Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: A_Typing_Heart    03/06/2017    1 recensioni
Tsunayoshi, Hayato e Mukuro sono tre persone del tutto diverse. Uno impacciato nella sua stessa vita, un altro un piccolo genio stordito dalla perdita di una persona cara, l'altro convinto di avere tutto quello che è desiderabile dall'esistenza; eppure senza saperlo sono tutti spinti sull'orlo del baratro dallo stesso demone chiamato Dipendenza. In un solo giorno il destino li pone di fronte a una scelta: esorcizzare il mostro o morire.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Byakuran, Enma Kozato, Hayato Gokudera, Mukuro Rokudo, Tsunayoshi Sawada
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno seguente una grande avventura attendeva Mukuro e riuscì a fargli dimenticare del tutto le velate minacce di Tsunayoshi e il suo strano comportamento: per la prima volta aveva la possibilità di uscire dal centro di recupero, accompagnato dal terapeuta. La sensazione che provò a varcare il cancello era paragonabile all'emozione di spavento e gioia mescolati che provava fino a qualche tempo prima quando al Quarto di Luna toccava a lui salire sul palco per l'intrattenimento; ma forse complice la sobrietà e la lunga reclusione gli parve di godersela molto di più.
Passò la mattina a passeggio per la città vicina, che era piccola ma con un quartiere commerciale fiorente dei pressi della principale stazione ferroviaria. La prima cosa che acquistò fu una macchina fotografica usa e getta, dato che non aveva il permesso di usare il telefono fino alla fine della terapia, e fece foto a tutto quello che gli piaceva, alla città, alle vetrine, ad un gatto in un negozio di animali.
In vista della sua prossima libertà fece spese in un negozio di abbigliamento, dato che aveva effettivamente pochissimi vestiti da uomo nel suo guardaroba, e si premurò di pensare a cosa indossare per andare alle selezioni del conservatorio; dopododichè potè godersi un gustoso spuntino in un ristorantino dalla cucina locale. Era quasi come riavere una vita normale, una che non aveva mai avuto, con l'infanzia controllata dai genitori perfezionisti e in seguito con l'adolescenza allo sbaraglio.
Quando nel primo pomeriggio ritornò al centro era particolarmente di buon umore e più che mai propenso a pensare che anche Tsunayoshi sarebbe stato di ottimo umore di ritorno dal suo giro. Non ebbe però modo di saperlo, perchè quando andò in camera per cambiarsi e posare i suoi acquisti lui non era nella sua stanza, e dovette scendere in cucina per il suo turno di servizio senza averlo incontrato.
-Ehi, Mukuro.- lo salutò Gokudera, impegnato a frullare qualcosa di verde brillante.
-Hayato, sei già tornato?-
-Sì, ho fatto un giretto veloce e ho comprato un pensierino per Haru.-
-Hai visto Tsunayoshi?-
-No, quando sono tornato sono venuto direttamente qui.- fece lui, accennando a un paio di sportine in un angolo del locale. -Forse è ancora fuori, tornerà.-
Mukuro annuì e si legò i capelli assorto nei suoi pensieri. Era effettivamente plausibile che Tsunayoshi dovesse ancora rientrare dal suo giro con il terapeuta, così come era possibile che fosse già tornato ma fosse impegnato in qualche altro lavoretto. Non aveva pensato a dare un'occhiata dalla finestra per vedere se il gruppo della Pet Therapy fosse nel cortile.
Venne richiamato all'ordine dalla responsabile della mensa e si mise al lavoro, e quello in cucina era uno di quelli che richiedevano più attenzione in assoluto, pertanto il pensiero di Tsunayoshi andò lentamente alla deriva, allontanandosi dalle sue preoccupazioni più immediate per qualche ora.
Solo alla fine del suo turno, quando restava soltanto da rigovernare la cucina, Tsunayoshi tornò prepotentemente alla sua attenzione, ma purtroppo solo per la sua totale assenza.
-Hayato?-
-Mh?-
-Hai visto Tsunayoshi oggi?-
-Ancora?-
Gokudera, che stava lavando le pentole e le vaschette già svuotate, si fermò per guardarlo con l'aria corrucciata che assumeva sempre quando tentava di ricordare qualcosa. Dopo qualche lungo momento di riflessione, riprese le pulizie.
