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Autore: tibi86    10/06/2009    4 recensioni
La vendetta è un piatto che va servito freddo e lo Yed lo sa bene. John e Sam lottano contro il tempo per salvare Dean, ci riusciranno? Note: Grazie a tutti per le recensioni! Per antote: E' una Fanfiction a capitoli :)
Genere: Drammatico, Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ti senti impotente, i tuoi due figli bloccati a una parete diroccata e non puoi fare niente per dare loro un misero aiuto. Senti il Demone dentro di te che relega la tua anima in un angolo. Guardi te stesso dirigerti verso il tuo primogenito che, con il suo solito caratteraccio, provoca quell’essere dagli occhi di colore giallo. Sai perché Dean si sta comportando in quel modo: istinto di sopravvivenza; avresti voluto urlargli che no, anche tu hai bisogno di tuo figlio ma non puoi dire nemmeno una parola, puoi solamente sentire il Demone parlare al tuo posto e mandare in frantumi la già poca autostima del tuo figlio maggiore. Guardandolo negli occhi capisci cosa vuole fare Dean: proteggere la sua famiglia tenendo il Demone lontano da Sammy e rendendoti ancora una volta orgoglioso di lui. Peccato, però, che al Demone il suo atteggiamento non vada molto a genio.

Ti senti costretto ad avvicinarti, il viso quasi attaccato a quello di tuo figlio. Poggi una mano sulla sua pancia e sul tuo volto compare un ghigno non voluto.

Lotti con tutte le tue forze, non puoi permettere che vinca lui, è il tuo compito proteggere quello che rimane della tua famiglia non di Dean. Combatti contro il tuo stesso corpo e alla fine vinci; riprendi il controllo per quel tanto che basta per liberare i ragazzi dalla presa invisibile che li tratteneva al muro.

Sam ha la Colt in mano e te la punta contro.

Cosa aspetti figliolo spara!

I tuoi ragazzi si scambiano rapide occhiate, Dean è terrorizzato all’idea di perderti, implora suo fratello di non farlo, di non premere quel dannato grilletto. Vorresti strappargli la pistola di mano e farlo tu stesso ma il Demone ha ripreso posto nel tuo corpo e ti costringe in un sorriso maligno. Sta per sbatterli di nuovo alla parete ma questa volta Sam non glielo permette. Spara.


Apri gli occhi come ti senti scuotere, capisci che sei nuovamente padrone di te.

- “Dean sto bene” dici a denti stretti, la gamba ti fa abbastanza male ma ti rialzi lanciando sguardi pieni di rimprovero verso Sam: aveva la possibilità di concludere un incubo durato ventidue anni e non ha colto l’occasione, bisogna ricominciare tutto da capo. Ti prepari a sgridarlo ma quello che vedi ti ricaccia le parole in bocca: Sam ha il capo chino e Dean gli poggia una mano sulla spalla rassicurandolo; si sorridono a vicenda e non puoi fare a meno di sorridere di nascosto anche tu.

- "Papà dobbiamo portarti in Ospedale, hai un proiettile conficcato nella gamba"

- "Perchè voi due avete deciso di non essere più in grado di occuparvi di una ferita così stupida?"

- "No signore, ci pensiamo noi".


La strada per il Motel non è stata molto lunga, alla Reception prendi una camera sola, ve la fate bastare. Stringi più forte il braccio di Dean per trascinarlo in camera dato che non perde l’occasione di provarci con la signorina.

Entrando nella stanza dici ai ragazzi di sistemarsi e di prepararsi per la notte, l’indomani sareste dovuti ripartire di buon’ora. Estrai il proiettile alla gamba con una pinza e la fasci per evitare infezioni. Il tempo di finire e Dean e Sam già sono pronti.

Osservi Dean prendere il sacco a pelo e mettersi a dormire lasciando il secondo letto a Sammy. Ti corichi evitando di pensare a quello che è successo qualche ora prima, dopo un ultima occhiata ai tuoi ragazzi ti addormenti.



Ti svegli mezzo rimbambito ma è l’alba e non potete ritardare la partenza, bisogna lasciare questa città il più velocemente possibile

- “Dean? Sammy? Sbrigatevi”

Sam è già in piedi, vestito e lavato ed è anche tornato dal prendere qualcosa per la colazione; Dean invece è ancora a dormire.

