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Autore: WhiteRaven_sSR    24/06/2017    2 recensioni
Questa storia nasce dalla mia passione per i personaggi poco considerati o non protagonisti nelle opere in cui si muovono. E' ambientata nel mondo di Shadowhunters, ma i quattro stregoni protagonisti sono personaggi originali. Il rating potrebbe subire variazioni.
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"[...]I dubbi sorgono quando sono i Nephilim, gli Shadowhunters a fare le regole per tutti, basandole sulle loro esperienze, tradizioni, famiglie, punti di vista. Già. Ma che ne è di noi? Del nostro punto di vista. Che ne è dei Figli di Lilith che da sempre risolvono i loro casini? Anche noi abbiamo le nostre regole. E loro non sono nessuno per giudicarci!"
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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O forse si sbagliava. Infatti il corvo non solo si era lamentato per tutto il tragitto, ma aveva trovato ogni pretesto per insultare qualsiasi Nascosto possibile e immaginabile. Vampiri? Stupidi succhiassangue capaci di combinare solo guai. Lupi mannari? Sacchi di pulci ambulanti facilmente irritabili. Seelie? Un mix uscito male che non fa altro che mentire con parole diverse dal solito. E poi era stato il turno dei Nephilim. Solo il Signore sa quante parole siano volate nei loro confronti, decisamente non tanto piacevoli. E Gilbert si era dovuto sorbire il tutto durante il tragitto dall'appartamento all'istituto, ovunque esso fosse collocato. Non ci aveva fatto caso, troppo impegnato a trovare un sistema per fingersi attento mentre la testa era dispersa con i pensieri verso qualche isola tropicale, dove si sarebbe sicuramente trovato meglio, oltre che in santa pace. Per essere giovane infatti non apprezzava troppo il rumore della città o tutto ciò che andava oltre a una chiacchierata al bar del quartiere. Forse anche perché si trovava in “territorio nemico”, non tanto riferito ai Nephilim, quanto alla città stessa. Insomma, un parigino a Londra era normale venisse notato e preso in giro, come sarebbe stato ovvio il contrario.
Tuttavia, una volta raggiunto l'istituto e visti i gemelli in lontananza, Oskar si decise a fare silenzio, accennando un saluto con la mano. Tutt'attorno era abbastanza illuminato, data la ormai grande presenza di lampioni e luce elettrica in pressochè tutto il mondo. I tempi erano cambiati molto da quando il francese era ancora più giovane e vedere tutta quella luce elettrica, piuttosto che un quantitativo enorme di candele, gli faceva ancora un certo effetto.
Se a lui sembrava ancora strano vedere tutta quella luce elettrica, è facilmente intuibile quanto lo fosse in modo esponenziale per i gemelli. Nati nei tempi bui, scoprire l'elettricità per l'uomo era stata una mossa geniale, per loro un po' meno visto l'uso della magia, ma abituarsi a vedere i Mondani entrare in un edificio e accendere la luce con il semplice click di un interruttore, era tutta un'altra storia. Non fu difficile capire quindi perché Ash se ne stesse appollaiato al lampione più vicino, le gambe incrociate attorno all'asta di metallo, salde nella presa benché in caso di caduta sarebbe potuto levitare. Con l'indice della mano stava battendo piano sul vetro squadrato sulla cima, come un bambino a un animale dello zoo, in attesa della sua reazione, un sorriso ebete stampato in volto.
Spero che non ci voglia una vita perché sono stanco” ennesima lamentela di Oskar, mentre si grattava la testa con lieve sonnolenza. Essere uno stregone non era facile e dopo tutto quel trambusto aveva bisogno di dormire.
