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Autore: Deliquium    11/06/2009    2 recensioni
I Gold Saints raccontati attraverso i tre destini dell'uomo, personificati dalle Moire: Cloto, Lachesi, Atropo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aries Mu, Cancer DeathMask
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Saga di Gemini

Cloto

Uscita dalla clinica, aveva appoggiato una mano sul ventre. Aveva sollevato l'altra mano e, abbassando lo sguardo, aveva letto gli esiti degli esami.
I valori erano nella norma. Lei stava bene e anche loro stavano bene.
Ma lei, aveva scosso la testa e il suo volto aveva assunto un'espressione che mischiava il dolore alla paura.
Aveva percorso lentamente la strada verso casa, adocchiando la propria immagine riflessa dalle vetrine dei negozi, mentre la voce di sua nonna l'era rimbombata nelle orecchie per tutto il tragitto.
"Attenta a non portarci sventura!" le aveva detto, socchiudendo gli occhi, come un gatto.
Lei non aveva risposto nulla e aveva pensato che se il Fato le avesse dato due gemelli, allora lei li avrebbe accettati, al di là dell'infausto presagio che avrebbe accompagnato quella nascita.
E così era stato.

Lachesi

Lui aveva sangue infetto e non lo sapeva.
Suo padre era morto pochi mesi dopo il suo concepimento. Sua madre era morta quando lui e suo fratello erano nati.
Aveva indossato l'armatura di Gemini un pomeriggio d'autunno, surclassando il suo avversario. Il primo durante il pontificato di Shion. Primo ancora di Aiolios "lo splendente".
Aveva combattuto e servito la causa della giustizia elevandosi al di sopra degli uomini. E il suo nome, sulla bocca delle genti, aveva vibrato dell'armonia dei nomi celesti.
Ma tutto questo, non era bastato.
Non era bastata la sua forza, la sua intelligenza, la sua magnificenza, l'aura divina che tutta la sua persona emanava.
Shion lo relegò al ruolo di secondo.
L'orgoglio ne uscì ferito e la magnificenza si tramutò in orrore.
Abbracciata la tenebra, ucciso il padre, tradito l'amico, il dio divenne demone.

Atropo

All'alba del ritorno della dea, il sangue dei compagni imbrattava le elleniche dimore.
Aveva lasciato la tredicesima casa ed era sceso lungo la scalinata che si snodava per tutto il monte sacro. Ma non era riuscito a percorrerla tutta.
Ripulito il suo cuore, ritornata la sua coscienza, davanti alla nona casa, sollevò contro di sé la propria mano, consegnadosi all'Ade.
Il suo oblio durò poco più che qualche mese.
Rivestito dell'oscura armatura dei signori dell'inferno, giurata fedeltà al grande avversario, oltrepassò i confini della morte. Celando pensieri e sentimenti, visse dodici ore come nemico della dea, seminando alle sue spalle morte e distruzione.
Fu chiamato traditore e, quando al cospetto della marmorea Athena, uccise un'ultima volta, fu proclamato deicida.
La sua vita fu annichilita in un urlo disperato e ritornato davanti al muro del pianto, per volere divino, si spense infine nella luce e fu ricordato Santo.

   
 
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