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Autore: __World_Of_Dreams__    11/06/2009    1 recensioni
[500 views!!!! Grazieeee XD] Cosa succederebbe se si venisse cataplutati all'improvviso dalla sorte più nera alla speranza più pura di Spira? Se si devesse far fronte ad un proprio alterego ('seconda identità'), con un passato oscuro e forse orribile? E qual è la potenza delle cinque Arti Proibite, tra cui il segretissimo Sacrificio, tenuto nascosto dal clero per evitare il panico e il caos tra la gente? Entra nei panni di una ragazza orfana di diciassette anni, di nome Noemi, e rivivi speciali avventure in tutto il magico continente, ed un lungo viaggio con tutti i tuoi personaggi preferiti, tra nuovi amici e bizzarri antagonisti, e tanti segreti misteri da svelare ed inseguire... Capitolo per capitolo, trova la chiave per capire come tornare a Metropolis e cambiare il destino infelice della ragazza, di Tidus e di tutti gli altri. Per cambiare il proprio futuro, molti pericoli si devono affrontare... [Aggiornamento ad ogni mese o meno^^]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dietro la ragazza rimase solo un mucchio di rottami, vetri rotti e cortocircuiti che continuavano a ronzare peggio delle mosche. Ci fu un attimo in cui tutti le sorrisero davanti, e forse era questo che la tranquillizzava o le faceva dimenticare i problemi e i misteri. Quello che davvero se li fece fu Wakka, che si sedette sul ferro più comodo che giaceva lì, con la mano destra che reggeva il mento e la testa con il gomito sul femore destro.

‘Ma cosa cavolo vogliono da noi??!! Dannati Albhed!! Bisognerebbe cacciarli, odiarli a morte!!! AH!! Non è che vogliono mettersi in mostra dopo l’Operazione Mihen [cap.16]?? Oppure…’.

‘FINISCILA!!!’ lo interruppe Lulu, che non ne poteva proprio più sia delle sue ipotesi, che dei soliti imprevisti. ‘Fare un pellegrinaggio comporta i suoi rischi… questo continente sembra non cambiare mai…’ disse sottovoce Auron. E come poteva non dirlo, ricordando tutte le sue imprese?

Yuna si mise al centro del cerchio di rottami davanti a tutti i suoi guardiani, con quel sorriso carico e acceso.

‘Ragazzi… voi…siete…straordinari… vi ringrazio davvero tanto… Abbiamo ora tre sfere…non possiamo mollare ora!! Vedrete che il Bonacciale arriverà presto!!!’.

Arriverà?? C’erano grosse speranze… anche se dopo quella tremenda operazione fallita, che spazzò via quasi tutti i Miliziani, era divenuta meno e più fioca. Ma la gente di Spira sembra così ipnotizzata da lei e dal suo sorriso… rischiare così tante volte la pelle…se non ci fosse stata la magia sarei già chissà dove… Un momento!!

Noemi si girò intorno e non scorse la figura di Hypnel da nessuna parte. Che era successo?? Il bello è che lei non si ricordava nulla. Anzi, le sembrava di essersi trasformata e giocare una partita, ma nient’altro.

‘Ehm…e la guida dov’è??’.

A parte Wakka che non capì a chi si riferiva la ragazza, gli altri rimasero zitti. Era davvero strano quel silenzio, che la incuriosì non poco. Le facce erano diventate tutt’ad un tratto cupe e preoccupate, come se ci fosse chissà che da nascondere.

‘Forza… Guadosalam è oltre questo bosco…andiamo!!!’ riprese l’invocatrice ridendo, cercando di cambiare totalmente discorso. Ella prese con sé Noemi delicatamente, la quale era desiderosa più che mai di avere risposte chiare e decise.

Il gruppo continuò attraverso una strada terrosa e completamente all’ombra, data dai fittissimi rami degli alberi, che si intrecciavano verso alto sia da destra che da sinistra. E i mostriciattoli non mancavano mai, fatti fuori dal pallone di Wakka, dalla lancia del Ronso e dalla pesante katana del guardiano professionista, che, piano piano, stava riacquistano la fiducia di tutti.

