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Autore: Dedalus Lux    28/05/2017    0 recensioni
La soluzione sarebbe semplice - disse Marius - Arrestare Mulciber.
- Non è così semplice - ribatté Seamus - Quel ragazzo ha anche un passato complesso alle spalle, è ben visto da buona parte del mondo magico.
- Quindi se l'opinione pubblica difende una persona, non si può far nulla? - domandò Marius che si stava iniziando a scaldare.
- Calmati Marius - lo ammonì Seamus - Se mi fai finire di parlare posso spiegarti tutto. Non è una questione di opinione pubblica, ma di prove. Servono prove e testimonianze, tuttavia è sorto un problema.
- Cioè? - domandò Marius.
- Servono testimoni - rispose il cugino - Ho parlato con Neville, volevo dire il professor Paciock che vorrebbero chiedere il tuo aiuto. Non è una cosa semplice, dovrai parlare davanti ad una giuria, non è facile. Se non te la senti nessuno potrà dire niente e...
- Nessun problema! - esclamò Marius che non aspettava altro - Sono pronto a testimoniare anche domani.
***
Vi ricordate dove eravamo rimasti? Marius ha terminato il suo primo anno ad Hogwarts e, come spesso succede, ha vissuto tante esperienze ha conosciuto nuove persone e si è innamorato. Ci sono tanti nodi da sciogliere sulle reali intenzioni dell'ambiguo Mulciber, sui sentimenti di Juliet nei suoi confronti, ma non solo. Le sorprese non mancheranno...
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Seamus Finnigan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Marius Grebb - Un giovane mago 20 anni dopo Harry Potter'
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PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******

Il furto del Calice di Fuoco ebbe ripercussioni sulla vita a Hogwarts. I professori non riuscivano a trattenere un certo nervosismo e, in qualche caso, lo sfogavano sugli studenti. Questi, tra l’altro, erano molto appassionati alla storia e ogni giorno uscivano fuori le teorie più disparate riguardo qualche accaduto. Chi temeva che il Tremaghi potesse essere cancellato in seguito al fatto fu rassicurato dal preside in persona, che confermò due giorni dopo il prosieguo del torneo, auspicando di non dover registrare episodi analoghi.
Il tema andò via via scemando con l’approssimarsi della prima prova. L’ultimo sabato di novembre si sarebbe disputata la gara inaugurale del Tremaghi, ma nessuno sapeva cosa aspettarsi. Così gli studenti iniziarono a mettere da parte il capitolo furto, per lanciarsi in suggestioni circa le difficoltà della prima prova.
- Chissà cosa dovranno affrontare i campioni - si domandava Marius una sera, mentre si trovava davanti al camino in compagnia di Matt, con gli altri che erano andati già a dormire.
- Sicuramente qualcosa di difficile - rispose Matt - e anche pericoloso.
- Dici? - domandò Marius ironico.
- Sì - rispose Matt - ma da quanto mi ha raccontato mio padre, il Ministero ha organizzato tutto in modo che i campioni non corrano pericoli seri.
- Una volta al Tremaghi si rischiava anche di lasciarci le penne - constatò Marius.
- Già - disse Matt - ma i tempi sono cambiati. Piuttosto hai ricevuto notizie di Mulciber?
- Assolutamente niente - rispose Marius, che qualche giorno prima aveva detto ai suoi amici del colloquio con Paciock e Weasley - ormai neanche ci provo a fermare il professor Paciock a fine lezione. Spero comunque che quando esce qualcosa me lo fanno sapere.
- E se fosse implicato nella storia del furto? - propose Matt.
- Chi? Mulciber? - ribattè Marius - non credo...
- Beh ne sarebbe capace - disse Matt.
- Assolutamente - convenne Marius - però non vedo un senso logico nel gesto. Non penso che il furto del Calice di Fuoco rientri nel suo misterioso e grande progetto.
- Chissà... - mormorò Matt.
- In tutto questo poi vorrei ritrovare il modo di parlare con Juliet - disse Marius - con la storia del furto mi è stato interrotto un momento buono, poi non c'è stata più l'occasione.
- E' passato quasi un mese da quel giorno - osservò Matt - dovresti pensare di sbrigarti.
