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Autore: nikita82roma    15/06/2017    3 recensioni
Ambientata prima dell'ultimo episodio della prima stagione. Castle e Beckett sono sulla scena del crimine di un duplice omicidio, una coppia di coniugi con una bambina in affido: Joy entrerà prepotentemente nella vita di castle e ancora di più in quella di Beckett. Il passato si scontrerà con il futuro, scelte, errori e decisioni vecchie e nuove porteranno i nostri dentro un percorso dal quale uscirne non sarà facile, dove giusto e sbagliato non sono così netti e dove verranno prese decisioni sofferte.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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L’ascensore che portava all’ultimo piano del palazzo dove si trovava il loft di Castle, saliva lentamente. Kate guardava nervosa Joy dritta in piedi difronte a se, proprio al centro davanti alle porte. Joy uscì facendo un piccolo salto per sorpassare intercapedine tra l’ascensore ed il piano. Kate aveva notato che lo faceva sempre e la cosa la fece sorridere, si chiedeva se lo facesse per paura del vuoto o solo per divertimento. Persa nei suoi pensieri era rimasta ancora ferma tra le porte mentre Joy era già sul corridoio diretta a casa di Castle. 

- Non vieni? - Le chiese la piccola ferma a metà strada e Kate con un sorriso si mosse raggiungendola con due sole falcate. 

- Eccomi! - Disse quando le fu vicino, strappandole un cenno di approvazione.

- Kate… grazie per avermi difeso oggi. Non lo aveva mai fatto nessuno. Glielo dirò a Castle che non è colpa tua per questo. - Joy si indicò il ginocchio. 

- Lo farò sempre, Joy. - le rispose Kate dopo aver fatto un respiro profondo. La bambina avanzò ancora lasciandola indietro.

- Joy! - Kate la richiamò e lei si fermò, gli andò incontro e si piegò per essere alla sua altezza.

- Aspetta, ti devo dire una cosa… - La bambina la guardò stupita ma attenta. - Qualsiasi cosa accada da oggi in poi sappi che non sarai mai sola, ok? Che io e Castle ci saremo sempre per te, capito Joy? Perché Rick ti ha preso con se e sono sicura che lui non ti lascerà più e io… - Kate deglutì per riprendere fiato, le accarezzò il volto sorridente e le spostò i capelli, incantata a guardarla. Era decisamente la cosa migliore che avesse mai fatto nella vita, glielo doveva dire.

- Io e te siamo amiche! Per questo mi difendi! - La precedette sua figlia, facendole morire le parole in gola.

- Sì Joy. Siamo amiche, per questo ti sarò sempre vicina.

Joy annuì e le prese la mano conducendola letteralmente davanti casa di Castle. Kate suonò il campanello ed immediatamente la porta si aprì.

- Ah allora mi era sembrato bene di sentire le vostre voci nel corridoio! - Esclamò Rick abbracciando Joy.

- Cosa fai Castle, spii le persone che passano sul pianerottolo? È inquietante lo sai? - Lo schernì Beckett cercando di ricomporsi emotivamente. Lui, però non si scompose per niente e scrollò le spalle.

- Allora cosa avere fatto, vi siete divertite? - Chiese alle due.

- Sì siamo andate al parco sulle altalene ed io mi sono fatto questo! - Disse Joy mostrando il ginocchio - Ma non è colpa di Kate ma di un bambino che mi ha spinto e lei mi ha difeso. Poi ha litigato con la mamma del bambino e la voleva arrestare! Ha anche fatto vedere il distintivo! - raccontò la bambina tutta entusiasta mentre Kate imbarazzata corrugava la fronte e si mordeva un labbro.

- Wow Beckett! Con te è entusiasmante anche andare al parco! Ti metti ad arrestare anche le mamme dei bambini! - esclamò Rick divertito.

- Beh, qualcuno dovrebbe educare meglio i propri figli ed evitare che facciano i bulli. Comunque ho controllato, è solo una sbucciatura, l’abbiamo disinfettata prima.

