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Autore: Najara    05/06/2017    7 recensioni
Un cappio si sta stringendo attorno al collo di Lena, il destino della Luthor Corporation, ora, è nelle sue mani, la sua libertà è finita, il suo destino tracciato. Kara sente quel cappio come se il collo fosse il suo, perché e com'è possibile?
Kara e Lena: due persone, due menti, due entità distinte, destinate, però, a vedere il loro destino intrecciarsi, così come a intrecciarsi sono le loro menti.
Un'avventura SuperCorp.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Suite 18

 

Il pensiero scivolò nella sua mente, dolce, delicato. Lena aprì gli occhi lentamente e sorrise. Sapeva che era lì, lo sapeva senza bisogno di vederla.

“Sei venuta.” Mormorò. La luce dell’alba stava già filtrando tra le tende.

“Non volevo svegliarti…”

“Oh sì che lo volevi.” Alzò lo sguardo e lei era lì, per la prima volta non erano una nella mente dell’altra, ma si guardavano, per davvero.

“Ehm… va bene.” Ammise Kara e Lena apprezzò il rossore sulle sue guance, quante volte lo aveva immaginato e percepito?

“Sei bellissima.” Non riuscì a trattenersi dal dire. Aveva sempre pensato che fosse bella e vederla allo specchio le aveva tolto il respiro, ma dal vivo… era qualcosa di splendido. I suoi capelli color del grano maturo sembrano risplendere anche senza il sole che li illuminava e i suoi occhi azzurri erano vivaci e profondi.

“Oh, no, tu sei bellissima.” Il complimento la fece sorridere e abbassare gli occhi, non era da lei arrossire, ma nessuno, mai, l’aveva guardata con occhi così puri e così sinceramente colpiti.

“Vieni qua.” Le indicò il letto e vide Kara ondeggiare sul posto, indecisa. Dovette ridere nel vedere la famosa eroina di National City stringere le mani e mordicchiarsi il labbro, esitante, il mantello che ondeggiava piano alle sue spalle seguendo in movimento del suo corpo. “Non mordo.” La rassicurò con un sorriso.

“Oh… potresti anche mordere, non mi farebbe nulla. Una volta un gatto mi ha morsa, ma si è rotto un dente, Eliza ha detto che era un dentino da latte e che non dovevo preoccuparmi per il gatto.” Parlava veloce, come quando era tesa, Lena si tirò a sedere sul letto, ma quando vide gli occhi di Kara sgranarsi ricordò che indossava solo la biancheria intima, così tirò su anche il lenzuolo.

“Kara.” Richiamò la ragazza che era diventata rossa. “Vieni e siediti qui.” Con la mano batté sul materasso accanto a lei. La kryptoniana esitò ancora un istante poi obbedì. Ora erano vicine e Lena sorrise, poteva sentire il calore provenire da Kara, ma non si toccavano, non ancora.

Lentamente alzò lo sguardo fino a incrociare quello di lei.

Lena aveva giocato davanti allo specchio qualche ora prima, l’aveva provocata, e, fino ad un istante fa, le sembrava di avere la situazione sotto controllo, eppure ora sentiva il cuore batterle veloce nel petto. Improvvisamente era tornata un’adolescente alla sua prima cotta.

Nel vedere lo sguardo di Kara, pieno di timidezza, sorrise, non aveva bisogno di essere nella sua mente per conoscere i suoi sentimenti.

Alzò la mano e Kara la imitò, lentamente le loro dita si sfiorarono e poi si intrecciarono. Sospirarono entrambe a quel breve contatto, il primo tra loro due.

Lena osservò le loro dita intrecciate, affascinata si portò la mano di Kara al viso lasciando che il dorso aderisse alla sua pelle. Sentì il fremito della ragazza e chiuse gli occhi.

Kara allungò la seconda mano e le sfiorò il viso con le dita.

È diverso…” Mormorò affascinata Kara, la mano ora tracciava lentamente la forma del viso di Lena. “Rispetto a quando ero nella tua mente.” Si spiegò e Lena annuì piano, anche dal suo punto di vista era decisamente diverso. Nulla l’aveva preparata alle emozioni che quel semplice contatto le stava trasmettendo. Chiuse gli occhi e strinse la mano di Kara allontanandola dal proprio viso.

“Dobbiamo parlare.” Affermò cercando di apparire decisa. Gentilmente la mano di Kara si sciolse dalla sua e prese a scorrere sulla sua spalla nuda fino a scendere ad accarezzarle il braccio, delicata come una piuma.