- Fosse facile - si difese Marius.
- C'è sempre il Ballo del Ceppo a Natale - disse Matt.
- Lì diciamo che l'ho invitata - ricordò Marius, pensando a quel giorno di fine ottobre nel parco.
- L'occasione potrebbe essere ottima amico mio - disse Matt.
- Speriamo dai - disse Marius.
Mentre parlavano si avvicinò loro James Potter che, fino a poco prima, si trovava in compagnia di suoi due amici
- Ciao ragazzi - li salutò - di che is parla?
- Ragazze - disse Matt.
- Quelle di Marius? - ribattè James prendendolo in giro
- Che vorresti dire? - si scaldò Matt.
- Beh il nostro amico è un dongiovanni - disse James indicando Marius, che arrossì un poco - tu invece non ci dici mai niente.
- Evidentemente in questo momento non c'è nessuna in particolare che mi piace - disse Matt con tono di superiorità.
Marius rimase in silenzio. Sapeva che i due amici stavano scherzando, ma lui in realtà non era del tutto convinto che Matt avesse detto la verità. Da qualche tempo lo vedeva sempre dietro a Lucy. Cercava di stare con lei e spesso la fissava a lungo. Marius non aveva rivelato a nessuno i suoi sospetti, per rispetto dell'amico.
- In ogni modo - disse poi Matt cambiando discorso - stavamo parlando di Marius che aveva invitato Juliet al Ballo del Ceppo.
- E come pensate di andarci al Ballo del Ceppo? - domandò James.
- Perchè? - chiese Marius.
- Non lo sapete? - rispose James - è un evento riservato solo agli studenti più grandi, dal terzo anno in su…
Marius si dispiacque di questo e non poco. Aspettava quel momento per poter stare finalmente da solo con Juliet e invece, per una stupida regola, tutti i suoi progetti dovevano fallire. Non era giusto.
- Però penso di poterti aiutare Marius - riprese James.
Marius, che aveva abbassato gli occhi, tornò a guardare James interessato.
- In che modo? - domandò.
- Da quanto mi è stato detto - spiegò James - e ti posso assicurare che le informazioni provengono da fonti sicure, se un ragazzo più grande invita la persona più piccola, anche questa ha la possibilità di entrare. Visto che io vado con Selma, potremmo fare uno scambio di coppie, in modo che sia te che Juliet potrete entrare, e poi una volta dentro passerete la serata insieme.
- E se ci scoprono? - domandò Marius con un ritrovato interesse.
- E pensi di essere il primo a fare una cosa del genere? - ribattè James - mio cugino Fred, che sta al quinto anno, mi ha raccontato che allo scorso Tremaghi, che è stato quando lui si trovava al primo anno, ha fatto un sotterfugio simile per poter partecipare al Ballo del Ceppo.
- Bene - disse Marius - grazie James, davvero.
- Ehi amico - intervenne Matt - se per caso ho la possibilità, mi aiuterai ad entrare anche a me.
- Naturalmente - sorrise James - è solidarietà tra compagni di squadra. Anche tu hai una ragazza da invitare?
Matt non rispose, ma arrossì violentemente. Un segno che rappresentò una piccola conferma dei sospetti che aveva Marius. 

Il giorno seguente Marius si sentiva di buon umore. La prospettiva del Ballo con Juliet gli fece ignorare anche Pix il Poltergeist, il quale quella mattina si divertiva ad intruppare gli studenti assonnati che andavano a fare colazione. Il suo morale fu contagioso anche per i suoi amici e fu così che trascorsero una giornata piuttosto serena, dove anche i tanti compiti sembravano più leggeri del solito.
Erano entrati intanto nella settimana della prima prova. La tensione e l'emozione all'interno della scuola era palpabile. Mai come prima Marius aveva visto tanti ragazzi delle scuole di Durmstrang e Beauxbatons girare per Hogwarts, come alla ricerca di informazioni. Molti si rintanavano in biblioteca, insieme al rispettivo campione, probabilmente per fare ricerche riguardo magie particolari. L'unico che sembrava vivere l'avvicinamento alla prima prova con relativo distacco era Federik Downing il quale sembrava solo più triste del solito.
