Tra i due litiganti il terzo gode.

Era una mattina d'agosto nell'estate dopo l'ultima battaglia e Harry e Ron erano ancora nei loro letti, in camera di quest'ultimo alla Tana, nonostante fossero quasi le dieci. Che Harry fosse ancora a letto era un po' strano, ma la verità era che, da quando Voldemort era morto ed egli aveva smesso di avere le visioni, dormiva molto meglio. Per non parlare del fatto che anche la ciccatrice sembrava finalmente aver smesso di causargli problemi e dolori. Per quanto riguardava Ron invece, che non si fosse ancora alzato, non era affatto una sorpresa. Egli non era mai stato una persona mattiniera. I due ragazzi starebbero ancora dormendo, non fosse che qualcuno stesse insistentemente bussando alla loro porta da un paio minuti.
"Ron! Harry! Svegliatevi. Siete gli unici ancora a letto. Ginny è già in piedi dalle otto e ha già lanciato due o tre incantesimi per dimostrare che è finalmente un'adulta." Disse Hermione. Ron mormorò qualcosa che la ragazza non riuscì a capire. "Andiamo amore, é una bellissima giornata di sole. Voglio andare fuori e godermela."
"Ora arriviamo, Hermione." Harry disse. "Dacci solo qualche minuto e fammi un favore, smettila di chiamare Ron 'amore' quando sono nei paraggi... è ancora un po' inquietante per me." Anche da dietro la porta egli la sentì chiaramente soghignare.
"Che strano! Ginny mi ha detto la stessa identica cosa ieri." Harry sorrise, nonostante fosse ben consapevole che lei non potesse vederlo. "Vi aspetto di sotto... entrambi. Quindi svegliati Ron!" Aggiunse prima di andarsene. Circa tre minuti dopo entrambi erano svegli e pronti a scendere, quando Ron chiese ad Harry qualcosa.

"Harry, qual'è il tuo regalo per il compleanno di mia sorella? Hai pensato a qualcosa?"
"No, non ancora." Harry rispose, raccontadogli una mezza verità. Egli aveva pensato a qualcosa da fare con lei di romantico e piccante, nella sua camera da letto, quando nessuno era in giro, com'era già successo al suo compleanno quando avevano fatto l'amore per la prima volta. Non aveva ancora pensato però, a cosa regalarle come altro regalo. Sul volto di Ron comparve uno strana espressione e per un momento, Harry ebbe paura che egli gli avesse letto nel pensiero utilizzando la Legittimanzia.
"Sei consapevole che il suo compleanno è oggi?" Gli chiese lui.
"Certo che lo sono." Harry disse tirando un enorme sospiro di sollievo. Grazie al cielo Ron era Ron. "Infatti, io pensavo di andarle a comprare qualcosa questa mattina. L'avrei fatto prima, ma non ho avuto molto tempo con tutte le questioni post-guerra e poi anche aiutare Andromeda con il piccolo Teddy. Comunque, perché me lo chiedi?"
"Perché ho un'idea per un regalo e non vorrei che avessimo in mente la stessa cosa."

"Ma non è un po' tardi per chiedermi... aspetta, l'hai dimenticato! Ti sei dimenticato del compleanno di tua sorella!"
"Si, Ok forse l'ho fatto, ma non mi sembra che tu sia messo in una situazione migliore."
"Si, ottima osservazione." Harry disse. "Allora qual'è questa tua idea?"
"Di darle la mia scopa da corsa."
"La tua... cosa?" Egli urlò.
"La mia Tornado Undici. Ho pensato che visto che io non tornerò ad Hogwarts, per aiutare mio fratello George con il suo negozio di scherzi a me non servirà. Ginny invece è stata nominata capitano della squadra di Quidditch del Grifondoro e non ha nemmeno una scopa adatta. E poi questo è un regalo dell'ultimo minuto maledettamente geniale!"
"Non puoi darle il tuo manico di scopa. Se tu le fai un regalo del genere che cosa rimarrebbe a me da poterle dare?"

