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Autore: Beeble    04/06/2017    1 recensioni
La storia raccontata dal punto di vista di Serena.
L'incontro con Philip, le sue emozioni, i suoi pensieri, e il finale, o forse l'inizio di tutto il resto di una vita insieme.
Dal primo capitolo:
Mi portano via nella rete.
Nella mia mente restano fissi solo i suoi occhi chiari.
I suoi capelli del colore del sole.
Il primo ricordo che spicca fra tutti quelli confusi che ho della vita nel mare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Philip Swift, Syrena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morte


 

L'uomo che mi porta non emana calore e, al contrario di Philip, non ha alcun gesto di cortesia nei miei confronti.

Sento l'odore di morte prima di loro: loro usano solo la vista, io tutti i sensi.

Mi bloccano a terra, legata. Vogliono le mie lacrime ma non le avranno, non le avranno a nessun prezzo.

Vedo altre Sirene, altre creature marine, come me, morte lentamente perché un essere umano avesse una loro lacrima per vivere in eterno.

Era un prezzo alto la vita, ma non troppo: quell'uomo non sarebbe vissuto per sempre.

Glielo dico con voce di scherno, visto che ha osato chiamarmi Serena con la sua viscida voce.

Si avvicina e mi spinge a pensare a tutte le altre morte lentamente ad ardere al sole in forma di sirena… e poi mi colpisce.

Sento Philip lottare per raggiungermi.

Sento qualcuno parlare; parlano di torture, modi per indurmi a provare dolore.

“E voi che cosa dite?” è la sua voce, la riconosco.

“Cambierà atteggiamento vedrai con il levar del sole...” propone Angelica.

“Brucerebbe… però non posso attendere il sole… ma lo possiamo anticipare” risponde sadico Barbanera.

“No” ma lui lo zittisce avvicinandosi nuovamente a me.

“Non lascerò che la torturiate!” la voce gli trema ma è forte, decisa.

“Le estirperò le squame via dal corpo una ad una se mi aggrada...” risponde quasi ridendo.

“Mi sbagliavo, la vostra anima non si può salvare...”

Mi schernisce.

“Quell'immonda creatura, come la chiamate, ne vale cento di voi!”

“Oh… ci tenete a lei… Vi piace”

Sento ancora ogni singola parola ma tutto mi giunge ovattato, come sott'acqua.

Vedo i suoi occhi abbassarsi e poi cercare i miei.

Anche io abbasso lo sguardo: so cosa sta venendo a chiedermi Barbanera.

No, non lo capirà, io posso sacrificare me stessa ma non posso permettere che lo faccia lui… per me.

Ma in qualche modo quell'uomo malvagio lo capisce “Piangi o assisti alla morte di questo poveretto”

Lo tengono fermo, la gola stretta e un coltello puntato contro.

Sento le mie viscere contorcersi, il mio cuore perdere uno, due, tre battiti.

Lui dice che sono triste, ma che non provo dolore.

E invece dolore è quello che provo.

Ma non riesco nemmeno a respirare per la paura, come potrei piangere?

In un secondo lui è a terra. Privo di vita.

Sto per crollare, ma resisto.

Non può aver dato la vita invano. Non è morto perché io facessi vivere in eterno quell'assassino.

Mi sfugge un singhiozzo e ripenso alla sua voce “ Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”.

Cerco di continuare a respirare solo quello.

Non sento più niente, nulla, solo il dolore pulsarmi dentro la pelle, dentro il cuore, dentro la testa, in ogni fibra del mio essere umana e sirena.

E questo dolore mi avrebbe ucciso molto prima dell'alba e questo avrebbe salvato il mondo dall'eternità con quel mostro in vita.


 

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Scusate per la lunga attesa!!

Un abbraccio e buona domenica!
  
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