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Autore: Rabbit_183    21/06/2017    1 recensioni
L’umanità ha sempre avuto bisogno di trovare qualcuno da pregare nei momenti di difficoltà e qualcuno da incolpare nei momenti di dolore, così nei secoli sono nati gli eroi e i mostri. Ma si sa il concetto di mostro ed eroe è relativo, basti pensare al gatto e al topo: il topolino vede nel gatto un mostro feroce mentre noi vediamo il nostro eroe.
Così a Doylestown tre branchi in lotta per lo stesso territorio e una serie di inspiegabili omicidi portano la cittadina sull'orlo di una guerra, riusciranno i nostri tre giovani Alpha a determinare chi è il vero mostro?
Ducke, Alpha rispettato, coinvolto in un amore proibito sarà in grado di rimanere fedele ai suoi ideali o si arrenderà ai sentimenti?
Katrina, troppo segnata dal suo passato per vivere a pieno il presente, Alpha rigida e inflessibile riuscirà a ritrovare la sua felicità perduta?
Logan, quello che perde sempre le chiavi di casa, quello che si trova a dirigere un intero branco per imposizione.
Tra amori impossibili e tante brutte figure, i nostri eroi metteranno in crisi le loro più profonde convinzioni, fino a capire che in realtà mostri ed eroi non sono poi così diversi.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Doylestown ,Pennsylvania

Ducke odiava svegliarsi presto, ma soprattutto odiava le urla di sua madre che da più di dieci minuti tentavano di buttarlo giù dal letto. Ecco quello che succede ad avere un migliore amico che ti trascina in giro per tutti i pub della città fino a notte fonda , alla disperata ricerca di una donna con cui concludere la serata.

“Ducke, Santo cielo sono ore che ti chiamo, muoviti tuo padre ti vuole parlare di una questione urgente, è in cucina e ci sono anche gli O’Connor “.

Così sua madre era piombata come un uragano in camera aprendo le imposte della finestra.

“ Sto arrivando ”rispose Ducke, con voce impastata dal sonno.

Dopo una velocissima doccia si diresse in cucina preoccupato, di solito quando gli O’Connor si presentavano a casa  la mattina presto non era mai un buon segno.

 

Entrato in cucina trovò ad aspettarlo il viso scuro di suo padre, Peter, e accanto a lui il viso ancora più scuro del suo vecchio amico, John accompagnato dal figlio, Erick.

Suo padre era un uomo molto solare, soprattutto la mattina (a differenza del figlio che rimaneva in uno stato comatoso fino alle dieci), certo, non era particolarmente loquace, ma all'occorrenza sapeva divertire ed intrattenere amabilmente tutti i suoi ospiti.

Quella mattina però sembrava diverso , come se tutto il suo tipico buon umore si fosse dissolto.

Erano tutti e tre riuniti intorno al tavolo coperto da una graziosa tovaglia a fiorellini , sicuramente scelta da sua madre : a capotavola sedeva suo padre con indosso una delle sue immancabili vestaglie color pastello che sfoggiava abitualmente ogni mattina , indipendentemente dalla stagione ; subito alla sua sinistra  si trovava John , migliore amico di suo padre e a sua volta padre del suo migliore amico.

Quest’ultimo stava  mollemente appoggiato al frigorifero  scontando gli effetti della loro notte brava.

 

“Buon giorno Pa’, Erick, signor O’Connor ”  disse Ducke,

I due adulti risposero al saluto con un cenno frettoloso , Erick invece produsse una specie di mugolio incomprensibile.

 

“Perché una riunione di prima mattina? È successo qualcosa?”

Suo padre lo guardò dritto negli occhi , prese un respiro profondo e gli rispose

“ Stanotte è stato ucciso un gruppo di cacciatori a Peace Valley Park.”

 

Ducke sgranò gli occhi per la sorpresa

“Quale gruppo? Non starai parlando di. . .” non ebbe neanche il coraggio di terminare la frase, ma Erick lo fece per lui.

“Sì , si tratta di Martha e gli altri poliziotti"

 

Si mise a sedere sullo sgabello più vicino, cercando di fare chiarezza nella sua mente.

Martha era una cacciatrice della città, di qualche anno più grande di lui , era nata nel quartiere vicino e da un anno era entrata in polizia , come molti altri cacciatori prima di lei.

Forse Ducke non poteva chiamarla una vera e propria amica , ma ,nonostante i loro  avi fossero  stati in lotta da secoli, la rispettava e lei rispettava lui, Martha non l’aveva mai considerato un mostro.

 

“Figliolo, mi dispiace”

Le parole del padre lo riscossero dai suoi pensieri e così riuscì a formulare una domanda di senso compiuto

“Chi può essere stato?Perché?”

