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Autore: Nephrite ekips    25/05/2017    1 recensioni
Fin da bambina ero una grande fan di questa coppia, e siccome nel contesto originale non hanno avuto il loro lieto fine ho voluto scriverlo per loro.
Premetto che non sono una scrittrice professionista, è la mia prima storia, dunque non mi insultate perché potrei piangere tantissimo. (xD ovviamente sono ironica)
Spero gradiate la mia storia e spero di non aver fatto troppi errori grammaticali. (E' stata scritta in tarda notte quando le persone normali dormono).
Ci terrei comunque a sapere tramite recensioni o messaggi se quantomeno la storia sia interessante o se vi stia coinvolgendo. Grazie mille e buona lettura.
Un ringraziamento particolare va a Medea Astra che mi ha sempre incoraggiata a scrivere, e che sempre mi ha sostenuta per ogni cosa, questa storia è dedicata a te.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naru/Nina, Shitennou/Generali
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
Capitoli:
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«Zachar ti ha davvero invitato a cena?» Chiese Nevius, ancora incredulo per ciò che gli avevo appena detto.
 
 
«A quanto pare, dice che dobbiamo festeggiare.»
 
 
La sua espressione era titubante e poco convinta. «E cosa precisamente?»
 
 
«In realtà non ne ho idea, o meglio, non ho capito le sue reali intenzioni.»
 
 
Nevius si avvicinò amorevolmente e mi strinse, «Se dovesse capitare qualcosa, chiamami, ok? Sarò lì in un lampo.»
 
 
 
«Temi che Zachar possa farmi del male?»
 
 
 
 
Sorrise divertito e poi riprese, «Affatto, sa bene che non deve scherzare col fuoco, però non si può mai sapere.»
 
 
 
Mi cambiai a casa di Nevius, indossai una gonna blu a pieghe e una camicia bianca, Nevius si offrì per accompagnarmi al ristorante dove Zachar mi attendeva.
 
 
Una volta arrivati lì, la trovammo già fuori ad aspettarmi, guardò Nevius fingendosi disgustata e come suo consueto decise di provocarlo.
 
 
«Non la molli proprio mai, vero?»
 
 
Nevius corrucciò il viso e mentre mi apriva la portiera le rispose. «Invece Kaspar ti scarica ovunque, chissà, magari spera che qualcuno lo liberi.»
 
 
 
Si guardarono in cagnesco per qualche secondo, poi Zachar riprese di nuovo la sua compostezza, «Oggi non ho voglia di discutere con te, forza lasciaci sole.»
 
 
 
Salutò Zachar con un cenno e poi si avvicinò a me, mi stampò un candido bacio sulle labbra e poi si diresse verso la sua fiammante auto.
 
 
Zachar mi osservava sorridente e smagliante, «Allora, andiamo?»
 
 
Annuii e la seguii a ruota nel ristorante, la mia espressione è inconfutabile, e  per poco non trattenni la risata.
 
Insomma, qualche anno fa Zachar era si davanti a me, ma per uccidermi, e adesso invece, ce ne andavamo in giro come se fossimo care amiche, questa situazione era a dir poco ironica.
 
 
Occupammo posto a tavola, e ci consultammo su cosa mangiare durante la serata.
 
 
«Allora Nina, parlami un po’ di te, forza, come hai conosciuto Nevius?»
 
 
Quella domanda mi lasciò spiazzata, non mi aspettavo che Zachar andasse subito al punto, anche se dovevo ammettere che lei non era solita a girarci troppo intorno, se voleva qualcosa, puntava subito a quella senza troppe cerimonie.
 
 
 
«Beh, cosa posso dirti su di me, penso tu ne sappia abbastanza. Sono una studentessa, vivo con mia madre, e di tanto in tanto mi occupo della gioielleria di famiglia.»
 
 
Mi fissava seriamente interessata, possibile che Zachar volesse davvero informarsi sulla mia vita?
 
 
 
«E su Nephrite, che mi dici?»
 
 
 
 
«L’ho conosciuto casualmente, ero al tennis club per assistere agli allenamenti della mia amica Ryu, che casualmente era, anche una delle sue prime vittime, lui fece la sua venuta al club, ed io diciamo… rimasi… sorpresa nel vederlo, non mi lasciò affatto indifferente.»
 
 
Inarcò un sopracciglio e sorrise divertita, «Dunque hai provato attrazione per una persona che ha fatto del male a una tua amica.»
 
