Dietro
la ragazza rimase solo un mucchio di rottami, vetri rotti e
cortocircuiti che
continuavano a ronzare peggio delle mosche. Ci fu un attimo in cui
tutti le
sorrisero davanti, e forse era questo che la tranquillizzava o le
faceva
dimenticare i problemi e i misteri. Quello che davvero se li fece fu
Wakka, che
si sedette sul ferro più comodo che giaceva lì,
con la mano destra che reggeva
il mento e la testa con il gomito sul femore destro.
‘Ma
cosa cavolo vogliono da noi??!! Dannati Albhed!! Bisognerebbe
cacciarli,
odiarli a morte!!! AH!! Non è che vogliono mettersi in
mostra dopo l’Operazione
Mihen [cap.16]?? Oppure…’.
‘FINISCILA!!!’
lo interruppe Lulu, che non ne poteva proprio più sia delle
sue ipotesi, che
dei soliti imprevisti. ‘Fare un pellegrinaggio comporta i
suoi rischi… questo
continente sembra non cambiare mai…’ disse
sottovoce Auron. E come poteva non
dirlo, ricordando tutte le sue imprese?
Yuna
si mise al centro del cerchio di rottami davanti a tutti i suoi
guardiani, con
quel sorriso carico e acceso.
‘Ragazzi…
voi…siete…straordinari… vi ringrazio
davvero tanto… Abbiamo ora tre sfere…non
possiamo mollare ora!! Vedrete che il Bonacciale arriverà
presto!!!’.
Arriverà??
C’erano grosse speranze… anche se dopo quella
tremenda operazione fallita, che
spazzò via quasi tutti i Miliziani, era divenuta meno e
più fioca. Ma la gente di Spira
sembra così ipnotizzata da
lei e dal suo sorriso… rischiare così tante volte
la pelle…se non ci fosse
stata la magia sarei già chissà dove…
Un momento!!
Noemi
si girò intorno e non scorse la figura di Hypnel da nessuna
parte. Che era
successo?? Il bello è che lei non si ricordava nulla. Anzi,
le sembrava di
essersi trasformata e giocare una partita, ma nient’altro.
‘Ehm…e
la guida dov’è??’.
A
parte Wakka che non capì a chi si riferiva la ragazza, gli
altri rimasero zitti.
Era davvero strano quel silenzio, che la incuriosì non poco.
Le facce erano
diventate tutt’ad un tratto cupe e preoccupate, come se ci
fosse chissà che da
nascondere.
‘Forza…
Guadosalam è oltre questo
bosco…andiamo!!!’ riprese l’invocatrice
ridendo,
cercando di cambiare totalmente discorso. Ella prese con sé
Noemi
delicatamente, la quale era desiderosa più che mai di avere
risposte chiare e
decise.
Il
gruppo continuò attraverso una strada terrosa e
completamente all’ombra, data
dai fittissimi rami degli alberi, che si intrecciavano verso alto sia
da destra
che da sinistra. E i mostriciattoli non mancavano mai, fatti fuori dal
pallone
di Wakka, dalla lancia del Ronso e dalla pesante katana del guardiano
professionista,
che, piano piano, stava riacquistano la fiducia di tutti.
Lulu
e Yuna restarono indietro e vicino a Noemi, che continuava a fare la
stessa
domanda con decisa prepotenza.
‘Hypnel??
Cosa ha fatto?? Ha ipnotizzato te e Tidus come due polli e vi ha spinto
contro
di noi!! Tutto perché?? Voleva portarti a Bevelle per
ottenere potere…’.
Lei
in realtà non sapeva se ridere o gridare di stupore alle
parole decise della
maga. Cosa?? State scherzando??!! ‘Co...come??’.
‘Sì’—continuò
l’altra affianco—‘…eravate
fuori controllo, anzi…completamente sotto i suoi
ordini. Ti abbiamo visto inchinarti davanti a lui e baciargli gli
stivali…’.
‘COSA??
BLEAH!!!’ esclamò la ragazza, e il suo tono di
voce si fece più forte, dopo
sputazzate per terra qua e là.