Lulu e Yuna restarono indietro e vicino a Noemi, che continuava a fare la stessa domanda con decisa prepotenza.

‘Hypnel?? Cosa ha fatto?? Ha ipnotizzato te e Tidus come due polli e vi ha spinto contro di noi!! Tutto perché?? Voleva portarti a Bevelle per ottenere potere…’.

Lei in realtà non sapeva se ridere o gridare di stupore alle parole decise della maga. Cosa?? State scherzando??!!  ‘Co...come??’.

‘Sì’—continuò l’altra affianco—‘…eravate fuori controllo, anzi…completamente sotto i suoi ordini. Ti abbiamo visto inchinarti davanti a lui e baciargli gli stivali…’.

‘COSA?? BLEAH!!!’ esclamò la ragazza, e il suo tono di voce si fece più forte, dopo sputazzate per terra qua e là.

‘Non ricordi nulla perché non ragionavi… ma non preoccuparti… l’abbiamo fatto fuggire ed ora sarà andato chissà dove, lontano… sta tranquilla…’ continuò Yuna, prendendole il braccio sinistro dandole conforto.

Nononono… aspettate… IO GLI HO BACIATO I PIEDI??? Nonono… io NON posso crederci…

Yuna cercò di raggiungere il gruppo più avanti affrettando il passo, lasciando Noemi e Lulu da sole. La prima continuava a mettersi la mano sulla fronte, per controllare che non avesse la febbre, e a darsi pizzicotti per svegliarsi dal possibile incubo. Almeno fino a quando la maga non la fermò con forza con voce ferrea e serissima. ‘Noemi…fermati qui, per favore’.

Lei preoccupata, si girò lentamente e con un po’ di timore verso di lei. ‘Che…c’è? Che…succede…?’.

‘Ti devo dire una cosa…’.

Quelle parole che sapevano di suspense avevano gelato il sangue alla ragazza, che si avvicinò al rallentatore.

Lulu la guardò negli occhi direttamente. Mai aveva fatto così. ‘Noemi…ti prego, stai attenta a Tidus. Non mi convince… Sa tecniche che non ho mai visto, sappiamo troppo poco di lui… E tutti quei simboli antichi che lo riguardano… Cerca di controllarti e NON far emergere il chakra dorato…intesi??!!’.

‘Co...cosa?? Pensavo che la magia fosse azz…’. L’altra la fulminò a velocità mai vista.

‘Ti ho detto di stare attenta!! Sembra che ci sia una magia oscura ed antica sotto tutto… Non dire nulla da dove provieni, da dove viene lui, e di Zanarkand, capito?? Quell’Hypnel sembra conoscere più cose di noi…’ riprese la maga, iniziando a camminare avanti.

‘Lulu…’—disse con strana sicurezza la ragazza—‘…mi ha salvato la vita così tante volte…Ho promesso di aiutarlo… se devo fidarmi o no, sarà lui stesso a farmelo capire…e fino ad ora si è mostrato un amico…’.

 

La strada sterrata passò poi vicino ad un piccolo torrente del Fluvinlunio, su cui crescevano anche diversi fiori di “lillà lunalis”. Dopo alcuni minuti di silenzio, Noemi ripensò alle parole che aveva detto alla maga. Anzi, si stupiva di quelle parole, che se le aveva pronunciate senza pensare. Era forse l’istinto che gliela aveva detto, o qualcosa che la spingeva a potersi fidare. Più ci pensava e più trovava fiducia nei suoi confronti, e non sapeva nemmeno spiegarsi il perché.

Il gruppo poi incontrò due Ronso, quegli Yenke e Brian incontrati prima a Luka [cap.10], e alla loro vista Kimahri subito acquisì nel volto l’aria di combattimenti e sfide.

‘Guarda guarda…piccolo Kimahri con invocatrice!!!’ disse quello dai peli gialli, Brian, con aria superba ed orgogliosa. I due avevano sulla fronte dei corni appuntiti e lunghissimi, mentre Kimahri sembrava che ce l’avesse spezzato a metà, come se spezzato quando ancora non era duro.

‘Senza corno!!! Senza corno!!!’ disse Yenke con voce infantile.