-No, non l'ho visto.-
-Io non l'ho visto venire a mangiare...-
Mukuro si sporse dal banco a vetro della mensa e guardò la sala, dove molti stavano ancora cenando. Scorse in lungo e in largo la stanza indugiando su ogni tavolo, ma non trovò Tsunayoshi da nessuna parte. Con un senso di ansia crescente si focalizzò sulle persone sedute di schiena, chiedendosi se non l'avesse scorto per quel motivo, ma non si era sbagliato, lui non c'era. Riemerse nella sua memoria quello sguardo assente della sera precedente e qualcosa dentro di lui gridò un avvertimento non perfettamente distinguibile nel caos di ipotesi che si stavano affollando nella sua testa.
Si sfilò il grembiule e lo buttò senza riguardi sul bancone, passando quasi di corsa dietro a Gokudera.
-Hayato, finisci tu qui.-
-Dove vai?-
-Devo trovare Tsunayoshi.-
Se Hayato ebbe domande sull'impellenza di quel bisogno non le palesò, quindi Mukuro lasciò di fretta il refettorio e salì alla camera di Tsunayoshi, che aprì senza bussare e senza la minima delicatezza. Era vuota, esattamente come si sentiva, e notò subito le scarpe da ginnastica vicino al letto. Quando era al centro le indossava sempre, se erano lì forse aveva messo le scarpe migliori per la sua uscita in città...
Per scrupolo Mukuro controllò il bagno, ma era deserto. Guardò in ogni singola stanza che trovò aperta, ispezionò la biblioteca e le sale ricreative, chiese a chiunque incrociasse se avessero visto Tsunayoshi, ma non trovò la minima traccia del suo passaggio. Notò, con crescente angoscia, che gli altri del centro a malapena ricordavano chi fosse quel ragazzo che andava cercando... sembrava quasi che fosse solo il frutto di un suo sogno ricorrente... ma se qualcuno ricordava per certo chi Tsunayoshi fosse era il ragazzo dai capelli rossi, e se aveva capito chi era lo avrebbe trovato nell'altro edificio, quello che ospitava coloro che soffrivano di grave depressione...
Stava attraversando di corsa il cortile e per frenare per poco non inciampò rovinosamente in un piccolo gradino del sentiero che saliva tra l'erba verso il secondo ingresso. Strizzò gli occhi per tentare di distinguere meglio la figura che sedeva nel giardino in un angolo in ombra... sembrava proprio Tsunayoshi, o almeno, il suo cuore lo sperava a giudicare dal batticuore...
-Tsunayoshi!-
Lo raggiunse e con un enorme sollievo confermò che era proprio lui, seduto sulla stessa panchina di pietra dietro la quale lui si era nascosto a meditare sotto la pioggia. Uno dei due lampioncini spenti del sentiero avrebbe dovuto rischiarare quel punto che invece risultava avvolto nella penombra, quindi Mukuro non si accorse di cosa Tsunayoshi avesse in mano finchè non fu di fronte a lui.
Teneva in mano un sacchetto di plastica con una gran quantità di pastigliette rotonde che Mukuro, che aveva partecipato a fin troppi rave, non poteva non conoscere. Allarmato, scattò per cercare di prendergli la ketamina dalle mani, ma fu troppo lento.
-Tsunayoshi, che cosa stai facendo con quella roba? Dammela!-
-Non è la tua droga la ketamina, Mukuro.- fece lui. -È una cosa mia questa.-
-Ma che... dove diavolo l'hai trovata una quantità di droga del genere?!- fece Mukuro, spaventato tanto quanto incredulo. -E cosa fai qui fuori con quella? Avanti, non essere sciocco, dammela... la buttiamo via e nessuno verrà mai a...-
-La faccio finita.-
Mukuro si bloccò nel tentativo di allungarsi nuovamente a prendere il sacchetto. Per un attimo non riuscì a coordinarsi, si sentiva come se avesse preso un pugno dritto nello stomaco. Guardò Tsunayoshi nell'intima speranza di vederlo mettersi a ridere annunciando uno scherzo. Uno scherzo di pessimo gusto, ma pur sempre una burla...
-Stare qui non mi ha dato nulla di buono... anzi... mi ha fatto capire che anche il poco che pensavo di avere in realtà non è niente.-
-Ma come... tu hai una famiglia, no? Hai quel tuo amico della scuola, e quel ragazzo coi capelli rossi, come si chiama...-
-Non parlarmi di Enma!- sbottò Tsunayoshi, dandogli uno spintone di forza sorprendente. -Non voglio sentirlo né vederlo mai più!-
-Ma che... perchè?-
-È inutile che ti affanni per trovare un motivo per cui dovrei vivere, non c'è!- insistette lui, risedendosi sulla panchina. -Una famiglia che non vuole vedermi dopo mesi neanche per il mio compleanno non è una famiglia che mi ama! I miei si vergognano di me, non vogliono che torni a casa, vogliono farmi fare un altro ciclo di terapia per altri tre mesi! Vogliono lasciarmi qui!-
Mukuro non riuscì a spiccicare parola, ma se non altro comprese in piccola parte il dolore e il motivo per cui era tanto cupo negli ultimi tempi. I suoi volevano farlo restare per un secondo ciclo, una proposta che Mukuro aveva rifiutato restando d'accordo con Byakuran che avrebbe continuato a vedere uno psicologo fuori dal centro, almeno per un po'...
