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Autore: Iron_Captain    12/06/2017    5 recensioni
Alla ricerca di una nuova vita, nuove esperienze…e dei veri amici, una piccola lepre di nome Elen si trasferirà a Zootropolis per ricominciare da capo…con innumerevoli colpi di scena inaspettati.
Genere: Azione, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: Fortuna inaspettata

Per Elen era stato eccitante aver visto econosciuto i poliziotti più famosi di tutta Zootropolis: l'agente Judy Hopps era socievole e simpatica come molti leporidi sapevano fare: era raro infatti trovare un coniglio o una lepre che non possedevano queste qualità e non sapessero far sentire a proprio agio gli altri mammiferi. Non si poteva dire lo stesso del suo collega Nick Wilde: era stato acido e diffidente, ma aveva trovato ammirevole il fatto che avesse tentato di proteggere la sua collega; un chiaro segno che quei due poliziotti, oltre ad essere colleghi, sembravano essere migliori amici. Era curioso il fatto che proprio quei due tipi di mammiferi riuscissero ad andare d'accordo, ma allo stesso tempo le piaceva, poiché era uno dei fatti che faceva parte della categoria dei “fatti rari e unici”. E ad Elen piacevano quel tipo di fatti.
Dopo quella visita in ospedale, la lepre decise di tornare a casa a prendere il proprio curriculum vitae; poi avrebbe cercato una copisteria o una cartoleria provvista di stampante per averne diverse fotocopie da consegnare ai diversi datori di lavoro. Sicuramente ci sarebbe voluta l'intera giornata per fare tutto ciò, ed era consapevole che non sarebbe stato facile e che ci voleva più di un giorno per riuscire a trovare un lavoro che potesse soddisfarla. Tuttavia si trovava a Zootropolis, una delle città più grandi del mondo che offriva diverse possibilità a qualsiasi mammifero. Bisognava soltanto essere fiduciosi e decisi, e non si doveva esitare. Mentre camminava per strada, assorta nei suoi pensieri, qualcosa dall'apparenza banale attirò la sua attenzione; era un mammifero di grossa taglia che stava guidando un'auto. Era un ippopotamo. La lepre seguì con lo sguardo tutta la scena, osservando la creatura che scese dalla propria vettura e che successivamente andò ad aprire il portagagli per prendere quello che sembrava essere una piccola palla da baseball.
Cosa vuole fare, si chiese Elen, che ebbe un brutto presentimento.
L'ippopotamo si piegò in avanti e incastrò per bene la piccola palla attraverso il tubo di scarico della propria auto, dopodiché rientrò dentro la macchina.
Vedendo ciò, la lepre fece per andare a togliere quel piccolo oggetto, finché non comparve, da dietro un angolo, un altro ippopotamo, questa volta femmina. Indossava dei pantaloni blu e una maglietta bianca con una specie di gilè blu, ed aveva anche dei guanti molto spessi, usati spesso per alcuni tipi di lavori manuali. Ma la cosa particolare era che i suoi vestiti e i guanti erano sporchi, e nelle tasche laterali di quella specie di gilè c'erano una grossa chiave inglese e un giravite. A quel punto ad Elen venne spontaneo guardare in alto. Notò solo ora la grande insegna si ergeva sopra l'ingresso dell'officina.
“Che ci fai qui?” chiese irritata la meccanica, stufa di quell'ippopotamo che la tormentava di continuo.
Il grosso autista scese dall'auto e si avvicino alla sua simile; “Ho un problema all'auto...”
“Ascoltami bene: sono due settimane che ti presenti qui a farmi la corte, con la scusa che la tua macchina ha qualche problema quando invece non è vero!...Io ho tanto lavoro da fare, a differenza di te, che non fai altro che venire qui per riempirmi di adulazioni e regali. Ti ho già detto milioni di volte che non mi piaci e che non voglio mettermi insieme a te!”