- “Dean! Non farmelo ripetere un’altra volta! Alzati immediatamente!” insisti alzando la voce. Per tutta risposta ottieni un verso di lamento.

Stringi i pugni e ti accucci per scoprirlo e toglierlo di forza dal sacco a pelo. Rimani impietrito: Dean è in un bagno di sudore, trema. Di istinto porti una mano sulla sua fronte, scotta.

- “Dean, dove diavolo sei andato questa notte?” chiedi, furioso.

Da nessuna parte, siamo rimasti svegli quasi tutta la notte a parlare” Sam ti interrompe a difesa del fratello. Lo guardi accigliato e dalle chiavi dell’Impala che fuoriescono dalla tua borsa non puoi fare altro che dargli ragione, il motel dove avete passato la notte è troppo isolato per poter essere uscito a bere qualcosa in città senza avere preso la macchina.

Controlli la febbre a Dean, è molto alta. Non potete rimettervi in viaggio oggi.

Ok passeremo un altro giorno qui. Sam va a prendere i medicinali nella scatola” ti risponde affermativamente e torna poco dopo con la borsa.

Dean sembra stare parecchio male e la cosa è davvero insolita ma non ti allarmi più di tanto, domani starà sicuramente meglio. Prendi il tuo diario e cominci a sfogliarlo leggendo e rileggendo quegli appunti sul Demone dagli occhi gialli. Questo fino a che non sei costretto a correre dai tuoi figli sentendo Sammy urlare il tuo nome. Quello che vedi ti fa gelare il sangue: Dean sputa sangue a non finire e si contorce a terra trattenendosi lo stomaco senza fare uscire neanche un lamento. Come riesci a smuoverti dal senso di smarrimento aiuti Sam a sdraiarlo sul letto, gli togli le mani dallo stomaco e ordini a Sam di chiamare immediatamente Bobby: quella non è una semplice febbre. Nella mente rivedi te stesso portare la mano verso il punto in cui si tocca Dean, il Demone.

Circa mezz'ora dopo bussano alla porta, mandi Sammy ad aprire; non vuoi lasciare Dean da solo, non in queste condizioni. Sam torna con un uomo, Jonathan Carter, un amico medico di Bobby che nel tempo libero si diletta a cacciare spiriti.

Almeno non dovrò inventarmi scuse assurde pensi, passandoti una mano sul viso. Tiri indietro Sam, lui non vorrebbe staccarsi da suo fratello. Osservi il dottore visitare Dean che si volta

- "Papà..." ti chiama Sam. Annuisci, Dean è quasi in completo silenzio, neanche una delle sue solite battute sui medici, non un accenno sul volere un'infermiera donna, niente di niente. Lo raggiungi a passi svelti per guardarlo in viso, deglutisci: il suo viso è madido di sudore e deformato dal dolore. Soffre e non poco. Gli poggi una mano sulla spalla, il suo corpo è teso come una corda di violino, stringi di più la presa

- "Rilassati e stringi i denti che ti passa" dici seriamente. Annuisce e comincia a parlare sottovoce tra se, lo senti ripetere quello che gli hai insegnato sul dolore fisico: libera la mente e pensa alla cosa più cara che hai, concentrati su di essa.

Lo ricopri appena il dottore finisce, ti chiama da una parte e ti dice quello che speravi di non dover mai sentire ma che in fondo già sapevi: sembra che gli organi interni di Dean si stiano come sciogliendo, come se qualcuno gli avesse iniettato dell'acido; gli restano poche ore di vita.


Non perdi tempo, ordini a Sam di restare con suo fratello ed esci sgommando a tutta velocità con l'Impala; se Dean ti vedesse ti rimproverebbe per come stai rovinando le gomme ma Dean non c'è. Sta morendo e tu vuoi salvargli la vita costi quello che costi, è tuo figlio e anche se non glielo hai mai dimostrato gli vuoi un bene dell'anima. Lui e Sammy contano più della tua stessa vita. Appena riuscirai a trovare una soluzione, perchè deve esserci per forza, ti riprometti di dirglielo.

Inchiodi senza badare a come posteggi, corri all'incrocio e fai un rituale specifico: non vuoi un demone normale, hai girato ogni incrocio possibile e nessuno ha voluto aiutarti; l'ultima soluzione è provare con quel Demone. Appare qualche minuto dopo, giusto perchè hai tempo da perdere!