 
Eccola che iniziava a provocarmi, ma stavolta non mi lasciai ingannare e le risposi prontamente, «Era ovvio che io non sapessi le reali intenzioni di Nevius, l’ho scoperto molto dopo.»
 
 
«E ciononostante non hai mai provato disprezzo per lui?»
 
 
 
 
«No.»
 
 
Sorrise sorniona e poi si avvicinò al mio orecchio, «Avrei fatto lo stesso se si fosse trattato di Kaspar.»
 
 
La fissa incredula, davvero cercava di rassicurarmi quella ragazza era seriamente piena di sorprese.
 
 
 
 
 
 
Ci servirono le prime portate e iniziammo a mangiare, Zachar mi osservava col solito sorriso sornione sulle labbra, mentre io cercavo di non badare a lei, non capivo dove volesse arrivare, ma sapevo per certo che non poteva essere l’unica a giocare con me, dunque decisi di contrattaccare.
 
 
«E tu?»
 
 
 
Mi guardò sorpresa, non si aspettava le chiedessi qualcosa.
 
 
 
«Io cosa?»
 
 
 
«Che mi dici di Nevius, com’è dal tuo punto di vista?»
 
 
Roteò gli occhi e ticchettò con le dita sul tavolo, alla ricerca forse dell’aneddoto giusto, o di qualcos’altro.
 
Il suo sguardo divenne improvvisamente serio, poi accennò a un delicato sorriso, «Lui è tipo mio fratello maggiore, anche se a vederci, non si direbbe siamo sempre stati molto vicini, e ci siamo sempre confidati l’uno con l’altra. Lui e Jack per me sono davvero una famiglia.»
 
 
La guardai confusa, non aveva citato Kaspar, e lei capì subito la mia espressione.
 
 
«Non nomino Kaspar perché lui è il mio compagno, sarebbe inutile evidenziarlo ancora.»
 
 
 
«Vi siete sposati?»
 
 
«Non ufficialmente, ma lo faremo. Ho saputo che sulla terra esiste una procedura, voglio attuarla assolutamente.»
 
 
 
«Come mai non avete fatto figli.»
 
 
 
Abbassò lo sguardo amareggiata, gli occhi le divennero improvvisamente lucidi, avevo forse toccato un tasto troppo dolente per lei, tentai di scusarmi ma fui fermata.
 
 
 
«Sta tranquilla, è più che lecito che tu lo chieda.»
 
 
 
Si prese qualche secondo per calmarsi, e ritornò al suo solito sorriso.  «Noi generali… poiché prescelti non possiamo avere figli, non possiamo riprodurre la nostra stirpe, siamo unici. Se Jack, Kaspar, Nevius oppure io tentassimo di avere un figlio, sarebbe del tutto impossibile.»
 
 
Stavolta fui io ad abbassare lo sguardo, e capii cosa intendeva Nevius quando disse che non avrebbe potuto darmi quello che un normale essere umano può concedere.
 
 
Zachar si accorse della mia triste e riprese, «Tuttavia abbiamo tentato solo Kaspar ed io ad avere figli, magari solo tra di noi non funziona. Jack non ci ha mai provato con Rei, idem per Nevius quando era fidanzato con Makoto, quindi non disperare.»
 
«Apprezzo.»
 
 
 
«Figurati tesoro.»
 
 
 
Ci fissammo per qualche secondo negli occhi, e poi decisi di togliermi in modo definitivo il dubbio che mi logorava, «Come si comportava Nevius con Makoto?»
 
 
Si morse il labbro e sorrise compiaciuta a quella domanda.
 
 
Sorseggiava il suo bicchiere di vino rosso senza mai smettere di sorridere, e senza mai staccare gli occhi da me.
Stavolta ero io a ticchettare con le dita sul tavolo, ero assolutamente impaziente di ricevere quella risposta, ma sapevo che Zachar non me l’avrebbe concessa se prima non avessi sofferto un po’.
 
 
«Era un perfetto idiota.»
 
 
 
«In che senso?»
 
 
 
«Era davvero insopportabile, sempre nervoso, sempre sulle sue, non ascoltava mai nessuno.»
 
Guardò per un secondo il cielo e poi riprese, «Beh in realtà anche quando si è innamorato di te non ha ascoltato più nessuno, però era differente. Sapeva bene di non amare Makoto, lei lo attraeva solo fisicamente, ma lui si ostinava a volerci trovare qualcosa di più. Era così ossessionato dall’idea di avere qualcuno nella sua vita che l’avrebbe accettata comunque essa fosse.»
 