- Chissà cosa cercano in biblioteca i Campioni di Durmstrang e Beauxbatons - si domandò Michelle un pomeriggio, poco dopo aver finito di studiare.
- Penso che cercheranno di impararsi qualche magia potente ed efficace - rispose Marius - in fondo se alla prima prova devono affrontare l'ignoto.
- Ma quale ignoto e ignoto - disse una voce burbera da dietro ai ragazzi. Marius e Michelle si girarono e videro che si trattava di Hagrid, il gigantesco professore di Cura delle Creature Magiche.
- Salve professore - disse timidamente Michelle.
- Suvvia non chiamarmi professore, basta Hagrid - disse lui.
- Perchè è scettico sul fatto che devono affrontare l'ignoto? - domandò Marius curioso.
- Ragazzo mio - rispose Hagrid abbassandosi e parlando con tono di voce più basso - io sono più di 70 anni che sto qua ad Hogwarts e ho avuto la fortuna di assistere a numerosi Tornei Tremaghi. Mai una volta, ma dico mai, è successo che uno dei campioni non fosse a conoscenza della prima prova. Il baro fa parte della storia del torneo, e quei ragazzi probabilmente stavano studiando nel dettaglio la prova che devono affrontare.
- Però così la prova perde di valore - disse Marius, deluso.
- Ti assicuro caro ragazzo che anche se conosci quello che devi affrontare, nel caso tu non sia all'altezza della situazione, non puoi recuperare nei giorni che ti separano dalla prima prova - disse Hagrid - è un piccolo aiutino niente di più. Forse quando vedrai la prova reale ti ricrederai.
L'affermazione di Hagrid incuriosì molto sia Marius che Michelle, che ora erano sempre più vogliosi di sapere in cosa consistesse la prima prova del Torneo Tremaghi. Marius era quasi tentato di chiedere direttamente a Downing in cosa consistesse la prova.
Il mercoledì di quella settimana, mentre Marius, Matt, Bruce, Michelle e Lucy stavano per andare a pranzo, videro arrivare tutti trafelati i due campioni di Beauxbatons e Durmstrang, Remi Hervè e Tatiana Stefanova. Marius riuscì ad udire una parte della loro conversazione.
- Dofe dobbiamo andafe - chiedeva la ragazza in un inglese stentato.
- Al sesto piano - rispose il ragazzo francese che invece aveva un'ottima pronuncia - sbrighiamoci che è tardi.
Marius fu incuriosito dal loro dialogo, e rimase a fissarli mentre si dirigevano verso le scale.
- Ehi Marius - lo chiamò Lucy, vedendo che il ragazzo era distratto.
- Ragazzi - disse Marius che aveva avuto un'idea - vi va di andare a vedere in cosa consiste la prima prova?
- La prima prova? - domandò Matt curioso.
- Secondo me Hervè e la Stefanova stanno andando a vedere di cosa si tratta - rispose Marius.
- Dici? - chiese Michelle scettica.
- Andare non costa niente - rispose Marius - dobbiamo salire al sesto piano.
I ragazzi, accettando la proposta di Marius, iniziarono a salire le scale rapidamente, forse troppo, visto che arrivarono tutti con il fiato grosso in cima. Guardandosi intorno, videro che il corridorio principale del sesto piano era deserto. Iniziarono a girare, ma l'unica persona che incontrarono fu il Frate Grasso, fantasma della casa di Tassorosso, che li salutò allegramente.
- Ora serviva la mappa del Malandrino di James - sbuffò Marius.
- Ma tu sei sicuro che Hervè e la Stefanova stavano venendo al sesto piano? - domandò Lucy.
- Forse hai sentito male - disse Matt.
- No vi assicuro che stavano venendo qui - insistette Marius - saranno dentro ad un aula.
- Ma se stanno vedendo l'avversario della prima prova, qualche rumore dovremmo sentirlo - disse Matt.
- Forse sono usciti dalla scuola - insistette Marius, che non voleva rassegnarsi - avevo sentito parlare di passaggi segreti che portavano all'esterno e magari hanno preso uno di questi.
- Lo vuoi cercare? - domandò Lucy in tono scettico.
