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Autore: rocchi68    25/05/2017    2 recensioni
“Marina o pirateria?” Gli chiese quel giorno, sorseggiando qualcosa di alcolico e fissando il nipote.
“Non so.”
“È finito il tempo dei dubbi e se non vuoi diventare mercante, non ti resta che scegliere.”
“Difficile scegliere tra il divertimento e la noia.” Ghignò il giovane, facendo scuotere la testa al nonno che si era rimesso in piedi.
“La legge non è noiosa, se si è nel giusto.”
“Io non sono mai stato nel giusto.”
“Ricorda che il mare è un posto pericoloso, se si naviga da soli.” Borbottò l’anziano, afferrando il bastone e puntandolo contro la schiena del ragazzo, quasi volesse fargli capire che la giustizia aveva molte armi a suo vantaggio e che prima o poi si sarebbe dovuto arrendere.
“Solo perché hai scelto la marina da giovane, non significa che io debba ripercorrere la tua strada.”
“Tuo padre ha fatto la scelta peggiore.” Sospirò l’uomo, riprendendo in mano il bicchiere e portandoselo alle labbra.
“Ti prometto, nonno, che riuscirò a renderti fiero di me.” Continuò il ragazzo, raccogliendo la borsa con le sue cose e avviandosi, quindi, verso il porto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Sull’isoletta Scott e Dawn fissavano il mare in silenzio, con il primo che, per la rabbia, aveva afferrato il capello e lo aveva gettato in acqua senza pensarci.
L’umore del pirata non poteva essere più nero.
Credeva che giunti a Tartaro, Courtney si rabbonisse e concedesse il libro a Siracusa senza fare troppe storie.
Era proprio vero che la volontà degli dei era imperturbabile e che puntare su una divinità così capricciosa poteva costargli caro.
Courtney l’aveva sempre e solo preso in giro e, conquistato ciò che ambiva senza fatica, l’aveva gettato via come un barile vuoto.
Sentiva chiaramente d’aver fallito nella sua missione e il suo sguardo perso nel vuoto non ammetteva scappatoie.
Non aveva nessun asso da usare per uscire da quella faccenda, né aveva denaro per saldare Siracusa della sua perdita.
Dannato Mike e dannata Courtney, aveva imprecato tra sé e sé, chiudendo la testa in una morsa, per poi allentare quella tenaglia senza motivo.
Dawn, vedendo la sua figura, una volta spavalda e coraggiosa, spegnersi sempre più, era visibilmente preoccupata.
Nemmeno lei aveva il coraggio di aprir bocca e di fargli coraggio.
Qualsiasi cosa accadesse da lì in avanti c’era solo una soluzione: o Scott o Mike dovevano morire per quanto accaduto.
Quei primi minuti passarono in un silenzio funereo dettato solo dalle onde che si infrangevano sulla spiaggia.
“Mi dispiace, Dawn. Courtney ha ragione su di me.” Si scusò, cacciando un profondo sospiro e alzando la testa per fissare l’orizzonte.
“No, non è così. Hai risposto alla sua domanda, hai detto la verità.”
“Non era la verità. Ero io che cercavo di spacciarmi per qualcuno che non sono.”
“Scott…io ho visto chi sei. Non devi fare finta. Courtney ti ha intrappolato. Perché tu o Mike o un altro dovreste morire?”
“Dawn…”
“No! Tu devi scappare e andare lontano. Torno io. Spiegherò ogni cosa.” Ribatté la giovane, scattando in piedi, mentre anche Scott si metteva in posizione eretta.
“No Dawn.”
Scott aveva compreso cosa doveva fare per Siracusa.
Il Libro non era stato recuperato e lui doveva tornare per ricevere la punizione di cui Mike si era incaricato.
“Non posso guardarti morire: io ti amo.” Singhiozzò Dawn, mentre Scott era rimasto paralizzato da quella verità.
Lui non aveva mai creduto possibile che lei si innamorasse.
Deluso e stanco alzò lo sguardo, mentre la Chimera governata da Duncan si avvicinava alla loro spiaggetta.
Un debole sorriso solcò il suo volto e poi tornò a concentrarsi sulla ragazza, asciugandole il volto e abbracciandola.
“Ma potresti amare un uomo che fugge?”
“Scott…”
“Era destino che tornassimo a Siracusa.”
Mentre Dawn rimaneva attaccata al pirata, il rosso fissava l’orizzonte, ripensando a Mike e al povero vecchio che lo aspettava a casa.
Quasi sicuramente quella sarebbe stata la volta buona perché Ade si prendesse la povera anima di suo nonno.
 