Gilbert lo vide squadrare Ash per quel suo comportamento infantile e l'altro sembrò non accorgersene finchè l'intero gruppo non decise di avviarsi all'interno. Ovviamente accedere a un istituto di Shadowhunters richiedeva alcuni controlli, quindi dopo aver rimosso tutti il glamour per mostrarsi con il loro vero aspetto anche a loro, già dotati di Vista, rimasero in attesa nell'ingresso principale. Come ogni istituto, prendeva luogo in genere in una chiesa antica o simile, ma se non altro l'interno era stato rimodernato almeno un pochino. Niente più carta da parati, nel caso ce ne fosse stata o cose fin troppo elisabettiane, solo un edificio semplice in perfetto stile militare, degno dei Nephilim che lo abitavano. Niente Lightwood o Morgenstern da dopo il caos creatosi con la guerra della Coppa scatenata dapprima da Valentine e successivamente perseguita da suo figlio Jonathan, o per meglio dire Sebastian Morgenstern, da quando l'istituto era stato rinnovato, erano stati i Lowtower a prenderne il controllo.
Charles Lowtower, un uomo brizzolato sulla cinquantina, accompagnato dalla moglie e il figlio, li accolse una volta raggiunto l'ingresso. Probabilmente quei capelli erano stati scuri, una volta, ora rimaneva un color sale e pepe in lieve contrasto con quelli ancora castano scuro della moglie. Gilbert suppose fossero frutto di una comune tinta dei Mondani, ma non disse nulla. Particolarità della famiglia? Degli occhi verde chiaro tendente all'oro verso l'esterno, capaci di trasmettere gioia e soggezione allo stesso tempo.
Buonasera signori. Sono Charles Lowtower e questi sono mia moglie Margareth e mio figlio Noah.” disse l'uomo, facendo le presentazioni.
Un modo carino per metterli in guardia e aspettarsi a propria volta delle presentazioni complete da parte di tutti. Nessun Nascosto sano di mente si fidava completamente di uno Shadowhunter. Bisognava essere pazzi per farlo. E di pazzo lì dentro al momento ce n'era solo uno. Così come nessun Nephilim si sarebbe mai fidato completamente di un Nascosto. Ma Gilbert forse era troppo giovane e inesperto per capire quale sorta di velata minaccia implicita ci fosse in quelle presentazioni.
Abiyshalowm e Achashverosh Sand, di Alessandria d'Egitto” cominciò Salem, presentando sé stesso e il fratello gemello, mostrando la lingua biforcuta color argento vivo, l'altro a imitarlo, poco dietro.
Tsk...Asgeirr Svart.” tagliò corto invece Oskar, sbuffando, il marchio già piuttosto evidente.
In un primo momento Gilbert non seppe che dire. I gemelli non si erano mai presentati in quel modo e Oskar...era semplicemente “Oskar” fino a due minuti fa. Che diavolo erano tutti quegli appellativi complicati?! Erano soprannomi? Nomi antichi di famiglia? O forse nomi altisonanti per stregoni di una certa importanza. Forse. Quindi che avrebbe dovuto dire lui? Per una frazione di secondo si sentì tutti gli occhi puntati addosso, in attesa che dicesse qualcosa.
Gilbert Victor Lefevre...” mugolò, sebbene fosse stato udibile a tutti.
La cosa sembrò funzionare, dato che tutti tornarono a dov'era rimasto il discorso, con il capofamiglia a fare strada verso il luogo in cui tenevano il cadavere del compagno deceduto. Per la sicurezza di tutti, si preoccupò di mettere due Nephilim accanto a Oskar, poiché principale sospettato del caso.
E a Gilbert si avvicinò Noah, con nemmeno troppa preoccupazione di non farlo notare ai genitori o a chiunque altro.
Quindi sei francese. Il tuo marchio sono le corna e la pelle rossa? Posso toccarti?” chiese, sorridendo con entusiasmo. Sembrava un ragazzo particolare in effetti e sebbene quel contatto fosse visto non troppo male da Gilbert, gli altri tre sembrarono piuttosto intimoriti dalla cosa.
Sì, non mordo...” lasciando la frase in sospeso, come volesse intendere altro.
