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Autore: Andy Tsukimori    12/06/2017    3 recensioni
Light Yagami e Akemi Komori, due persone annoiate, prive di stimoli, intelligenti. Si somigliano molto, come mai?
Akemi no Raito trad. La luce di Akemi, Akemi’s Light.
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Near, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Elle


Dopo scuola uscirono insieme, tenendosi per mano. Giravano già alcune voci su una loro presunta relazione, anche se aldilà del fatto che erano sempre insieme non sembravano affatto una coppia. Akemi guardò il loro riflesso nella vetrina di un negozio. Sembravano più carcerato e carceriere, lui la trascinava in giro e lei obbediva in silenzio.
 
-Ho portato con me il Death Note, oggi lavorerò a casa tua, mentre tu te ne starai buona vicino a me- le intimò.
 
La ragazza storse il naso, non voleva vederlo mentre, nome dopo nome, distruggeva la sua umanità. 
 
Giunti alla stazione videro un servizio sulle curiose morti per arresto cardiaco di alcuni dei criminali più efferati. Light si arrestò, un sorriso folle e sensuale si dipinse sul suo volto.
 
"Le autorità ancora non sono state in grado di darsi una spiegazione a queste morti, ma alcuni esponenti dell'Interpol azzardano che potrebbe esserci qualcuno dietro tutto questo. Un killer spietato che ha preso di mira i malviventi. L'Internazionale si è già attivata per contattare il miglior detective del mondo per occuparsi del caso".
 
-Il migliore eh?- sussurrò Light sempre più compiaciuto. Poi si voltò verso Akemi che ancora stava seguendo il notiziario sul maxi schermo della stazione.
 
-Andiamo seccatura- la riprese. 
 
Il treno era vuoto e poterono addirittura sedersi. Quando Light si accorse che le stava ancora tenendo la mano la lasciò andare, lì non c'era bisogno di tenerla al guinzaglio.
 
 
-Vuoi qualcosa da bere?- gli chiese lei appena furono nella bella villa che un tempo aveva ospitato l'intera famiglia Komori. 
 
-No, devo cominciare il lavoro- disse pervaso da quella strana follia. 
 
Lei lo condusse nella sua camera e si posizionò sul letto, lui prese posto ad una grossa scrivania moderna e tirò fuori il Death Note.
 
-Sai vero che non durerà in eterno?- gli chiese mentre lui scriveva nomi su nomi, così velocemente da imperlarsi la fronte di sudore.
 
-Non disturbarmi Komori-san- disse algido.
 
Lei si voltò dall'altra parte e prese un libro dalla libreria.
 
-Chiamami Akemi, solo Akemi- disse.
 
Quello alzò per un attimo lo sguardo e poi si concentrò di nuovo sul suo operato. 
 
Dopo un po' la ragazza si stancò di leggere e accese la TV, saltando di canale in canale.
 
Un'edizione speciale del telegiornale catturò la loro attenzione.
 
-Lascia questo!- disse Light alzandosi dalla scrivania e sedendosi di fianco a lei sul letto.
 
 
"Trasmetteremo in questa edizione speciale la prima apparizione pubblica del detective denominato Elle, si tratta di Lind L. Tailor ed è in chiaro in tutto il Giappone per rilasciare una dichiarazione"
 
Un uomo era seduto alla scrivania, sembrava molto calmo, teneva in mano dei fogli e sembrava in procinto di lanciare una sfida all'assassino dei criminali che ormai tutti chiamavano Kira.
 
"Sono il detective che prenderà in mano il caso, Kira non sfuggirà alla legge, lo prenderemo il prima possibile"
 
-Che pivello, mostrare così il nome e il volto-
 
Light tornò direttamente alla scrivania e scrisse a chiare lettere Lind L. Taylor, per poi tornare sul letto ad assaporarsi il momento. 
 