“Ma veramente! La mia macchina...”
“è guasta?”
I due ippopotami si voltarono...ma non videro nulla.
“Sono quaggiù.”
Non appena guardarono in basso, videro una piccola lepre con un leggero sorriso sulle labbra e lo sguardo apparentemente timido.
“Senta, piccola lepre, se non le dispiace io e questa pupa...”
“Quante volte ti ho detto di non chiamarmi pupa!” esclamò irritata la meccanica afferrando per il collo della maglietta l'ippopotamo, per poi lasciarlo subito andare.
“Ehm...si scusa. Comunque, io e...Cecile, stiamo parlando dei problemi...”
“Che avrebbe la sua auto, certo.” lo anticipò Elen. “Ed immagino che questi problemi includano anche i “guasti intenzionali”, non è vero?”
I due ippopotami squadrarono la piccola leporide: il maschio era parecchio nervoso, mentre la meccanica era incuriosita.
“E scommetto che Cecile...” continuò a parlare la piccola mammifera mentre fece segno a entrambi di seguirla. “Non sappia che hai intenzione di sabotare a tua auto facendo scoppiare con una banale pallina da baseball il sistema di carburazione e il motore, rischiando di far esplodere la tua vettura, provvista di benzina, che, nel caso non lo sapesse, è un liquido altamente infiammabile e pericoloso, e di rimetterci così la vita!”
All'inizio sorpresa, Cecile assunse un aspetto alterato e si voltò verso il suo corteggiatore, divenuto impaurito.
“Se le avessi permesso di portare avanti il suo piano, l'unica cosa che avresti fatto, alla fine, sarebbe stato che una povera meccanica che lavora duramente per guadagnarsi qualche soldo avrebbe visto un povero mammifero bruciare vivo che chiedeva aiuto e che difficilmente sarebbe sopravvissuto; per non parlare del fatto che sarebbe stata indagata e che avrebbe dovuto chiudere la sua attività e cercare lavoro altrove!...E tutto questo solamente perché sei tanto ossessionato da lei?” disse Elen irritata.
Dopo aver sentito ciò, Cecile mollò un forte schiaffone a quell'ippopotamo: “Sei impazzito?!...Vattene immediatamente o ti denuncio alla polizia!”
Il corteggiatore non aveva affatto pensato alle future conseguenze di quel gesto, e dopo aver ricevuto anche quella minaccia, andò a togliere la pallina dal tubo di scarico e se ne andò.
“Grazie.” disse la meccanica alla lepre.
“No, non c'è bisogno che mi ringrazi...Ora mi scusi, ma devo assolutamente andare, poiché devo cercare lavoro e sicuramente impiegherò l'intera giornata per...”
“Frena.” la interruppe Cecile. “Venga un momento qui.”
La piccola lepre segui l'ippopotamo all'interno dell'officina, che non era abbastanza grande da poter ospitare più di un'auto all'interno. Al centro si trovava il grande elevatore automatico, che serviva per alzare le automobili affinché il meccanico potesse intervenire e lavorare sulle sospensioni e sugli altri componenti montati sotto la vettura; ed erano anche presenti tutti gli strumenti che servivano alle riparazioni delle macchine: ogni tipo di arnese da lavoro, la grossa bombola per gonfiare le ruote, il piccolo elevatore a mano per sollevare una sola delle parti della macchina, e molto altro ancora. A parte una grande porta, che probabilmente conduceva in un piccolo ufficio dove si trovava il computer, usato per questioni di lavoro, non c'erano altre stanze.