‘Non
ricordi nulla perché non ragionavi… ma non
preoccuparti… l’abbiamo fatto
fuggire ed ora sarà andato chissà dove,
lontano… sta tranquilla…’
continuò
Yuna, prendendole il braccio sinistro dandole conforto.
Nononono…
aspettate…
IO GLI HO BACIATO I PIEDI??? Nonono… io NON posso
crederci…
Yuna
cercò di raggiungere il gruppo più avanti
affrettando il passo, lasciando Noemi
e Lulu da sole. La prima continuava a mettersi la mano sulla fronte,
per
controllare che non avesse la febbre, e a darsi pizzicotti per
svegliarsi dal
possibile incubo. Almeno fino a quando la maga non la fermò
con forza con voce
ferrea e serissima. ‘Noemi…fermati qui, per
favore’.
Lei
preoccupata, si girò lentamente e con un po’ di
timore verso di lei.
‘Che…c’è?
Che…succede…?’.
‘Ti
devo dire una cosa…’.
Quelle
parole che sapevano di suspense avevano gelato il sangue alla ragazza,
che si
avvicinò al rallentatore.
Lulu
la guardò negli occhi direttamente. Mai aveva fatto
così. ‘Noemi…ti prego, stai
attenta a Tidus. Non mi convince… Sa tecniche che non ho mai
visto, sappiamo
troppo poco di lui… E tutti quei simboli antichi che lo
riguardano… Cerca di
controllarti e NON far emergere il chakra
dorato…intesi??!!’.
‘Co...cosa??
Pensavo che la magia fosse azz…’.
L’altra la fulminò a velocità mai vista.
‘Ti
ho detto di stare attenta!! Sembra che ci sia una magia oscura ed
antica sotto
tutto… Non dire nulla da dove provieni, da dove viene lui, e
di Zanarkand, capito??
Quell’Hypnel sembra conoscere più cose di
noi…’ riprese la maga, iniziando a
camminare avanti.
‘Lulu…’—disse
con strana sicurezza la ragazza—‘…mi ha
salvato la vita così tante volte…Ho
promesso di aiutarlo… se devo fidarmi o no, sarà
lui stesso a farmelo capire…e
fino ad ora si è mostrato un amico…’.
La
strada sterrata passò poi vicino ad un piccolo torrente del
Fluvinlunio, su cui
crescevano anche diversi fiori di “lillà
lunalis”. Dopo alcuni minuti di
silenzio, Noemi ripensò alle parole che aveva detto alla
maga. Anzi, si stupiva
di quelle parole, che se le aveva pronunciate senza pensare. Era forse
l’istinto che gliela aveva detto, o qualcosa che la spingeva
a potersi fidare.
Più ci pensava e più trovava fiducia nei suoi
confronti, e non sapeva nemmeno
spiegarsi il perché.
Il
gruppo poi incontrò due Ronso, quegli Yenke e Brian
incontrati prima a Luka [cap.10],
e alla loro vista Kimahri subito acquisì nel volto
l’aria di combattimenti e
sfide.
‘Guarda
guarda…piccolo Kimahri con invocatrice!!!’ disse
quello dai peli gialli, Brian,
con aria superba ed orgogliosa. I due avevano sulla fronte dei corni
appuntiti
e lunghissimi, mentre Kimahri sembrava che ce l’avesse
spezzato a metà, come se
spezzato quando ancora non era duro.
‘Senza
corno!!! Senza corno!!!’ disse Yenke con voce infantile.
‘Venite
per insultare Kimahri??!!’ controbatté lui,
avvicinandosi a loro prima di
tutti. Noemi era così assorta nei suoi pensieri che,
guardando il suolo,
continuò a camminare senza dare loro retta, tra tutti quei
fitti alberi.
‘Veniamo
per vedere come sei forte Kimahri…’
continuò Brian, prima che con il compagno si
mettesse a ridere a fauci aperte.
Kimahri
gli stava per lanciare un destro, quando lo interruppe Auron.
‘FERMO!!!...’—si
avvicinò al terzetto con quel passo lungo e
pietrificante—‘…E voi, se siete qui
per rallentarci il viaggio, farete meglio a levarvi di mezzo dalla
strada!!!’.