‘Venite per insultare Kimahri??!!’ controbatté lui, avvicinandosi a loro prima di tutti. Noemi era così assorta nei suoi pensieri che, guardando il suolo, continuò a camminare senza dare loro retta, tra tutti quei fitti alberi.

‘Veniamo per vedere come sei forte Kimahri…’ continuò Brian, prima che con il compagno si mettesse a ridere a fauci aperte.

Kimahri gli stava per lanciare un destro, quando lo interruppe Auron.

‘FERMO!!!...’—si avvicinò al terzetto con quel passo lungo e pietrificante—‘…E voi, se siete qui per rallentarci il viaggio, farete meglio a levarvi di mezzo dalla strada!!!’.

I due Ronso, in effetti, sembravano non avere molta voglia di prendere in giro Kimahri e pestare il suo difensore, perché dava molto fastidio il sole che picchiava, e loro in genere preferivano ambienti freddi come il loro monte Gagazet.

‘Ahahahah!! Molto bene Kimahri…se restare senza invocatrice un giorno… tua colpa!!’ continuò Brian ridendo a crepapelle dopo una battuta sciocca di Yenke.

I due si allontanarono ridendo e sfottendo il loro simile, con Yuna che cercava di tranquillizzare l’istinto del suo compagno. Raramente i Ronso agivano pensando. Erano pur sempre o quasi leoni…e una tra le qualità migliori di Kimahri era appunto il suo giusto istinto e il suo agire anche in modo razionale come gli umani. Era in questo molto simile a loro.

 

Noemi si era già allontanata di un centinaio di metri, quando sentì, improvvisamente, alcuni strani rumori dolci uscire dalla riva del fiume dietro di sé. Si girò di scatto, e vide una ragazza uscire da esso, che portava uno strano vestito rosso, che emetteva riflessi lucidi, che scopriva in totale, almeno la metà del suo corpo. Portava occhialini come gli Albhed, e dalla sua testa si notavano dei capelli di colore biondo acceso. Lei, senza accorgersi di Noemi, fece calare la cerniera dietro la sua schiena, e piano piano si tolse quel vestito, lasciandolo a terra, ed abbassò gli occhialini, tenendoseli sul collo, scoprendo i suoi occhi verdi e lucenti che notarono la presenza della ragazza, che continuava a fissarla. Portava sotto una canottiera arancione, bagnata dagli occhialini appena tolti, e le sue gambe sottili erano scoperte da corti pantaloncini verdi, che erano retti tramite una cintura per metà bianca ed arancione. I suoi capelli lunghi erano raccolti dietro con un codino, e la sua lunga frangia era aperta a finestra, da una parte e dall’altra tenute ferme da fermagli.

Noemi non credeva ai propri occhi. O era ancora l’ipnosi?

‘Ri…Rikku!!! Allora…sei viva!!!’ esclamò, rivedendo la ragazza Albhed della nave [cap.2].

‘Tu??!! Semmai sono io a farti questa domanda!!! Eri con me sott’acqua, per poi sparire di colpo!!! E menomale che c’era quel ragazzo…’.

Noemi sembrò ricordare quello che successe dopo come un flash confuso. E gli improvvisi occhi sognanti dell’altra, affiancati da un leggero rossore delle sue guance, incuriosirono non poco la ragazza.

‘Ma la vostra nave…che è successo?? E’ stata attaccata da Sin…’.

Rikku la squadrò un poco.

‘Ma!! Allora ERI lì!! Dove eri finita?’.

Il discorso venne interrotto dall’arrivo del gruppo. Esso si fermò quando videro le due chiacchierare normalmente, e subito chiesero chi fosse la nuova.

‘Ragazzi…. Vi presento Rikku. Si trovava in quella nave che vi dicevo… E’ un Alb…ehm…eee…è ancora sana e salva…eheh…’. Se Wakka sapesse che lei è un’ Albhed…

‘Ah!! Piacere…Rikku…’ disse Yuna, seguita dall’ex-capitano, che si avvicinò con faccia amichevole e curiosa di fronte alla nuova amica.