- In realtà Kate era molto preoccupata, gliel’ho detto io che era solo una sbucciatura! - continuò Joy 

- Qui si scoprono gli altarini! Quindi tu sei quella preoccupata ed una bambina ti tranquillizza eh! - Ora fu Castle a giocarsi di lei, mentre Beckett guardò Joy sospirando e la bambina le fece un occhiolino divertita. 

- Dai Joy, di corsa a cambiarsi adesso! - gli disse Rick e lei poi si rivolse a Kate.

- Torno tra poco, mi aspetti?

- Io veramente non so… - Tergiversò Beckett.

- Certo che ti aspetta, dai JJ, che troverai la detective sempre qui!

- Ci sediamo? - Chiese Castle a Beckett mentre entrambi osservavano Joy salire le scale per il piano superiore.

- Mi fermo solo un attimo, Castle, non credo sia il caso.

- Uh dovrai aspettare Joy che si prepara, glielo hai promesso, mica vorrai farlo qui in piedi! Meglio di là con un buon bicchiere di vino! 

Prima che potesse rispondere era già andato in cucina e lo sentì armeggiare con bottiglia e bicchieri, tornando poco dopo con due calici di vino rosso.

 

- Allora, a parte l’inconveniente con il bambino teppista, tutto bene oggi? - Le chiese una volta che si erano accomodati sul divano agli angoli ben distanti.

- Sì, bene. Mi ha raccontato della vostra vacanza, di come vi divertivate in piscina e al mare, della tua casa enorme…

- Uhm tutto vero! Ci siamo divertiti molto ed Alexis con Joy è stata splendida.

- Non ne avevo dubbi, Castle, tua figlia è una ragazza eccezionale. 

- Non a caso è mia figlia! - Si pavoneggiò lui.

- Tieni a bada l’ego, Castle! Non pensare che sia merito tuo!

- Cosa vuoi dire detective, che è merito di Meredith? - Disse lui offeso.

- No! Solo che come in matematica, meno per meno fa più! 

- Colpito e affondato! - rispose mettendo il broncio e facendola sorridere.

- Però dai, un po' di merito tuo c’è, ma poco Castle, non ti montare la testa! - Rise Kate.

- Uff, vabbè mi accontento. - Poi Castle tornò serio - Domani devo portare Joy a fare la sua trasfusione. Non credo riuscirò mai a farci l’abitudine. 

Lo scrittore appoggiò il suo bicchiere sul tavolino davanti a loro e lo stesso fece Kate che si sfregò nervosamente le mani. 

- Vorrei poter fare qualcosa… - Il pensiero che Kate voleva tenere per se lo fece invece ad alta voce, strappando un sorrido a Rick.

- Beh, a meno che tu non sia la madre credo che tu non possa fare nulla, e quindi direi di no. - Rick riprese il bicchiere finendone il contenuto e poi lo poggiò di nuovo. - Comunque grazie, Joy con te sta molto bene ed io ne sono felice. Credo che abbia bisogno anche di un punto di riferimento femminile e Alexis è troppo piccola e Martha troppo adulta… 

Lo scrittore sorrise ancora, sporgendosi e poggiando una mano su quelle sempre più strette della detective che se ne stava a testa bassa a fissare la mano di lui sopra la sua, sentendosi meschina.

- Sai Beckett, a volte mi chiedo se ho fatto bene a prendere  Joy con me…

- Hai dei ripensamenti Castle? - Disse tirandosi su e nel mentre lui sorpreso dal tono fin troppi inquisitorio di lei ritrasse la mano.

- No, no… io voglio tenere Joy con me! Solo che pensavo se la mia decisione non sia egoistica. Prendendola con me le sto negando la possibilità di crescere in una famiglia normale, capisci che voglio dire? 

Questa volta fu Beckett ad avvicinarsi a lui e prendergli la mano in un gesto di eccessiva confidenza per loro.

- Tu non gli stai negando nulla, gli stai dando la possibilità di crescere in una famiglia eccezionale come la tua, e sono sicura le darai tutto quello di cui ha bisogno.

