One sheep, two sheeps, three
sheeps…
Hinata
non aveva mai passato
una notte insonne.
Tutte le sue giornate erano
talmente piene e faticose, tra allenamenti, commissioni e
sopportazioni, che
appena toccava il cuscino si perdeva nel mondo dei sogni.
Eppure, quella notte il
sonno non voleva proprio arrivare.
La ragazza tolse i suoi
occhi dal soffitto bianco, e provò a serrarli con forza,
concentrandosi su una
massa di pecore che una alla volta saltavano uno steccato nella sua
testa…a
proposito, perché saltavano proprio delle pecore?
Perché non delle mucche, o degli
stambecchi?! Per loro era anche più facile, no?
….che pensieri strani le
venivano, alle cinque del mattino!
Aprì di nuovo gli occhi,
emettendo un sospiro mesto.
Niente, non sentiva la
piacevole sensazione dell’abbandonarsi alle braccia di
Morfeo, del liberare la
mente dalle varie preoccupazioni, del rilassarsi completamente.
Eppure sapeva e sentiva di
essere stanca. In particolare dopo quello che era successo.
A quel pensiero, un sorriso
affiorò spontaneo dalle sue labbra.
Lanciò un’occhiata fugace
alla sua sinistra, mentre il sorriso sul suo volto si allargava sempre
di più.
Poi si girò sul fianco
destro, tirando su di sé le fresche lenzuola bianche.
Nel girarsi, trattenne a
fatica un gemito di dolore. Ma quanto era duro quel letto, diavolo!
A ben pensarci, ora, era
normale che non riuscisse a prendere sonno…
Quello
non era il suo letto.
E
quella notte era troppo
speciale per addormentarsi.
Hinata pensava questo,
mentre i suoi occhi curiosi e vispi nonostante l’orario
ispezionavano il
comodino a fianco del letto.
Dire che era disordinato è poco:
su quel tavolino c’era di tutto e di più, da libri
a cartacce, a foto, a
souvenirs, a indumenti tra i quali Hinata riconobbe con imbarazzo i
suoi.
Era certa di averli buttati
a terra, nella foga…e invece guarda un po’
dov’erano finiti!
Rossa di vergogna, tentò di
afferrare da sdraiata il reggiseno bianco che penzolava sopra una foto
incorniciata. Afferrandolo però, inavvertitamente la foto si
sbilanciò e cadde
in avanti.
Hinata serrò i denti e gli
occhi, in attesa di un rumore che non sopraggiunse; infatti la foto era
caduta
su un libro pieno di polvere che- Hinata ne era più che
sicura- non era mai
stato aperto.
La ragazza, dopo aver
infilato il suo reggiseno sotto il cuscino, afferrò la
fotografia e si mise a
sedere.
Sebbene fosse quasi l’alba,
nell’appartamento regnava l’oscurità.
Tuttavia per Hinata, che aveva allenato i
suoi occhi fino a diventare quasi cieca, era una bazzecola vedere tutta
la
stanza…anzi, con un po’ di impegno, sarebbe
riuscita a vedere persino
attraverso i muri.
Ma non era lì che Hinata
voleva guardare. La corvina aveva focalizzato tutte le sue attenzioni
sul
soggetto –o meglio, i soggetti- della foto.
Sullo
sfondo, qualche
albero, e il cielo limpido e sereno. Era un bel sole, quello che
illuminava i
ragazzi nella foto.
Hinata incrociò uno sguardo
secco, gelido e triste, che proveniva da un ragazzo che si trovava a
sinistra
nell’immagine. Alla ragazza venne in mente un pensiero
doloroso: conosceva
quegli occhi. Erano stati quelli di Neji per anni e anni.
Ma ora, grazie a
quell’uragano di vita chiamato Ten Ten, quello sguardo vuoto
e insensibile era
sparito, e i suoi occhi bianchi avevano preso vita.
Hinata sorrise: sì, doveva
regalare qualcosa a Ten Ten…se lo meritava!
Rispostò l’attenzione sul
ragazzo dallo sguardo di ghiaccio.
Mancava a Konoha da anni e
anni…e chissà dov’era in quel
momento…e se era ancora in vita.
Con una punta di tristezza
in più, la ragazza notò che i capelli scuri del
ragazzo nella foto erano
appiattiti da una mano…la mano di un uomo che la guardava
quasi scusandosi e
che sorrideva.
…o
per meglio dire…FORSE
sorrideva.
In
effetti a Hinata non era
mai passato per la testa, ma con il Byakugan avrebbe potuto
scoprirlo…e avrebbe
finalmente saputo se tutte le voci che giravano su quell’uomo
erano fondate.