-Yamamoto ha a malapena il tempo di ricordarsi di chiamarmi, con tutti gli impegni che ha con il baseball ora che si prepara per i nazionali... ed Enma... che cosa vuoi che gli importi di me? Lui ha quella ragazza con la benda, gli importa soltanto di lei! Non si è nemmeno accorto che non mi vede più!-
-Ma come fai a dirlo... se non ti vede non può neanche chiederti cos'hai...-
-Siamo qui ventiquattro ore al giorno, ogni giorno! E non sa dove cercarmi?- ribattè Tsunayoshi, addolorato e invelenito allo stesso livello. -Non gli importa di vedermi e basta! Non importa nemmeno a te, o a Gokudera, succede a tutti la stessa cosa quando trovate una donna, o un amante!-
-Ma a noi importa...-
-Non pensare che ti darò retta per non farti venire i sensi di colpa! Mi avevi detto che sarebbe andato tutto bene, che non ero solo, e poi? Poi hai cominciato a passare ogni momento con Gokudera, a fare dei progetti per il futuro... con uno che ti ha dato del patetico e con quello che ti ha arrestato! Sembra che ti importi solo di quelli che ti trattano male! O è solo perchè loro sono persone di talento e io no?!-
-Che... non c'entra niente, questo...- pigolò debolmente Mukuro, troppo confuso per mettere insieme una risposta dignitosamente sensata.
-Allora è questione di sesso? Stai con loro perchè sono tutti e due tuoi amanti?-
L'insinuazione penetrò al cuore di Mukuro quanto avrebbe potuto fare una siringa ipodermica. Gokudera era devotamente innamorato di Haru, non gli sarebbe mai passato per la testa di tradirla con chiunque, uomo o donna che fosse. In secondo luogo, l'essere etichettato come una persona che si dilettava a collezionare uomini solo perchè ne aveva avuto uno il giorno prima fu una coltellata al suo amor proprio.
-Adesso basta con le stronzate, Tsunayoshi!-
Si avvicinò e afferrò il sacchetto delle pasticche. Seguì una breve ma feroce colluttazione che Mukuro stava per vincere, appropriandosi del sacchetto di plastica, ma Tsunayoshi gli diede un morso alla mano che lo costrinse a lasciare la presa abbastanza perchè anche l'altro potesse afferrare più saldamente la busta.
-Basta, Tsunayoshi! Se non mi dai questo cazzo di sacchetto giuro che ti stendo con un pugno!-
Forse Tsunayoshi non aveva proprio ascoltato, o forse non credeva che Mukuro fosse capace di colpirlo davvero, ma in quel caso lo aveva sottovalutato. Mukuro strinse la mano su cui spiccava già il segno del morso subìto e sferrò un pugno moderatamente robusto a Tsunayoshi, che mollò all'istante le pasticche. Lo sentì gemere di dolore e lo vide coprirsi con le mani la zona della faccia tra la guancia e l'occhio, dove lo aveva colpito. Mukuro si alzò con un'occhiata sprezzante alle pillole e poi al ragazzo. Immerso in quella depressione aveva davvero pensato che non si prendesse la briga di prenderlo a pugni per salvargli la vita?
-Mukuro... Mukuro! Dammi quel sacchetto!-
-No.-
-Dammelo subito!-
-No. Le porto direttamente a Elena.-
-MUKURO!- gridò Tsunayoshi, rabbioso. -Se non mi dai immediatamente quella ketamina ti distruggo!-
-Fatti sotto, tanto sai benissimo che non puoi seriamente farmi male.-
Evidentemente il ragazzo era ancora abbastanza lucido da capire che aveva ben poche speranze di spuntarla contro Mukuro che era senza dubbio più alto e forte di lui, e sembrò calmarsi, o almeno questo pensò l'altro finchè non riconobbe quello sguardo vuoto. Lo stesso della sera precedente.