 

“Non lo sappiamo, l’unica cosa certa è che sono stati attaccati da uno o più animali selvatici , e tutti noi sappiamo cosa questo comporti." Rispose il Signor O’Connor

 

Lupi.

Per la precisione metà lupi e metà uomini, licantropi.

 

“Questa sicuramente è opera del branco dell’Est, animali incivili che mangiano ancora carne cruda. Dovremmo reagire, stanno superando il limite.”

Esclamò Ducke arrabbiato. Trovando subito ‘ appoggio dei due adulti.

Ma per la prima volta Erick prese la parola, riprendendosi dal suo stato comatoso:

“ Non possiamo né accusarli né tanto meno attaccarli, non abbiamo prove certe su chi sia stato. Per ora teniamoli d’occhio anche a scuola e quando noteremo qualcosa di sbagliato attaccheremo, fino ad allora manteniamo la calma.”
Le parole del ragazzo calmarono subito gli animi riuscendo ad evitare una possibile guerra.

“ Daccordo Erick, mi fido di te. Però adesso dobbiamo sbrigarci, non voglio entrare tardi!” Esclamò Ducke di nuovo calmo.

“ Certo, non sia mai che il Neo eletto rappresentante d'istituto ritardi”, ironzzò Erick.

E così uscirono di casa, i due uomini , una volta rimasti soli in cucina ,si scambiarono uno sguardo complice : i loro ragazzi erano cresciuti , un giorno sarebbero diventati ottimi leader superando anche loro stessi.

 

Katrina e Joshua erano impegnati in una delle loro solite corse mattutine, o meglio Katrina correva, Joshua arrancava dietro di lei e cercava di tenere il passo senza sembrare asmatico.

“Ehi, Kat fermati! non ce la faccio più”, supplicò Joshua ormai senza fiato.

Katrina sbuffando rispose “Josh sei la vergogna della nostra specie”

“Ehi, non è colpa mia, siamo licantropi non maratoneti!” a quel punto Katrina scoppio a ridere scostandosi delle ciocche blu dal viso.

Continuarono a scherzare dirigendosi verso Peace Valley Park come tutte le mattine. Quel giorno però non trovarono la solita pace e calma ad aspettarli .Erano quasi arrivati al parco quando Katrina si bloccò e Joshua per poco per non le cadde addosso:

“Ehi Kat,ma che ti prende?” Katrina però non lo stava ascoltando, osservava la scena davanti a lei, così Joshua incuriosito seguì il suo sguardo e rimase esterrefatto: l’intero ingresso del parco era stato transennato e degli agenti perlustravano il territorio tenendo al guinzaglio un paio di cani, altri invece fotografavano macchie di sangue a terra ed altri ancora tentavano di allontanare i curiosi dalla scena.

“ Ma cos’è successo?” chiese di nuovo Joshua,

“Non lo so, forse un omicidio?” rispose Katrina dubbiosa, senza staccare gli occhi dalla scena

“Un omicidio? -  si interruppe un momento per fiutare l’aria - Direi più una carneficina a giudicare da tutto questo odore di sangue.” rispose Joshua.

 

I due incuriositi si avvicinarono, tentando di non attirare l’attenzione, ad  un uomo in giacca e cravatta che stava parlando animatamente al telefono seduto su una panchina non lontana da loro.

 

“. . .è incredibile, non ho mai visto tanto sangue tutto insieme come oggi. Nessuno merita una morte del genere , non pensavo che un branco di lupi potesse essere tanto feroce…. si li stanno cercando...”  

Ascoltate queste parole Katrina sbiancò e si voltò alla ricerca dello sguardo dell’amico

“Stai pensando quello che sto pensando io ?”

“Non credo si tratti di semplice lupi “, Katrina lanciò un ultimo sguardo agli alti alberi che circondavano il parco , poi si voltò verso il sentiero da cui erano appena venuti e disse:

“Meglio tornare subito a casa, dobbiamo avvertire mio padre”

 

Appena arrivati davanti alla staccionata della piccola casa bianca videro Daniel che impugnando un martello stava tentando di riparare il comodino di camera sua .

Si asciugò il sudore che gli imperlava la fronte e bagnava i capelli corti , ormai brizzolati.

Negli ultimi tempi si dedicava sempre più spesso ai piccoli lavoretti domestici , per la gioia della figlia , infatti questi gesti quotidiani lo rendevano più sereno e rilassato.

Erano anni che non lo vedeva sorridere così spontaneamente , dopo la morte della madre di Katrina , sua moglie, il suo viso era diventato sempre più magro e le occhiaie sempre più profonde , come se fosse invecchiato di dieci anni in una sola notte.