“Non riesco a credere di essere finalmente qui, davanti a te.” La voce della ragazza era bassa e profonda. Lena non l’aveva mai sentita così, le diede un brivido. Eppure dovevano parlare, era importante che sapesse chi era e…

“Non riesco a credere che la tua pelle sia ancora più morbida di quello che avessi immaginato.” Gli occhiazzurri di Kara si fissarono sulle sue labbra come se il pensiero l’avesse portata a pensare ad un’altra morbidezza. “Mi hai chiesto di dirtelo…” Mormorò ad un soffio da lei.

“Cosa?” Chiese, allora, Lena, cercando di respirare.

“Voglio baciarti.” Ammise, finalmente, Kara.

Lena sentì il cuore batterle veloce nel petto, mentre le labbra di Kara scendevano dolci sulle sue. Chiuse gli occhi e semplicemente si lasciò andare assaporando la morbida dolcezza della ragazza d’acciaio.

Quando si separarono i loro occhi tornarono a cercarsi, mentre un dolce sorriso appariva sui loro volti. Kara le accarezzò il viso, senza smettere di sorridere, sembrava emettere luce tanto era felice. Il cuore di Lena si riempì di quella felicità fino a traboccare, ma c’era un neo in tutto ciò, qualcosa che le impediva di essere felice appieno, un’ombra che doveva essere dissipata.

“Kara…” Iniziò.

“Mi fido di te.” Rispose la ragazza, non era nella sua mente, era come se si trattenessero entrambe dal farlo, come se temessero di perdere il controllo, ma doveva aver visto l’ombra offuscare la sua gioia. “Mi spiace essere venuta così tardi… ma c’era una cosa che doveva risolvere.” Lena annuì a quelle parole, non c’era bisogno di chiedere.

Kara arrossì un poco e poi guardò il letto.

“Credi che potremmo… stare un po’ assieme?” Domandò, titubante e imbarazzata al contempo.

“Mi piacerebbe molto se restassi qui, per quello che rimane della notte.” Le rispose lei, dolcemente, sorridendo. Kara sapeva sempre sorprenderla, invece di prendersi quello che desiderava, quello per cui era venuta e che tutti si sarebbero aspettati, lei chiedeva, gentilmente, le gote rosee e gli occhi timidi.

Per chiarire la sua volontà si tirò un poco indietro lasciando a Kara lo spazio nel letto. La supereroina si sistemò il mantello di modo che non le infastidisse, poi si sdraiò accanto a lei, su di un fianco, la mano sotto al viso, mentre la guardava. Lena ridacchiò all’innocenza della ragazza e la attirò contro di sé. Il suo cuore accelerò nel sentire il calore proveniente dal corpo della giovane, ma non fece nulla di più che lasciarsi avvolgere dalle braccia di Kara, sistemando il volto nell’incavo del suo collo, respirando il suo profumo e godendo della sensazione di pace e serenità che quell’abbraccio le trasmetteva. No, non era solo quello, era sicurezza e… completezza. Avrebbe chiuso gli occhi solo un momento, per godere di quella sensazione, poi avrebbero parlato.

 

Kara allungò il braccio e diede un colpo al telefono dell’hotel che si ruppe, aprì gli occhi e si guardò attorno leggermente spaesata. Un peso estraneo era appoggiato a lei. Le ci volle un istante per iniziare a sorridere.

Lena si mosse leggermente, infastidita dal suo brusco movimento, si stiracchiò tendendo la schiena e spingendosi ancora un poco contro di lei e poi aprì gli occhi. Kara osservò il momento del risveglio con occhi adoranti, non aveva mai provato tanta emozione nel vedere una cosa così semplice e, doveva ammetterlo, non aveva mai sentito il suo corpo risvegliarsi così in fretta come nel vedere quello di lei semi nudo arcuarsi e poi spingersi contro il proprio. Rao, era bella anche con i cappelli scarmigliati e gli occhi ancora appiccicati dal sonno.

“Buongiorno…” Mormorò, trattenendo il desiderio di baciarla.

La donna spalancò gli occhi.

“No!” Disse, ora decisamente sveglia. “Mi sono addormentata?” Si portò le mani al viso arrossendo e Kara ridacchiò.

“Eri molto stanca.” La giustificò.

“Ma…”

“Ti sei rilassata tra le mie braccia e ti sei addormentata, non mi sembra una cosa brutta.” Lena aveva abbassato le mani, ma la guardava con un misto di vergogna e un rossore sulle guance. Kara allungò le dita e le sistemò una ciocca di capelli. Guardandola con occhi sognanti.

“Ci siamo baciate.” Ricordò, arrossendo, ma senza distogliere gli occhi da lei. Sul viso di Lena si aprì un ampio sorriso.

