MORTE – Rip Hunter – Punto di Non
Ritorno
C’era un non so che di tristemente romantico
nel fatto che il luogo ove si erano dovuti dirigere per trovare Rip fosse proprio il Punto di Non Ritorno. Dopotutto quale
posto migliore esprimeva il suo essere un Signore del Tempo? Se tutti gli altri
Cavalieri erano divisi in Passato, Presente e Futuro era normale che colui che
dovesse rappresentarli tutti e tre fosse proprio Rip
e proprio in quel luogo. White Canary aveva i brividi
e seppur tentava invano di nasconderlo Black Canary
se ne era accorta e avvicinandosi prese la mano della madre e la strinse come
moltissime volte lei aveva fatto quando era solo una bambina…
«Non pensavo che il tuo anello potesse
portarci fin qui…» mormorò Firestorm guardando quel
posto abbandonato e lasciando che i ricordi gli invadessero la mente.
Dal canto suo anche Rick Flag si era voltato verso la ragazzina e notò come si fissò
l’anello della Legione con una nota di malinconia.
«E’ la stessa tecnologia della Waverider, solo in versione portatile…» ironizzò con un
flebile sorriso.
«… è stato un dono di mio padre…» lo
stesso che adesso, paradossalmente, doveva trovare per combattere.
«Perdonatemi, sono sempre stato un
nostalgico…» la voce bassa e rauca che alle spalle li prese apparteneva proprio
a Rip che nascosto dietro il collo del bavero del
cappotto nero che indossava, li guardava con quello sguardo pieno di oscurità
che solo una volta Sara aveva visto: quando era vittima della League of Doom, ma quella volta era peggio. C’era un male molto più
profondo ad avvelenarlo dal quale non era certa se questa volta sarebbe stata
in grado di salvarlo. Rick Flag e Firestorm
infatti avevano parlato prima di partire, poche parole concise, ma abbastanza
per venire a patti che avrebbero fatto ciò che sarebbe stato necessario pur di
fermarlo in quanto sapevano che né Sara né Laurel ne avrebbero
avuto facoltà.
«… anche se avrei preferito non vedervi
qui…»
«Perché mh? Hai
paura che possiamo batterti?» Jackson non era mai stato bravo a trattenersi,
già una volta aveva voluto ucciderlo ed era pronto a rifarlo. Stein dentro di
lui lo stava appoggiando, entrambi si erano resi conto di quanto Rip fosse una persona pericolosamente debole e incapace di
affrontare i demoni del suo passato.
«Credi davvero che ti avrei abbandonato?
Non l’ho fatto in passato non lo farò oggi!»
Sara aveva fatto un passo verso di lui, il
bastone pronto all’azione, anche se sperava di non usarlo.
«Non riesco a credere che… dopo…» non
voleva dirlo ad alta voce, non di fronte a Laurel e
forse per questo si trovò a ingoiare le parole, mentre lui invece si teletrasportava alle sue spalle. Firestorm
e Flag erano già scattati pronti a colpire. Sara era
paralizzata, mentre sentiva la mano di Rip scostarle
i capelli dal collo e parlarle all’orecchio.
«Dopo la scorsa notte?» lo aveva chiesto
maliziosamente e seducente, mentre lei si voltava a guardarlo in viso
infastidita.
«Dopo che ti ho detto che ero incinta…
come hai potuto lasciarti comunque contagiare da Darkseid?»
«Ma già lo ero e quello che mi hai detto
mi ha solo chiarito le idee… Credi che voglia fare del male a te o a Laurel? Per niente… vi sono debitore, perché ora so chi
sono per davvero…»
Quanto non le piaceva quel tono di voce?
Quelle parole? Quel preambolo? Troppo. Sara sapeva cosa stava passando, ci era
passata anche lei. Si era convinto che non poteva essere migliore, che non
avesse altro modo di vivere che non fosse quello, che allontanandosi da loro e
abbracciando la sua oscurità le avrebbe protette. Ma lo aveva provato sulla sua
stessa pelle, non era allontanando chi si amava che si fuggiva dai propri
incubi e tormenti… e sperava che proprio lui, su tutti, non facesse i suoi
stessi errori.
«Fai sul serio?»