I
due Ronso, in effetti, sembravano non avere molta voglia di prendere in
giro
Kimahri e pestare il suo difensore, perché dava molto
fastidio il sole che
picchiava, e loro in genere preferivano ambienti freddi come il loro
monte Gagazet.
‘Ahahahah!!
Molto bene Kimahri…se restare senza invocatrice un
giorno… tua colpa!!’
continuò Brian ridendo a crepapelle dopo una battuta sciocca
di Yenke.
I
due si allontanarono ridendo e sfottendo il loro simile, con Yuna che
cercava
di tranquillizzare l’istinto del suo compagno. Raramente i
Ronso agivano
pensando. Erano pur sempre o quasi leoni…e una tra le
qualità migliori di
Kimahri era appunto il suo giusto istinto e il suo agire anche in modo
razionale come gli umani. Era in questo molto simile a loro.
Noemi
si era già allontanata di un centinaio di metri, quando
sentì, improvvisamente,
alcuni strani rumori dolci uscire dalla riva del fiume dietro di
sé. Si girò di
scatto, e vide una ragazza uscire da esso, che portava uno strano
vestito rosso,
che emetteva riflessi lucidi, che scopriva in totale, almeno la
metà del suo
corpo. Portava occhialini come gli Albhed, e dalla sua testa si
notavano dei
capelli di colore biondo acceso. Lei, senza accorgersi di Noemi, fece
calare la
cerniera dietro la sua schiena, e piano piano si tolse quel vestito,
lasciandolo a terra, ed abbassò gli occhialini, tenendoseli
sul collo,
scoprendo i suoi occhi verdi e lucenti che notarono la presenza della
ragazza,
che continuava a fissarla. Portava sotto una canottiera arancione,
bagnata
dagli occhialini appena tolti, e le sue gambe sottili erano scoperte da
corti
pantaloncini verdi, che erano retti tramite una cintura per
metà bianca ed
arancione. I suoi capelli lunghi erano raccolti dietro con un codino, e
la sua
lunga frangia era aperta a finestra, da una parte e
dall’altra tenute ferme da
fermagli.
Noemi
non credeva ai propri occhi. O era ancora l’ipnosi?
‘Ri…Rikku!!!
Allora…sei viva!!!’ esclamò, rivedendo
la ragazza Albhed della nave [cap.2].
‘Tu??!!
Semmai sono io a farti questa domanda!!! Eri con me
sott’acqua, per poi sparire
di colpo!!! E menomale che c’era quel
ragazzo…’.
Noemi
sembrò ricordare quello che successe dopo come un flash
confuso. E gli
improvvisi occhi sognanti dell’altra, affiancati da un
leggero rossore delle
sue guance, incuriosirono non poco la ragazza.
‘Ma
la vostra nave…che è successo?? E’
stata attaccata da Sin…’.
Rikku
la squadrò un poco.
‘Ma!!
Allora ERI lì!! Dove eri finita?’.
Il
discorso venne interrotto dall’arrivo del gruppo. Esso si
fermò quando videro
le due chiacchierare normalmente, e subito chiesero chi fosse la nuova.
‘Ragazzi….
Vi presento Rikku. Si trovava in quella nave che vi dicevo…
E’ un
Alb…ehm…eee…è
ancora sana e salva…eheh…’. Se Wakka
sapesse che lei è un’ Albhed…
‘Ah!!
Piacere…Rikku…’ disse Yuna, seguita
dall’ex-capitano, che si avvicinò con
faccia amichevole e curiosa di fronte alla nuova amica.
‘Bhé…dopo
la lotta con quella macchina… che c’è
di meglio che conoscere qualcuno di
nuovo??’.
Alle
sue parole lei ammutolì. Sì, era
l’unica ancora in missione dei tre.
‘Aaaahhh….’—fece
lei guardando il suolo con occhi prima cupi, poi improvvisamente
strapieni di
vitalità—‘…Sentite!! Vi
dispiace se mi metto nel vostro gruppo?? Insomma…sono
sola, senza un mezzo di trasporto…’.
‘Dov’è
casa tua??’ le chiese la maga.
Rikku
era una fucina di idee. Infatti, aveva già davanti tra le
mani almeno sei
varianti di risposte valide.
