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Autore: Hiroponchi    26/05/2017    0 recensioni
Lo sapete che Hiroto e Alice Liddel sono nati lo stesso giorno? Di secoli diversi, ovviamente...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiroto Ogata, Kazamasa Kohara, Naoyuki Murai, Shinji Amano, Takashi Sakamoto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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  1. Il Toraliffo

Il povero Hiroto camminò così a lungo che il sole gli asciugò i vestiti addosso. Non sapeva più dov’era e intorno a sé vedeva solo enormi alberi e fiori parlanti. Uno di essi gli disse persino ‘Mi sa che i tuoi boxer sono umidi’ e dalla voce Hiroto pensò fosse un fiore femmina. Si era quasi dimenticato di dover crescere. Era ancora 40 cm ed era stanco di sentirsi più piccolo del solito.
Sbuffando e imprecando arrivò all’ombra di un fungo bianco. O meglio, il gambo era bianco come il latte ma la cupola era di un blu fosforescente. E proprio sopra di essa se ne stava Tora. O era una falena? No, sul serio, che cazzo era?
Tora indossava una giacca blu sulla camicia nera e fumava un narghilè che spargeva tutto intorno una nuvola di fumo viola e azzurrino. Ma la cosa forte erano le due ali da farfalla notturna che si allungavano dietro le sue spalle.
<< Chi sei tu? >> chiese a Hiroto.
<< Sei impazzito come Nao? >> gli chiese invece Hiroto.
<< Sono solo un bruco. Un Bruco Saggio >> rispose quello a casaccio.
<< Credevo infatti che il Brucaliffo fosse un bruco. Non una falena o qualcosa di simile >>.
<< Sono fresco di crisalide >>
Sbuffò una nuvola di fumo violaceo cosparso di brillantini lucenti. La sua espressione era così seria che a Hiroto venne da ridere.
<< Fresco di droga, direi >>.
<< Che cosa vuoi, umano? >> disse allora il Toraliffo con una voce così bassa e leggera che certo non apparteneva a Tora.
<< Voglio diventare alto! Cioè, come prima! Sono troppo basso adesso >>.
<< Non so di che ti lamenti. Basta che ci fai l’abitudine >>
<< Non voglio farci l’abitudine >>
<< Quando sono uscito dal bozzolo, non ero abituato a volare. Volevo strisciare come prima. Ma ci pensi, strisciare! Così ho fatto un tentativo e ora mi sono abituato >>.
<< Non farmi incazzare o ti tiro giù da quel fungo. Dimmi come tornare normale >>.
<< E va bene! Devi prendere un pezzetto da un lato del mio fungo e uno dall’altro. Ma non so dirti quale ti farà crescere e quale invece rimpicciolire perché non so quale sia la destra e quale la sinistra >>
<< Cosa? >> sbraitò Hiroto che aveva già ingoiato un po’ di fungo.
<< Beh, quando ero un bruco non avevo mica le braccia >>
<< Ma ora ce l’hai >>
<< Non fa la benchè minima differenza >>
Hiroto lo guardò male. << Stai fuori >> .
Intanto era diventato un gigante. Superò le cime degli alberi e non potè più fare un passo senza distruggere una quercia. Prima di farsi prendere dal panico ingoiò l’altro pezzetto e strinse i denti per il dolore quando il suo corpo finalmente tornò della misura giusta.
<< Merda >> sbottò. << Non sarò mai più permaloso a proposito della mia altezza. Comunque… quel bastardo di Tora. Poteva dirmi dal principio qual’era il pezzo di fungo giusto >>.
Si voltò indietro verso il fungo avvolto dal fumo del narghilè ma il Toraliffo si stava rinchiudendo di nuovo nella crisalide, nella speranza di tornare ad essere un bruco. Hiroto lo guardò a bocca aperta prima di decidere che in quel narghilè c’era sicuramente una droga pesante.
Volendo allontanarsi da quel fungo di merda, arrivò in fretta ad una casetta. Era graziosa ma all’interno facevano così tanto chiasso che era impossibile sentire se anche avesse bussato. Comunque spinse l’uscio ed entrò in una cucina angusta e sporca. I vapori della minestra che salivano dalla pentola erano fastidiosi. La cuoca non faceva altro che aggiungere pepe e anche Hiroto prese a starnutire come tutti. Al centro della stanza c’era una ragazza seduta su una sedia imbottita. Pareva essere francese o anche italiana. Doveva essere la Duchessa! In braccio teneva un grasso neonato che strillava come non mai e lei cercava di calmarlo con una canzone che parlava delle quattro stagioni.
<< Ehm… salve >> disse Hiroto sopra al baccano.
<< Ciao >> rispose la Duchessa. Da quel poco che ricordava del libro di Alice, Hiroto sapeva che la Duchessa era brutta e vecchia ma questa era giovane e carina. << Sei stato invitato anche tu? >>
<< A cosa? >>
<< Alla partita a croquet del Re >>
<< Re? Credevo ci fosse una regina >>
<< No, no! Re >>
<< Beh, non mi ha invitato >>
<< Che peccato! Dovresti venire comunque >>
Il bambino continuava a strillare e ad un certo punto iniziò a trasformarsi in un maialino. La Duchessa lo mollò in braccio a Hiroto ma assomigliava così tanto a Bu-chan che quello lo mise via subito, per impressione. La donna prese a truccarsi per dirigersi dal Re Rosso e Hiroto, non sapendo che cosa dire, uscì dalla casetta. Il gatto lo seguì e si mise a sorridere. “Ci mancava solo quel cretino del gatto del Cheshire” bisbigliò Hiroto.
Pensò comunque di rivolgersi a esso.
<< Dove posso andare partendo da qui? >>
<< Dipende dove vuoi andare >> rispose il testone baffuto.
<< A Tokyo >>
<< Non so dove sia ma puoi sempre andare dal Cappellaio Matto! Si trova a casa del Leprotto Marzolino >>
L’uso del maschile fece sospirare il nostro protagonista. ‘Spero non ci sia Saga lì’ disse piano piano. 

  
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