‘Bhé…dopo la lotta con quella macchina… che c’è di meglio che conoscere qualcuno di nuovo??’.

Alle sue parole lei ammutolì. Sì, era l’unica ancora in missione dei tre.

‘Aaaahhh….’—fece lei guardando il suolo con occhi prima cupi, poi improvvisamente strapieni di vitalità—‘…Sentite!! Vi dispiace se mi metto nel vostro gruppo?? Insomma…sono sola, senza un mezzo di trasporto…’.

‘Dov’è casa tua??’ le chiese la maga.

Rikku era una fucina di idee. Infatti, aveva già davanti tra le mani almeno sei varianti di risposte valide.

‘Purtroppo non ce l’ho. Sto cercando un posto fisso…e meglio di un pellegrinaggio per trovarlo…!!’.

I guardiani si volsero verso Yuna. Era alla fine lei che doveva decidere cosa fare. Lei si avvicinò con passo sereno alla bionda, facendole un segno di reverenza.

‘Oh…posso darti del tu?? Non fare quel genere di cose… preferisco che mi dici un “ciao” con la mano!!’.

Yuna rise di gusto e si rivolse poi a tutti gli altri.

‘Ecco…voi non siete in disaccordo se lei diventa guardiana fino a quando non troverà un posto??’.

Nessuno le fece obiezione. L’unico a rispondere fu Wakka. ‘Ma certo!! Benvenuta tra noi!!’ e si diede inizio alle presentazioni. Quello più sospettoso fu Auron, al quale non sfuggiva nemmeno il singolo particolare, a differenza dell’ex-capitano.

A prima vista la ragazza bionda era vispa, caricatissima, ma i suoi sguardi conferivano sincerità e bontà assoluta. Aveva solo bisogno di amicizie e conforto. Ma quegli occhialini dicevano qualcos’altro…

Quando il gruppo ripartì, il guardiano professionista si avvicinò a lei con severità, mentre Noemi restò lì a guardare curiosa.

‘Fammi vedere gli occhi’.

Agli occhi castani chiari del guardiano, lei obbedì senza opporre la minima resistenza o fare domande. I suoi occhi erano verdi chiari, e non aveva una pupilla: come tutti gli Albhed, vi aveva invece una chiocciola nera a spirale. Lì Auron capì tutto, e seguì poi gli altri senza fare cenno o movimento. Si comportò come se non aveva visto nulla.

Noemi invece rimase sbalordita e si mise a parlare con la nuova compagna per tutta la fine del tragitto che portava alla città dei Guado.

‘Ma…non hai pupille… ci vedi?’.

‘Certo che ci vedo!! Che credi??!! E non mi hai detto dove sei andata l’ultima volta!!’. Perfetto… ora che dico??

‘Ehm… sono scappata… quando ho visto quei piranha… i…insomma…non volevo finire in brandelli!!’.

Rikku poi notò la strana catena che Noemi portava al collo. Quello strano simbolo lo aveva già visto in qualcun altro e ciò le fece avere un flash.

‘LO SCRIGNO!!!!’ gridò con la bocca tappata dalla sua mano destra per non fasi sentire.

‘S…scrigno??’.

‘Ehm… niente…niente… avevo un carico sulla nave… e mi sa che è rimasto lì…era molto importante…!!’.

‘Basta che torni nella nave, qual è il problema? Il trasporto e basta…no?’.

Gli occhi della ragazza Albhed si fecero un po’ preoccupati.

‘E’ impossibile tornare su quella nave…’.

‘Siamo arrivati!!’ esclamò Yuna, appena raggiunse un albero enorme, completamente cavo, che aveva avuto almeno qualche centinaia di migliaia di anni. Era così grande dentro, che ci poteva stare metà villaggio di Besaid. I rami erano tutti intricati anche all’interno, tanto che la luce non riusciva a penetrare da nessuno spazio. L’erba era verde brillante, come se non avesse conosciuto alcun passo.