 
 
«Perché pensi che lei non fosse quella giusta?»
 
 
 
Il suo sorriso ora divenne più dolce.
 
 
«Non ne so molto di voi umani, ma conosco bene Nevius.
Quando stava con Makoto, non era determinato, non era energico, non sorrideva quasi mai. Mentre ultimamente l’ho visto sorridere più di una volta, l’ho visto fare cose che molto tempo aveva abbandonato, so per certo che adesso sta davvero bene, è anche per questo che ho deciso, di non essere ostile nei tuoi confronti, se lui sta bene con te chi sono io per impedirlo.»
 
Abbassai lo sguardo dopo essere arrossita, dunque anche Zachar pensava che Nevius fosse seriamente innamorato di me, quella sua rivelazione mi faceva stare più tranquilla.
 
 
«Bhe… grazie per la fiducia.»
 
 
 
Si limitò a sorridere e poi chiese il conto.
Non mi lasciò neanche il tempo di replicare che lo aveva già pagato senza dirmi nulla.
 
 
«Non fare storie, che sarà mai un conto, la prossima volta mi inviti tu.»
 
 
 
«Va bene.» Dissi sbuffando.
 
 
 
Zachar alternava momenti in cui era la persona più dolce del mondo a momenti in cui era veramente acida.
 
Ci stavamo dirigendo verso casa, quando inaspettatamente fummo attaccate da qualcosa.
 
 
Dopo qualche secondo riconobbi quei mostri, e come potevo non riconoscerli, erano gli youma utilizzati dai generali nella raccolta per l’energia.
 
 
«Cosa diavolo volete voi da qui? Sapete io chi sono?» Disse Zachar autoritaria e in preda alla rabbia.
 
 
«Sei una traditrice!» Replicò uno dei tre mostri, e in seguito sferrò un altro colpo nella nostra direzione.
 
 
 
Zachar fu fulminea, rapidamente mi strinse tra le braccia e mi allontanò dal colpo.
 
 
 
 
«Guardate! Avete rovinato il mio abito preferito.»
 
 
 
Si concentrò ed emanò uno dei suoi strani poteri, composti di petali di rosa taglienti. Per quanto poteva, cercava di tener testa a quei mostri, ma eravamo nettamente in svantaggio, e inoltre io non avevo alcuno strumento per aiutarla.
 
 
 
«Nina nasconditi presto!»
 
 
La guardai disorientata, non potevo lasciarla li da sola, ma non aveva nessun intenzione di darmela vinta.
 
 
«Avanti muoviti! Se ti succede qualcosa Nevius mi ammazza.»
 
 
 
Annuii mio malgrado, e mi diressi verso un albero, per nascondermi dietro di esso, ma mentre stavo correndo in quella direzione uno dei mostri sferrò un colpo verso di me.
 
 
Zachar mi si buttò praticamente davanti, per evitare che il colpo mi prendesse, ma un forte bagliore accecò la nostra vita.
 
 
 
Quando riaprimmo gli occhi, ci guardammo simultaneamente e sorridemmo alla vita degli altri tre generali.
 
 
I tre Youma adesso sembravano molto più spaventati, e non erano più spavaldi come prima.
 
 
 
 
«Insomma, non vi hanno insegnato l’educazione?» Disse Jack in tono canzonatorio.
 
 
«Di solito educare gli Youma è compito tuo, ma suppongo, che come tuo solito, eri troppo impegnato a correre dietro alla tua bella Sailor.» Replicò Nevius in tono ironico.
 
 
 
 
«Beh, ultimamente siamo stati tutti un po’ distratti.» Esordì Kaspar incrociando le braccia.
 
 
 
«Avanti, facciamogli vedere chi comanda.» Rilanciò Zachar dopo essersi sistemata accanto ai suoi compagni. E così ebbe inizio lo scontro.
 
 
 
I tre Youma ebbero giusto il tempo di sferrare qualche timido colpo prima di essere sterminati uno ad uno in un batter d’occhio.
 
 
Alla fine dello scontro mi avvicinai a Zachar per sincerarmi delle sue condizioni, si limitò a un caldo sorriso. Poi guardò Nevius con aria di sfida.
 
 
 
«Beh, a quanto pare una scelta giusta nella vita l’hai fatta.»
 