- "Buona sera John! Qual buon vento ti porta qui?" ti prende in giro. Gli punti contro la Colt, non leggi un minimo di paura nei suoi occhi, sà che non gli sparerai, non oggi.

- "Lascia andare Dean. Adesso." scandisci bene le parole cercando di non farti prendere dal panico.

- "Certo John lo lascerò andare, all'Inferno però." sorride.

- "Ti offro me stesso, è me che vuoi no? Prendi me adesso ma libera mio figlio" lo implori ora

- "Non sei tu ad aver ucciso i miei figli John. Ti conviene andare se non vuoi perderti gli ultimi respiri di Dean." ride e scompare senza lasciarti il tempo di ribattere.


Torni al Motel asciugandoti le lacrime che durante il tragitto in macchina non hanno smesso di tormentarti, Sam è seduto su una sedia che stringe la mano di suo fratello. Dean gli sorride, i denti sporchi del suo sangue rovinano quel bellissimo momento tra loro due. Chiami il tuo secondogenito spiegandogli la situazione e, come ti aspettavi, ha una reazione violenta dettata dall'amore fraterno. Ti spinge, ti urla contro che non puoi lasciarlo andare, che deve pur esserci una soluzione; ti rinfaccia i tuoi mancati compiti durante la loro adolescenza. Gli tiri uno schiaffo, non puoi più sentire simili cattiverie; lo sai anche tu che ha ragione, ha maledettamente ragione e la colpa è soltanto tua: non hai mai dimostrato loro affetto, soprattutto a Dean, gli hai mancato sorrisi, parole di conforto, lo hai addestrato come un soldato. Nient'altro. Hai sbagliato tutto con loro e ora ti sembra che il mondo ti voglia punire per tutto quanto.

Sam continua ad infierire e tu a rispondergli male. Vi fermate solo quando il rumore secco di un bicchiere che cade vi fa sobbalzare: Dean.

- "Smet...tetela di...liti...gare" riesce a dirvi con uno sforzo immane.

Restate impietriti a guardarvi negli occhi, Sam abbassa il capo:

- "Mi dispiace signore" ti dice con una lacrima che gli solca il viso. Scuoti la testa

- "Dispiace anche a me Sammy" rispondi sincero poggiandogli una mano sulla spalla.

- "Papà io vado, devo trovare una soluzione.." Annuisci, Dean sta peggiorando di minuto in minuto ma non puoi fare a meno di dare il permesso a Sam di uscire a provarci. Almeno lui non sarà costretto a vederlo morire.

Sam esce, ti siedi dove era seduto lui prima

- "Non...divi...detevi...resta con...Sammy papà...non lascia...rlo da solo...prometti...melo." lo guardi tentando di ricordarti come si fa a respirare, deglutisci

- "Dean! Taci!" vuoi dirgli di non fare questi discorsi, che ce la farà ma lo sa anche lui, non vuoi dargli false illusioni. Annuisci semplicemente.


Passa qualche minuto, Dean continua a peggiorare. Adesso si lamenta forte, arriva quasi fino a gridare. Lo vedi in preda a violenti spasmi muscolari, non riesce più a controllare il suo corpo. Cerchi di tenerlo fermo come puoi

- "Resisti Dean! Resisti!" inizia a urlare dal dolore; ti implora di ucciderlo, di mettere fine alla sua sofferenza. Devi appoggiarti alla parete, le ginocchia sembrano non voler collaborare. Prendi coraggio

- "Non dire stronzate Dean! Dannazione sei un soldato no? Tieni duro, Dean, tieni duro!" gli urli contro. Per tutta risposta ottieni un sorriso

- "Si sign...ore" risponde piano.

Torni a sederti, gli tieni una mano per fargli sentire che non è da solo, non questa volta. Prendi un respiro profondo pronto a dirgli tutto quello che ti sei ripromesso in macchina:

- "Dean ascolta, lo sò che sono stato un pessimo padre, lo sò. Quello che sto cercando di dirti è che..." sospiri

- "Ti voglio bene Dean..." dici rendendoti conto che Dean non ti ha sentito nè sentirà quelle parole.


Resti lì ad aspettare l'arrivo di Sammy e per la prima volta in tutta la tua vita ti lasci andare in un pianto che sembra non avere fine ma in fondo adesso te lo puoi anche permettere: tuo figlio è appena morto davanti ai tuoi occhi.


  
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