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Autore: itspaola    03/06/2017    0 recensioni
Vi basta solo sapere che questa oneshot è ispirata a Happier di Ed Sheeran. 
E ho detto tutto.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ricordi, Harry, quanto eravamo felici? Ricordi quando ci hanno incoronato Re e Re al ballo di fine anno perché noi eravamo più belli degli altri? I tuoi occhi brillavano mentre si guardavano intorno, mentre guardavi me, erano di un verde accecante e il mio cuore scalpitava perché eri più bello del solito. Ti stringevo la mano, ti tenevo stretto a me perché tutti vedessero quanto fossi fortunato ad averti al mio fianco.

Sono stato fortunato ad averti conosciuto una sera di tanti anni fa. Ricordi? Mi sono avvicinato a te mentre eri seduto su quella sedia in un angolo del salotto di casa Horan. Era il diciassettesimo compleanno di Niall e mi aveva detto di aver invitato un ragazzo nuovo. Prima di allora non ti avevo mai visto, ma era stato proprio in quel momento, proprio quando i miei occhi si erano posati sui tuoi occhi e sui tuoi ricci che ho capito che tu saresti stato una di quella persone speciali che ti sconvolgono la vita. A confermarlo era stato il tuo timido sorriso, quella tenera curva che mi hai mostrato quando mi sono avvicinato per parlarti. Ti ho guardato così intensamente e a lungo che ancora oggi ricordo com'eri vestito: portavi una maglia bianca dei Rolling Stone coperta da una camicia a quadri azzurri e bianchi; le tue gambe lunghe e magre erano coperte da un paio di skinny neri e ai piedi avevi delle All Star bianche -sì, ti ho guardato persino le scarpe. E i tuoi ricci, che sembravano di seta, erano tenuti fermi da una bandana blu. Eri davvero splendido ed io mi sono vergognato perché sembravo trasandato, avevo persino una macchia rossa o arancione sulla maglia. Ma tu eri lì che mi sorridevi e sono stato come attirato. Abbiamo parlato tanto, come se fossimo amici di vecchia data. Parlare con te era stato facile, semplice, bello. Ci siamo scambiati i numeri ed è stato come avere tra le mani un piccolo tesoro. 

Da quel momento è stato tutto in discesa: siamo cresciuti insieme, siamo diventati inseparabili, dove andava Harry andava Louis, e viceversa. Tu mi hai presentato i tuoi genitori ed io i miei. I nostri amici avevano iniziato a scambiarci per una coppia di fidanzati, ricordi? La prima volta che Niall ha detto una cosa del genere è stato davvero imbarazzante e non ci siamo parlati solo per un giorno, ma come due stupidi, o due calamite, ci siamo riavvicinati. Niente poteva dividerci. Un giorno con la paura negli occhi mi hai confessato di essere gay e che provavi qualcosa per me ed in quel momento mi sono reso conto di quanto tu piacevi a me. Così, per toglierti l'imbarazzo dal viso, mi sono avvicinato e ti ho baciato, lasciando spazio alla sorpresa. Ricordo il sapore delle tue labbra, sapevano di fragola perché ti piaceva mangiucchiare quelle caramelle che mia mamma comprava sempre e che trovavi puntualmente in un contenitore sul tavolo della cucina. Le tue labbra erano carnose e gonfie e ricordo quanto mi divertivo a morderle. Come quella volta che mi sono lasciato andare, ho morso più forte e ti ho fatto uscire sangue. Ti chiedo ancora scusa! 

