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Autore: Miky Horan    08/06/2017    1 recensioni
"Era via da così tanto, io ero via da così tanto.
Ma nonostante il tempo passato, marcati nel cuore avevo i suoi occhi, la sua risata, il suo sorriso, la sua voce. La distanza e il tempo non erano riusciti a scalfirli."
"L'amore è come un profumo: facile da mettere, difficile da togliere, impossibile da dimenticare" - Poesia
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono amori che, nonostante ci proviamo con tutte le nostre
forze, con tutta la nostra buona volontà, non se ne andranno
mai dal nostro cuore. Sono lì, indelebili e incisi.
Indelebili come la prima volta che si guarda il mare,
incisi come il blu del cielo.



Premetti play nuovamente. La canzone scorreva portando i miei pensieri lontano da quel posto.

"I want to write you a song
One to make your heart remember me
So any time I'm gone
You can listen to my voice and sing along"

Era via da così tanto, io ero via da così tanto.
Ma nonostante il tempo passato, marcati nel cuore avevo i suoi occhi, la sua risata, il suo sorriso, la sua voce. La distanza e il tempo non erano riusciti a scalfirli.
Stoppai la musica e mi asciugai una lacrima. Ero una stupida a piangere, ero stata io ad allontanarmi, io ad andarmene senza dirgli niente, senza nessuna spiegazione.
Accesi la radio per distrarmi e iniziai a preparare la colazione anche se il mio stomaco era chiuso in un nodo stretto.
"E ora siamo orgogliosi di trasmettere le nuove canzoni This town e Slow Hands di Niall Horan"
Mi bloccai alle parole del cronista. Iniziò l'arpeggio di chitarra.

"Waking up to kiss you and nobody's there. Smelling the parfume still stuck in the air, it's hard."
"And I wanna tell you everything, the words I never got to say the fist time around... if the world was watching I'd still dance with you, drive highways and byways to be there with you, over and over the only truth, everything comes back to you".
Le canzoni finirono. Il mio cuore aveva accelerato i battiti, il mio respiro era soffocato. La voce del radiocronista spezzò quella sorta di incanto in cui mi trovato.
"Abbiami qua in studio alla BBC Radio One l'autore di questo testo. Niall cosa ti ha ispirato nello scrivere Slow Hands?"
"La storia di una ragazza e di un ragazzo. Di come da persone intime e vicine siano diventati due perfette sconosciute, di come ogni cosa sia volatilizzata, sparita. Ma nonostante tutto il ragazzo percorrerebbe anche metà continente pur di recuperare quel rapporto, perché ogni cosa che lui vede attorno a sé gli ricorda il sorriso, gli occhi, ogni particolare di quella ragazza."

La sua voce era triste, monotona. Deglutii. Il radiocronista lo ringraziò augurandogli in bocca al lupo.
Presi il cellulare e digitai l'unico numero che ancora non avevo cancellato dal mio passato.
"Rispondi ti prego" sussurrai. Nessuna risposta.
Digitai un altro numero.
"Pronto?
"Jeremy, sono Michi. Tu solo puoi aiutarmi. Dove e quand''è la prossima esibizione di Niall?
"A Orlando, il 12 maggio. Vuoi un biglietto?"
"Sì, assolutamente."
"Devi parlargli, vero?"
"Sì."
"Okay. Non ho più pass ma ti posso dare il nome dell'hotel. I proprietari sanno chi sei, è lo stesso dove sei stata con Niall due anni fa."
Lo ringraziai e prenotai il volo aereo per il giorno dopo.
La mia valigia consisteva in uno zainetto. La hostess all'aeroporto mi guardò scettica.
Due scali, 12 ore di volo. Potevo farcela.
Mi sedetti al mio posto vicino al finestrino. Partimmo alle 14 da Milano e arrivammo ad Orlando alle 21 ora locale. Il concerto era iniziato da mezz'ora. Ero stanchissima ma non mi fermai. Jeremy aveva lasciato il mio biglietto al bodyguard. Presentai il passaporto perchè accertasse che fossi davvero io. Lo ringraziai ed entrai. Feci il giro da dietro. Sentivo la sua voce, la chitarra. A ogni nota il nodo allo stomaco si stringeva e gli occhi si inumidivano. Sentivo le fan gridare e cantare insieme a lui.
Arrivai quasi dietro al palco. Un altro bodyguard mi salutò. Niall proseguì a parlare.
"Questa canzone la conoscete ma prima di suonarla voglio dirvi una cosa. Lottate sempre per il vostro amore verso qualcuno. Lottate e sperate. Io ho ancora la speranza di ritrovare ciò che ho perso, perché era la cosa più bella che avessi incontrato in tutta la mia vita. Questa è This Town."
Iniziò a suonare. La folla impazziva sempre di più urlando o fischiando. Ero riuscita a trovare un posto dietro alle quinte in cui vedevo la sua figura da dietro. Gambe magrissime, maglietta bianca, capelli castani scompigliati. Si muoveva come aveva sempre fatto, ormai sicuro di sè su un palco di fronte a mille persone. Nel vederlo lì realizzai quanto ero orgogliosa di lui,di quel percorso che aveva preso nonostante le difficoltà.