A quella vista Wakka restò sbalordito, e non riuscì nemmeno a fare i suoi soliti commenti. Noemi, invece, sembrava averlo già visto un albero così grosso. Questo albero assomiglia tanto a quello che c’è ad Alphaville a sud di Metropolis… già, l’albero più antico del continente…a quanto pare c’è anche a Spira…

All’interno della cava, era presente un corridoio fatto completamente dalle radici di varie piante, che, sembravano non puzzare per niente di terra. Sopra di esso, era presente una scritta indecifrabile: “Benvenuti a Guadosalam.

‘Oh!! Cos’è??’ chiese Noemi, attratta da quegli strani simboli.

‘E’ lingua Guado… andiamo, l’accoglienza è la loro migliore qualità…’ rispose Lulu, e l’intero gruppo con Rikku entrò nella città di Guadosalam.

 

La città si trovava sotto terra, e sembrava più un villaggetto in realtà, tra le radici di quell’albero millenario. Tutto, dalle pareti, agli edifici, alle viozze, c’erano rami e radici, lisci e perfetti, tutto sembrava in armonia completa con la natura. La luce, luminosissima, era garantita da strane polverine di “Sacromagilite”, o così la chiamavano, che bruciavano. Le porte con le insegne della stessa strana lingua di prima erano invece di vetro, tutto colorato di verde, blu o fucsia brillante, sulle quali correvano lineamenti, forme curveggianti e strane. Le vie sfruttavano ogni singolo spazio, andando anche ad incrociarsi su livelli sfalsati e sopraelevati, che si intrecciavano tra loro in modo indescrivibile. Sulle vie camminavano diversi Guado: gente di pelle azzurrina, ma non troppo, molto simili agli umani, tranne per l’altezza, le orecchie e le dita più allungate e più appuntite sulle estremità. Una gente pacifica, che portava massimo rispetto e serenità a chiunque, senza badare tanto alla specie che si presentava di fronte a loro.

Un Guado alto, un po’ anziano, ma dritto sulla schiena, si avvicinò al gruppo, con l’abito allungato come gli altri, che lo rendeva più importante per le forme che c’erano sopra, e questo portava capelli ricci verdognoli e tutti sparati, come del resto i suoi baffi e la barba, lunghi entrambi.

‘Benvenuta a Guadosalam, mia invocatrice…mi chiamo Tromell Guado… Il maestro Seymour arriverà tra poco…fatevi trovare nella residenza laggiù... la vostra permanenza qui ci riempie i cuori d’orgoglio…’.

Detto questo, egli indicò con il lungo indice una porta, che si trovava più in fondo di tutti, e che evitava ogni via che portava ai livelli più rialzati. Era riconoscibile per la porta, più grande delle altre, e sopra di essa c’era una scritta: “Residenza Sacra  del  Maestro.

Oh, no!! Ancora quel barbone!!! Che palle!! Ma non ci lascia mai in pace?? Peggio degli Albhed con tutte quelle arie che si dà tutte le volte!!!!

Appena sentì il nome del “gran” maestro, Wakka avanzò con il suo classico e cupo broncio, prima che Lulu lo fulminò con lo sguardo. ‘Vedi di comportarti bene, non è il momento adesso!!!’.

Rikku invece non stava mai ferma. Era sempre in movimento, pimpante, e quando camminava quasi saltellava. Come Albhed sapeva amministrare qualunque genere di macchina, e ciò era anche incredibile, visto che aveva un’età di circa 15-16 anni soltanto. Noemi non aveva mai visto una tipa così carica.

L’aria della città era così pura che liberava i polmoni. In quel covo sotterraneo era possibile notare la squadra dei Guado Glories che correva e si allenava tra le viozze legnose della stessa città, tra i passanti che si mettevano di lato per lasciare le vie libere.

‘Bene, ragazzi…ci fermeremo qui fino a quando non arriverà il maestro...’ fece l’invocatrice girandosi verso i guardiani. Kimahri ed Auron non fecero motto, e si appoggiarono entrambi sulla parete lignea lì vicino, il primo a braccia conserte, il secondo faceva cadere tutto il suo peso su quei rami robusti.