“Ci siamo baciate.” Confermò. Poi i suoi occhi si fecero maliziosi, mentre si avvicinava lentamente a lei, senza distogliere lo sguardo. “Potremmo farlo ancora.” Propose.

Si fermò a qualche millimetro dalle sue labbra, poi, per la prima volta da quando si erano fisicamente incontrate, entrò nella sua mente, chiuse gli occhi e la baciò.

Fu straordinario. Condividere il bacio amplificò le sue sensazioni, non era più solo nel proprio corpo, ma anche in quello di Lena, un caleidoscopio di emozioni che la lasciò senza fiato.

“Wow!” Esclamò, sbattendo le palpebre, negli occhi di Lena poteva scorgere la stessa esperienza che aveva provato lei. “Forse dovremmo andarci piano con questo, altrimenti…” Lena la baciò di nuovo e i suoi sensi si infiammarono di desiderio, il suo, misto a quello di lei, rendeva la situazione ingestibile.

Sentì le mani della donna scivolare lungo il suo busto dandole una lunga serie di brividi, le sue dita scivolarono lungo il collo della donna poi sulle spalle, il fatto che fosse in intimo non la aiutò a mantenere la mente calma.

Il cellulare si mise a suonare e Lena mugugnò di ignorarlo.

“L’ho spento dieci volte questa mattina. Se la ragazza di ieri si chiamava Jess è una tipa decisamente assillante!” Riuscì a dirle Kara mentre Lena le stava baciando il collo. La donna si tirò indietro bruscamente.

“Hai chiuso delle chiamate?” Chiese sorpresa.

“Sì, avevi bisogno di dormire e…” La ragazza saltò già dal letto e afferrò il telefono.

“Sono le undici!” Esclamò stupefatta, notando per la prima volta l’ora.

“Sì…” Kara la guardò mentre controllava il telefono con aria febbrile. “Non avrei dovuto spostare la sveglia?” Domandò con aria preoccupata, anche se non fosse stata nella mente della giovane avrebbe capito che era contrariata.

Lena si voltò, la guardò e poi scosse la testa, sorridendo.

“Sembra proprio che non abbiamo diritto ad un momento tutto per noi, non è vero?” Si avvicinò e si piegò su di lei, baciandola con delicatezza. “Ora devo andare, Jess è la mia segretaria e, probabilmente, starà impazzendo. Avevo diversi impegni questa mattina e un aereo da prendere.” Kara percepì un istante di dubbio nella giovane e si chiese se le avrebbe detto dove sarebbe andata. “Per National City.”

“Oh.” Kara sgranò gli occhi e Lena sorrise.

“Sì, abitiamo nella stessa città, mi dispiace di non avertelo detto. Ci sono tante cose che devo dirti…” Il telefono suonò di nuovo e lei fece una smorfia. “Sì.” Rispose. “Sì. Sto arrivando, dieci minuti. Benissimo.”

“Devi andare?” Le chiese e Lena annuì.

“Sì, ma dobbiamo parlare, quindi, lo faremo. Stasera, alle 21.00 da Glissem. Va bene?”

“Oh, c’è sempre un profumino delizioso vicino a quel ristorante, ma ci vuole un mese per prenotare e…” Lena fece un sorriso immodesto e inarcò un sopracciglio facendo ridere Kara. “Va bene, allora, a stasera.”

Si alzò e raggiunse Lena, la attirò tra le braccia e la baciò.

“A stasera…” Mormorò la ragazza, poi la lasciò andare e lei camminò all’indietro, incapace di distogliere gli occhi da quella meravigliosa visione.

Lena rise quando la vide continuare a camminare nell’aria ormai fuori dalla finestra e lei sorrise felice.

“Devo davvero andare.” Le disse la donna e lei annuì, alzò il pugno verso il cielo e volò via.

 

Entrò al DEO con un sorriso enorme sulle labbra.

“Kara.” Alex la chiamò subito e il sorriso fu trasformato in una smorfia. Raggiunse la sorella che la guardò interrogativa.

“L’ho incontrata! Ieri notte e…”

“Come si chiama.” Chiese subito la donna prendendo un tablet e preparandosi a inserire il nome e fare una ricerca.

“Ehm… non lo so ancora, non è che abbiamo parlato molto e…” Gli occhi di Alex si assottigliarono.

“Cosa vorresti dire?” Kara arrossì violentemente e la maggiore sgranò gli occhi sorpresa. “Aspetta… avete passato la notte assieme? Ma… e Mon-El?” Kara era sempre più rossa.

“Non è che abbiamo fatto quello che credi… non ancora perché lei si è addormentata, era tanto stanca e aveva bevuto e…” Ogni nuova parola la rese un po’ più rossa, mentre Alex inorridiva sempre di più. “Non è come credi, ma ehm… io e Mon-El ci siamo lasciati… insomma, io l’ho lasciato.”