‘Purtroppo
non ce l’ho. Sto cercando un posto fisso…e meglio
di un pellegrinaggio per
trovarlo…!!’.
I
guardiani si volsero verso Yuna. Era alla fine lei che doveva decidere
cosa
fare. Lei si avvicinò con passo sereno alla bionda,
facendole un segno di
reverenza.
‘Oh…posso
darti del tu?? Non fare quel genere di cose… preferisco che
mi dici un “ciao”
con la mano!!’.
Yuna
rise di gusto e si rivolse poi a tutti gli altri.
‘Ecco…voi
non siete in disaccordo se lei diventa guardiana fino a quando non
troverà un
posto??’.
Nessuno
le fece obiezione. L’unico a rispondere fu Wakka.
‘Ma certo!! Benvenuta tra
noi!!’ e si diede inizio alle presentazioni. Quello
più sospettoso fu Auron, al
quale non sfuggiva nemmeno il singolo particolare, a differenza
dell’ex-capitano.
A
prima vista la ragazza bionda era vispa, caricatissima, ma i suoi
sguardi conferivano
sincerità e bontà assoluta. Aveva solo bisogno di
amicizie e conforto. Ma
quegli occhialini dicevano qualcos’altro…
Quando
il gruppo ripartì, il guardiano professionista si
avvicinò a lei con severità,
mentre Noemi restò lì a guardare curiosa.
‘Fammi
vedere gli occhi’.
Agli
occhi castani chiari del guardiano, lei obbedì senza opporre
la minima
resistenza o fare domande. I suoi occhi erano verdi chiari, e non aveva
una
pupilla: come tutti gli Albhed, vi aveva invece una chiocciola nera a
spirale.
Lì Auron capì tutto, e seguì poi gli
altri senza fare cenno o movimento. Si
comportò come se non aveva visto nulla.
Noemi
invece rimase sbalordita e si mise a parlare con la nuova compagna per
tutta la
fine del tragitto che portava alla città dei Guado.
‘Ma…non
hai pupille… ci vedi?’.
‘Certo
che ci vedo!! Che credi??!! E non mi hai detto dove sei andata
l’ultima
volta!!’. Perfetto… ora
che dico??
‘Ehm…
sono scappata… quando ho visto quei piranha…
i…insomma…non volevo finire in
brandelli!!’.
Rikku
poi notò la strana catena che Noemi portava al collo. Quello
strano simbolo lo
aveva già visto in qualcun altro e ciò le fece
avere un flash.
‘LO
SCRIGNO!!!!’ gridò con la bocca tappata dalla sua
mano destra per non fasi
sentire.
‘S…scrigno??’.
‘Ehm…
niente…niente… avevo un carico sulla
nave… e mi sa che è rimasto
lì…era molto
importante…!!’.
‘Basta
che torni nella nave, qual è il problema? Il trasporto e
basta…no?’.
Gli
occhi della ragazza Albhed si fecero un po’ preoccupati.
‘E’
impossibile tornare su quella nave…’.
‘Siamo
arrivati!!’ esclamò Yuna, appena raggiunse un
albero enorme, completamente
cavo, che aveva avuto almeno qualche centinaia di migliaia di anni. Era
così
grande dentro, che ci poteva stare metà villaggio di Besaid.
I rami erano tutti
intricati anche all’interno, tanto che la luce non riusciva a
penetrare da
nessuno spazio. L’erba era verde brillante, come se non
avesse conosciuto alcun
passo.
A
quella vista Wakka restò sbalordito, e non riuscì
nemmeno a fare i suoi soliti
commenti. Noemi, invece, sembrava averlo già visto un albero
così grosso. Questo albero
assomiglia tanto a quello che
c’è ad Alphaville a sud di Metropolis…
già, l’albero più antico del
continente…a quanto pare c’è anche a
Spira…
All’interno
della cava, era presente un corridoio fatto completamente dalle radici
di varie
piante, che, sembravano non puzzare per niente di terra. Sopra di esso,
era presente
una scritta indecifrabile: “Benvenuti a
Guadosalam”.
‘Oh!!
Cos’è??’ chiese Noemi, attratta da
quegli strani simboli.