 
 
Nevius rise malizioso e incrociò le braccia, «Dovevo riscattarmi in qualche modo, dopo la pessima scelta di frequentare un soggetto come te.»
 
 
 
Si fissarono per qualche secondo in cagnesco, prima di essere interrotti da Kaspar.
 
 
«Amore mio, che ne dici di tornare a casa? Hai una ferita al braccio.»
 
 
Zachar si stinse a Kaspar e i due imboccarono la via del ritorno.
 
Jack li osservava allontanarsi, prima di sbuffare e guardare Nevius in modo esasperato, «Vivere con quei due è un vero inferno, non fanno altro che scambiarsi effusioni, dovresti ritornare a casa con noi.»
 
 
Io e Nevius ridemmo spontaneamente e Jack riprese, «Quantomeno ho il pretesto per andare da Rei.  Ci vediamo domani ragazzi!»
 
 
 
Lo salutammo, e ci incamminammo verso casa mia.
 
 
«Allora, tu e Zachar siete diventate amiche?» Chiese Nevius con aria curiosa.
 
 
«In realtà non ho capito, alterna momenti in cui sembra che mi voglia morta a momenti di amore folle.»
 
 
 
 
Nevius iniziò a ridere di gusto e non ne capii il motivo.
 
«Che c’è?»
 
 
 
«Beh, allora direi che ti vuole molto bene, fa così anche con me.»
 
 
 
«Mi ha perfino salvato la vita.»
 
 
 
 
«Credimi non le conveniva che ti facessero del male, in ogni caso non l’avrei permesso.»
 
 
 
 
«Da quanto tempo eri li?»
 
 
 
 
«Il tempo giusto per vedere cosa Zachar avesse fatto nel caso in cui tu fossi stata in pericolo.»
 
 
 
Sorrisi per un istante e poi ripensai alle parole di Zachar, decisi di condividerle con Nevius, «Sai, lei ha detto che adesso ti vede felice, pensa sia merito mio.»
 
 
Mi strinse forte tra le sue braccia e mi stampò un dolce bacio sulle labbra, una volta staccatosi da me, iniziò a sorridere bellamente. «E’ così.»
 
 
 
 
Gli sorrisi come di consueto, e notai, mio malgrado che fossimo già fuori casa mia.
 
 
«Vuoi dormire con me stanotte?»
 
 
Nevius diede un’occhiata verso la finestra e poi rispose, «Va bene, ma facciamo finta di salutarci, che tua madre è li dietro che ci osserva.»
 
«Buonanotte amore mio.» gli feci l’occhiolino, e abbassai il tono di voce più che potevo. «Ci vediamo sopra.»
 
 
 
«Buonanotte, ti amo.»
 
 
 
Io mi diressi verso la porta ed entrai, mentre Nevius si allontanava sempre più.
 
 
Salii rapidamente le scale, e una volta entrata in camera mia lo ritrovai disteso sul letto ad aspettarmi.
 
 
«Ci hai messo meno tempo di me.»
 
 
Scrollò le spalle e sorrise, «I vantaggi de teletrasporto.»
 
 
Corsi rapidamente tra le sue braccia e lo strinsi forte, ci fissammo per qualche secondo negli occhi.
 
 
 
«Zachar mi ha detto che voi generali non potete avere figli.»
 
 
Abbassò per un attimo gli occhi e si morse il labbro, sembrava sinceramente dispiaciuto.
 
 
 
«A quanto pare la nostra progenie non può andare avanti, siamo immortali e deve finire con noi.»
 
 
 
 
«Non importa, il tuo amore è ciò che conta.»
 
 
 
 
«Sei una donna meravigliosa.»
 
Chiusi per un attimo gli occhi sognanti, fui riportata alla realtà dalla risata di Nevius, riaprii gli occhi e lo fissai sospettosa, «Che c’è?»
 
 
 
«No, è che pensavo a te e Zachar a cena, che parlate di bambini, quando fino a poco tempo fa…»
 
 
«Effettivamente è surreale.»
 
 
Ridemmo all’unisono prima di stringerci ancora di più.
 
 
 
«Che ne dici di dormire adesso?»
 
 
 
«Va bene, domani vedremo cos’altro ci aspetta.»
 
 
Mi accoccolai al suo fianco e chiusi gli occhi felice, finalmente le cose nella mia vita stavano andando per il verso giusto. 
   
 
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