Ma vedere i suoi occhi gentili risplendere di nuovo , nonostante le sottili rughe che li circondavano , faceva sentire Katrina sollevata e infinitamente grata. Il peggio era passato.

 

Vedendoli si fermò e sorridendo disse

“Ragazzi siete già tornati?Joshua sei resistito ancora meno dell’ultima volta” 

 

“Papà dobbiamo parlare” esordì Katrina

“ E’ successo qualcosa di grave?” chiese Daniel preoccupato,

“Purtroppo sì” rispose Joshua, e dopo di lui Katrina iniziò a raccontare l’accaduto, Daniel si faceva sempre più scuro in volto,  

“ La situazione è critica, per ora dobbiamo aspettare, non fate mosse avventate o rischiamo di scatenare una guerra. Adesso andate a cambiarvi, tra poco dovete andare a scuola.”

E così dicendo Daniel congedò i due ragazzi, che si ritirarono nelle loro camere per prepararsi, consapevoli che quella sarebbe stata una lunga giornata.

 

Logan era in ritardo,come tutte le mattine , ma questa volta non era colpa sua, infatti cosa poteva farci lui se la corrente era saltata proprio quando era sotto la doccia?
Inoltre nessuno lo aveva avvertito che la macchina era stata portata a riparare, quindi era dovuto correre a perdifiato fino alla fermata dell’autobus, ignorando  la madre che sosteneva di dovergli dire qualcosa di assolutamente importante.

Fortunatamente era riuscito a salire in volata sull’ultimo autobus diretto a scuola,

ma ovviamente non aveva trovato un sedile libero.

Stava maledicendo silenziosamente ogni mezzo pubblico che conoscesse quando il suo sguardo si posò su un ragazzo con un paio di occhiali squadrati che sfoggiava con orgoglio una T-shirt verde dove campeggiava in bella vista la seguente frase “Trust me ,I’m a Jedi”.

A Logan sfuggì un sorriso involontario, William si sarebbe sempre distinto dalla massa,lo osservava  tenere in equilibrio con una mano , mentre con l’altra reggeva il libro di elettronica.

Sul sedile vicino invece  sedeva sua sorella , Emily. Indossava gli auricolari e aveva lo sguardo assorto , qualcosa la turbava , si toccò nervosamente la piccola margherita che aveva intrecciato nei capelli . William le strappò un auricolare ,per accostarsi al suo orecchio bisbigliando qualcosa che la fece scoppiare a ridere .

Logan ebbe l’irrefrenabile impulso di avvicinarsi ai due fratelli che fino a pochi anni prima erano  stati suoi migliori amici, adesso invece  si parlavano a malapena, tutto per colpa di Logan o meglio di ciò che comportava essere lui: aveva dei segreti che restando al  loro fianco non avrebbe potuto mantenere.

Infatti, quando Will incontrò lo sguardo del suo vecchio amico il sorriso gli morì sulle labbra, sostituito da una smorfia di disprezzo misto a tristezza

Logan rimase molto deluso e controllò il cellulare nella speranza che il suo “nuovo” migliore amico, Brian, lo avesese contattato, ma niente, sembrava scomparso.

Quindi passò il resto del viaggio ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino,cercando di non pensare ai due fratelli che ormai avevano notato la sua presenza.

Potrebbe salutarli, infondo erano stati amici, anche solo un breve cenno sarebbe bastato, ma ogni volta che tentava di avvicinarsi Will si voltava, dandogli deliberatamente le spalle.

Continuò ad angosciarsi con questi pensieri fino ad arrivare alla fermata dell’ università, dove scese.

Aveva abbandonato ogni speranza quando si sentì trattenere per  la manica del giubbotto , Emily lo stava fissando con i suoi grandi occhi nocciola.

“Ormai neanche ci saluti più?” sbuffò rumorosamente,

Non ebbe neanche il tempo di rispondere che la ragazza se ne era già andata, correndo verso l’ingresso della scuola.

Logan non sapeva se essere felice perchè finalmente gli aveva rivolto la parola o triste per la non-conversazione che avevano appena avuto. Ormai era  certo che quella sarebbe stata una pessima giornata, ma per lui le sorprese non erano ancora finite.

 

 

 

 

 

Angolo Autrici:

Eilaaaa… cari lettori/lettrici questo è il primo capitolo di Monster con, ovviamente, i primi personaggi tutti lupi… quindi fateci sapere che  ne pensate con un commento e ci vediamo al prossimo capitolo ;)

C&F

 

 
   
 
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