‘E’
lingua Guado… andiamo, l’accoglienza è
la loro migliore qualità…’ rispose
Lulu,
e l’intero gruppo con Rikku entrò nella
città di Guadosalam.
La
città si trovava sotto terra, e sembrava più un
villaggetto in realtà, tra le
radici di quell’albero millenario. Tutto, dalle pareti, agli
edifici, alle
viozze, c’erano rami e radici, lisci e perfetti, tutto
sembrava in armonia
completa con la natura. La luce, luminosissima, era garantita da strane
polverine di “Sacromagilite”, o così la
chiamavano, che bruciavano. Le porte
con le insegne della stessa strana lingua di prima erano invece di
vetro, tutto
colorato di verde, blu o fucsia brillante, sulle quali correvano
lineamenti,
forme curveggianti e strane. Le vie sfruttavano ogni singolo spazio,
andando
anche ad incrociarsi su livelli sfalsati e sopraelevati, che si
intrecciavano
tra loro in modo indescrivibile. Sulle vie camminavano diversi Guado:
gente di
pelle azzurrina, ma non troppo, molto simili agli umani, tranne per
l’altezza,
le orecchie e le dita più allungate e più
appuntite sulle estremità. Una gente
pacifica, che portava massimo rispetto e serenità a
chiunque, senza badare
tanto alla specie che si presentava di fronte a loro.
Un
Guado alto, un po’ anziano, ma dritto sulla schiena, si
avvicinò al gruppo, con
l’abito allungato come gli altri, che lo rendeva
più importante per le forme
che c’erano sopra, e questo portava capelli ricci verdognoli
e tutti sparati,
come del resto i suoi baffi e la barba, lunghi entrambi.
‘Benvenuta
a Guadosalam, mia invocatrice…mi chiamo Tromell
Guado… Il maestro Seymour arriverà
tra poco…fatevi trovare nella residenza laggiù...
la vostra permanenza qui ci
riempie i cuori d’orgoglio…’.
Detto
questo, egli indicò con il lungo indice una porta, che si
trovava più in fondo
di tutti, e che evitava ogni via che portava ai livelli più
rialzati. Era
riconoscibile per la porta, più grande delle altre, e sopra
di essa c’era una
scritta: “Residenza
Sacra
del Maestro”.
Oh,
no!! Ancora quel
barbone!!! Che palle!! Ma non ci lascia mai in pace?? Peggio degli
Albhed con
tutte quelle arie che si dà tutte le volte!!!!
Appena
sentì il nome del “gran” maestro, Wakka
avanzò con il suo classico e cupo
broncio, prima che Lulu lo fulminò con lo sguardo.
‘Vedi di comportarti bene,
non è il momento adesso!!!’.
Rikku
invece non stava mai ferma. Era sempre in movimento, pimpante, e quando
camminava quasi saltellava. Come Albhed sapeva amministrare qualunque
genere di
macchina, e ciò era anche incredibile, visto che aveva
un’età di circa 15-16
anni soltanto. Noemi non aveva mai visto una tipa così
carica.
L’aria
della città era così pura che liberava i polmoni.
In quel covo sotterraneo era
possibile notare la squadra dei Guado Glories che correva e si allenava
tra le
viozze legnose della stessa città, tra i passanti che si
mettevano di lato per
lasciare le vie libere.
‘Bene,
ragazzi…ci fermeremo qui fino a quando non
arriverà il maestro...’ fece
l’invocatrice girandosi verso i guardiani. Kimahri ed Auron
non fecero motto, e
si appoggiarono entrambi sulla parete lignea lì vicino, il
primo a braccia
conserte, il secondo faceva cadere tutto il suo peso su quei rami
robusti.
Lulu
e Wakka preferirono fare rifornimento di pozioni ed antidoti contro i
veleni
dei mostri lì presenti, specialmente quello delle
“api killer”. Con la sua
vitalità li seguì anche Rikku, ancora stupita di
vedere proprio lì Noemi dopo
tutto quello che era successo all’una ed all’altra.