Akemi chiuse gli occhi ma udì comunque i rantoli di quel pover'uomo mentre si spegneva in preda ad un attacco cardiaco, istintivamente si strinse a Light, nascondendo il viso tra le sue scapole muscolose. 
 
D'un tratto lo schermo divenne totalmente nero, e la lettera L in carattere gotico biancheggiava al centro. Una voce distorta uscì dal televisore.
 
"Ben fatto Kira, sono il vero L, purtroppo per te non mi hai ucciso. Ma in compenso hai ristretto il campo della mia ricerca. L'uomo che hai ucciso era un criminale che sarebbe stato giustiziato  oggi. Quello che ora so è che ti trovi nel Kantō, perché solo in questa regione è stato mandato in onda il servizio. Ti prenderò presto"
 
 
-Maledizione!- gridò Light spingendo via Akemi. 
 
-Ti ha giocato proprio un brutto tiro eh Light?- disse Ryuk divertito dall'evolversi degli eventi.
 
La ragazza tirò un sospiro, non aveva ancora ucciso un innocente, ma sapeva che lo avrebbe fatto presto. 
 
 
-Sta' zitto Ryuk! Giuro che questo L lo ucciderò- disse a denti stretti Yagami. 
 
 
Si avvicinava l'ora di cena e i due dovettero separarsi.
 
-Questa sera starai da sola, qualsiasi cosa ti sembri sospetta mi devi chiamare, d'accordo?- le intimò lui prima di andarsene. Lei annuì poco convinta e mentre lui si stava voltando per uscire lo abbracciò da dietro. Di nuovo quella piacevole sensazione. Lui questa volta si liberò subito per poi voltarsi nella sua direzione con aria scocciata. 
 
-Non avere paura, finché ci sono io non ti succederà nulla- disse freddamente, ma poi l'abbracciò forte.
 
 
Akemi stava cenando, ma lo stomaco le si era chiuso per l'emozione. Light scaturiva in lei un'incredibile voglia di vivere, non sapeva perché e non le interessava, arrossì chiedendosi cosa sarebbe potuto succedere se mai si fossero baciati. 
 
 
 
-Quella ragazza un po' ti piace- sghignazzo Ryuk mentre camminavano verso casa.
 
Light sbuffò- Ti sembra il caso di parlare di queste sciocchezze Ryuk? Quando L è riuscito a tirarmi un'imboscata? Devo stare molto attento da adesso in poi, ormai Kira è una realtà mondiale e la posta in gioco è davvero alta- rifletté.
 
 
-Sembri tranquillo però- notò Ryuk.
 
-Certo, il Kantō è la regione più popolosa del Giappone e comprende Tokyo che da sola ha 20 milioni di abitanti, non ha ristretto poi così tanto- 
rispose lui con calma glaciale. 
 
 
Rientrarono in casa e trovarono pronti per la cena tutti i membri della famiglia, compreso il padre di Light.
 
-Dove sei stato oggi figliolo?- chiese Soichiro Yagami, che a quanto pare doveva essere appena tornato dalla centrale di polizia, visto che si stava togliendo di dosso l'arma d'ordinanza. 
 
 
-A casa della sua fidanzatina- s'intromise Sayu, ridacchiando.
 
-Hai una fidanzata?- domandò il padre accennando un sorriso. 
 
Al ragazzo balenò in mente un'idea.
 
-Si, si chiama Akemi Komori- disse gustandosi le facce allibite dei familiari. 
 
-Allora non era una mia idea! Lo sapevo! Non avevi mai portato a casa una ragazza prima d'ora-
trillò Sachiko Yagami mentre metteva a tavola la cena.
 
-L'avete conosciuta?- chiese suo padre voltandosi verso le donne di casa.
 
-Si papà, dovevi vederla, è bella da togliere il fiato, sembra una bambolina francese!- 
 
-Eh bravo Light!- disse lui dandogli una sonora pacca sulle spalle. Quello colse al volo l'occasione.
 