Siracusa.
Il giorno dell’esecuzione era finalmente giunto.
Mike, da quando Scott era partito con la sua sgangherata ciurma, aveva contato le ore e i giorni.
E all’alba dell’ultimo aveva creduto che l’amico l’avesse ingannato.
Che lui non sarebbe mai tornato indietro.
In cuor suo sentiva di meritarselo, anche se una flebile speranza continuava a spronarlo nel credere verso il corsaro.
Quel giorno il patibolo, situato vicino al palazzo reale, pullulava di persone.
Dai nobili di spicco, alla gente comune, al re in persona, agli ambasciatori delle 12 Città, tutti aspettavano che il boia alzasse l’ascia.
L’uomo incappucciato, infelice di quel compito, era sicuro di non riuscire a dormire la notte per lo strapazzo di quell’esecuzione.
Già sapeva che era suo il compito di recuperare il corpo del giovane e di ripulire l’arma che avrebbe usato.
Lui, Chef, avrebbe tanto voluto essere lontano miglia e miglia piuttosto di giustiziare una persona innocente.
Purtroppo gli ambasciatori stavano aspettando che la lama toccasse il collo del giovane e che si cercasse una soluzione per aiutare Siracusa.
Chef alzò l’ascia, ma prima di mandare a segno il colpo, un coltello spezzò l’arma, impedendo la morte del principe.
Mike aprì gli occhi e si vide rispecchiato nella lama lucente, rialzandosi, sicuro che lui era tornato da Tartaro.
Infatti l’ansia lasciò il posto ad un sorriso, quando Scott e il resto della ciurma giunsero nel luogo dell’esecuzione.
Il pirata rivolse un’occhiata ai suoi uomini che restarono fermi, nonostante non accettassero quella situazione.
Poi si concentrò sulla figura del principe e gli strinse la mano.
“Scommetto che pensavi di non rivedermi più.”
“Iniziavo…ad avere i miei dubbi.” Ammise Mike, sfiorandosi la gola ancora scosso.
“E il libro?” Chiese il principe non notando la reliquia.
“Ho fatto del mio meglio, ma non è bastato.”
“No. Sei tornato comunque?”
“Come potevo fare altrimenti?”
Scott abbassò la testa, mentre l’equipaggio si mescolava alle tante persone presenti.
Si girò un’ultima volta e poi si inginocchiò, porgendo la sua spada prediletta al boia.
Nelle ultime ore aveva pensato più volte a quella soluzione e nulla riusciva a farlo desistere.
Ormai era pronto per farsi tagliare la testa.
In sottofondo sentiva i guaiti di Zanna che, cercando di correre verso l’amato padrone, si ritrovò trattenuto dal nonno del pirata.
Il vecchio non credeva di ricevere quell’ultimo regalo da quel testardo e unico nipote che il destino aveva voluto dargli.
E anche lui, nonostante ne avesse viste di tutti i colori, si ritrovò ad abbassare la testa.
La spada, alzata verso il cielo, luccicò appena e si fermò a mezzaria.
Un vento intenso e un turbine dal mare annunciò la comparsa di Courtney che si presentò davanti al popolo di Siracusa con dimensioni enormi.
Ma non era la dimensione la cosa che più spaventava il pirata.
Era il suo sguardo a farlo rabbrividire.
“Come hai osato? Andava tutto a meraviglia. E ora? Mi fai questo.” Parte della rabbia della dea venne sfogata sul patibolo che finì in acqua con un gran tonfo.
“Courtney…io non capisco.”
“Non fare il tonto con me. Puoi ingannare queste persone, ma io so chi sei. Sei egoista, senza principi e bugiardo.”
“Un momento, non ho mentito.”
“Tu…”
“Sono tornato. Per questo sei qua.”
“Scott…” Ringhiò appena.
“Volevi mettermi alla prova. Io non sono scappato.”
“Bugiardo.”
“E non c’era qualcosa riguardo all’essere vincolata per l’eternità?” Chiese il giovane, ghignando, mentre dal petto della dea si poteva scorgere una croce.
La croce: simbolo di una promessa.
E dinanzi ad un tale simbolo, lei si ritrovò a soccombere dinanzi alla furbizia di un mortale.
La rabbia che provava in quegli istanti era ingestibile, anche se alla fine si vide costretta a riconsegnare il libro.
Nemmeno Scott ci sperava più e infatti si ritrovò il Libro della Pace tra le mani senza neanche accorgersene.
“Bene, bene, bene. Deve essere un tantino imbarazzante per te, Courtney.” La canzonò lui.
“Non forzare la sorte, Scott. Sei carino, ma non sei l'unico. E per tua fortuna ho posti dove andare, cose da distruggere, roba da rubare. Ciao!”
La dea si dissolse nel nulla così come era solita apparire.
Recuperato il tesoro, Scott si girò a fissare Mike e glielo porse, restituendo l’antico splendore che Siracusa aveva perso per mano di Courtney.
“Sai, per quel che vale, penso che ora il Consiglio ti creda.” Sorrise il principe.
“Tu dici?”
Inutile negare che i vari ambasciatori, alcuni giunti anche da molto lontano, erano rimasti a bocca aperta.
Lo stesso Scott, dopo aver raccolto la spada prestata al boia, si avvicinò a re Chris in attesa delle sue scuse.
“Re Chris. Quanto avete con voi?”
“Ti offro la gratitudine delle 12 Città e le scuse di un re.”
“No, davvero, quanto?”
“Scott!” Ghignò il re, allontanandosi.
Mike posò, quindi, una mano sulla spalla dell’amico e si allontanò di qualche passo, avviandosi verso l’interno del palazzo.
“Vieni, sarà una festa grandiosa. Tutti vorranno sapere come è andata.”
“Mari calmi, venti favorevoli…non c’è altro da aggiungere.” Ribatté in risposta il pirata, salutando con un cenno i suoi ex compagni di mille avventure.
“Che ti prende? Non ti diverti quando sei invitato?”
“No…è che c’è un tesoro in Grecia con il mio nome sopra.”
I 2 si strinsero di nuovo la mano e Scott si avviò verso il suo porto, raccomandando il suo ex equipaggio di non creare troppi casini.
 