Già, ancora lei non sapeva
nulla dell’orfana di Metropolis…
‘Allora…
conosco una piccola saletta… vediamo se trovo
Yuma…’ bisbigliò Yuna a Noemi che
le era accanto, anche se questa, più che badare alle sue
parole, era più
concentrata a contemplare l’incredibile posto avvolto nella
natura. Così lei
trascinò la ragazza con il suo entusiasmo, che divenne
massimo quando vide una
giovane Guado adolescente, che portava capelli rosso mogano e corti,
che appena
notò le due, subito vi corse incontro.
‘Yuna!!!!
Amica mia!! Sei qui!!!!!’ e la giovane Guado la
abbracciò con grande felicità,
tipica di due persone che non si vedevano da tanto, tanto tempo. Si devono conoscere molto…
‘Eheheh…Noemi,
questa è Yuma… è una mia cara vecchia
amica di infanzia… spesso mi accompagnava
in questa città dove ho conosciuto Yevon prima di passare la
mia adolescenza a
Bevelle…!!!’.
Noemi
strinse la mano al Guado, che aveva mani più fredde e dita
lunghissime e senza
la presenza di un filo d’unghia. Faceva quasi provare
ribrezzo.
‘Eheheh…ci
siamo conosciute per via della grande somiglianza dei nostri
nomi…’—poi si
rivolse alla cara amica—‘…non avrei mai
immaginato che saresti diventata la
nostra speranza!!!’.
‘Già…
E…vorrei andare nella Sala del Pensiero… Macchen
è qui, vero??’.
‘Certo!!
Venite!! Vi conduco subito da lui!!!’.
Non
ci sto capendo un
tubo…comunque non mi inspira molto questa “Sala
del Pensiero”… anche perché io
penso fin troppo!!!
Le
tre camminarono per uno dei viottoli sopraelevati, fino ad arrivare ad
una
piccola porta sulla quale l’insegna segnava
“chiaramente” “Sala
del Pensiero di Macchen”.
All’interno Noemi
rimase stupita. Superata la soglia della porta di vetro colorato, i
rami assumevano
uno strano colore azzurrino, e formavano, intricandosi, strane forme
mai viste
prima, curveggianti o quadrate, che quasi, con i loro movimenti,
riuscivano a
confondere qualsiasi senso. La stanza era completamente vuota,
illuminata dai
Sacromagilite fiammeggianti. Là, da solo, in meditazione,
stava un signore
anziano, dalla barba lunga fino al petto, con il viso svigorito e
segnato da
profondissime rughe, e le folte sopracciglia, che quasi gli coprivano
gli
occhi, infondevano una notevole saggezza e senso di rispetto. Con la
sola forza
della mente, riusciva a librarsi senza problemi a diversi centimetri
dal suolo
blu ligneo.
‘Macchen!!!
E’ venuta un’amica…!!!’.
‘Ehhh
Eh???!! Cofa?? Chfe cfé??!! Cfhi mi disfturba??’
pronunciò quello, che sembrava
ora invece un vecchio decrepito. Poi continuò.
‘AAAhhh!!
Ho capito… Voi dofete essere
l’invocaftrice…pfrego,
accomodatefi…’. Gli
devono mancare molti denti per parlare
in quel modo…
‘Volevo…
far insegnare alla mia amica come invocare una spada magica in suo
possesso…’. In MIO
possesso??
Dopo
il segno di riverenza di Yuna, Noemi si presentò con un
po’ di imbarazzo. O
forse di disgusto, visto che l’alito del vecchio era davvero
micidiale…
‘Ah…una
spfada cfhe si infoca…Sì, ho senfito delle cofe
sfimili… E’ molto sempflice…
basfta la forzfa della mentfe…!!’ rispose Macchen,
che portava anche un cappello
lungo tipo cardinale da Chiesa, metà blu e metà
verde. Aveva il vizio di
gesticolare ad ogni parola che diceva.
Yuna
si pose a sedere vicino a Yuma, le quali si misero a parlare sottovoce,
e la
prima lanciava occhiate amichevoli e pieni di fiducia verso
l’orfana. A darle
coraggio era però più il sorriso e gli occhiolini.
Macchen
si alzò, ben ricurvo sulla schiena.
‘Conosci
i lunioli??’.
‘Ehm…non
tanto…ecco…sono stata
intoss…’.
Alle
parole timide di lei Macchen reagì tacendola con la mano
aperta sinistra alzata
davanti al suo viso.