Ricordi quando abbiamo scelto la stessa università? Eravamo elettrizzati all'idea di trasferirci da soli assieme in un piccolo appartamento al centro della città. I nostri genitori non erano molto felici di lasciarci andare, ma in cuor loro erano sicuri che ce la saremmo cavata. E' stato bello scegliere il lato del letto in cui dormire, il colore degli spazzolini, delle tovaglie, il bagnoschiuma da usare, i piatti e gli arredamenti. Un po' meno divertente è stato fare la spesa. Tu eri fissato con tutto quel cibo salutare e proteico, dicevi che mi servivano per la salute, i muscoli e poi dicevi anche che erano buoni e che quindi li dovevo mangiare a prescindere. Ma io ho sempre voluto strafogarmi di carne, patatine, dolci e tutte quelle porcherie che tu mangiavi solo una volta a settimana e durante gli eventi speciali, proprio come il mio compleanno. Hey, non sono montato, eri proprio tu a dire che il mio compleanno fosse speciale ed inoltre io ero il tuo regalo speciale. 

A proposito, ricordi il nostro primo albero di Natale nel nostro piccolo appartamento? E' stato il più bello che io avessi mai fatto perché c'eri tu, c'era il tuo sorriso, le tue fossette e le canzoni natalizie in sottofondo; c'eravamo noi con due cappelli rossi in testa e due maglioni pesanti addosso, c'erano due tazze piene di cioccolata fumante poste sul tavolino in attesa di essere consumate e c'erano due puf -perché non avevamo ancora il divano.

Ricordi anche quella volta che ti sei improvvisato infermiere? Avevo la febbre a trentanove, sembravo un cadavere e non riuscivo ad alzarmi dal letto. Così tu, quando finivi le tue lezioni, correvi subito a casa per prepararmi il brodo di pollo o il tea, mi lasciavi le medicine sul comodino insieme ad un bicchiere pieno d'acqua prima di tornare in facoltà per le lezioni pomeridiane oppure per andare a lavoro. Sei stato sempre presente, sempre disponibile, paziente con me anche quando non riuscivo a studiare e allora stavi sveglio con me fino alle tre del mattino, nonostante avessi lezione alle otto. Mi hai sempre dimostrato di amarmi con tutti questi semplici gesti, una raccomandazione in più, tutto quello che hai fatto per me. Se ci penso adesso non avrei mai dato per scontato nessuna di queste cose. Sono sempre stato uno stupido, specialmente quando ho iniziato a considerare tutto questo, a considerarti un'abitudine. 

Non potrò mai dimenticare quel giorno in cui tutto è finito, quando ho mandato tutto all'aria per aver alzato un po' il gomito. Tu me lo avevi detto, mi avevi avvertito. Non ti piaceva per niente la strada che avevo preso, quella stessa verso cui mi avevano portato i miei nuovi amici dell'università.  Fatta di alcool, lunghe serate passate dentro un pub, risate sguaiate e giochi d'azzardo. Tu me lo avevi detto, mi avevi detto di smettere, ma io mi sentivo come un bambino che prova gusto nell'infrangere le regole.  E come puoi far capire a un bambino testardo che deve rispettare le regole? Esatto, non puoi! Ed io continuavo ad uscire con loro. Ho preferito loro a te e, a poco a poco, ti allontanavi. Sono stato un pessimo fidanzato, non mi sono accorto che stavi andando via da me. Come potevo accorgermene? Tu dicevi che andava tutto bene, che eri solo stanco a causa delle ultime lezioni, e poi andavi a letto subito dopo cena, lasciandomi da solo in salotto a guardare una partita di calcio mentre stavo al telefono con i miei amici. Tu ti allontanavi ed io lo facevo pure, inconsapevolmente. Parlavamo poco, ci dicevamo lo stretto necessario ed io non mi accorgevo di niente.