La malinconia di poco prima sembrava
essere sparita. Hinata aveva una gran voglia di ridere ora.
Si ripromise di proporlo
agli altri il giorno successivo…ovviamente, dopo aver dato
loro un’altra grande,
splendida notizia…
Dopo aver salutato l’uomo
misterioso con un sorriso divertito, lo sguardo della corvina si
posò
sull’unico soggetto femminile della foto.
Capelli
lunghi, mani
raccolte sotto il mento e chiuse a pugno, una faccia da finta
smorfiosetta e
un sorrisino.
Hinata
pensò immediatamente
che quella foto esprimeva al meglio le caratteristiche della ragazza, e
non poté
trattenere un altro sorriso. Ma questo proveniva dal profondo del suo
cuore.
Perché la ragazza che stava
fissando era la sua più grande e sincera
amica…nonché rivale.
Ma la ragazza nella foto non
lo sapeva.
Era
stata un modello per
Hinata, che aveva provato a imitare il suo carattere spavaldo, i suoi
gesti
sicuri, le sue battute irriverenti, aveva persino allungato i capelli
per
emularla…
Ma l’altra sembrava aver
fatto l’opposto: i suoi capelli si erano accorciati, si era
fatta più
taciturna, arrossiva molto più spesso di un tempo e i suoi
occhi si
intristivano a un nome buttato lì per caso.
Hinata lanciò un’occhiata di
rimprovero al ragazzo moro di fianco alla bambina in foto.
Se fosse stato qui, lei non
avrebbe fatto simili cambiamenti…lei sarebbe rimasta la
solare ragazza di una
volta, e ora non sarebbe stata costretta a mostrare un sorriso finto a
cui la
gente credeva.
Hinata non se la beveva. Ricordava
quel sorriso: era stato il suo per tutta la vita.
Capiva che la ragazza
avrebbe sofferto ancora a lungo, se lui non fosse tornato…e
allora nella sua
mente si formò un pensiero, anzi una domanda…che
poi diventò un’informazione,
fino a diventare secco e immediato.
“Ti
aiuto io a riportarlo a
casa.”
Hinata
sorrise decisa e
orgogliosa di sé per quel pensiero altruista…
Ma poi si rese conto che
qualcuno l’aveva battuta sul tempo.
Il suo sguardo cadde sull’ultimo
soggetto della foto.
Il
cuore di Hinata cominciò
a battere all’impazzata, e sentiva chiaramente le sue guance
avvampare, mentre
un sorriso di felicità immensa andava a farsi spazio sul suo
viso.
Braccia
incrociate. Capelli
biondo grano arruffati dalla mano dell’uomo misterioso. Occhi
azzurro cielo
fissi sul moro dallo sguardo polare. Guance paffute e coperte da alcune
vibrisse. Ringhio selvaggio. Faccia da schiaffi.
Hinata
sfiorò con le
delicate dita la superfici di vetro che corrispondeva alla faccia del
biondino,
mentre cercava di ricacciare indietro le lacrime di gioia.
Non credeva ancora che
potesse essere vero. Le pareva di essere entrata in uno dei suoi film
mentali,
quelli che aveva immaginato sin dalla più tenera infanzia.
Hinata dovette ricredersi:
probabilmente a 6 o 7 anni, certe cose
non poteva immaginarsele…
ll viso della ragazza
avvampò di nuovo, mentre involontariamente strinse al petto,
coperto dal
lenzuolo, la cornice.
-Hai
finito?
Hinata
fece un salto di due
metri dallo spavento: sdraiato al suo fianco, il ragazzo biondo della
foto la
fissava, appoggiando il gomito al cuscino e tenendo su con la mano il
viso.
-Oddio, sei sveglio!
-Sì, ed esattamente
da…quando hai messo il reggiseno sotto il cuscino.-,
affermò il ragazzo,
sorridendo malizioso.
A quelle parole, il viso della
ragazza raggiunse un colore indescrivibile.
Lasciò la cornice sul
copriletto, con una mano tirò su il lenzuolo che le copriva
il seno e con
l’altra frugò sotto il cuscino alla ricerca della
sua biancheria.
Il suo sguardo era basso e
vergognoso. –S-scusami se stavo guardando quella
foto…m-ma è che…
Il biondino, con una faccia
dispiaciuta, la interruppe. -Ehi, che fai? Ma te lo rimetti?! No, non
voglio…
La ragazza sentì la mano
calda del ragazzo sul polso della mano sotto il cuscino, e
tentò di protestare,
alzando lo sguardo verso di lui.