Mentre Noah si avvicinava per poterlo toccare in viso, unica parte piuttosto scoperta oltre alle mani, secondo oggetto d'esame, Gilbert potè notare come gli altri tre tornarono a celare il loro ver aspetto sotto al glamour. Notò con piacere che anche i gemelli erano dotati di una chioma scura come il carbone, cosa che non si sarebbe mai immaginato. In genere erano soliti mantenere i capelli chiari, talvolta biondo platino per pura comodità, ma a pensarci bene erano egiziani, più che scuri non sarebbero potuti essere o quasi.
In compenso anche Oskar, che era svedese, era moro. Smise di farsi tutti questi problemi per il colore dei capelli, lasciandosi in un qualche modo esaminare dal giovane Nephilim, che doveva avere attorno ai sedici anni.
Noah, smettila di importunare il signore, per favore.” lo riprese sua madre, seppur con scarso successo. Il ragazzo infatti sembrava più interessato di prima.
E quegli occhi sono un marchio anche quelli?” chiese, avviciandosi tanto al viso dell'altro da poterlo praticamente sfiorare. Alto, per essere un ragazzino. Ai ragazzi di oggi mettono il concime nelle scarpe, cavolo!
N-No, quelli...no...”
Quanti anni hai? Che sai fare con la magia, sai aprirli i portali?”
Inutile dire quanto Gilbert si sentì in imbarazzo. Il Nephilim continuava a toccarlo e a fargli domande piuttosto dirette, senza peli sulla lingua, come fosse stato normale chiedere certe cose. In fondo per loro che erano europei era ben diverso, ma da quando il gruppo di New York aveva fatto tanto scalpore, i giovani Nephilim di tutto il mondo avevano iniziato a interessarsi maggiormente al mondo dei Nascosti.
Quanti anni hai, sette? Non hai mai visto uno stregone in vita tua, poppante?!” sbottò a un certo punto Oskar, seccato. Era evidente quanto fosse infastidito dal comportamento del ragazzo, o almeno era ciò che veniva esternato. Gilbert aveva capito che spesso diceva cose che non pensava o non provava, solo per vedere la reazione della gente.
Il giovane Nephilim annuì, sorridendo con noncuranza nel continuare a seguire il gruppo.
Ne ho visti tanti sui libri e sui file del Conclave, ma fino a poco fa abitavamo a Idris e lì ho studiato tante cose, però non ho mai visto uno stregone da così vicino, né ho mai potuto toccarlo.” Tutto soddisfatto della propria conquista, una delle mani ancora a stringere quella di Gilbert quasi volesse tornare al proprio studio una volta lasciato in pace dall'altro.
Gilbert dal canto suo, si chiese che tipo di educazione erano soliti ricevere i Nephilim. Pazienza lui che era rimasto a studiare tutto il tempo o quasi, ma bastava uscire in un qualsiasi cafè di Parigi per avere a che fare con dei Nascosti, non serviva mica andare a cercare chissà dove.
Tuttavia non fece domande, si limitò a osservare Oskar, con il suo sguardo da tocca me in quel modo e ti stacco le mani, mentre gli altri due facevano strada, confabulando tra loro in arabo, probabilmente.
Non impiegarono molto a raggiungere la sala in cui era conservato il corpo, ancora per poco dato che la tradizione dei Nephilim prevedeva la cremazione, nella maggior parte dei casi. Il signor Lowtower si mise a spiegare ciò che avevano rinvenuto sul corpo, sebbene ci fossero pochi indizi che riportassero a qualcosa di concreto. Sembrava fosse stato sbranato, nulla di più, nulla di meno.
Sul collo era presente uno squarcio che lo attraversava verticalmente sul lato e orizzontalmente in diversi punti, come fossero state impiegate unghie e denti. Niente dissanguamento per la vittima, quindi i vampiri erano già stati esclusi a priori. Il popolo fatato in genere era solito farsi a fatti propri, ma con l'influenza inglese che subivano, in numero maggiore rispetto ad altri posti, non si poteva mai dire. Certo, così a pelle sembrava a tutti gli effetti un aggressione da parte di un Figlio della Luna, a giudicare dai segni e dalla violenza dell'impatto. Probabilmente anche il resto del corpo era stato martoriato da quelli che sembravano segni di artigli, tuttavia dal capofamiglia dei Lowtower il corpo era stato scoperto solo fino al petto. Anche in quella zona i segni non mancavano, ma sicuramente era stato il colpo inferto al collo a decretarne la morte.