Una sera però ho aperto gli occhi sui miei amici. E' stato quando mi hanno spinto a provare della droga: esattamente, nel momento in cui ho visto quella polverina bianca sparsa su quel tavolo sudicio mi sono venute in mente le tue parole. "Loro non sono davvero tuoi amici, cercano solo un altro complice con cui fare le loro bravate. Tu non sei come loro!" ed io come al solito non ti ho ascoltato. Ma quella sera. Già, quella sera li ho lasciati tutti lì e sono tornato a casa da te, in lacrime. Per stare con loro stavo perdendo te. Ti ho chiesto scusa, mi hai stretto forte fra le tue braccia e mi hai riempito di baci. Stavo perdendo la tua fiducia e allora ti ho promesso che non ci sarei più cascato, che li avrei allontanati da me e tu mi hai creduto. Ci hai creduto, dannazione. Ma alla fine, proprio come un debole, li ho seguiti di nuovo perché mi sentivo bene -ed è un paradosso perché avrei dovuto sentirmi bene a casa mia, fra le tue braccia. E invece non è stato così. Mi vedevo con i ragazzi solo quando sia tu che io eravamo fuori, in modo da non farti insospettire.

Adesso, a distanza di cinque mesi, mi sono reso conto di non aver mai ricambiato il tuo amore come meritavi né ti ho mai trattato come vanno trattate le persone meravigliose come te. Ti dicevo che avevo delle lezioni extra rispetto a quelle che conoscevi e, mentre tu lavoravi, io ero insieme ad un ragazzo, un altro ragazzo che non eri tu. Non so spiegarti il motivo. Dopo tutto questo tempo mi ritrovo senza risposte a tutti i tuoi perché. Ero semplicemente sopraffatto dalla sua amicizia, lui era così persuasivo. 

Una volta ci hai visti insieme nella sua macchina, ma per non farti insospettire ed arrabbiare ti ho detto che mi aveva solo accompagnato a casa e che avevamo avuto lezione insieme. Era vero, ma in parte. Non eravamo stati in facoltà -anche se avremmo dovuto avere davvero lezione insieme-, ma in un locale lì vicino. Ci siamo baciati ed io avevo la mente annebbiata. Quando sono sceso da quella macchina e ho visto te salutarlo col sorriso -perché tu sei sempre così buono con tutti, hai un animo davvero nobile e gentile-, mi sono sentito male, in colpa. 

Quello era stato il primo tassello a far crollare quella costruzione perfetta che eravamo io e te. Ma quando tutto è crollato definitivamente è stato il giorno prima del tuo compleanno. 

Io ti giuro, ti giuro sulla cosa più cara che ho, che non ricordo come io sia finito a letto, nel nostro letto, con quello stesso ragazzo a cui tu hai sorriso. Ricordo solo che mi ha appagato come tu non facevi da tempo. Non lo so cosa ci stava succedendo, ma qualcosa tra noi si era come rotto. 

Tu... tu ci hai scoperti! Ricordo i tuoi occhi sgranati e pieni di lacrime, le tue labbra tremanti e il tonfo che ha fatto il tuo zaino quando è caduto a terra... lo stesso rumore che ha fatto il tuo cuore... lo so. Ricordo anche il rumore della porta di casa quando sei andato via. Non un urlo né una litigata né uno schiaffo; ti sei chiuso in un silenzio assoluto. Non hai più risposto ai miei messaggi, alle mie chiamate. Non sapevo dove fossi andato, ma l'istinto mi diceva che probabilmente stavi in un posto dove sicuramente ti avrebbero trattato bene, meglio di come ho fatto io. E allora... ti ho lasciato stare. 

Ma tu avevi bisogno di spiegazioni ed io di spiegare. Così sei tornato nel nostro appartamento solo due settimane dopo. Io ero seduto in cucina, stavo ultimando la mia cena, quando a un tratto ho sentito la porta d'ingresso aprirsi molto lentamente. Tu hai fatto capolino in cucina e mi hai guardato: non ho riconosciuto i tuoi occhi. Erano così freddi, vitrei, scuri... e il tuo viso non aveva nessuna espressione, non trapelava nessuna emozione. Per un attimo mi sono chiesto se fossi felice di vedermi, ma ho messo a tacere subito i miei pensieri perché solo uno stupido poteva pensare ad una cosa del genere. Non che io non lo sia. Sei rimasto lì a fissarmi, non accennavi a parlare e così ho fatto il tuo nome sorpreso -ero anche un po' impaurito, devo ammetterlo. "Quante volte è successo?" mi hai chiesto. La tua voce era più profonda e fredda del solito, la ricordo ancora adesso. 

