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Autore: Vanessa1995    06/06/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 8

Quella sera Ned si chiuse nel suo ufficio per riflettere sugli ultimi eventi: da una parte, Robert doveva aver scoperto che Emily era la figlia di Margaret Stone, ma lui sospettava che in realtà fosse la figlia della sua gemella Lily, nonostante la piccola fosse stata uccisa da sua madre anni addietro; dall'altra parte, aveva scoperto negli ultimi giorni che Stannis aveva avuto dei sospetti sulla vera paternità dei figli di Cersei e li aveva confidati a Jon Arryn. Possibile che i sospetti si fossero rivelati fondati e i Lannister avessero deciso di sbarazzarsi di Jon per farlo tacere?
Da parte sua Ned aveva incontrato alcuni bastardi di Robert e aveva notato che avevano ereditato le caratteristiche del padre, oltre che assomigliare a lui tanto quanto Emily Waters a Rhaegar Targaryen.
Si sedette al tavolo presente nella stanza e osservò la copertina del libro, all'interno del quale qualcuno aveva raccolto nel corso dei secoli tutte le caratteristiche dei membri delle varie casate. Aprì il libro e incominciò a sfogliarlo con disinvoltura, chiedendosi se poteva trovare qualcosa per dimostrare all'amico che si sbagliava sul conto della sua serva. Peccato che nel libro non ci fosse alcun riferimento alla figlia di Margaret, evidentemente non doveva essere stata legittimata o in ogni caso suo padre magari non era un nobile.
« Avanti. » disse con tono gentile. La porta si aprì e la septa entrò dentro alla stanza con la sua solita espressione seria sul viso.
« Posso sapere cos'è successo ad Emily? Ha una faccia da funerale. » notò la donna, chiudendo la porta alle sue spalle e avvicinandosi al tavolo.
« Una discussione con il re. » rispose semplicemente Eddard, non volendo raccontare alla donna i fatti completi, altrimenti se lo avesse fatto avrebbe di certo scritto a sua moglie e questa lo avrebbe intimato di allontanare la sedicenne per evitare guai. Dove l'avrebbe mandata nel caso? Il posto migliore poteva essere Dorne o Lys, siccome in quei posti i bastardi venivano tenuti in buona considerazione dagli abitanti del poso e credeva che alla giovane non le sarebbe dispiaciuto il caldo del sole di Dorne, in fondo era una figlia del Sud.
La septa non insistette sull'argomento con suo grande sollievo.
Più tardi quella notte l'uomo raggiunse la porta della camera della ragazza e cercando di non fare rumore l'aprì. Emily giaceva sul letto, sotto le coperte, con il volto girato verso la finestra e le gambe piegate. I suoi riccioli erano sparsi sul cuscino e alcune ciocche si trovavano sopra alla spalla esile.
Chiuse la porta, non volendo svegliarla, e tirò un sospiro. Forse mandarla via dalla capitale non era un'idea tanto malvagia, però avrebbe preferito spedirla a Lancia del Sole al servizio dei Martell, poiché Doran e Oberyn gli erano sempre apparsi come due persone per bene e di certo l'avrebbero trattata bene. Tuttavia c'era il problema della somiglianza con Rhaegar e questo poteva rappresentare un problema.
Gli occorreva del tempo per riflettere e non voleva allontanare da sé il suo nipotino o nipotina, anche se illegittimo.
Proprio quando comprese che i sospetti di Stannis Baratheon e Jon Arryn erano fondati, si ammalò di Febbre e per Ned iniziò una lunga battaglia nei giorni seguenti tra la vita e la morte. La febbre alta gli faceva degli strani scherzi e a volte scambiava Emily per Catelyn, che lo curava con amore come una figlia con il padre. Fortunatamente quella situazione non prese mai una direzione imbarazzante.
Come tutti i giorni Emily si stava prendendo cura del suo signore, cambiando il panno bagnato sopra alla sua fronte ogni volta che lo riteneva necessario nel vano tentativo di far abbassare la temperatura. Ogni tanto delirava, borbottava frasi senza senso e lei cercava di non farci molto caso.
« Cat, amore mio... » disse l'uomo e allungò la mano per stringere la sua. La rossa gli accarezzò la guancia bagnata da sudore. Data la sua situazione credeva che non ci fosse nulla di male nel dargli l'illusione di avere accanto a sé la moglie.
« Sono qua, sono io mio amore. » rispose infatti con tono amorevole, sperando in qualche modo di alleviare le sue sofferenze, per quanto possibile.
« Mi dispiace tanto di averti delusa. » capì che doveva riferirsi alla questione di Jon e gli accarezzò nuovamente la guancia.
« Non importa, adesso è tutto perdonato. » grazie all'esperienza avuta con sua madre aveva capito che ai moribondi occorreva il perdono delle persone a cui avevano fatto del male. Sperava che lui non sarebbe morto naturalmente, però nel caso voleva farlo morire in pace.
« Jon non è mio figlio. » per un istante le mancò il fiato, non riusciva a respirare, ma poi si calmò.
« Cosa? » domandò sorpresa.
« Lyanna è la madre di Jon, perdonami. » detto questo chiuse gli occhi e si addormentò, lasciandola in preda allo shock. Diceva sul serio o parlava in quel modo perché in preda alla febbre e perciò delirava? Se davvero le cose stavano così, questo poteva significare solo una cosa... Mise una mano davanti alla bocca e si drizzò in piedi, muovendo la sedia su cui fino a poco prima era seduta. Le venne persino da vomitare.