Arrivate vicino a una piccola tastiera, la meccanica azionò il grosso elevatore, sul quale si trovava un'auto, che iniziò pian piano a scendere. Quando la discesa terminò, la lepre osservò attentamente quella macchina di colore rosso fiamma dalle grandi dimensioni; probabilemente apparteneva a un leone o a un lupo. Cecile andò a prendere un fascicolo che consegnò ad Elen, dopodiché andò a prendere una scaletta che mise davanti il muso della vettura, poi aprì il cofano. Quando lo finì di leggere, la leporide vide che la grossa mammifera la stava attendendo. Accompagnata da una forte esitazione, Elen raggiunse la grossa mammifera, le consegnò il fascicolo che raccontava le condizioni di quella macchina e salì sulla scala.
“Allora, piccola lepre, spiegami che tipo di riparazioni ho fatto alla vettura in questione.”
Elen osservò attentamente il motore della macchina...e le riparazioni che Cecile aveva fatto.
“Dal momento...che la macchina aveva il serbatoio dell'acqua rotto e il motore perdeva olio, ha dovuto cambiare il serbatoio dell'acqua, poiché, essendo simile a un piccolo contenitore d'acqua in plastica, non si potevano effettuare riparazioni; per quanto riguarda il motore, ha dovuto toglierlo ed aprire per risolvere il problema, che probabilmente riguardava il serbatoio al suo interno che si sarà rotto a causa della ruggine o di altri fattori esterni...mentre per le candele hai dovuto estrarre quella che non funzionava...e le ipotesi sono tre: o erano scollegati i fili dell'accensioni, e a quel punto bastava soltanto regolare i meccanismi che permettono ai fili e alle candele di essere collegate e di fare in modo che non si togliessero più; o che ha cambiato un componente della candela perché era danneggiato; o la candela stessa a causa del fatto che si sarà bruciata e perciò era inutilizzabile.” rispose Elen osservando per bene il motore della macchina.
Cecile sorrise; “Molto bene, anche se non avevo ancora iniziato a lavorare sulle candele. Per il resto hai indovinato...Ho deciso: intendo assumerti.”
“Assumermi?” chiese Elen incredula.
“Si: so riconoscere a vista d'occhio chi è esperto di automobili e di motori. E tu mi hai dimostrato che avevo intuito bene sulle tue capacità.”
La lepre non si aspetto un simile colpo di fortuna, dovuto sicuramente anche al fatto che aveva dato una mano all'ippopotamo qualche minuto fa. Rifletté per qualche secondo prima di parlare.
“Ehm...d'accordo, allora vado prendere il mio curriculum...”
“Non ce ne è bisogno.” la interruppe Cecile. “E se non ci sono problemi, inizierai a lavorare oggi stesso, mentre io mi occuperò di autorizzare la tua assunzione da parte del Ministero del Lavoro.”
“Per me...va bene.” rispose la lepre ancora sorpresa per questo colpo di fortuna.
Non appena l'ippopotamo andò nel suo ufficio, la leporide iniziò a lavorare sulle candele di quella macchina. Naturalmente non si aspettò e non aveva avuto idea di venire a lavorare in un'officina, ma era soddisfatta, poiché si sentiva a proprio agio a lavorare sui motori e le automobili.
Non vedeva l'ora di poterlo dire a Judy Hopps, semmai l'avesse incontrata di nuovo.

Angolo autore
Devo ammetterlo: l'estate mi cambia completamente...soprattutto adesso che mi sono liberato da alcuni impegni molto antipatici che i facevano irritare veramente tanto.
Venendo a noi, dopo tanto tempo di mancanza di ispirazione per la mia prima fanfiction pubblicaa in questo sito, alla fine, ritorno con questo nuovo capitolo, al quale non avevo affatto pensato prima d'ora. Non ho notato errori, ma sono consapevole che qualcosa mi sfugge alle volte, perciò sarò ben felice di sapere da voi lettori se ci sono errori a me sfuggiti...Avevo pensato di aggiungere qualcos'altro, ma, in parte perché non vedo l'ora di ritornare a pubblicare dopo tanto tempo di inattività, sia perché temevo di rovinare la storia e di incasinarla troppo...e questo è il risultato. Spero vi piaccia...

   
 
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