-Sono stato via tutta la giornata perché lei vive da sola qui a Tokyo e mi dispiace che non abbia nessuno su cui contare in una così grande città, così ero da lei a studiare- 
 
 
-Ma Light portala pure qui quando vuoi, non lasciarla da sola!- disse sua madre. 
 
Light ghignò dentro di sè. Preparava il campo per un eventuale spostamento definitivo. La scusa del fidanzamento era perfetta e decisamente contestuale.
 
 
 
Akemi tremava, Light la teneva stretta per mano e stavano per varcare la soglia di casa Yagami. Le aveva detto cosa i suoi genitori pensavano di loro due, che li aveva assecondati così da poterla tenere d'occhio il più possibile. Eppure nonostante fosse una farsa, lei era nervosa.
 
 
-Akemi-chan, hai uno splendido nome, si addice molto a te. Sei per metà straniera vero?- chiese la mamma di Light. 
 
Quest'ultimo si fece attento, in effetti la sua compagna aveva poco dei tratti giapponesi. Si meravigliò di non averglielo mai chiesto.
 
-Si, mia madre era francese e mio padre giapponese. Abitavamo qui quando ero piccola ma una disgrazia me li ha entrambi portati via- 
 
Sachiko si intristì, poi spalancò gli occhi.
 
-Aspetta ma tua madre era per caso Amelíe Brivet?- 
 
Akemi annuì con tranquillità. 
 
-Oh che disgrazia, povera piccina, ero lì vicino quando è successo, stavo portando light a scuola. Non, sarai mica tornata in quella casa?- chiese poi.
 
-Tesoro un po' di tatto- la riprese suo marito.
 
-Non si preoccupi signor Yagami, si sono tornata in quella casa- disse distrattamente.
 
Cadde la conversazione. Probabilmente i genitori di Light vollero cambiare discorso per non intristirla. O almeno così aveva interpretato Akemi.
 
-Tesoro perché non ti fermi a dormire?- disse maternamente Sachiko. La ragazza arrossì.
 
-È un'ottima idea, non mi va che tu dorma lì da sola Akemi- disse Light.
 
Il suo cuore mancò un colpo nel sentire Light chiamarla per nome e senza suffisso. Annuì debolmente e poi si maledì perché non sapeva assolutamente cosa fare.
 
 
 
-Ti sembra normale?- mugolò Akemi, stretta tra le sue braccia, nel letto ad una piazza e mezzo di camera sua.
 
Gli dava le spalle e lui l'abbracciava da dietro, dandole un grande senso di protezione.
 
-Ti sembra normale che se tu morissi, morirei anche io? Devi accettare che d'ora in poi la tua vita sarà così, alla mia totale mercé- le sussurrò lui nell'orecchio per non farsi sentire. La ragazza fu percorsa da mille brividi. Con fatica si voltò verso di lui, il suo volto ad un soffio da quello di lei.
 
-Light sto bene quando mi sei vicino, anche se sei un folle che farà una fine tremenda, voglio starti accanto finché non succederà- disse guardandolo negli occhi, sperando che non si arrabbiasse del fatto che lo aveva chiamato per nome.
 
Lui sorrise nella semioscurità, quella ragazza era sempre molto schietta.
 
-Mi piaci Akemi, non so in che modo e sinceramente non ho nemmeno il tempo di pensarci, ma sei una seccatura piacevole- scherzò.
 
La minuta ragazza dai capelli dorati si spinse in avanti e posò delicatamente le labbra su quelle di lui. Furono scossi entrambi da brividi di piacere. Quasi elettricità. Lui la inchiodò al letto e le sali sopra, dandole un bacio molto più appassionato.
Qualcosa esplose nei loro corpi, e per un attimo tutto si offuscò, tutto tranne loro due. Akemi era rossa come un pomodoro e i suoi capelli sparsi sul cuscino, era bellissima. 
 
Light tornò di fianco a lei e smise di prestarle attenzione. Nella sua mente c'era già altro, un nome, anzi una lettera. 
 
 
                                    L
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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