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Autore: Liry_chan    28/05/2017    1 recensioni
Un’ombra. Questo era sembrato a Sanzo di percepire. Tese le orecchie. Niente rumori, eppure aveva un fine udito.
Il dolore, che esplose improvviso allo stomaco, gli mozzò il fiato e lo precipitò a terra. Un secondo fendente lo colpì alla nuca. Quello che seguì fu una pioggia di colpi. Non ne capiva la provenienza e quando riusciva a pararne qualcuno, subito veniva attaccato da un’altra parte.
Solo quando stava quasi per perdere i sensi, la vista appannata e il sapore metallico del sangue in bocca, l’invisibile aggressore si fermò.
«Prega bonzo. Prega per la tua vita o muori»
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku, Ukoku Sanzo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 19
L’ultima resistenza 

Quando riaprì gli occhi si trovava in ginocchio sulla terra battuta davanti al gigantesco portone di bronzo del castello, Goku ancora a fargli da sostegno disorientato quanto lui. Attorno a loro c’era il gruppo al completo. Illesi. Confusi.
«Che diavolo è successo?» chiedeva Gojyo. «Un secondo fa correvamo verso i sotterranei… come cavolo abbiamo fatto a finire quassù?»
Nessuna risposta, solo scambi di sguardi attoniti.
Kougaiji si mosse per primo, precipitandosi a sostenere la donna priva di sensi ma incolume. «Madre!» pianse stringendola a sé. «Come hai…?» rivolto a Sanzo non attese risposta. «Grazie! Grazie!» continuò, mentre intorno a lui facevano capannello i suoi amici e la piccola Lirin.
Il bonzo era sempre più sorpreso. Continuava a non capire cosa fosse accaduto.
“Siamo morti.” Era l’unica spiegazione logica che gli veniva in mente.
Hakkay si alzò in piedi, il dito puntato a est. «Là. Guardate. Tra poco sarà l’alba. Se il sole sorge vuol dire che siamo ancora vivi.»
Scartata anche la spiegazione logica, Sanzo non riusciva a ipotizzare nient’altro. Hakuryuu gli svolazzò in grembo prendendo tra le fauci il sutra che pendeva dalle sue spalle, e tirandolo delicatamente emise quel suo verso gentile. Kyuuuuu.
Il monaco passò un dito sul sottile collo squamoso. «Si strapperà, piccolo. Lascia la pre…» la frase gli si strozzò in gola.
«Che c'è?» domandò Goku, ansioso.
«Questo… non è il Seiten. Non è il mio sutra.» era sbalordito e l'ovvia alternativa a quell’affermazione lo lasciava senza parole.
«Allora di chi è?» interrogò Dokugakuji.
«Vuoi dire…» il Seiten Taisei mise a parole i pensieri di Sanzo. «Ukoku? Quello sarebbe il suo sutra?»
«Ukoku?» Doku era sempre più perplesso. «Chi diamine è?»
«Voi lo conoscevate come Ni Jianyi.» Hakkay spiegò la storia della doppia identità del monaco sconsacrato, che aveva rubato titolo e sutra al suo predecessore, e dello scienziato senza etica che aveva manipolato Gyokumen Koushu per i suoi loschi scopi.
«Ma il raggio lo ha letteralmente polverizzato.» disse Goku «Credevo fosse andato perduto anche il sacro rotolo.» quelle parole gli fecero ricordare sua sorella, procurandogli una stretta al cuore.
Sanzo provò a formulare una teoria. «I sutra dell’origine celeste sono impregnati di grandissimo potere; probabilmente l’energia di Haydè non ha avuto effetti distruttivi su questo,» sollevò un lembo di seta «così come non ha bruciato il Seiten Kyomon.»
«Però non si spiega come il sutra sia finito in tuo possesso.» precisò Gojyo.
«Spesso sono essi stessi a scegliere il loro custode.» continuò il bonzo. «Quando credevo di stare per morire… che tutti stessimo per morire, ho formulato una specie di inconscia richiesta di aiuto e immagino che il sutra abbia risposto alla chiamata.»
«È molto probabile.» confermò Hakkay. «In passato siamo stati testimoni di come Ukoku ne sfruttasse le proprietà per muoversi attraverso lo spazio-tempo.»
«Wow!» esclamò Lirin. «Teletrasporto! Devo riconoscerlo pelatone è stata una mossa geniale.» pollice alzato in favore di Sanzo.
Questi accettò il complimento senza alcun merito. «Grazie, ma mi sa che è stata più che altro una botta di culo…»
In quell’istante realizzò con amarezza che Haydè non era con loro.
Già. Un momento...
Erano ancora vivi. E intorno non c’era l’apocalisse. Forse il Seiten Kyomon aveva continuato a imbrigliarne la forza… no, ricordava chiaramente di aver lasciato quel comando. E allora, cosa accidenti…

Le luci dell’aurora rischiararono il paesaggio, interrompendo le congetture del monaco.
Agli occhi esterrefatti dei giovani andava apparendo uno scenario inspiegabile e niente affatto rassicurante.
La voce di quello che sembrava il comandante si levò baritona dall’avanguardia dell’esercito celeste, schierato dinanzi a loro.
«Sono il generale Xiang Wu. In nome delle divinità che vegliano su tutti i regni, vi dichiaro colpevoli di averne minacciato gli equilibri di pace. Pertanto siete condannati a una eterna detenzione. Non tentate di opporre resistenza: pena la morte.»
«Che significa? Abbiamo appena salvato il mondo da una catastrofe!» urlò Sanzo di rimando.
«Venerabile Sanzo fatevi da parte.» continuò severo il milite. «Rendendovi complice di questi criminali vi siete macchiato di colpe molto gravi. In virtù dei passati servigi verrete graziato, ma sarete privato del titolo sacerdotale, della custodia delle sacre scritture e bandito da qualsiasi luogo religioso.»
«Aveva ragione Haydè!» ruggì Goku. «Siete solo capaci di giudicare ingiustamente! Dove siete stati finora, mentre la vostra preziosa pace andava a farsi fottere? Cosa avete fatto quando centinaia di innocenti, umani e youkay, venivano massacrati per soddisfare i piani di individui malvagi? Non avete mosso un dito, ecco cosa! E adesso date la colpa a noi. Dovreste ringraziarci invece!»
«Devo desumere che non intendete arrendervi?» chiese indifferente il generale.
Kougaiji si alzò, la madre incosciente in braccio, e insieme agli amici andò a formare una linea compatta accanto agli altri quattro. Cinque, contando anche il piccolo Hakuryuu. Li guardò negli occhi uno per uno: la solida coesione che vi scorse gli fece rispondere «Scordatelo!»
Sanzo, aiutato da Goku, gli fu accanto e poggiando una mano sulla sua spalla, sempre rivolto al soldato aggiunse «Sei cieco per caso? Non vedi che siamo una famiglia? Non si tradisce il proprio sangue!»
Serrarono i ranghi in attesa dell’attacco.
«Basta così.» sentenziò Xiang Wu. «Uccideteli tutti.»
All’ordine del comandante la fanteria stava per dare alla carica, quando un ruggito mostruoso scaturì dalle viscere del castello, facendo tremare la terra e i cuori di ogni persona presente.
   
 
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