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Autore: kkochon    19/06/2017    1 recensioni
Avete mai sentito parlare del buio? Harry Styles sì, ne aveva sentito parlare, e lo aveva anche conosciuto da vicino. Era caduto in un baratro dal quale non riusciva più a rialzarsi a causa della sua pazzia. Già, Harry era pazzo e viveva nella sua stanza buia. Cos'era per lui il buio? Il suo migliore amico dal momento che ormai aveva imparato a conviverci.
Ma cosa succederebbe se un giorno Louis arrivasse a casa sua come nuovo maggiordomo e accendesse finalmente la luce della sua stanza e, forse, anche della sua vita?
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il cancello che Louis Tomlinson aveva davanti non presentava alcuna imperfezione. Non un graffio sulla bianca vernice, non un segno di ruggine.
Gli occhi azzurri del ragazzo si spostarono verso il citofono color oro racchiuso tra le bianche mura che circondavano il fiorito giardino dell'elegante villa.
  "Certo che ne hanno di soldi," pensó Louis prima di premere il dito su uno a caso dei quattro campanelli. Nel momento stesso in cui lo fece si accorse della telecamera davanti a lui e sussultó appena sistemandosi i capelli castani ed il colletto bianco della camicia con dei movimenti rapidi. Era il suo primo giorno di lavoro, infondo, doveva apparire affidabile e degno di lavorare in un posto del genere.
Dal microfono del citofono uscì un rumore sordo. Non venne detto nulla di superfluo. Il cancello sì aprì automaticamente qualche secondo dopo.
"Oh, okay."
Mormoró il ragazzo prima di spingere il cancello in avanti ed entrare.
Si prese un po' di tempo, mentre richiudeva l'entrata dietro di sè, per ammirare il curato giardino inglese che aveva davanti.
"Non si direbbe la dimora di un pazzo."
Pensó ammaliato.
  Superato il giardino, seguendo il percorso di pietre bianche, Louis raggiunse il portone della villa e bussò due volte.
Un uomo anziano e ben vestito aprì poco dopo per poi mormorare un moderato: "Avanti."
"Buongiorno, sono Louis Tomlinson. Mi avevate chiamato per quell'incarico."
Si presentò il ragazzo tendendo una mano verso l'uomo.
"Certo."
Rispose semplicemente l'altro ignorando completamente il saluto del giovane. "Per qualsiasi domanda può trovarmi in questo piano in quella stanza." Aggiunse per poi indicare una porticina di legno dietro di lui, accanto a delle scale di marmo.
"Se vuole vedere il signorino Styles è nel suo studio, piano superiore seconda porta a destra. Luogo dove passa la maggior parte delle sue giornate."
"Oh, un lupo solitario!"
Sorrise il ragazzo. Da parte dell'anziano non vi fu nessun tipo di reazione divertita ed il sorriso di Louis si spense.
"Ehm... bene. Credo che andrò allora. Piano superiore seconda porta..."
"A destra."
"A destra, sì grazie."
E con queste poche parole la conversazione si spense.
Louis iniziò a salire le scale a passo svelto maledicendosi mentalmente per ciò che era appena successo. Non che comunque se ne desse del tutto una colpa. Sperava solo che tutti in quel posto non fossero come quel vecchietto. Incluso il ragazzo al quale avrebbe dovuto fare da babysitter.

Arrivò alla fine delle scale praticamente senza fiato. Non era mai stato un tipo atletico, ed il suo vizio per il fumo di certo non lo aiutava.
In ogni caso arrivò davanti alla seconda porta a destra.
La luminosità era la stessa per tutto il corridoio, eppure, rispetto alle tre porte presenti, quella davanti a Louis sembrava la meno illuminata. Come se solo in quel punto la luce si sentisse non accettata e si offendesse alla sola idea di avvicinarsi.
Il ragazzo scosse la testa sorridendo e tornò a pensare razionalmente.
Alzò la testa verso delle lampadine inserite nel soffito e controllò se per caso nelle vicinanze ce ne fosse una bruciata. Nel momento in cui ne vide una, proprio sopra la sua testa, sorrise rilassato.
"Beccata," pensò. "Un giorno magari la sostituirò."
Tornò a portare la sua attenzione alla porta davanti a sè e bussò due volte prima di aprire girando la maniglia. La prima cosa che notò fu senza obra di dubbio il buio pesto che vi era nella stanza. Strinse gli occhi come accecato da quell'improvviso ed inaspettato cambio d'illuminazione e si schiarì la gola.
"Buongiorno, credo."

 
   
 
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