Questo è tutto ciò che abbiamo.”confermò Charles, annuendo.
Gli avete trovato qualcosa addosso o nel sangue? Oggetti, infusi particolari, qualcosa di strano che magari era solito non usare o indossare?” chiese Oskar, curioso, dopo aver fatto schioccare le dita, creando una sorta di aura lievemente verdastra, le mani sollevate a una decina di centimetri dal corpo, alla ricerca di tracce magiche. Qualcosa non quadrava. Un Nephilim era stato aggredito e a quanto pareva salvo qualche segno di magia nera, non era presente nulla, assolutamente nulla. Assurdo. Cioè, assurdo che dessero la colpa a lui e non a chiunque lo avesse aggredito. Charles Lowtower scosse la testa. A parte i soliti abiti da cacciatore, armi angeliche o meno che fossero, il loro compagno non possedeva o presentava nulla di strano.
Signor Svart, è proprio sicuro di non avere nulla a che fare con il caso? Non ha mai visto la vittima prima o è sicuro di non averlo mai incontrato da nessuna parte?” chiese la moglie del capofamiglia, quasi insistente. Era evidente quanto fossero a un punto morto con le indagini, vista l’insistenza di lei e lo sguardo torvo del marito.
Oskar si limitò a sorridere, glaciale e a tratti inquietante, esponendo appena quei denti bianchissimi leggermente appuntiti. Per chi non era un esperto, era facilmente confondibile con un vampiro.
Mia cara signora, ci sono evidenti tracce di magia nera sul corpo, ciò è sicuramente incontestabile. Tuttavia, benché si tratti di magia nera e di preciso della mia magia nera" sottolineandone bene il possesso “posso affermare con certezza che la cosa non mi riguarda.”
Oskar…” sospirò Salem, portandosi una mano sul viso.
L'altro lo guardò con un’espressione da non rompere ben stampata in viso.
Sono realista. Ciò che combinano i miei clienti non è affar mio. Sono conscio che la magia nera non è esattamente legale, ma io mi limito a mettermi al servizio del pubblico, ciò che esso fa con i miei servizi, non mi riguarda. Non sono stato io, punto. Se la cosa non vi sta bene, è un problema vostro. Fossi in voi cercherei un dannato mannaro invece che star qui a cincischiare senza far nulla. Inoltre diciamocelo, se avessi dovuto uccidere qualcuno e con questo non intendo dire che lo farei per davvero, io l'avrei fatto con più classe, non con uno scempio simile.”
In effetti il fatto che non lo avessero già messo alla gogna, era quantomeno strano. Era un po’ come dire io sono uno spacciatore e mi limito a spacciare, se la gente è così idiota da drogarsi, non è colpa mia. Sebbene ci fosse un che di vero in certe affermazioni, Oskar
veniva salvato solo grazie alla sua età, quindi alla soggezione che metteva ai Nephilim con conseguente capacità di filarsela a gran velocità e alle attività che svolgeva sottobanco, i cui nomi di clienti e fornitori era tranquillamente disposto a condividere con chiunque ne avesse bisogno. Per una modesta cifra o diversi favori, mica gratis. Non equiparabile a una spia, tendeva tuttavia a giocare per la squadra vincente o a battere bandiera dove gli era più comodo. In più non sempre le sue informazioni si rilvalevano corrette. Di proposito, chiaramente. Variava molto da persona a persona, luogo, guadagno e simpatia. Soprattutto simpatia. E lui pareva esattamente il tipo di persona che odia tutti, a prescindere.
La questione non è tanto semplice, signor Svart. Non solo lei impiega magia illegale, ma ci è andato di mezzo un Nephilim innocente per i suoi affari. Tutto ciò è imperdonabile!” la signora alzò la voce verso la fine.