Nei giorni seguenti cercò di far finta di nulla e dimenticare, consapevole che se mai quel segreto fosse saltato fuori Robert avrebbe ucciso Jon. Non voleva rischiare che il sovrano gli facesse del male, per vendetta per avergli tenuto nascosta una cosa tanto importante, ma soprattutto gli aveva nascosto l'esistenza di un Targaryen.
Quando finalmente, con suo grande sollievo, lo Stark si riprese, il re e la regina la sbatterono fuori dalla stanza, volendo parlare da soli con lui. Preferì non obiettare e obbedire. Un po' d'aria in giardino non le avrebbe fatto male.
Catelyn aveva catturato Tyrion di ritorno dal suo viaggio alla Barriera. Dopo averlo accusato di aver tentato di uccidere suo figlio Bran, lo portò da sua sorella Lysa Arryn al Nido dell'Aquila perché venisse giudicato per quel crimine. La giovane sospettava che alla regina non importasse niente del fratello, ma di certo avrebbe temuto per il suo orgoglio nel caso il fratello fosse morto, solo per quello.
Ci volle una settimana a Eddard per riprendersi e lei preferì non rivelargli che conosceva il suo segreto. Non sapeva cosa pensare in proposito: Robert aveva ragione e Rhaegar aveva violentato Lyanna mettendola incinta? Era quello che lei si chiedeva di continuo. Capiva le ragioni che avevano spinto Ned a mentire a tutti e lei si domandava anche se fosse il caso di dirgli che senza volerlo le aveva confidato il suo segreto.
Quella sera raggiunse la porta della camera dell'uomo che per lei era stato la cosa più vicina ad un padre. Dopo aver tirato un profondo sospiro, bussò alla porta. Non dovette aspettare molto prima che sentisse la sua voce dall'interno della stanza.
« Avanti. » aprì la porta ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle. Poi si voltò fissandolo con un'espressione seria in viso. Il lupo si trovava seduto dietro alla sua grande scrivania di legno. Si drizzò in piedi con aria preoccupata quando la vide e posò le mani sulla scrivania. « Cosa c'è? Non stai bene? Hai una faccia... » la rossa strinse le mani in dei pugni, lungo i fianchi, e lo guardò con aria decisa.
« Lo so, so tutto. » esclamò. L'uomo la guardò con aria perplessa e uscì da dietro alla scrivania, mettendosi davanti ad essa.
« Perdonami Emily, ma temo di non capire. » rispose con tono calmo.
« So chi è veramente Jon, o dovrei dire Jon Targaryen? » commentò facendo un passo verso di lui. Subito Ned rimase perplesso, poi allungò le mani verso di lei.
« Come lo hai scoperto? » domandò. Forse era stufo di mentire, raccontare bugie.
« Quando avevate la febbre mi avete scambiata spesso per Catelyn. » spiegò. « Mi avete raccontato la verità in uno di quei momenti. » aggiunse. Lo Stark tirò un sospiro e si passò una mano tra i capelli scuri.
« Robert sbaglia, non l'ha violentata, sono scappati insieme. Una fuga d'amore. » raccontò. Scelse di credergli, però la cosa non le piaceva lo stesso.
« Sì e abbiamo visto i risultati. Bello l'amore, proprio bello! » esclamò e uscì fuori dalla stanza sbattendo la porta, lasciandolo da solo.

