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Autore: Cecilia    26/05/2017    0 recensioni
Le conseguenze di Flashpoint presentano il loro conto e toccherà alla Leggende, in un viaggio in un futuro prossimo, a pagarne il salato prezzo tra sconvolgenti verità ed inaspettate rivelazioni.
Fan Fiction in due momenti tra l'universo che conosciamo e quello nuovo che si crea dopo la guerra finale del tempo...
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Rip Hunter, Sara Lance, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MORTE – Rip Hunter – Punto di Non Ritorno

C’era un non so che di tristemente romantico nel fatto che il luogo ove si erano dovuti dirigere per trovare Rip fosse proprio il Punto di Non Ritorno. Dopotutto quale posto migliore esprimeva il suo essere un Signore del Tempo? Se tutti gli altri Cavalieri erano divisi in Passato, Presente e Futuro era normale che colui che dovesse rappresentarli tutti e tre fosse proprio Rip e proprio in quel luogo. White Canary aveva i brividi e seppur tentava invano di nasconderlo Black Canary se ne era accorta e avvicinandosi prese la mano della madre e la strinse come moltissime volte lei aveva fatto quando era solo una bambina…

«Non pensavo che il tuo anello potesse portarci fin qui…» mormorò Firestorm guardando quel posto abbandonato e lasciando che i ricordi gli invadessero la mente.

Dal canto suo anche Rick Flag si era voltato verso la ragazzina e notò come si fissò l’anello della Legione con una nota di malinconia.

«E’ la stessa tecnologia della Waverider, solo in versione portatile…» ironizzò con un flebile sorriso.

«… è stato un dono di mio padre…» lo stesso che adesso, paradossalmente, doveva trovare per combattere.

«Perdonatemi, sono sempre stato un nostalgico…» la voce bassa e rauca che alle spalle li prese apparteneva proprio a Rip che nascosto dietro il collo del bavero del cappotto nero che indossava, li guardava con quello sguardo pieno di oscurità che solo una volta Sara aveva visto: quando era vittima della League of Doom, ma quella volta era peggio. C’era un male molto più profondo ad avvelenarlo dal quale non era certa se questa volta sarebbe stata in grado di salvarlo. Rick Flag e Firestorm infatti avevano parlato prima di partire, poche parole concise, ma abbastanza per venire a patti che avrebbero fatto ciò che sarebbe stato necessario pur di fermarlo in quanto sapevano che né Sara né Laurel ne avrebbero avuto facoltà.

«… anche se avrei preferito non vedervi qui…»

«Perché mh? Hai paura che possiamo batterti?» Jackson non era mai stato bravo a trattenersi, già una volta aveva voluto ucciderlo ed era pronto a rifarlo. Stein dentro di lui lo stava appoggiando, entrambi si erano resi conto di quanto Rip fosse una persona pericolosamente debole e incapace di affrontare i demoni del suo passato.

«Credi davvero che ti avrei abbandonato? Non l’ho fatto in passato non lo farò oggi!»

Sara aveva fatto un passo verso di lui, il bastone pronto all’azione, anche se sperava di non usarlo.

«Non riesco a credere che… dopo…» non voleva dirlo ad alta voce, non di fronte a Laurel e forse per questo si trovò a ingoiare le parole, mentre lui invece si teletrasportava alle sue spalle. Firestorm e Flag erano già scattati pronti a colpire. Sara era paralizzata, mentre sentiva la mano di Rip scostarle i capelli dal collo e parlarle all’orecchio.

«Dopo la scorsa notte?» lo aveva chiesto maliziosamente e seducente, mentre lei si voltava a guardarlo in viso infastidita.

«Dopo che ti ho detto che ero incinta… come hai potuto lasciarti comunque contagiare da Darkseid

«Ma già lo ero e quello che mi hai detto mi ha solo chiarito le idee… Credi che voglia fare del male a te o a Laurel? Per niente… vi sono debitore, perché ora so chi sono per davvero…»

Quanto non le piaceva quel tono di voce? Quelle parole? Quel preambolo? Troppo. Sara sapeva cosa stava passando, ci era passata anche lei. Si era convinto che non poteva essere migliore, che non avesse altro modo di vivere che non fosse quello, che allontanandosi da loro e abbracciando la sua oscurità le avrebbe protette. Ma lo aveva provato sulla sua stessa pelle, non era allontanando chi si amava che si fuggiva dai propri incubi e tormenti… e sperava che proprio lui, su tutti, non facesse i suoi stessi errori.