"C-Cosa?"

"Hai capito bene. Quante volte è successo con quel ragazzo?" hai chiesto di nuovo. "Perché hai avuto persino il coraggio di portarlo in casa nostra... nel nostro letto!" Ed io sono rimasto in silenzio. "Evidentemente va avanti da tanto e scommetto che eri con lui quando io non ero a casa." Io mi sono avvicinato a te per prenderti la mano ed avere un minimo contatto con te, ma tu mi hai allontanato. "No, Louis, mi fai schifo!" E poi mi hai guardato con quella espressione pregna di disgusto, un'espressione che non ti ho mai visto fare, nei confronti di nessuno e in nessuna occasione. 

Cosa potevo dirti in quel momento? Che non era come ti era sembrato? Non potevo perché era stato esattamente come avevi visto. "Mi fai schifo!" Mi hai ripetuto sussurrando e distogliendo lo sguardo. "Hai tradito la mia fiducia per ben due volte, Louis." L'ho sentito il cambiamento nella tua voce. Ti tremava ed io avrei voluto fare qualcosa per rimediare, per tornare indietro nel tempo e cambiare i fatti. "Mi hai detto che non saresti più andato con quei ragazzi ed io ti ho creduto. Ti ho creduto, Louis" e hai dato un pugno allo stipite della porta accanto a te. "Ma hai dovuto rovinare tutto..." hai alzato lo sguardo su di me. "Ti ho dato tutto l'amore possibile, non ti è bastato? Sono stato io il problema?" Ti sei avvicinato e hai cominciato a darmi pugni sul petto. "Perché hai dovuto tradirmi? Perché nel nostro letto? Se non ti soddisfacevo più perché non mi hai lasciato prima?" Mi hai guardato in attesa di una risposta. "Parla Louis!" Ed io volevo dirti qualcosa, avrei voluto parlare con te ancora prima che accadesse tutto, perché le coppie stabili dialogano, parlano dei loro problemi ed io avrei dovuto dirti che non mi sentivo più lo stesso, che il poco tempo passato insieme ci stava schiacciando; avrei dovuto dirti che sarebbe stato meglio lasciar perdere per qualche settimana l'università e andare in vacanza, per ristabilire e migliorare il nostro rapporto. Ma non l'ho fatto. 

E sono rimasto zitto a fissarti, sono stato incapace di dirti anche la minima cosa. Mi pento di non aver parlato quel giorno, perché tu poi mi hai guardato intensamente, ti sei allontanato e "Ti credevo diverso", mi hai sussurrato e poi sei andato via, definitivamente. Sbattendo quella porta non solo sei uscita da casa nostra, ma anche dalla mia vita. 

Sono la tua più grande delusione, me ne rendo conto. Tu meritavi di meglio, forse ero io, ma mi sono rovinato con le mie stesse mani e tu non meritavi di stare con qualcuno che ti considerasse un'abitudine. 

Da quel momento non ti ho più visto. Hai lasciato tutte le tue cose nella nostra casa ed i vestiti dentro l'armadio. Mi sono sentito mancare tutte le volte che rientravo a casa e non c'era il tuo sorriso ad accogliermi, non c'era l'odore delizioso del cibo appena preparato, niente di niente. Vedevo quella casa vuota e il silenzio mi assaliva. 

Quando perdersi nel nostro letto matrimoniale  e pensare che tra noi sarebbe stato in eterno era diventata una routine, mi sono sentito male perché mi mancavi. E allora mi son detto che dovevo cambiare o, meglio, dovevo tornare ad essere quello di prima, quello che ti aveva fatto innamorare. Così, dopo aver ricevuto insulti e derisioni, ho lasciato perdere quel mio gruppo di amici che si stavano dando sempre di più alla droga -non volevo diventare un tossico, grazie- e mi sono chiuso in casa per studiare, sono riuscito a recuperare tutti gli esami che mi ero lasciato indietro. Ho cercato di nuovo Niall che, dopo una lunga ramanzina sul perché io fossi sparito ed essermi lasciato scappare una persona meravigliosa come te, è venuto a trovarmi. E' stato con me per qualche giorno, poi è dovuto tornare a casa sua.