Rick strinse la mano di Kate, annuendo rassicurato da quelle parole che sentiva assolutamente sincere. Lui e Beckett si punzecchiavano spesso, lui a volte faceva a posta a farla innervosire e ci riusciva benissimo con i suoi modi esasperanti, ma sapeva che se lei gli diceva qualcosa era perché lo pensava veramente, Kate era stata sempre sincera con lui, da quando gli aveva inaspettatamente rivelato dei problemi di suo padre e dopo la morte di sua madre. Lei si era fidata di lui e non gli era stato indifferente quel suo gesto di fiducia. Rimasero così, in uno strano silenzio tenendosi per mano fino a quando non sentirono la voce di Joy richiamarli. Si lasciarono la mano, come se si fossero accorti in quel momento di tenere qualcosa di estremamente ustionante. 

Joy si mise a sedere sul divano tra di loro che avevano ritrovato le giuste distanze. Kate si stava per alzare ed andarsene quando Rick le chiese di aspettare ancora un po'. Prese un pacchetto che aveva lasciato sul tavolo e lo diede a Joy.

- Guarda cosa mi hanno portato oggi… - Le disse incoraggiandola a scartarlo e lei non si fece pregare, scoprendo all’interno un enorme quantità di foto. - … sono le foto del tuo compleanno. Ne ho chiesta una copia prima che facciano il tuo book. 

- Wow sono tantissime! - Esclamò Joy scorrendole velocemente mentre Kate si era avvicinata a lei per guardarle sopra la sua spalla.

- Sì e ci sono alcune molto belle! Guarda questa! E anche questa e questa! - Rick le indicò una foto dove c’erano lei e Alexis abbracciate, poi una dove era in mezzo alle sue amiche ed un’altra di lei con gli occhi chiusi in mezzo alle farfalle. Per la bambina fu come rivivere la stessa sensazione e il suo sorriso si illuminò poi riprese a guardare le foto più lentamente: c’erano alcune con Rick, Martha e Alexis, altre con i suoi amici mentre giocavano e cantava, con tutti i compagni con la torta e i regali. Poi ce n’era una che aveva attirato per motivi diversi l’attenzione di tutti: due primi piani, vicini e sorridenti, Joy e Kate che l’abbracciava. Per Beckett fu un vero colpo al cuore, Rick rimase di stucco nel vedere come gli occhi e la bocca delle due fossero così simili, con lo stesso sorriso, bellissimo. 

- Questa tienila tu! - disse Joy a Kate che prese la foto dalle mani della figlia quasi tremante.

- Perché? - Chiese stupita la detective.

- Non la vuoi? - si preoccupò la bambina.

- Oh sì io… ci terrei tantissimo. Grazie!

- Così anche tu hai qualcosa che ti ricorda di me. Io ho sempre questa, vedi? - Joy le mostrò sotto la maglietta del pigiama il ciondolo con la farfalla.

- Sai Beckett, non se lo è mai tolto! - Intervenne Castle riportandola indietro da una dimensione nella quale esistevano solo lei e sua figlia.

- Non è vero Rick. La toglievo quando andavamo al mare, perché nell’oceano la potevo perdere! - Lo riprese Joy.

- Certo, hai ragione. - si scusò lui.

- Castle mi meraviglio di te, devi essere preciso nel narrare i fatti, cosa fai, mi trascuri dettagli così importanti e determinanti nella spiegazione degli eventi? - Kate lo rimproverò enfatizzando il tono volutamente canzonatorio, facendo sorridere Joy e Rick stette nella parte fingendosi mortificato. Poi risero tutti e tre, fino a quando Beckett a malincuore si alzò: doveva andare via da lì, doveva mettere fine a quella giornata, a quella situazione che stava vivendo troppo normale per poterla accettare. Mise la foto con cura nella borsa, accarezzò ancora una volta i capelli di Joy prima di salutarli.

- Io adesso devo proprio andare… - disse ai due.

- Devi proprio? - Chiese Joy.