Lulu e Wakka preferirono fare rifornimento di pozioni ed antidoti contro i veleni dei mostri lì presenti, specialmente quello delle “api killer”. Con la sua vitalità li seguì anche Rikku, ancora stupita di vedere proprio lì Noemi dopo tutto quello che era successo all’una ed all’altra. Già, ancora lei non sapeva nulla dell’orfana di Metropolis…

‘Allora… conosco una piccola saletta… vediamo se trovo Yuma…’ bisbigliò Yuna a Noemi che le era accanto, anche se questa, più che badare alle sue parole, era più concentrata a contemplare l’incredibile posto avvolto nella natura. Così lei trascinò la ragazza con il suo entusiasmo, che divenne massimo quando vide una giovane Guado adolescente, che portava capelli rosso mogano e corti, che appena notò le due, subito vi corse incontro.

‘Yuna!!!! Amica mia!! Sei qui!!!!!’ e la giovane Guado la abbracciò con grande felicità, tipica di due persone che non si vedevano da tanto, tanto tempo. Si devono conoscere molto…

‘Eheheh…Noemi, questa è Yuma… è una mia cara vecchia amica di infanzia… spesso mi accompagnava in questa città dove ho conosciuto Yevon prima di passare la mia adolescenza a Bevelle…!!!’.

Noemi strinse la mano al Guado, che aveva mani più fredde e dita lunghissime e senza la presenza di un filo d’unghia. Faceva quasi provare ribrezzo.

‘Eheheh…ci siamo conosciute per via della grande somiglianza dei nostri nomi…’—poi si rivolse alla cara amica—‘…non avrei mai immaginato che saresti diventata la nostra speranza!!!’.

‘Già… E…vorrei andare nella Sala del Pensiero… Macchen è qui, vero??’.

‘Certo!! Venite!! Vi conduco subito da lui!!!’.

Non ci sto capendo un tubo…comunque non mi inspira molto questa “Sala del Pensiero”… anche perché io penso fin troppo!!!

Le tre camminarono per uno dei viottoli sopraelevati, fino ad arrivare ad una piccola porta sulla quale l’insegna segnava “chiaramente” “Sala del Pensiero di  Macchen”. All’interno Noemi rimase stupita. Superata la soglia della porta di vetro colorato, i rami assumevano uno strano colore azzurrino, e formavano, intricandosi, strane forme mai viste prima, curveggianti o quadrate, che quasi, con i loro movimenti, riuscivano a confondere qualsiasi senso. La stanza era completamente vuota, illuminata dai Sacromagilite fiammeggianti. Là, da solo, in meditazione, stava un signore anziano, dalla barba lunga fino al petto, con il viso svigorito e segnato da profondissime rughe, e le folte sopracciglia, che quasi gli coprivano gli occhi, infondevano una notevole saggezza e senso di rispetto. Con la sola forza della mente, riusciva a librarsi senza problemi a diversi centimetri dal suolo blu ligneo.

‘Macchen!!! E’ venuta un’amica…!!!’.

‘Ehhh Eh???!! Cofa?? Chfe cfé??!! Cfhi mi disfturba??’ pronunciò quello, che sembrava ora invece un vecchio decrepito. Poi continuò.

‘AAAhhh!! Ho capito… Voi dofete essere l’invocaftrice…pfrego, accomodatefi…’. Gli devono mancare molti denti per parlare in quel modo…

‘Volevo… far insegnare alla mia amica come invocare una spada magica in suo possesso…’. In MIO possesso??

Dopo il segno di riverenza di Yuna, Noemi si presentò con un po’ di imbarazzo. O forse di disgusto, visto che l’alito del vecchio era davvero micidiale…

‘Ah…una spfada cfhe si infoca…Sì, ho senfito delle cofe sfimili… E’ molto sempflice… basfta la forzfa della mentfe…!!’ rispose Macchen, che portava anche un cappello lungo tipo cardinale da Chiesa, metà blu e metà verde. Aveva il vizio di gesticolare ad ogni parola che diceva.

Yuna si pose a sedere vicino a Yuma, le quali si misero a parlare sottovoce, e la prima lanciava occhiate amichevoli e pieni di fiducia verso l’orfana. A darle coraggio era però più il sorriso e gli occhiolini.

Macchen si alzò, ben ricurvo sulla schiena.