-Se non me le dai immediatamente, dirò a Elena che cosa hai fatto ieri sera.-
Mukuro si fermò di colpo sotto il lampione spento, stringendo le dita intorno al sacchetto fino a farle sbiancare e polverizzando qualcuna delle pillole contenute. Anche senza che Mukuro si voltasse, Tsunayoshi capì lo stesso di aver colto nel segno.
-Dirò a Elena che il tuo filantropico tutore in realtà ti viene a trovare per fare sesso... e tu sei minorenne, giusto? Che cosa pensi che succederebbe se si venisse a sapere?-
-Tsu... Tsunayoshi... no...-
-Oh, sì.- insistette lui. -Lui finisce in galera, perde il lavoro e tu perdi tutti i tuoi progetti per il futuro... oh, credi che esista un centro per curare quelli abusati come te? Ti manderanno lì?-
-Tsunayoshi, non puoi farlo!-
-Certo che posso, e lo farò stasera stessa se non mi ridai quelle cazzo di ketamine.- fece lui, allungando la mano verso di lui. -E gli dirò anche di quello che è successo prima che ti arrestasse.-
-Io ti sto salvando!- sbottò Mukuro, sentendosi come pugnalato alle spalle. -Sto cercando di evitare che tu ti uccida per motivi assurdi! Perchè vuoi rovinare tutto quello che di buono ho costruito qui?!-
-Sei tu che vuoi rovinarlo, Mukuro. Io ti permetto di scegliere tra salvarmi rovinando la tua vita o lasciarmi morire e proseguire come previsto.-
-Come se la tua morte potesse lasciare tutto esattamente come sta!-
-Che te ne importa?- fece Tsunayoshi, allungando ancora la mano. -Avrai qualche brutto sogno per un po'? Poco male, hai lui che ti può consolare, poi ti dimenticherai di me, come hanno sempre fatto tutti. Come farà Yamamoto, come faranno quelli in questo centro, i miei genitori... svanirò dalle vostre vite come ho sempre desiderato fare.-
-Non... puoi chiedermi questo...-
-Posso. Sta a te scegliere, adesso.-
Mukuro guardò il sacchetto, sentendosi la gola annodata e un senso di nausea prepotente che minacciava di fargli rimettere la cena. Con tutte quelle pillole Tsunayoshi poteva uccidersi anche se fosse stato un uomo di due metri per centoventi chili, o forse anche due uomini di quella stazza. Se le prendeva tutte era impossibile che sopravvivesse... ma lui poteva davvero distruggere le sue prospettive per il futuro e anche quelle di Byakuran, arbitrariamente, per salvare qualcuno che voleva morire?
Mukuro guardò Tsunayoshi e per la prima volta sotto la rabbia vide una sconfinata tristezza. E se fin dal principio non ci fosse stato nulla da fare per evitarlo? E se tutt'ora lui non potesse fare niente? Esistevano una quantità impressionante di modi di uccidersi, anche virtualmente indolori, che avrebbe potuto mettere in pratica anche se Elena avesse saputo della ketamina... poteva anche uccidersi in qualche modo mentre andava da lei... la morte, per quel ragazzo, sembrava essere l'unico conforto...
-Noi siamo diversi, Mukuro... per questo restiamo separati come l'olio e l'acqua... tu sei una persona incredibile, e piena di talento, e di voglia di vivere... lo hai detto tu che ti drogavi perchè ti piaceva quella sensazione, e non per scappare da qualcosa... tu hai sempre voluto vivere, volevi solo qualcosa che te lo rendesse più piacevole e più facile... io l'ho fatto solo perchè non avevo il coraggio di morire.-
-Anche io stavo scappando...-
-Ma non dalla vita, solo dalla tua.- insistette lui. -Tra poco potrai essere quello che davvero sei... se ora lasci andare me dove davvero desidero essere...-
Tsunayoshi allungò la mano e prese il sacchetto senza che Mukuro facesse il minimo sforzo per trattenerlo. Sapeva che si era già arreso, che aveva preso la sua decisione. Voleva davvero lasciarlo morire per proteggere quello che gli era rimasto, perchè se avesse perso i suoi progetti e Byakuran, la sua vita sarebbe sicuramente finita prematuramente. Probabilmente, stroncata dall'eroina che sapeva così bene dove trovare...
-Grazie.-
Tsunayoshi gli sorrise con una dolcezza e una serenità che non si sarebbe mai aspettato, specie in un simile frangente. Lo vide aprire il sacchetto e stappare una bottiglia di acqua, che era appoggiata sotto la panchina. Non sembrava avere il minimo dubbio o esitazione... eppure qualcosa dentro Mukuro gridava di fare qualcosa, qualsiasi cosa, di non lasciare le cose in quel modo...
