Madness Of  Darkness

Camminava freneticamente, avanti e indietro senza sosta.

I suoi passi, erano attutiti dalla moquette pregiata sulla quale continuava a passeggiare ormai da ore.

Si guardò intorno, osservando con distratta attenzione l’arredamento della stanza, finché non trovò quello che cercava.

Su di una catasta di fogli, giaceva un fascicolo ormai dimenticato; i fogli logori e ingialliti, risalivano a parecchi anni addietro eppure…era proprio quello di cui aveva bisogno.

- Finalmente l’ho trovata – bisbigliò osservando le foto allegate.

Ora aveva un nome, sapeva chi cercare.

- Alice – chiamò Jasper, senza ottenere alcuna risposta.

Si avvicinò alla sua compagna che fissava un punto impreciso davanti a se.

Quando le fu accanto, le scosse con delicatezza una spalla.

La ragazza sussultò – Jasper! Mi è preso un accidente –

- Beh, a dire il vero ti ho chiamata però non mi hai risposto…per caso hai avuto qualche visione? – chiese premuroso, avvicinandosi ulteriormente.

Visioni? No.

Però sicuramente qualcosa di molto simile, anche se non era riuscita a capirne il senso, era come offuscata.

Le sfuggivano i dettagli.

Alla fine sollevò lo sguardo – No, stavo solo pensando – rispose.

Non aveva intenzione di allarmare nessuno…almeno finché non avesse avuto conferma.

Prese la mano del ragazzo, era ora.

Insieme si avviarono verso casa, adesso che lo aveva accanto era più tranquilla e non era solo merito dei suoi poteri.

Le bastava solo vederlo o udire la sua voce per sentirsi meglio.

Percorsero il bosco senza fretta, l’erba e le foglie scricchiolavano sotto i loro passi.

L’aria fresca attraversava i suoi capelli scompigliandoglieli, l’inverno era vicino e con esso sarebbe giunta la neve.

La neve…non era certa che le piacesse.

Quell’elemento tanto ipocrita da coprire indistintamente chiunque si trovasse lungo il suo passaggio.

Chinò il capo con fare pensieroso.

Aveva la scomoda sensazione

Che con l’arrivo della neve, sarebbe giunto qualcos’altro

Qualcosa che poteva rovinare la sua realtà…

Il suo sguardo, tornò a fissare il volto del ragazzo.

Non voleva perderlo, strinse la presa sulla sua mano. Non avrebbe permesso a nessuno di rovinare tutto.

- Mi domandi dove stia andando?- disse la donna.

- Sì, lei non può prendere e partire così! –

A quell’affermazione sorrise.

Niente l’avrebbe fermata.

Non ora che era così vicina dal raggiungere l’obbiettivo.

Strattonò il braccio che la ragazza le teneva, appena fu libera dalla presa fece un cenno di saluto e si voltò.

Raggiunse la porta a vetri, spalancandola sulla città che aveva davanti.

Il conto alla rovescia era appena cominciato.

***

Finalmente a casa.

Non vedeva l’ora di mettersi comoda, stava salendo le scale quando qualcosa la trattenne.

Volse lo sguardo alle sue spalle…in quel momento un solo pensiero attraversò la sua mente “Cavolo! Edward sa”.

- Esattamente, dobbiamo parlare – disse Edward prendendola per un braccio.

Aveva bisogno di delucidazioni, nessuna scusa avrebbe retto, non stavolta.

***

- In tutto fanno 45.60 – fece il ragazzo alla biglietteria.

La donna frugò nella borsa, finché non trovo il portafoglio color rosso carminio.

- Tenga – disse porgendo i soldi.

- Bene, il volo per Forks parte tra una trentina di minuti, grazie per aver scelto la nostra linea e buon viaggio -

***

Mentre seguiva il fratello, Alice volse uno sguardo oltre la finestra, verso il cielo.

Sì…Qualcosa non andava.

Difficile vedere la luna nel pozzo

quando è coperta da nuvole di tempesta