‘Conosci i lunioli??’.

‘Ehm…non tanto…ecco…sono stata intoss…’.

Alle parole timide di lei Macchen reagì tacendola con la mano aperta sinistra alzata davanti al suo viso.

‘Non pfreoccupfartfi… Adesso tfi spfiego…  i lunioli sono partfi di un’anima che fi difintegra, si dispferde compfletamente o quafi. Quando le perfsone chfe perfdono la fita non fengono trfapassate, quefte difentfano dei mostrfi, chfe se fengono uccifi liberano quefte “comete”…’.

‘Ho visto molte volte questo…’ fece la ragazza, con espressione più disgustata per l’odore della bocca.

‘Bene… perfò, l’amore, la concentrfazfione, e magie come il chakrfa o le sfere possono riunire di nuofo quefti lunioli e ricompforre l’anima…’.

‘Sì…ma…cosa c’entra con…’. Macchen la zittì di nuovo, stavolta con la mano destra. Quell’atteggiamento la stava leggermente innervosendo.

‘Se la forzfa di una di quefte o di tutte infieme è sfufficientfe, è possibile far difentare reale cfiò chfe era fottoforma di fpiritfo. Ad efempio, l’infocatore, con il suo chakfra, è in grado con le sffere di radunare i lunioli degli intfercessori, per far riapparire magicamentfe nella realtfà i mitfici Eoni, evocandoli. Cfon la spfada è pratficamentfe lo ftesso… bafta concentfrare la mentfe, e la spfada apparirà dafantfi a te…’.

Noemi squadrò un poco il vecchio. Ah, sì, sapientone, ok, ma come si fa???!!! E poi parla meglio, non si capisce quasi niente di quello che dici!!

Macchen si girò, fece alcuni passi e poi tornò a lei.

‘Bene…ora defi concentrfartfi al massimo. Penfa alla spfada, com’è fattfa, allo scfopo, al tuo strfettfo bifogno di essa… immagina dofe fuoi trofarla, ed essa verrfà da te…’. La fai troppo facile… ho già la testa piena di enigmi, ora la distruggo completamente…guarda un po’ cosa devo fare…Allora tu!! “Zanarkandese”… Sei contento?? Ci stai godendo??!! Guarda cosa sono costretta a fare per colpa tua…’.

‘Noemi…??’

‘E…eh??? A…ah?? Cosa??!!’ la ragazza fu come colpita da un fulmine.

‘Chfe stfai dicfendo? Cfon chfi stai parlando??’ chiese lui, tirandosi delicatamente la barba come un perfetto pascià.

‘Ehm…n…nulla…stavo parlando tra me…e me…’. E forse non è nemmeno un modo di dire…

Lei così si mise completamente al centro della sala, mentre Macchen zittì con la mano sinistra sempre al modo solito le due intime amiche, creando uno strano silenzio. Il volto di Noemi si trasformò da quello sorpreso a quello concentrato e deciso. Ella chiuse gli occhi, non fece più motto e iniziò a concentrarsi ed a pensare. Gli veniva in mente Metropolis, quel padre odioso… altro che spada!!! Quel padre che l’aveva lasciata lì, sola, in balia della sorte, costretta a rubare qua e là pezzi di pane e di frutta…e ora si trovava lì, su Spira, senza maltrattamenti, con nuovi amici, con le prime avventure che l’avevano, perché no, cambiata, anche radicalmente, e forse non se ne rendeva proprio conto. Tutto era partito da lì, da quell’indovina che sembrava conoscere i suoi desideri, le sue disperazioni, conoscere proprio lei…e poi quell’arma in mano che lei prese la prima volta e che si illuminò di luce turchina intensa…e…e…

Cosa sei costretta a fare per me?? Lo so…sono in debito con te e mi dispiace…ma vedrai che la tua tremenda storia nel tuo mondo finirà…la farò finire…

A quella voce familiare Noemi aprì di colpo i suoi occhi verdi, colti da un insolito bagliore azzurro che durò per pochi secondi. Fece un sussulto lungo mezzo metro e spalancò la bocca quando si ritrovò alle mani la magica spada cristallizzata.

  
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