-Mukuro... ti senti in colpa per essere parte di tutto questo?-
-Esiste... qualcuno che non si sentirebbe colpevole?-
-Forse... ma non tu, immagino...-
-Tsunayoshi, ti prego, non lo fare... i tuoi genitori...-
-Non voglio parlare di loro prima di andarmene, Mukuro, non voglio altro che le belle allucinazioni della mia droga prima di addormentarmi.-
Ormai non poteva più trattenersi e fu grato che fosse un angolo buio, perchè non c'era più modo di controllare le lacrime. Era di nuovo come condannare a morte un amico, esattamente come era successo con Kyoya, quando lo aveva trascinato nel suo mondo e le allucinazioni lo avevano ucciso. Quella volta non era lì e non aveva potuto fare niente per salvarlo; ora si ritrovava a essere fisicamente presente e ugualmente incapace di muoversi. Non riusciva ad alzare il braccio, a prendere quelle pillole e gettarle. Non riusciva a muoversi. Non riusciva a muovere nemmeno un passo, né per agire, né per andarsene.
-Ti ricorda il tuo amico, vero? Quello che non hai salvato?-
Il suo cervello era troppo disconnesso dai pensieri razionali perchè si potesse soffermare sul come Tsunayoshi sapesse a cosa stava pensando, e Mukuro si limitò a guardarlo con aria smarrita e sofferente.
-Ma io non morirò in modo orrendo, Mukuro... me ne andrò sotto le stelle... vuoi restare fino a che non mi addormento? Ti racconterò quello che vedo fino a quando riuscirò a parlare.-
Mukuro era ben lungi dal considerarlo un sollievo, ma in qualche maniera sapeva che Tsunayoshi aveva solo paura del momento dell'inevitabile. Con un grande sforzo, mosse qualche passo e sedette accanto a lui, tacendo, mentre il ragazzo iniziava a ingoiare una quantità spaventosa di pasticche aiutandosi con l'acqua. Quando le ebbe ingoiate quasi tutte, Tsunayoshi abbassò la bottiglia e alzò uno sguardo perso verso il cielo.
-Inizio a sentire qualcosa... il... profumo dei fiori di ciliegio...-
Essendo la fine di ottobre Mukuro non aveva alcun dubbio che fossero le avvisaglie della ketamina. Lo guardò ingoiare un altro paio di pillole con gesti sempre più impediti dai riflessi lenti; sempre ammesso che 'guardare' fosse la parola giusta dato che le lacrime gli offuscavano sempre più la vista già provata dalla scarsa luce.
-Arrivano...-
-A... arrivano... cosa?-
Tsunayoshi afferrò la mano di Mukuro e lasciò cadere sul lato la bottiglia, sorridendo al cielo. Mukuro si asciugò gli occhi meglio che potè con le maniche, cercando di stamparsi nella mente per sempre quel sorriso, nella speranza che ogni volta che avesse fatto i conti col senso di colpa quella vista potesse aiutarlo. Purtroppo, dopo pochi secondi il sorriso di Tsunayoshi scomparve, lasciandolo indicibilmente triste.
-Non stanno sorridendo... Mukuro...-
-Cosa?-
-Le stelle piangono... loro...-
Gli occhi castani di Tsunayoshi si riempirono di lacrime che scesero copiose sul viso. A quanto pareva le solite allucinazioni piacevoli erano cambiate, proprio durante il suo ultimo viaggio, e questo non fu di alcun aiuto a Mukuro. Sentì ancora una volta Tsunayoshi chiedere in un sussurro perchè non stessero sorridendo, prima di vederlo chiudere gli occhi. La sua testa si posò contro lo schienale della panchina e la sua piccola mano perse la forza di stringere e iniziò a diventare fredda. Mukuro la lasciò e si alzò, sentendosi peggio di quanto non si fosse mai sentito in vita sua. Diede un ultimo sguardo al ragazzo addormentato che non si sarebbe più risvegliato in quella vita e si allontanò a grandi passi nel cortile deserto.
Era ben consapevole che per rendere la sua terribile scelta quella giusta avrebbe dovuto rendere la propria vita un vero capolavoro, ma in quel momento il primo pensiero era solo quello di lasciar perdere tutto e andare a scusarsi di persona con Tsunayoshi e con Kyoya per quello che non era riuscito a fare in nessun modo: aiutarli...
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: A_Typing_Heart