“E poi non sarebbe come credo?” Chiese Alex, sempre più sconvolta.

“Stasera la incontro, ha detto che parleremo.” Alzò il dito tutta felice, ricordando un dettaglio. “Ha detto che abita a National City, non è magnifico?” Alex annuì piano.

“Stasera, hai detto?”

“Sì, da Glissem! Ti immagini!”

Supergirl.” La chiamò J’onn e lei guardò la sorella con un attimo di panico.

“Non gli hai detto che…”

“No.” Le rispose lei. “Ma…”

“Glielo dirò, promesso, ma domani.” Alex fece una smorfia, ma alla fine annuì e Kara si diresse di corsa da J’onn per sapere di cosa le volesse parlare.

 

Alex osservò la sorella ridacchiare con un’agente e poi scherzare con un secondo. Era evidentemente l’immagine della felicità. La osservò e poi lo vide. Kara distolse gli occhi dal suo interlocutore, sorrise e arrossì. Come aveva fatto a non vederlo prima? Era chiaro che non era più lì, stava parlando con lei, la misteriosa ragazza che sembrava essere entrata nel cuore oltre che nel cervello.

Winn.” Il giovane ruotò sulla sedia e la guardò interrogativo.

“Dimmi.”

“Puoi dirmi dov’è stata Kara ieri sera?” Winn la guardò corrugando la fronte, il suo viso si voltò a guardare Kara che ora rideva da sola, appoggiata al tavolo centrale.

“Il trasmettitore su Supergirl non dovrebbe servire per spiare Kara…” Iniziò, ma lei le lanciò uno dei suoi sguardi assassini. “Va bene!” Cedette subito lui tornando a ruotare la sedia e digitando rapidamente sulla tastiera.

“Io vado!” Proruppe Kara agitando la mano verso di loro per poi lanciarsi verso il cielo.

Alex strinse le labbra e con un cenno indicò a Winn di continuare. Lui roteò gli occhi e poi si rimise al lavoro.

“Allora… ieri era qua a National City...”

“Mi servono i dettagli.” Lo incitò Alex e il ragazzo, a malincuore, obbedì. Alex osservò che era rimasta al bar ritrovo degli alieni per buona parte della serata, verso mezzanotte era andata all’appartamento di Mon-El, vi era rimasta pochi minuti e poi era volata fino a Metropolis.

Metropolis.” Mormorò.

“Sarà andata a trovare Superman…” Provò Winn. “O le sarà venuta voglia di quel frullato che mi ha portato una volta, banana, mela, kiwi e un ingrediente segreto… un sapore simile non l’ho mai più…” Alex lo guardava con occhi minacciosi e il ragazzo cedette, premette su due tasti e apparve un indirizzo. “Non credo che sia giusto quello che stiamo facendo. Penso non ci riguardi cos’ha fatto Kara nella suite 18 del Royal.” Protestò, questa volta con più veemenza.

“Non credere che lo faccia per mettere il naso nelle sue faccende, devo proteggerla, anche da se stessa. Dimmi chi ha prenotato quella camera d’albergo.”

“Alex, non ho mai visto Kara più felice e non credo che questo sia un male, capisco che tu voglia proteggerla, ma questo va al di là di…” Mentre parlava digitava sulla tastiera e dalle sue labbra non uscì più alcun suono quando un nome si evidenziò sullo schermo. “Cosa… cosa significa?” Chiese voltandosi interrogativo verso la maggiore delle Danvers.

“Significa che avevo ragione. Winn, ho bisogno di te.”

“Cosa devo fare?” Il ragazzo continuava a guardare il nome sullo schermo con un misto di incomprensione e stupore.

“Dobbiamo analizzare la bomba lasciata in centro città.”

“Non vedo il rapporto tra le due cose e, comunque, se ne stanno occupando i tecnici…”

“Non possiamo aspettare, dobbiamo fare in fretta, se troverò quello che penso allora capirai.” Lo bloccò Alex allontanandosi con passo deciso, Winn la guardò per alcuni istanti poi capì che l’agente si aspettava che lo seguisse così scattò in piedi e la seguì.

 

 

 

Note: Allora, allora, cosa mi dite? Kara l’ha svegliata e le nostre ragazze si sono baciate! Ecco i due punti positivi… poi abbiamo qualche aspetto meno “ideale”: un segreto ancora da svelare e un’Alex decisamente alla carica. Dobbiamo preoccuparci? Intanto godiamoci il momento, no?

Vi è piaciuto il loro primo incontro? Vi aspettavate di più, di meno?

 

Come sempre, ditemi tutto!

  
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