Poi è successo che ti ho rivisto. Dopo un mese dalla nostra litigata ti ho visto. Stavo tornando a casa dall'università e per quel giorno avevo deciso di andare a piedi anziché prendere la metro. Così ho imboccato la ventinovesima strada, quella che porta al parco, e ti ho visto abbracciato ad un altro ragazzo mentre passeggiavate per entrare in un bar. Non so se fosse un amico o il tuo nuovo ragazzo, ma sembravi davvero felice. Ti aveva raccontato sicuramente una battuta squallida perché ho visto le tue labbra aprirsi in un sorriso meraviglioso e le tue mani battere tra loro per il divertimento. E poi ho visto il suo sorriso insieme al tuo e mi sono accorto che i vostri sorrisi erano due volte più grandi dei nostri. Sì, sembravi davvero felice e sereno. Ed io mi chiedo se ti ho mai reso felice, se ti mai sentito amato.

Sono certo che quel ragazzo non ti farà mai del male come te ne ho fatto io, perché tu sbagli una volta ed impari dagli errori. Spero di non essere stato un errore per te...

Ma nessuno ti amerà mai come ti ho amato e ti amo io. A questo pensiero mi rideresti in faccia, ma dico sul serio: per un momento ho pensato di non farlo più, ma non era vero. Ti ho sempre amato, anche quando pensavo non ci fosse più niente tra noi.

Comunque non me la prenderò se hai deciso di andare avanti con qualcuno di nuovo, è giusto così, non te ne farò una colpa perché qui l'unico colpevole sono solo io. E sempre io ho detto che meritavi qualcuno migliore di me, quindi va bene... Va bene se hai deciso di volere nella tua vita una persona più responsabile, con la testa sulle spalle e fedele ai suoi principi.

Ti ho guardato per l'ultima volta. Ho guardato per l'ultima volta le tue guance bucarsi per dar vita a quelle fossette che ho sempre adorato, le tue grandi mani toccarsi fra loro e le tue lunghe dita giocare con i tuoi anelli -uno dei quali è un mio regalo. Ti ho guardato per l'ultima volta sorridere e poi sono andato via nel momento in cui ti sei voltato nella mia direzione.

Quella stessa sera sono tornato a casa, ho preso una bottiglia di birra dal frigo, ho acceso una sigaretta e mi sono seduto in un angolo del salotto. Buttando fuori il fumo e sorseggiando quel liquido amaro, mi è tornata in mente la scena in cui tu sorridevi a quel tipo, e ripetevo nella mia mente: "Sei più felice, non è così?" 

Ho raccontato tutto a Niall poche ore dopo e mi ha detto che un giorno tornerò ad essere felice, ma come posso fargli capire che ero felice solo con te? Magari non l'ho capito subito, mi son perso per strada, ma io li ricordo i miei sorrisi quando ero in tua compagnia, ricordo le parole di mia mamma quando ci vedeva insieme -"Ti luccicano gli occhi".

Mi sono guardato intorno e le nostre foto poste sul tavolino mi fissavano. No, non ho mai avuto il coraggio di toglierle perché ti sento ancora parte di me. Sarai sempre una parte di me. Lo so che non ti merito più, che non merito più una tua carezza o anche semplicemente un tuo sguardo, ma io sono ancora innamorato di te e ti prometto, ti prometto Harry, che cambierò, che sarò un uomo diverso. E se mai un giorno un altro stupido dovesse spezzarti il cuore sappi solamente che io sarò pronto a ricominciare.

Ti aspetterò qui.

   
 
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