«Fai sul serio?»

La voce di Laurel giunse dalle spalle della madre, ferita e delusa, mentre vedendo i suoi genitori voltarsi verso di lei si trovò a scuotere il capo disgustata da ciò che vedeva e sentiva.

«Mio padre non è quest’uomo… ma guardati! Sei tutto ciò che odi, ciò che per anni hai cercato di distruggere…»

«Se non volevi che diventassi così… forse tua madre doveva uccidermi quando ne aveva la possibilità…»

Il suo era un riferimento al periodo in cui militava nella League of Doom e Sara aveva avuto la sua vita nelle sue mani, a Camelot e la decisione che aveva preso era stata di salvarlo.

Tuttavia anche se non voleva darlo a vedere le parole di Laurel lo avevano colpito nel profondo e quando aveva parlato a denti stretti la mano gli era tremata pronto a colpire, Flag se ne era accorto e non aveva esitato a sparargli addosso nonostante le urla di Sara e Laurel. Eppure nonostante gli aveva scaricato l’intero caricatore del mitra addosso quello era ancora in piedi, sanguinante, ferito, ma non morto e tanto meno debole abbastanza da essere messo ko, anzi se possibile si incazzò ancora di più e alzando una mano lanciò l’uomo dall’altra parte della strada buia e desolata facendogli perdere i sensi.

«SMETTILA! Non puoi metterti comodo e guardare un’altra famiglia andare distrutta per la tua debolezza!» adesso era Firestorm che senza mezzi termini si stava mettendo in mezzo e a grandi falcate dirigersi proprio verso Rip. Gli lanciò una palla di fuoco dopo l’altra, ma Rip con estrema non chalance le deviò.

«TACI!»

«Perché mh? Perché dico la verità? Dio mio Rip guardati… se non ti fermi rimpiangerai tutto questo per lungo tempo e considerando quello che sei diventato per te vuol dire eternamente!» un nuovo globo infuocato raggiunse Rip che questa volta divenendo invisibile lasciò che gli passò attraverso senza scalfirlo. E mentre Jackson sembrava fuori di sé, Sara non smetteva di guardarsi intorno per ragionare sul da farsi, aveva pregato Laurel di mettersi al sicuro e seppur lei non ci pensava minimamente fu costretta ad eseguire quella richiesta pur di dare la calma e la lucidità necessaria alla madre per pensare a come liberare Rip dall’anello...

«Vado a vedere come sta Flag, ma tu… stai attenta…»

«Lo farò!» e mentre Laurel correva lontana, Sara notò Jackson ormai a un palmo di naso da Rip.

«Ora devi farti solo una domanda Hunter… la stessa che ti sei fatto la notte in cui Vandal Savage uccise la tua famiglia… Che razza di uomo vuoi essere? Perché sei ad un passo dal divenire come lui!»

Quella semplice domanda bastò per fare uscire di senno Rip che urlando colpì con la sua mano il petto di Firestorm che cadendo a terra si sentì prosciugare da tutte le sue forze, lui che adesso era in grado di uccidere qualsiasi essere vivente semplicemente con un tocco e desiderandolo. E per lui ora voleva una morte lenta ed estremamente dolorosa.

Sara lo raggiunse e senza pensarci oltre si mise tra lui e Firestorm prendendo il viso di Rip tra le mani e cercando il suo sguardo.

«Guardami! Guardarmi! Tu non sei questo… non sei questo… Rip non sei questa persona… Non lo sei… e fidati te lo dice una persona che per anni e anni è stata assuefatta dal dolore…»

Jackson alle sue spalle tossicchiò, segno che nonostante la presa di Rip fosse ancora forte le sue parole stavano facendo effetto.

«Adesso sei convinto che ogni porta è chiusa e che non hai nulla da dare. Sei vittima delle ombre che offuscano i tuoi pensieri e credi di essere il peggior nemico di te stesso in un incubo che tu stesso ti sei creato»

Lo sguardo di Rip ebbe un cedimento tanto che adesso non era più su Firestorm, ma su Sara e scuotendo il capo non trovò soluzione per quella situazione.