Salutato un’ultima volta il vecchio amico, Mike si rivolse verso Dawn che si era allontanata, piangendo.
Più tardi, mentre la festa continuava in tutto il suo splendore, la raggiunse sul bancone, non prima d’aver ringraziato Duncan e gli altri per quanto fatto.
Insieme a loro, ovviamente, vi erano le consorti che potevano festeggiare per la fine delle loro avventure in giro per il mondo.
“Un'altra placida giornata a Siracusa.” Cominciò il principe.
Dawn gli sorrise di rimando, nonostante non riuscisse a staccare gli occhi dal mare.
Non era tanto il veleggiare a mancarle, ma la figura che aveva imparato a conoscere a bordo della Chimera.
Era solo Scott a mancarle.
Nulla le importava.
Che lui si fermasse a Siracusa o che riprendesse il suo viaggio: lei voleva stare solo al suo fianco.
Sapeva bene, però, che non l’avrebbe mai più visto.
Conosceva gli avventurieri e la loro sete: non si fermavano mai.
E pertanto la Grecia sarebbe diventata un altro Paese e poi un altro ancora.
Scott sarebbe passato di città in città, rubando e recuperando tesori, senza mai più mettere piede a Siracusa.
“Sai, una volta stavo qui con una donna. Lei guardava il mare, desiderava navigare oltre l’orizzonte e vedeva tante meraviglie.”
“E cosa è accaduto a quella donna?”
“Ha avuto la sua occasione, ha solcato i mari e si è innamorata.”
Anche lui aveva capito.
Perfino Scott aveva compreso.
Solo lei non era ancora riuscita a capire cosa volesse fare.
Il pirata si era ritirato solo perché gli sembrava la cosa migliore da fare, ma Mike aveva aperto gli occhi da un bel pezzo.
“Mike, io…”
“Dawn, segui il tuo cuore. Il mio è qui a Siracusa, il tuo sta per salpare.” Borbottò, ricevendo un abbraccio dall’amica.
“Mike, grazie.”
Quelli che la vedevano correre a perdifiato per raggiungere il porto credevano che fosse una pazza.
La festa era nel palazzo e lei si allontanava da tutta quella bellezza senza un motivo apparente.
Dawn era riuscita a incrociare anche il nonno del ragazzo e lui, mentre portava a spasso Zanna, le aveva consigliato di fare in fretta.
Zeus solo sapeva cosa passasse per la testa del nipote.
E giunta in porto, la giovane aveva capito cosa aveva scelto: lui era partito per la sua destinazione.
La nave veniva governata con molta fatica e le luci a bordo erano già state accese.
E lei sconsolata poteva solo osservare il fluttuare di quella povera imbarcazione sulle placide onde del mare.
“È già partita.” Soffiò triste, notando la Chimera ormai lontana.
Dawn non credeva che tutto dovesse finire così.
Sapeva che il capitano voleva ripartire per la Grecia, ma non credeva con così ampio anticipo.
E la vecchia Grecia era troppo grande per poterlo incontrare nuovamente.
Duncan l’aveva avvertita in tal proposito: doveva muoversi se non voleva perdere Scott.
Quest’ultimo, dopotutto, aveva promesso di liberare il suo equipaggio e aveva mantenuto la parola data.
“Non tornerà.” Borbottò, voltandosi, mentre una figura incappucciata fissava con lei la sagoma della nave.
“Tutte le navi salpano e ritornano.”
“Non questa volta.”
“Deve aver perso qualcosa di molto importante per parlare così.”
“Io…”
“Tutto ritorna indietro.”
“Si sbaglia.” Ribatté Dawn, mentre la figura respirava con calma la lieve brezza marina.
“Spero solo che sappiano cosa stanno facendo.”
“Chi?”
“Non vorrei che quei soldati distruggessero la mia povera Chimera.” Sbuffò, studiando il tramonto con attenzione.
“La sua…Chimera?”
“Dopo 10 anni di navigazione credo che una riparazione sia d’obbligo.”