- Sì, piccola, devo proprio… - le rispose controvoglia, ogni volta era peggio, più difficile.

- Non puoi rimanere a cena con noi? Non ci sono nemmeno Martha e Alexis questa sera… Può Rick? - chiese voltandosi verso Castle.

- Se vuole certo che può, la detective Beckett è sempre la benvenuta qui! - Rispose a Joy guardando negli occhi Kate.

- Grazie Castle ma… ho già preso un impegno per questa sera… mi dispiace molto. - Mentì e si pentì di averlo fatto appena lesse la delusione negli occhi di Joy.

- Esci con il tuo fidanzato? - Le chiese Joy cogliendola di sorpresa. Beckett diventò improvvisamente rossa soprattutto nel sentire su di se gli occhi incuriositi di Castle che colse la palla al balzo.

- Già, Beckett, se devi uscire con il tuo ragazzo non vogliamo trattenerti oltre! 

Kate in qualsiasi altro momento gli avrebbe risposto a tono e sicuramente gli avrebbe tolto quel sorriso compiaciuto dalla bocca, tipico di chi sapeva che quel punto era suo, perché lei non gli avrebbe potuto rispondere come avrebbe voluto.

- No, nessun fidanzato! - Rispose alla bambina ignorando Castle.

- Non sarà mica il tuo ex? Quel rigido agente del FBI… come si chiamava? Ah sì Sorenson, quello con cui abbiamo lavorato qualche tempo fa!

- Io ci ho lavorato, Castle! Tu hai collaborato con me. - Lo fulminò con lo sguardo. Gliel’avrebbe fatta pagare, non sapeva nemmeno lei come e quando ma lo avrebbe fatto. - E comunque no, nemmeno con lui… mi vedo con un’amica per… il suo compleanno.

- La conosco? È carina? Puoi presentarmela in caso? - Continuò a punzecchiarla.

- È sposata, Castle! 

- Lo sono stato anche io, due volte, non è mica un problema né un ostacolo! È solo proforma! - Si stava divertendo a sue spese, esagerando con i discorsi stupidi che detestava sempre ma in quel momento in modo particolare perché fatti davanti a Joy che invece si divertiva un mondo, come Castle. Scosse la testa e si piegò per dare un bacio a Joy.

- Ci rivediamo prima che partiamo? - Le chiese la bambina.

- Partite di nuovo? - Chiese Kate perplessa.

- Sì torniamo negli Hamptons, solo io e Joy questa volta. Adesso si sta molto meglio che a New York e poi la piccola sirenetta vuole diventare ancora più brava a nuotare ed ha bisogno di tanta pratica in piscina e al mare! 

Kate li guardò entrambi annuendo dispiaciuta.

- Perché non ci vieni a trovare? Posto c’è per tutti, potrai rilassarti un po' e potrai anche fare finta che non esisto, tanto la casa è grande. 

- Castle, la tua presenza sarebbe ingombrante anche dentro la Casa Bianca! - Rise Kate. 

- Sì dai! Kate vieni con noi! - esclamò la piccola entusiasta dell’idea.

- Non posso Joy, devo lavorare. Non ho chiesto le ferie.

- Quindi vuol dire che se avessi le ferie verresti con noi? - Chiese Castle con lo sguardo furbo.

- No, Castle, non avendo le ferie non ho nemmeno valutato la possibilità. - Schivò la sua pericolosa domanda.

- Non vuoi venire al mare con me? - Chiese Joy dispiaciuta.

- Oh sì, mi piacerebbe molto venire con te, ma… il lavoro capisci Joy? Non posso… - Joy annuì, aveva capito, ma le dispiaceva.

- Beh, se ci ripensi, fammi sapere… - Concluse Rick quando erano già sulla porta. Kate annuì e poi andò con rapide falcate verso l’ascensore e via di lì velocemente. Era già in macchina quando si fermò ad un semaforo e compose velocemente un numero che sapeva a memoria.

- Lanie? Ci vediamo a cena? Ho bisogno di parlare, è tutto un casino… 

   
 
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