-Senti, non ci posso fare
niente se…
Silenzio.
Solo
il ticchettio
dell’orologio in cucina. E il cuore di Hinata che batteva a
ritmo.
Il ragazzo tirandola per il
polso l’aveva avvicinata a sé e l’aveva
baciata inaspettatamente.
Hinata, persa in quel bacio
eterno, capì una cosa fondamentale nella vita.
In
quell’istante che ricordò
per tutta la vita, comprese perché proprio le pecore saltano
lo steccato.
Per
cercare di tornare nel
cielo dal quale erano cadute.
Per
provare a ritornare
dalle loro sorelle che le incitavano dall’alto, e che gli
uomini chiamavano
nuvole.
Prendevano
la ricorsa e
correvano verso quello steccato, convinte che con un salto del genere
sarebbero
giunte in cielo. Ma ogni volta, per quanto saltassero in alto, la
crudele forza
di gravità le ributtava per terra.
Ma
quelle non demordevano.
Le
pecore tentavano quello
che Hinata raggiunse in quel secondo infinito.
Hinata provò la sensazione
più paradisiaca del mondo. E in quel momento, si
sentì più pecora che mai.
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Dopo
un’assenza (per me)
lunghissima, eccomi tornata!^^
Lo
so che avrei dovuto
aggiornare le altre mi storie, ma ecco il punto: ho cambiato pc, e
finché non
mi manderò le fiction da sola, non potrò
continuare T_T
Pertanto,
eccomi che rimedio
con questa…cosa xD
Mi
è venuta in mente
nell’istante esatto in cui avrei dovuto cominciare a fare i
compiti di
latino…sì, non li ho ancora fatti xDD
Questa
è la prima volta che
provo a toccare l’argomento “cosa fanno due sotto
le lenzuola?” (ti vergogni di
dirlo? -.- NdMe)(…pochino ^//////^NdAltraMe), quindi non
linciatemi se non
avete capito che Hinata e Naruto tentano di rimediare al problema della
bassa
natalità nel mondo (…che cavolo ho scritto?!
O.O)…sì, insomma…tentano di
procreare, ecco -////- (alleluja, dirlo prima no, eh? -.- NdMe)
Ci
sono alcuni accenni alla
NejiTen, e anche alla SasuSaku…
A
proposito! Avete capito a
quale foto mi stavo riferendo, vero? O_o
(-_________________________________-
NdLettoriCheSiChiedonoPerchèSeguonoUnaMentecattaDelGenere)
Vabbè,
nel caso la pubblico
xD
Dopo
aver riletta la storia,
mi rendo conto che Naruto è il degno erede di Jiraiya -.-
Ma
vabbè, tralasciamo questi
argomenti ^__^””””
Dimenticavo…vorrei
dedicare
questa storia a due miei cari amici…che non la leggeranno
mai perché mi
vergogno tantissimo -////-
Il
fatto è che loro tra
molto poco…beh, approfondiranno meglio la loro relazione,
ecco -///-
(la
pianti di usare
sinonimi?! Non puoi dire semplicemente che tra poco quei due faranno
sesso?!
-____- NdMe)(°O° cosa hai detto!? *va a sciacquarsi la
bocca con il sapone* NdAltraMe)(-____-
questa è fusa…mi sono data della malata mentale
da sola, perfetto… -.- NdMe)
Sono
davvero ansiosi di
questo momento…e siccome io non posso esserne partecipe
(meno male O___O), ho
pensato che questa fosse la cosa più adatta, no? ^^
In
effetti, il personaggio
preferito di lei è Gaara, e di lui è
Sasuke…e non mi piace molto come coppia,
Perciò,
ho optato per
Perciò…
Eli,
Mirko…questa è per
voi…DIVERTITEVI!!!!^____________^”””””””””””””””””
(…sono
un’idiota. -______-“”)
Bene,
direi che ho anche
scritto troppo…
Spero
che questa fiction vi
sia piaciuta,e perdonatemi se vi ha fatto molto schifo ^^
Per
tutti quelli che leggono
le altre mie fic: appena posso, aggiorno! Ve lo
giuro!!!!^^””
Grazie a tutti quelli che lasceranno una recensione, e anche a quelli che leggeranno e poi se ne andranno senza lasciare una traccia di loro (che poetica, che sono *__*)
ah dimenticavo...il rating è verde, perchè non mi sembra di aver descritto chissà quali particolari scabrosi xD
nel caso avessi sbagliato, avvisatemi! ^^
A
presto!!!^^
Un
bacio Vale (che se ne
va…a fare latino xD)