Vi
suggerisco di leggere questa piccola one shot ascoltando questa
canzone alla quale è ispirata [x]
Echo
Hello,
hello, anybody out there? 'Cause I don't hear a sound
alone,
alone, I don't really know where the world is but I miss it now
“Spostalo
ancora un po' verso destra, Codaliscia!”
Remus
aprì la porta di casa Potter, titubante. Inspirò
profondamente e,
con passi pesanti, vi entrò. Rimase paralizzato, subito,
sull'ingresso, la mano ancora ferma sulla maniglia.
“Io
lo preferivo come stava prima, James.”
“Chiudi
il becco, Sirius!”
Il
buio e il silenzio della notte facevano da padroni, l'eco delle voci
e delle risate dei suoi migliori amici lo accolsero ad entrare.
Chiuse la porta alle sue spalle, voltando lento la testa prima a
destra e poi a sinistra, gli occhi sfrecciavano da una stanza
all'altra, studiandone ogni angolo, riesumando ricordi.
“Ah,
Peter, lascia fare a me, spostati!” – Codaliscia
abbassò la
bacchetta, il lettino restò sospeso nell'aria grazie al
pronto
incantesimo di Felpato.
“No,
fermo. Lo voglio qui, vicino alla finestra!” James si era
fatto
avanti, ora il lettino si spostò rapido verso di lui, prima
di
tornare indietro da Sirius che proprio non ne voleva sapere di
mollare il colpo.
“Ti
ho detto che starebbe meglio qui!”
“Sono
io il padre, qui, Felpato!”
“E
io sono il padrino, Ramoso, ho altrettanta voce in capitolo!”
“Ragazzi!”
Non
lo ascoltavano mai, Remus lo aveva capito fin dal loro primo anno
scolastico. Osservò le scale, le mani cominciarono a
tremargli, il
piede destro si posò sopra un gradino, poi il sinistro, poi
ancora
il destro.
Lily
irruppe nella stanza, cogliendoli tutti e quattro di sorpresa. James
e Sirius si voltarono all'unisono, abbassarono le bacchette senza
pensarci e il lettino cadde per terra, rompendosi in mille pezzi.
“Siete
incredibili!” Sbraitò la rossa, mentre Lunastorta,
in disparte,
mormorava un Reparo in modo da aggiustare il mobile, prima che la
donna potesse arrabbiarsi maggiormente. “Ve l'ho ripetuto un
milione di volte, lo voglio lì, vicino alla parete. Le
discussioni
sono finite!”
I
corpi erano stati tolti, per il resto regnava il caos. Restò
vari
minuti nella camera vuota di Harry, ad ascoltare il silenzio che
aveva inghiottito il suo pianto, ad annusare l'odore della paura che
aveva cancellato i suoi amici, mettendo fine alla storia dei
Malandrini.
I
don't wanna be down and I just wanna feel alive
and
get to see your face again
“Hai
intenzione anche di baciartelo, quel tuo riflesso?”
“L'importante
è che non cominci ad usarlo per cose vietate ai minori
davanti a
noi.”
Non
metteva piede sull'espresso di Hogwarts da anni. Era entrato nel
primo vagone che aveva trovato, prima di paralizzarsi sul posto:
quello era il loro vagone, lo era stato per tutti e sette gli anni di
scuola. I suoi piedi, le sue gambe, lo avevano portato lì
senza che
fosse lui a volerlo.
“Piantatela
di sghignazzare, la Evans passerà di qui a momenti.”
“Stiamo
per imparare un nuovo insulto, tenetevi pronti ragazzi.”
“Sirius,
lascialo stare.”
Si
sedette vicino al finestrino, al suo posto, raggomitolandosi.
Guardò
fisso davanti a sé, l'ombra di Felpato sembrava impressa nel
sedile;
l'odore della sua cioccolata gentilmente offerta a Codaliscia ancora
nell'aria. Il sorriso, grato per aver preso le sue difese, di James,
alla sua sinistra lo osservava senza sosta.
Gli
spettri dei suoi migliori amici, pronti ad accompagnarlo in quel
viaggio.
'cause
my echo, echo, is the only voice coming back
my
shadow, shadow, is the only friend that I have