“Scott?” Chiese Dawn, tornando sui suoi passi e posizionandosi davanti all’uomo che ghignava divertito.
Nel vederlo e nel sapere che lui non era partito, lo abbracciò, mentre lui ricambiando la sua stretta, le carezzava la schiena.
“Ce ne hai messo di tempo per arrivare.”
“Tu…”
“Sei in ritardo. Sarei dovuto partire quasi 1 ora fa.” Borbottò spazientito il rosso, mentre la donna si accorgeva per la prima volta della borsa abbandonata al suo fianco.
“Credevo fossi già partito.”
“Il vecchio Chris ha mandato qualche guardia al porto e mi hanno consigliato di dare una sistemata alla Chimera.”
“E la Grecia?”
“Troppo noiosa in questi periodi.”
“È solo per questo che  non sei partito?”
“Ehi quante domande.” Sbuffò Scott, ridacchiando appena.
“Io…”
“Sono rimasto a Siracusa perché sono un pirata.”
“Ma i pirati non si fermano mai.” Obiettò la giovane, rammentandogli i discorsi che le aveva fatto durante il viaggio per Tartaro.
“I pirati restano solo quando c’è un tesoro da proteggere.” Spiegò, voltandosi verso il castello, mentre Dawn si staccava turbata.
“Il Libro della Pace non è in pericolo.”
“Credi che non lo sappia?”
“Non sei rimasto per il libro?”
“Ho trovato un tesoro ben più prezioso di quella stupida reliquia.” Ammise il rosso, grattandosi imbarazzato la testa.
“Davvero?”
“Anche se non è l’unico motivo che mi ha spinto a rimanere.”
“Tu…”
“I pirati sono come dei bambini che non vogliono crescere. Tutti mi avevano detto che questa vita è sbagliata ed io, per una volta, ho deciso di dargli retta.”
“Avresti corso troppi pericoli.”
“Ti preoccupi per me, Dawn?” Domandò malizioso, facendola arrossire.
“Un po’.”
“Poi qui a Siracusa ci sono tutti i miei amici e parte della mia famiglia.”
“Solo?” Chiese la donna, spiazzandolo.
“Credo d’aver viaggiato anche troppo e forse devo realizzarmi in qualche modo.” Sbuffò il pirata, abbassando lo sguardo e puntandolo sui suoi occhi chiari.
“E poi sei troppo vecchio per la pirateria.”
“Grazie per il sostegno.”
“C’è altro?” Domandò nuovamente, sottraendolo dai suoi pensieri.
“Sono rimasto perché voglio assistere al tuo matrimonio con Mike.”
“Non devi.”
“Mike è un caro amico e mi sembrava giusto.”
“Io e Mike…”
“Avete già deciso la data del matrimonio?”
“Questo me lo dovresti dire tu.” Rispose lei, sorridendo furbescamente.
“Mi accontentavo di vederti felice per essere pago dei miei sforzi, ma a quanto pare mi sono impegnato anche troppo.” Ghignò il rosso, abbassandosi per baciarla.
“Scott…”
“Andiamo a casa.” Borbottò l’ex pirata, prendendo in braccio la giovane e portandola verso la piccola abitazione che era l’eredità di suo padre.
E, mentre, la Chimera fluttuava sulle onde, diventando via via sempre più piccola, Scott legava la sua vita a quella di Dawn.





Angolo autore:

Vi prometto che sarà un angolino very short.
Ryuk ringrazia tutti coloro che hanno letto e recensito.

Ryuk: E volevamo anche confermarvi quanto detto nell'angolo autore della scorsa volta.

Tornando alla storia, alla fin fine tutto è rimasto quasi uguale al film.
A eccezione del dialogo finale, di qualcuno intermedio, dei nomi (per ovvi motivi), della divisione della ciurma e di poco altro siamo stati abbastanza fedeli.

Ryuk: L'idea del film di per sè non ci dispiace e se qualcuno avesse desiderio di proporci qualcosa, magari anche con altri personaggi (non intendiamo fossilizzarci con Dawn e Scott), saremo ben lieti di ascoltarli e di pensarci con calma.

Detto questo vi salutiamo.
Alla prossima!
   
 
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