Il concerto finì e chi possedeva il pass per il backstage si avviò nella saletta attrezzata. Osservai tutte quelle ragazzine emozionate in fila con le mani tremanti per l'agitazione. Uscii dalla porta sul retro e mi avviai verso l'hotel dove avrebbe alloggiato. Il ragazzo alla reception era nuovo e non voleva farmi passare. Lo implorai dicendo di essere già stata lì in passato e di controllare sui registri ma la sua risposta era irremovibile, anzi, mi minacciò di chiamare la sicurezza.
Mi sedetti su una poltroncina della hall cercando una soluzione. Avrei potuto usare l'uscita secondaria o scalare un balcone. Ma non sapevo a che piano fosse la stanza di Niall e la seconda idea era troppo estrema.
Sentivo la stanchezza aumentare così come la disperazione di essere ad un passo dal poter parlare con la persona a cui tenevo di più, ma non essere creduta da un ragazzino dietro ad un bancone di marmo.
Passò mezz'ora. Riprovai. Mi avvicinai al ragazzo che appena mi vide alzò gli occhi al cielo.
"Signorina le ho già detto che non so chi sia e che senza prenotazione non può oltrepassare questa porta a meno che non preveda di passare sul mio cadavere."
"Chieda ai proprietari, loro mi conoscono, sanno chi sono. Io ho bisogno di parlare con Niall"
"Che coincidenza sono venute altre quindici ragazze della sua età oggi con la stessa scusa pur di salire e andare nella camera del nostro ospite."
"Ma io non.."
"Senta se non se ne va subito chiamo la sicurezza e la polizia"
"Lei è con me." Mi girai sentendo la sua voce.
"Mi scusi, signore." Il ragazzo si scusò e gli porse la chiave magnetica.
"Vieni?" Niall mi chiamò. Lo seguii sull'ascensore fino all'ultimo piano. Si avviò alla suite ed aprì la porta con la chiave. Mi fece entrare per poi chiudere la porta dietro di sè.
"Jeremy mi ha detto che saresti arrivata. Anzi mi ha persino chiesto se io lo sapessi." Il suo tono era arrabbiato.
"Mi dispiace Ni, ho provato a chiamarti, ma non hai risposto."
Mi guardò impassibile. Passarono alcuni minuti di estenuante silenzio.
"Questi mesi...mi sei mancato! Mi manchi tutt'ora"
"E pensi di poter venire qua di punto in bianco dopo un anno e più in cui mi hai ignorato dicendo semplicemente che ti sono mancati? Hai idea di cosa io abbia passato? Di come il mio cuore sia ancora in mille pezzi? Per mesi ti ho cercata. E ora? Pensi di poterti buttare di nuovo tra le mie braccia così?"
"Non... non lo so a cosa ho pensato. Ho preso quell'aereo senza ripensamenti. E non ti ho ignorato in questi mesi, Ni. Ti ho guardato da lontano, ho osservato ogni tuo progresso, ogni tua vittoria. Ho commentato qualche foto, qualche post. Ho pianto con te quando il gruppo si è sciolto o quando la mamma di Louis se ne è andata; ho riso con te durante le interviste e ho gioito con te quando hai comunicato le uscite delle tue canzoni. Sono tornata qua perché il mio sentimento per te non si è mai spento. Sono tornata perchè non riesco a toglierti dalla mente. Sono tornata perché ti amo." Mi asciugai le guance e tossii appena per togliere quella voce rotta dal pianto. Non pronunciò parola.
"Nel prendere quell'aereo non ho pensato alle conseguenze o alla tua reazione. L'ho preso e basta. Ma a quanto pare la tua risposta è chiara. Scusami se ti ho fatto perdere tempo." Presi la giacca e mi avviai alla porta poi mi voltai: "Avevi ragione stasera, al concerto. Bisogna lottare per l'amore. E io non l'ho fatto." Mi guardò sorpreso non aspettandosi che io fossi stata là, quella sera.
Aprii la porta sperando che mi chiamasse o mi prendesse la mano. Ma quando mi ritrovai sul pianerottolo del corridoio capii che non mi avrebbe rincorso per fermarmi.
Presi l'ascensore e scesi al groud floor. Passai davanti al ragazzo della reception con lo sguardo basso e appannato. Non avevo prenotato nessun hotel così mi ritrovai per strada all'una di notte senza sapere dove andare. Mi sedetti su una panchina poco più in là e iniziai a piangere. La mia mente non voleva saperne di smettere di ripercorrere i nostri ricordi insieme, le risate, le piccole discussioni, i suoi occhi.
Ora invece era tutto finito.
Vagai per le vie di Orlando fino alle due. Presi un taxi e ritornai in aeroporto. C'era un volo per Roma dopo due ore. Lo presi e tornai a casa.