- Ehi ragazzi! - esclamò Bruce prima che Marius potesse rispondere. Il ragazzo non aveva partecipato alla discussione ma aveva continuato le sue ricerche.
- Che succede Bruce? - domandò Matt.
- In quest'aula c'è qualcuno - rispose.
I ragazzi si fiondarono subito davanti la porta indicata dall'amico, per cercare di sentire qualcosa. Era naturale che prima non avessero sentito niente, visto che dentro la stanza stavano parlando a voci molto basse.
- Guardate chi ci sta - disse Bruce che stava guardando attraverso il chiavistello.
I ragazzi si misero subito davanti la porta indicata dall'amico, per cercare di sentire qualcosa. Era naturale che prima non avessero sentito niente, visto che dentro la stanza stavano parlando a voci molto basse.
- Guardate chi ci sta - disse Bruce che stava guardando attraverso il chiavistello.
Marius si avvicinò e vide che all'interno della stanza c'erano i presidi delle tre scuole, i campioni e i due maghi del ministero, Daniel Murphy e Alicia Spinnett. Rimase colpito, visto che non poteva essere che anche i presidi e i membri del ministero potessero essere d'accordo nel rivelare ai campioni le difficoltà della prima prova. Che delusione il Torneo Tremaghi, che giorno dopo giorno gli sembrava più uno spettacolo che una reale prova per verificare le abilità magiche degli studenti. Marius iniziò ad apprezzare il furto del Calice di Fuoco come gesto di sfida nei confronti del torneo.
- Lo sapete che non è bene curiosare - disse una voce. I ragazzi trasalirono e si girarono di scatto. Un uomo si stava dirigendo lentamente verso di loro, era molto vecchio, ma aveva una faccia conosciuta. Era Olivander, il venditore di bacchette di Diagon Alley.
- A-avevamo sentito delle voci - cercò di giustificarsi Lucy, tutta rossa in faccia - ci eravamo incuriositi.
- Oppure avete visto i campioni entrare qui e pensavate di sapere qualcosa sull'entità della prima prova? - domandò Olivander con un sorriso.
A quella domanda Marius rimase a bocca aperta. Come poteva sapere le loro reali intenzioni. Che anche il vecchio negoziante era in grado di leggere nella mente come Mulciber?
- La curiosità è lecita in occasione di un torneo Tremaghi - riprese Olivander prima che qualcuno potesse proferir parola - in ogni modo oggi non scoprirete niente riguardo la prima prova. In questi anni troppe volte mi è capitato di vedere studenti tramutarsi in investigatori per avere informazioni riservate sul Tremaghi -
- Ma cosa stanno facendo lì dentro? - domandò Marius, che solamente dopo si rese conto di aver utilizzato un tono un po' troppo impertinente.
- Lei è molto curioso signor Marius Grebb - disse Olivander con un sorriso - e se non ricordo male, e penso proprio di no, l'unicorno che mi ha fornito una parte della sua coda era un animale molto particolare.
- In che senso particolare? - insistette Marius, che ormai pendeva dalle labbra di Olivander.
- La conosco poco, ma penso che in qualche modo le assomigli caratterialmente - disse il venditore - vedete ragazzi, nel momento in cui voi acquistate una bacchetta, io riesco a vedere un lato del vostro carattere che varia in base alla tipologia di bacchetta che vi si addice. Premetto comunque che questo non fa sì che io vi conosca del tutto, però riesco a farmi un'idea.
I ragazzi rimasero in silenzio, colpiti dalla battuta di Olivander il quale, vedendo che nessuno proferiva parola, riprese a parlare:
- In ogni modo, se può interessarvi, in quella stanza sta per iniziare la Pesa delle Bacchette. Serve a verificare se le bacchette dei campioni sono in buono stato e in grado di funzionare per il Torneo Tremaghi.
- Lei è l'addetto alla verifica? - domandò Marius.
- Già ragazzo mio - rispose Olivander - ora però sarebbe meglio che vada, che sono in ritardo. A voi consiglio di scendere e raggiungere gli altri ragazzi, non penso che farà piacere al vostro preside trovarvi che origliate.