"Non lo so... un kit per pulirla?" Suggerì Ron con un sorrisetto. Harry lo guardò con sguardo assassino, anche se, in realtà, aveva trovato la battuta geniale. Questa sua nuova relazione con Hermione gli stava facendo davvero bene e nonostante qualche volta la trovasse ancora un po' strana, era davvero contento per loro.
"Ah ah, questa è buona, Ron. Ma andiamo, tu sai quanto tua sorella ami il Quidditch e io sono il suo ragazzo. Quindi se qualcuno deve regalarle una cosa così importante come un manico di scopa quello dovrei essere io."
"Certo, ma tu non puoi darle la tua Firebot, perché potrebbe tornarti utile durante il tuo addestramento per diventare un Auror. Senza contare che è un regalo di Sirius e per quanto tieni a mia sorella, non potresti mai lasciarle una cosa che ha un valore affettivo così importante."
"Lo so, ecco perché gliene comprerò una nuova."
"No, tu non lo farai." Disse Ron con tono minaccioso.
"Invece si e non mi fermerai."
"Ah davvero? Perché la mia scopa è proprio qui, mentre la tua è ancora in un negozio a Diagon Alley." Harry stava per replicare, quando entrambi sentirono dei passi e dei rumori provenire dalle scale.

"Ron, Harry!" Urlò Ginny entrando di corsa nella stanza del fratello. "Ho una cosa da farvi vedere." Ginny aveva il fiato corto, le guance arrossate e i capelli in disordine per la precedente corsa. Indossava dei semplici pantaloncini marroni e una camicia smanicata con motivo scozzese e il nodo in fondo. Harry avrebbe voluto dirle che era bellissima e baciarla ardentemente, ma Ron era lì e così si trattenne dal farlo.
"Ciao sorella. Hermione non ti ha ancora insegnato a bussare?"
"Davvero Ron? Dopo tutte le volte in cui l'hai fatto tu hai ancora il coraggio di parlare?"
"D'accordo, d'accordo, hai ragione. Ma che sarebbe successo se fossimo stati nudi?"
"Come se non vi avessi già visti nudi entrambi." Replicò lei.
"Che cosa?" Ron urlò, volgendo subito lo sguardo verso Harry che saltò colpevolmente.
"Stava scherzando Ron. Ha fatto una battuta." Egli disse subito dando alla sua ragazza un'occhiataccia. Non era proprio il caso di dire una cosa del genere ad un fratello iperprotettivo come lui. Era decisamente troppo presto. Ginny rise divertita.
"Comunque, non avete idea di che cosa Neville mi ha regalato! È appena passato a farmi gli auguri per i miei diciassette anni e mi ha portato questa." Disse lei, mostrandogli finalmente ciò che teneva dietro la schiena.

"Una Tornado Dodici?" Chiese Ron sbalordito. Ginny annuì.
"Si, proprio quella. È il modello seguente alla tua ed è in produzione da meno di un anno. Non è splendida, Harry?" Chiese lei al suo ragazzo.
"Si, splendida." Disse Harry infastidito. Improvvisamente il suo umore era cambiato, ma Ginny era così felice che nemmeno se ne accorse. Ella gli diede un leggero bacio sulle labbra, prima di tornare ad ammirare la sua nuova scopa da corsa.
"Io ancora non ci posso credere! So che non è una Firebolt, ma è pur sempre il miglior regalo che qualcuno potesse mai farmi!" Disse mentre raggiungeva l'entrata della stanza. "Forza ragazzi, sbrigatevi a scendere a far colazione. Voglio fare una partita a Quidditch e provarla. E poi Neville è di sotto e vorrebbe salutarvi prima di andar via, anche se sono più che sicura che a quest'ora mamma l'avrà già convinto a fermarsi qui per pranzo." E senza attendere alcuna risposta, ella uscì sbattendo la porta. Non appena Ginny se ne fu andata, nella stanza calò il silenzio. Nessuno dei due disse niente per bel un po' finché:
"Ok, vado ad ammazzare Neville!" Harry urlò.
"Si, anch'io." Ron disse. "Voglio dire, che cosa diamine stava pensando quando le ha comprato quel regalo? Lui è solo il suo migliore amico!" Harry annuì alle parole di Ron. Questa volta non poteva non essere più d'accordo con lui. Era meglio se Neville cominciasse a correre.