‘Non
pfreoccupfartfi… Adesso tfi spfiego… i
lunioli sono partfi di un’anima che fi difintegra, si
dispferde compfletamente
o quafi. Quando le perfsone chfe perfdono la fita non fengono
trfapassate, quefte
difentfano dei mostrfi, chfe se fengono uccifi liberano quefte
“comete”…’.
‘Ho
visto molte volte questo…’ fece la ragazza, con
espressione più disgustata per
l’odore della bocca.
‘Bene…
perfò, l’amore, la concentrfazfione, e magie come
il chakrfa o le sfere possono
riunire di nuofo quefti lunioli e ricompforre
l’anima…’.
‘Sì…ma…cosa
c’entra con…’. Macchen la
zittì di nuovo, stavolta con la mano destra.
Quell’atteggiamento la stava leggermente innervosendo.
‘Se
la forzfa di una di quefte o di tutte infieme è
sfufficientfe, è possibile far
difentare reale cfiò chfe era fottoforma di fpiritfo. Ad
efempio, l’infocatore,
con il suo chakfra, è in grado con le sffere di radunare i
lunioli degli intfercessori,
per far riapparire magicamentfe nella realtfà i mitfici
Eoni, evocandoli. Cfon
la spfada è pratficamentfe lo ftesso… bafta
concentfrare la mentfe, e la spfada
apparirà dafantfi a te…’.
Noemi
squadrò un poco il vecchio. Ah,
sì,
sapientone, ok, ma come si fa???!!! E poi parla meglio, non si capisce
quasi
niente di quello che dici!!
Macchen
si girò, fece alcuni passi e poi tornò a lei.
‘Bene…ora
defi concentrfartfi al massimo. Penfa alla spfada,
com’è fattfa, allo scfopo,
al tuo strfettfo bifogno di essa… immagina dofe fuoi
trofarla, ed essa verrfà
da te…’. La fai troppo
facile… ho già la
testa piena di enigmi, ora la distruggo completamente…guarda
un po’ cosa devo
fare… ‘Allora
tu!! “Zanarkandese”… Sei contento?? Ci
stai godendo??!! Guarda cosa sono
costretta a fare per colpa tua…’.
‘Noemi…??’
‘E…eh???
A…ah?? Cosa??!!’ la ragazza fu come colpita da un
fulmine.
‘Chfe
stfai dicfendo? Cfon chfi stai parlando??’ chiese lui,
tirandosi delicatamente
la barba come un perfetto pascià.
‘Ehm…n…nulla…stavo
parlando tra me…e me…’. E
forse non è
nemmeno un modo di dire…
Lei
così si mise completamente al centro della sala, mentre
Macchen zittì con la
mano sinistra sempre al modo solito le due intime amiche, creando uno
strano
silenzio. Il volto di Noemi si trasformò da quello sorpreso
a quello
concentrato e deciso. Ella chiuse gli occhi, non fece più
motto e iniziò a
concentrarsi ed a pensare. Gli veniva in mente Metropolis, quel padre
odioso…
altro che spada!!! Quel padre che l’aveva lasciata
lì, sola, in balia della
sorte, costretta a rubare qua e là pezzi di pane e di
frutta…e ora si trovava
lì, su Spira, senza maltrattamenti, con nuovi amici, con le
prime avventure che
l’avevano, perché no, cambiata, anche
radicalmente, e forse non se ne rendeva proprio
conto. Tutto era partito da lì, da quell’indovina
che sembrava conoscere i suoi
desideri, le sue disperazioni, conoscere proprio lei…e poi
quell’arma in mano
che lei prese la prima volta e che si illuminò di luce
turchina intensa…e…e…
Cosa
sei costretta a
fare per me?? Lo so…sono in debito con te e mi
dispiace…ma vedrai che la tua
tremenda storia nel tuo mondo finirà…la
farò finire…
A
quella voce familiare Noemi aprì di colpo i suoi occhi
verdi, colti da un
insolito bagliore azzurro che durò per pochi secondi. Fece
un sussulto lungo
mezzo metro e spalancò la bocca quando si ritrovò
alle mani la magica spada
cristallizzata.