«Questa è la prigione che mi sono costruito, mi sono abituato all'idea che tutto ciò che tocco muore... Non sento più nulla e adesso che la peggiore parte di me è sveglia non esiste soluzione...»

«NON E' VERO! Non distruggere te stesso, non convertirti in qualcosa che non sei...» e dicendo questo Sara prese la sua mano ferma sul fianco e la posò sul suo petto. Sul suo cuore.

Entrambi stavano piangendo, entrambi si stavano giocando il tutto per tutto, mentre lentamente Jackson veniva liberato dalla morsa e tornava a respirare.

«Non smetterò di insistere, di farti tornare a sentire cosa vuol dire essere amato... ricorda che anche io ho respirato veleno e ho provato il sapore del sangue... l'ho amato... ma essere dipendente dal dolore non è la via d'uscita... non lo è...»

Quando anche l'altra mano di Rip ricadde lungo il fianco, Sara prese un gran respiro felice di essere finalmente riuscita a farlo tornare a ragionare e cercando il suo sguardo seppe che mancava ancora un solo passaggio per renderlo libero e salvare il mondo dall'Apocalisse.

«Dammi il tuo anello Rip...»

«Non servirà…»

«Cosa?»

Fu in quel momento che l’uomo si tolse l’anello e posandolo sul palmo della mano di Sara improvvisamente brillò per poi scomparire e lasciare al suo posto l’Arco di Orione.

«Devo asservire la morte per poter far sì che tutto ciò finisca…» le parole di Rip colpirono Sara che senza dovergli chiedere a cosa si riferisse lesse nei suoi occhi ciò che stava per fare e questo gli bastò per fargli scuotere il capo.

«Dobbiamo sbrigarci, non riuscirò a tenere l’oscurità imbrigliata a lungo… e tocca a te Sara…» e fu allora che una freccia apparve nelle mani di Rip, la stessa che porse alla donna che amava.

Lei lo guardò cercando di dissuaderlo da chiederle una cosa del genere, ma in egual modo aveva affrontato abbastanza situazioni al limite per capire che non c’era altra soluzione e nonostante la odiasse, la respingesse e la distruggesse non poteva fare altrimenti.

La mano mai le era tremata così tanto quando, incoccando la freccia, la stava puntando al cuore di Rip Hunter.

«Avevi ragione… e anche Laurel…» dicendolo Rip guardò oltre la spalla di Sara, vedendo sua figlia ormai vicina. Aiutava Firestorm a stare in piedi dopo che con Flag lo avevano fatto alzare e adesso la giovane stava piangendo con la mascella serrata, incapace di pensare che quello avrebbe cambiato per sempre il suo futuro e l’avrebbe privata di tutti i ricordi che con lui aveva.

«Sono stato debole, permettetemi dunque ora di essere forte e salvarvi… salvare tutti…»

Sara si preparò a colpire, ma non era facile. Mai aveva esitato così tanto.

«E’ che non voglio…»

«Oh nemmeno io, ma… permettimi di morire da eroe… voglio che in questo modo voi mi ricordiate…»

E li accadde. Sara trattenne il respiro. E anche Rip. E anche tutti gli altri. Quel secondo sembrò eterno e quando ormai la freccia nera si era conficcata nel petto di Hunter tutto tornò a scorrere veloce e violento. Un forte vento si alzò e da ogni momento del tempo e in qualsiasi luogo sulla terra tutti poterono vedere la grande oscurità allontanarsi, le persone marchiate liberarsi, Battleworld distruggersi e Darkseid venir rispedito negli abissi dell’Universo. Tutto questo perché Rip aveva fatto una scelta, la stessa che adesso lo vedeva steso a terra e privo di vita in un luogo ove il tempo e lo spazio non esisteva, ma dove gli echi d’amore di Sara e Laurel sempre lo avrebbero raggiunto…

 

E’ stato un viaggio molto lungo, ma eccoci alla fine perché il prossimo capitolo sarà l’ultimo di questa lunga fan fiction. Non so come vi sentite dopo aver letto questo capitolo, ma forse un po’ triste e scioccati come me. Cosa succederà ora? Il mondo e il tempo e salvo, ma a che prezzo?

   
 
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