La voce di Laurel
giunse dalle spalle della madre, ferita e delusa, mentre vedendo i suoi
genitori voltarsi verso di lei si trovò a scuotere il capo disgustata da ciò
che vedeva e sentiva.
«Mio padre non è quest’uomo… ma guardati!
Sei tutto ciò che odi, ciò che per anni hai cercato di distruggere…»
«Se non volevi che diventassi così… forse
tua madre doveva uccidermi quando ne aveva la possibilità…»
Il suo era un riferimento al periodo in
cui militava nella League of Doom e Sara aveva avuto
la sua vita nelle sue mani, a Camelot e la decisione
che aveva preso era stata di salvarlo.
Tuttavia anche se non voleva darlo a
vedere le parole di Laurel lo avevano colpito nel
profondo e quando aveva parlato a denti stretti la mano gli era tremata pronto
a colpire, Flag se ne era accorto e non aveva esitato
a sparargli addosso nonostante le urla di Sara e Laurel.
Eppure nonostante gli aveva scaricato l’intero caricatore del mitra addosso
quello era ancora in piedi, sanguinante, ferito, ma non morto e tanto meno
debole abbastanza da essere messo ko, anzi se
possibile si incazzò ancora di più e alzando una mano lanciò l’uomo dall’altra
parte della strada buia e desolata facendogli perdere i sensi.
«SMETTILA! Non puoi metterti comodo e
guardare un’altra famiglia andare distrutta per la tua debolezza!» adesso era Firestorm che senza mezzi termini si stava mettendo in
mezzo e a grandi falcate dirigersi proprio verso Rip.
Gli lanciò una palla di fuoco dopo l’altra, ma Rip
con estrema non chalance le deviò.
«TACI!»
«Perché mh?
Perché dico la verità? Dio mio Rip guardati… se non
ti fermi rimpiangerai tutto questo per lungo tempo e considerando quello che
sei diventato per te vuol dire eternamente!» un nuovo globo infuocato raggiunse
Rip che questa volta divenendo invisibile lasciò che
gli passò attraverso senza scalfirlo. E mentre Jackson sembrava fuori di sé,
Sara non smetteva di guardarsi intorno per ragionare sul da farsi, aveva
pregato Laurel di mettersi al sicuro e seppur lei non
ci pensava minimamente fu costretta ad eseguire quella richiesta pur di dare la
calma e la lucidità necessaria alla madre per pensare a come liberare Rip dall’anello...
«Vado a vedere come sta Flag, ma tu… stai attenta…»
«Lo farò!» e mentre Laurel
correva lontana, Sara notò Jackson ormai a un palmo di naso da Rip.
«Ora devi farti solo una domanda Hunter…
la stessa che ti sei fatto la notte in cui Vandal
Savage uccise la tua famiglia… Che razza di uomo vuoi essere? Perché sei ad un
passo dal divenire come lui!»
Quella semplice domanda bastò per fare
uscire di senno Rip che urlando colpì con la sua mano
il petto di Firestorm che cadendo a terra si sentì
prosciugare da tutte le sue forze, lui che adesso era in grado di uccidere
qualsiasi essere vivente semplicemente con un tocco e desiderandolo. E per lui
ora voleva una morte lenta ed estremamente dolorosa.
Sara lo raggiunse e senza pensarci oltre
si mise tra lui e Firestorm prendendo il viso di Rip tra le mani e cercando il suo sguardo.
«Guardami! Guardarmi! Tu non sei questo…
non sei questo… Rip non sei questa persona… Non lo
sei… e fidati te lo dice una persona che per anni e anni è stata assuefatta dal
dolore…»
Jackson alle sue spalle tossicchiò, segno
che nonostante la presa di Rip fosse ancora forte le
sue parole stavano facendo effetto.
«Adesso sei convinto che ogni porta è
chiusa e che non hai nulla da dare. Sei vittima delle ombre che offuscano i
tuoi pensieri e credi di essere il peggior nemico di te stesso in un incubo che
tu stesso ti sei creato»
Lo sguardo di Rip
ebbe un cedimento tanto che adesso non era più su Firestorm,
ma su Sara e scuotendo il capo non trovò soluzione per quella situazione.