Ricominciai la mia routine. Da fuori tutto sembrava essere come sempre. Il mio sorriso, i miei atteggiamenti, non mostravano nessun segno di ciò che invece era avvenuto qualche settimana prima. Eppure la mia mente era sempre altrove, il mio sguardo spento, le mie risate forzate, il mio cuore amareggiato.
Un giorno, tornando a casa da una passeggiata, mi soffermai davanti ad una vetrina di un negozio di dischi.
Un album catturò la ma attenzione. Entrai e lo comprai. Era il suo. Un nuovo lavoro, una sua nuova tappa. E io ero orgogliosa come lo ero stata quella sera nel guardarlo dalla cortina delle quinte.
Salii le scale esterne che portavano al mio condominio. Entrai e senza neanche sfilarmi la giacca accesi lo stereo infilandoci il CD e premetti play.
Dopo due canzoni il campanello trillò.
"Chi è?"
"Io, aprimi per favore." Rimasi un attimo paralizzata nel sentire una voce inglese. Osservai dalla videocamera del citofono. Era lui. Aveva un berretto molto british calato sulla testa e un paio di occhiali da sole.
Premetti il tasto per aprire il cancelletto poi aprii la porta e scesi le scale di corsa. Lo trovai sul pianerottolo della seconda rampa di scale. Scesi gli ultimi gradini e corsi ad abbracciarlo. Piansi. Pianse anche lui stringendomi contro di sè. Tutto il dolore, la tristezza, la paura, l'amore uscivano dai nostri occhi. I singhiozzi scuotevano i nostri corpi mentre ci stringevamo fino a farci male alle costole.
La barba pungeva leggermente la mia spalla, la sua mano mi accarezzò i capelli. Sentivo i nostri singhiozzi, le lacrime calde uscire e bagnarci i vestiti. Spostò la testa guardandomi negli occhi. Erano arrossati

e gonfi segno che non aveva pianto solo in quel momento. Una fitta al cuore. Lo strinsi ancora di più.
"Mi dispiace così tanto, Ni. Non voglio neanche immaginare quanto tu sia stato male per causa mia"
"Sshh. Non ha più importanza." Si staccò asciugandomi una lacrima ancora ferma sullo zigomo.
"Nel venire qua, ho aperto twitter.. sul tuo profilo. Ho trovato tutti i tuoi commenti recenti, tutte le tue parole di incoraggiamento, tutti i tuoi "I'm so proud of you, sunshine" " sorrise nel pronunciare l'ultima parola.
"Lo sono. Sono orgogliosa di te, dal primo momento che ti ho visto. Sono orgogliosa di ogni tuo progresso e sono orgogliosa di ogni tua caduta perchè tutte le volte ti sei rialzato più forte e più gioioso di prima. Sono orgogliosa della tua voce, delle tue abilità, di tutti i tuoi viaggi, di ogni singolo brano cantato davanti ad un pubblico in delirio. Sono talmente fiera di te che ogni volta che ci penso il cuore mi si gonfia di felicità." Era da tanto che volevo dirgli quelle parole e ora erano uscite come un fiume in piena, senza che io potessi controllarle.
"Sai, dalle cose negative a volte nascono cose positive. Una di queste è il mio album. Molte canzoni sono ispirate a te, a noi."
Sorrisi guardando i suoi occhi blu cielo ricordandomi, come ogni volta che li osservavo, di quanto io amassi quel ragazzo. Abbassò lo sguardo.
"Ogni negatività, ogni sbaglio che abbiamo commesso, ogni passo falso, li rifarei tutti, pur che mi riportino qua, in questo preciso istante, da te. Perché nonostante il dolore, i momenti lontani, i pianti, ora siamo qua, insieme" sussurrò con voce tremante, quasi temendo una mia risposta negativa. Gli sorrisi costringendolo a guardarmi.
"Ni, ti amo come non ho mai amato nessuno, come mai amerò nessun altro. Ripeterei ogni secondo che abbiamo trascorso insieme e lontano, perché grazie ad essi ho capito cosa vuol dire stare senza di te, ho capito quanto tu sia essenziale per la mia vita. Io non voglio più stare senza di te, non posso stare senza di te."
Lui mi regalò il sorriso più avessi mai visto, un sorriso che fece fermare il mondo da quanta meraviglia racchiudesse. Vedendo quel luccichio brillare nei suoi occhi, capii quanto davvero amassi quel ragazzo e da quel momento non avrei più vissuto senza di lui.

  
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