Cap.15 Prima notte insieme
“Sapevo
che alla fine saresti rimasta sempre
la stessa, generale. Hai bevuto più vino, birra e grappa di
chiunque altro. A
parte me, ovviamente” disse Shan – Yu. Si sedette
sul letto accanto alla
neo-sposa.
“Certo,
per mangiare abbiamo dovuto davvero
aspettare molto, ma almeno l’alcool scorreva a fiumi.
La
vostra carne non è all’altezza della
nostra, ma quella zuppa di pinne di quel vostro strano
pesce… si chiamava
pescecane, vero? Beh, quella era decente! La prossima volta che mi
rifilano del
maiale arrostito così piccolo li ammazzo e poi condisco loro
con quella frutta
e quei stramaledetti dolci”. Proseguì osservando
la giovane stretta dal lungo
vestito rosso che indossava.
Mulan
intrecciò le dita, flettendo le braccia
muscolose.
“Questo
simbolo c’era anche nei pezzi di carta
rossa disseminati tutt’intorno. Era un qualche
maleficio?” domandò Shan-Yu,
osservando l’ideogramma inciso sopra il letto della loro
camera nuziale. Si
alzò in piedi e sporse il capo, guardandolo più
attentamente. “Era anche all’entrata
di questa casa”. Aggiunse.
Mulan
volse lo sguardo e chinò il capo.
<
La mia futura prigione. Sempre che non
decidano all’improvviso di ucciderci. Le acque si calmeranno
davvero? Soprattutto
per lui. Ora potrei anche venire uccisa come sua sposa e non per le mie
colpe
> rifletté.
“Diamine!
Non vorrai dirmi che vuoi rispettare
quella sciocca tradizione del silenzio!” sbraitò
Shan-Yu. La afferrò per un
braccio e la strattonò, facendola alzare in piedi.
Mulan
si divincolò.
“Io
non rispetterò la tradizione di farti mia
qui e ora, visto che posso averti, ma tu
‘parla’!” ordinò.
Mulan
si liberò dalla presa e digrignò i
denti.
“Significa
‘doppia felicità’. È per
portare
fortuna e onore alla nostra famiglia… forse in questo caso
all’unione dei
nostri popoli” spiegò.
Shan-Yu
si mise entrambe le mani sui fianchi.
“A
non farmi per niente felice è stato il fatto che
dopo il matrimonio ci hanno separati per farti stare in
quell’orribile cubicolo”
si lamentò.
Mulan
sospirò e si sedette nuovamente.
“È
una portantina” ribatté. Si sfilò le
scarpe ed
iniziò a togliersi le bende che le stringevano i piedi.
“Tu
che tanto odi le ingiustizie. Come puoi accettare
di farti portare in spalla da altre persone del tuo popolo?”
chiese Shan-Yu.
“Mi
conosci bene, ma io rispetto le tradizioni della
mia gente” rispose. Piegò le bende e si
alzò in piedi.
“Avrei
voluto vederti cavalcare al mio fianco nelle
steppe. Questo posto non è alla tua altezza”
borbottò Shan-Yu, ringhiando.
Mulan
adagiò le bende su una bassa poltroncina di
legno.
“Non
credo che se avessi vinto mi avresti portato con
te. Mi avresti ucciso” ribatté.
Shan-Yu
piegò di lato il capo, facendo ondeggiare i
suoi lunghi capelli neri.
“Già,
uno schiavo come te sarebbe stato molto
pericoloso. Se solo fossi nata tra la mia gente, saresti stata
riconosciuta
come grande guerriera” rispose, flettendo i muscoli del suo
petto possente.
Mulan
roteò gli occhi.
“Non
penso rispettiate sempre le vostre donne”
ribatté.
“Rispetto
quelle come te, generale della montagna”
disse serio Shan-Yu.
Mulan
posò le scarpe in uno stipetto di legno e al
loro posto prese dei sandali in legno.
“Ammetto
che anche io avrei voluto godere a pieno
delle dodici portate del banchetto” mormorò.
Shan-Yu
fece una risata roca.
“Hai
fame, vero?” domandò.
“Il tuo falco non può portarti qui un po’ di carne di
nascosto, vero?” chiese Mulan, voltandosi verso di lui.
“Oh
sì. Condividerai con me… mia sposa”
rispose
Shan-Yu, le sue iridi dorate brillarono.
“Condividerò
con te da guerriero a guerriero. Dovremo
rimanere in questo palazzo per settimane. Tanto vale che impariamo a
convivere”
disse Mulan secca.