I ragazzi, un po' rossi, farfugliarono qualche parola e subito dopo si diressero verso le scale per ritornare nella Sala Grande. Tutti erano silenziosi, colpiti dalle parole di Olivander. Marius stava pensando all'unicorno della sua bacchetta. Gli sarebbe piaciuto scoprire chi fosse ma, molto probabilmente, era un'impresa impossibile.

Nei giorni seguenti nessuno pensò più di andare a scoprire in cosa consistesse la prima prova, seguendo il consiglio del rivenditore di bacchette. Quel venerdì pomeriggio, sulla bacheca nella Sala Comune di Grifondoro, era scritto un avviso che comunicava agli studenti che, per assistere allo svolgimento della prima prova del Torneo Tremaghi, si sarebbero dovuti recare presso lo stadio del Quidditch la mattina seguente.
Quella sera tutta la Sala Comune era in fermento. Tutti parlavano dell'imminente evento, e la cena fu più rumorosa del solito. Mentre discuteva con gli altri, Marius cercò con lo sguardo i campioni, per vedere come se la passavano. Remi Hervè in apparenza sembrava tranquillo. Parlava allegramente con altre ragazze della sua scuola, che sembravano trovarlo più attraente che mai. Tatiana Stefanova invece cercava di far vedere agli altri che era tranquilla, ma veniva tradita dal fatto che continuava a mangiucchiarsi le unghie delle mani. Frederik Downing invece era come al solito solo a mangiare dal suo piatto con aria piuttosto depressa. Marius provava un po' di pena per quel ragazzo che, secondo lui, il giorno seguente, se la sarebbe vista brutta.
Per il giorno seguente Marius, Matt, Michelle, Lucy e Leana, si erano dati appuntamento alle 8 in Sala Grande, per poter prendere i posti migliori nello stadio ed assistere nelle migliori condizioni all'emozionante prova.
- Certo che potevano metterla di pomeriggio - si lamentò Matt mentre intramezzava la colazione con una serie di sbadigli.
- Evidentemente è una prova che prende tutta la giornata - disse Leana. La ragazza sembrava aver superato al meglio i traumi dello scorso anno, con il rapimento di Mulciber. Per lei ormai era tutta acqua passata ed era ritornata la ragazza simpatica e gioiosa di un tempo.
- Staremo a vedere - disse Marius - comunque sbrighiamoci ad uscire, così potremo prendere i posti migliori.
I cinque ragazzi uscirono dalla scuola. Era una giornata fresca e ventilata ma, fortunatamente, il cielo era poco nuvoloso e non sembrava esserci rischio di pioggia da lì alle ore successive. Mentre scendevano incrociarono Madama Chips e Madama Johnson che discutevano della pericolosità del Torneo Tremaghi.
- Passano gli anni ma ancora non riesco a capire perchè bisogna esporre i ragazzi a pericoli di questa entità - si lamentava l'infermiera.
- E dai Poppy - rispondeva l'insegnante di volo - sono ragazzi in gamba che sanno a cosa vanno incontro.
- Ma sarà così pericoloso questo torneo? - domandò Michelle preoccupata.
- Sì, ma da quanto mi hanno detto c'è un'organizzazione dietro che non farà correre alcun pericolo ai campioni - la rassicurò Marius.

Quando giunserò all'ingresso dello stadio, Marius notò subito una grande tenda, probabilmente con il ruolo di infermieria, considerando che due facchini vi stavano portando dentro dei medicinali. Entrati dentro, riuscirono a trovare buoni posti, poichè a quell'ora ancora pochi studenti si erano avventurati fuori dal castello. Quello che una volta era un campo di Quidditch era stato trasformato: erano stati tolti gli anelli che avevano funzione di porte e al centro del campo si trovava, invece, un'enorme botola. La situazione per il momento sembrava tranquilla. Chissà che sorprese gli avrebbe riservato quel campo.

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NOTA DELL'AUTORE 
Incredibile, ma vero! 
Finalmente riesco a postare due capitoli piuttosto ravvicinati. Stiamo per entrare nel vivo del Torneo Tremaghi, con la prima prova che ci permetterà di ritrovare un vecchio, simpatico amico... vabbé non anticipo nulla. Spero di darvi al più presto aggiornamenti. 

 
  
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