«Questa è la prigione che mi sono
costruito, mi sono abituato all'idea che tutto ciò che tocco muore... Non sento
più nulla e adesso che la peggiore parte di me è sveglia non esiste
soluzione...»
«NON E' VERO! Non distruggere te stesso,
non convertirti in qualcosa che non sei...» e dicendo questo Sara prese la sua
mano ferma sul fianco e la posò sul suo petto. Sul suo cuore.
Entrambi stavano piangendo, entrambi si
stavano giocando il tutto per tutto, mentre lentamente Jackson veniva liberato dalla
morsa e tornava a respirare.
«Non smetterò di insistere, di farti
tornare a sentire cosa vuol dire essere amato... ricorda che anche io ho
respirato veleno e ho provato il sapore del sangue... l'ho amato... ma essere
dipendente dal dolore non è la via d'uscita... non lo è...»
Quando anche l'altra mano di Rip ricadde lungo il fianco, Sara prese un gran respiro
felice di essere finalmente riuscita a farlo tornare a ragionare e cercando il
suo sguardo seppe che mancava ancora un solo passaggio per renderlo libero e
salvare il mondo dall'Apocalisse.
«Dammi il tuo anello Rip...»
«Non servirà…»
«Cosa?»
Fu in quel momento che l’uomo si tolse
l’anello e posandolo sul palmo della mano di Sara improvvisamente brillò per
poi scomparire e lasciare al suo posto l’Arco di Orione.
«Devo asservire la morte per poter far sì
che tutto ciò finisca…» le parole di Rip colpirono
Sara che senza dovergli chiedere a cosa si riferisse lesse nei suoi occhi ciò
che stava per fare e questo gli bastò per fargli scuotere il capo.
«Dobbiamo sbrigarci, non riuscirò a tenere
l’oscurità imbrigliata a lungo… e tocca a te Sara…» e fu allora che una freccia
apparve nelle mani di Rip, la stessa che porse alla
donna che amava.
Lei lo guardò cercando di dissuaderlo da
chiederle una cosa del genere, ma in egual modo aveva affrontato abbastanza
situazioni al limite per capire che non c’era altra soluzione e nonostante la
odiasse, la respingesse e la distruggesse non poteva fare altrimenti.
La mano mai le era tremata così tanto
quando, incoccando la freccia, la stava puntando al cuore di Rip Hunter.
«Avevi ragione… e anche Laurel…» dicendolo Rip guardò
oltre la spalla di Sara, vedendo sua figlia ormai vicina. Aiutava Firestorm a stare in piedi dopo che con Flag
lo avevano fatto alzare e adesso la giovane stava piangendo con la mascella
serrata, incapace di pensare che quello avrebbe cambiato per sempre il suo
futuro e l’avrebbe privata di tutti i ricordi che con lui aveva.
«Sono stato debole, permettetemi dunque
ora di essere forte e salvarvi… salvare tutti…»
Sara si preparò a colpire, ma non era
facile. Mai aveva esitato così tanto.
«E’ che non voglio…»
«Oh nemmeno io, ma… permettimi di morire
da eroe… voglio che in questo modo voi mi ricordiate…»
E li accadde. Sara trattenne il respiro. E
anche Rip. E anche tutti gli altri. Quel secondo
sembrò eterno e quando ormai la freccia nera si era conficcata nel petto di
Hunter tutto tornò a scorrere veloce e violento. Un forte vento si alzò e da
ogni momento del tempo e in qualsiasi luogo sulla terra tutti poterono vedere
la grande oscurità allontanarsi, le persone marchiate liberarsi, Battleworld distruggersi e Darkseid
venir rispedito negli abissi dell’Universo. Tutto questo perché Rip aveva fatto una scelta, la stessa che adesso lo vedeva
steso a terra e privo di vita in un luogo ove il tempo e lo spazio non
esisteva, ma dove gli echi d’amore di Sara e Laurel
sempre lo avrebbero raggiunto…
E’ stato un viaggio molto lungo, ma eccoci
alla fine perché il prossimo capitolo sarà l’ultimo di questa lunga fan
fiction. Non so come vi sentite dopo aver letto questo capitolo, ma forse un po’
triste e scioccati come me. Cosa succederà ora? Il mondo e il tempo e salvo, ma
a che prezzo?