Il giorno dopo


Eddard Stark si serviva di un bastone per camminare, siccome la Febbre non l'aveva ucciso ma l'aveva reso molto debole e pervia della terribile ferita alla gamba, non ancora del tutto guarita. Aveva chiesto alla regina di incontrarsi in una parte del giardino, ovvero davanti ad una delle fontane presenti, però in un punto abbastanza appartato e poco frequentato. Si sedette su una panchina di legno e si mise ad aspettarla.
Non dovette attendere molto prima di vedere arrivare la regina in tutta la sua bellezza.
« Cosa posso fare per voi? Riguarda per caso il vostro futuro nipote bastardo? » sottolineò con disapprovazione mal nascosta.
« Il mio futuro nipote sta bene, o almeno la madre sta bene, e la pancia comincia ad essere visibile. » affermò con tono gentile. « Però non è di questo che volevo parlarvi, bensì dei vostri figli. » affermò. La donna lo guardò con aria perplessa con i suoi lucenti occhi verdi. « Non sono i figli di Robert, ma il risultato della vostra relazione incestuosa con vostro fratello. » l'accusò.
« Non negherò, non ho alcuna intenzione di farlo. » affermò tranquillamente e scosse piano il capo con un sorriso divertito sul viso. « Quando ho sposato Robert ero molto giovane e confesso che quando l'avevo visto là in piedi nel Grande Settembre ero rimasta ammaliata da lui. All'epoca era molto affascinante. » continuò. « Avrei potuto amarlo, se non... » esitò prima di continuare.
« Se non...? » chiese l'uomo, avvertendo una forte fitta alla gamba per colpa della sua battaglia con il fratello gemello della leonessa.
« Se non fosse che mi ha chiamato Lyanna nel momento in cui ha rovesciato il suo disgustoso seme dentro di me. » esclamò con tutto il disgusto di cui era capace. « Robert ha le sue puttane, il suo vino e i suoi banchetti. » aggiunse.
« Voi, invece, avete vostro fratello. Robert è andato a caccia con alcuni uomini. Vi concederò il tempo che rimane prima del suo ritorno per darvi alla fuga con i vostri figli. » non voleva che il sangue dei figli di quella donna venisse versato a causa della sua condotta ai suoi occhi immorale.
« Non ho alcuna intenzione di rinunciare a tutto ciò che possiedo. Potrei sempre raccontare a Robert su chi è veramente Emily Waters, o dovrei dire Alicia Targaryen? » lo stava sfidando, però lui non si scompose e si drizzò in piedi appoggiandosi al bastone, sebbene non riuscì a nascondere un'espressione di dolore sul suo viso.
« Robert sa bene che Emily non è Alicia Targaryen, questa cosa l'abbiamo già chiarita. » non aveva armi contro di lui, però sapeva bene che gli conveniva mandare via velocemente le sue figlie e la giovane prima che la verità venisse a galla. Avrebbe mandato Sansa e Arya a Nord, mentre Emily l'avrebbe caricata sulla prima nave in partenza per Dorne in modo da essere sicuro che lei e il suo bambino non avessero problemi a causa delle loro origini illegittime.
In quel momento arrivò la notizia che il sovrano era rimasto vittima di un brutto incidente di caccia, incornato da un cinghiale, e presentava delle terribili ferite da cui difficilmente sarebbe guarito. Eddar capì che il tempo era suo nemico.
Non si aspettava che un Robert morente, nel tentativo di riparare ai suoi occhi, decidesse di legittimare il figlio o la figlia della sua serva. Quel documento venne scritto dallo Stark, dato che lui non aveva le forze per farlo. Robert poi volle anche nominarlo reggente di Joffrey e Ned non ebbe proprio il cuore di dirgli la verità sui suoi presunti figli. Dopo a averlo lasciato in quella stanza agonizzante, si precipitò immediatamente da Emily per consegnarle quel documento prezioso che legittimava il suo bambino.
La sedicenne scoppiò in lacrime commossa quando glielo diede e l'uomo preferì non farle notare che, probabilmente, il sovrano l'aveva fatto solo per farsi perdonare dell'incidente avvenuto qualche giorno prima.  

   
 
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