anti sociali come me- accesi automaticamente una sigaretta accorgendomi solo dopo che poco distante da me vi era un ragazzo moro, piuttosto alto e dal fisico slanciato e a giudicare dallo sguardo avrei detto che era un’altra anima in cerca di pace, proprio come lo ero io, quasi annoiata da me stessa mi avvicinai
<< Sigaretta?>> chiesi senza dare molto peso al ragazzo.

  
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