Anche il fatto che voi impieghiate i miei simili come operai sottopagati, dopo averli discriminati, è imperdonabile. Ci date degli aborti vista la nostra natura per metà demoniaca, ma i nostri servizi vi servono e siete disposti a pagare pur di averli. Siete solo un branco di ipocriti. La mia pazienza ha un limite, cara signora.”
La tensione divenne palpabile. Il corvo era capace di portare discordia ovunque andasse. Non che avesse un carattere facile, ormai chiunque lo aveva capito. E l’espressione irritata dei Nephilim dopo certe parole la diceva lunga. Loro si credevano superiori a chiunque altro e come se non bastasse snobbavano gli altri, perfino i Seelie, che a loro volta possedevano anche sangue angelico. Quindi era normale che i Nascosti si sentissero discriminati e non vedessero di buon occhio la cosa, oltre a trarre effettivamente meno vantaggi dagli Accordi.
Forse è meglio se rimane qui per questa notte, signor Svart.” incalzò Charles Lowtower. Altro modo simpatico per esprimere una velata minaccia, volendolo sorvegliare.
Oh sì, vi piacerebbe…” Oskar soffiò una risata, schioccando le dita per emettere una scintilla rossa, da cui esplose del fumo, in tutte le direzioni.
Gilbert si mise a tossire, i gemelli a loro volta impiegarono le mani per schermarsi dal fumo, creando come una bolla attorno alle loro teste, in cui l'aria era pulita e respirabile. I Nephilim, colti alla sprovvista, non poterono che coprirsi il naso con la mano, solo Noah fu abbastanza rapido da estrarre un pugnale da chissà dove, puntandolo avanti a sé. Una volta che il fumo si fu dissipato, i presenti si accorsero che Noah stava puntando l'arma verso Gilbert, che da subito sgranò gli occhi come un cerbiatto indifeso.
Oh,scusami…” disse Noah, riponendo l'arma al fianco nell'apposita custodia in cuoio, fissata alla cintura, tornando a sorridere.
Stupido babbeo, ora tutti pensano che è stato lui! Io gliel'avevo detto di fare il bravo, ma lui no, deve fare il figoso tenebroso…babbeo!” si lamentò Ash con dire sgrammaticato, battendo un piede a terra.
Salem sospirò, scuotendo la testa.
Lascia perdere Ash, lo sapevamo che avrebbe reagito così.”
Come sarebbe a dire che lo sapevate?!” sbottò Margareth, sconvolta.
Oskar è antipatico, ma non è cattivo. Siete voi a dire che è cattivo anche quando non lo è!”
Ash aveva la capacità di espressione degna di un abitante del Paese delle Meraviglie, spesso e volentieri.
L'ennesimo sospiro di Salem fece placare un po’ gli animi, visto anche il gesto in contemporanea con entrambe le mani aperte verso il basso come a intimare la calma a tutti i presenti.
Oskar non è il più simpatico e facile da trattare degli stregoni, lo ammetto. Ma non ha mai fatto certe cose. Ha avuto e ha tutt'ora i suoi problemi e odia tutti a prescindere, ma non ha mai alzato un dito per innescare una guerra o cose simili. Fa scherzi poco simpatici ed è un gran, gran, gran rompiscatole, ma la cosa si ferma lì. Si è sempre fermata lì. Se avesse voluto, avrebbe potuto tirare giù questo posto in una decina di minuti.”
I gemelli, in due. Minuti, s'intende. Infatti Oskar aveva ragione a dire che loro due erano temuti e non solo dai Nephilim. Ma la questione non era mai stata approfondita troppo, in un certo senso.
Il discorso parve convincere almeno un po' i tre shadowhunters, due se si conta che il figlio era fin troppo giovane per sapere certe cose. Salem era bravo a calibrare le parole, almeno quanto un fatato, aveva usato certi termini di proposito per non creare scompiglio. Ma finchè i Nephilim non facevano domande al riguardo, gli stava bene così.
In ogni caso mi occuperò personalmente del caso e di stare dietro a Oskar, non vi preoccupate. Per questa sera credo sia abbastanza, penso proprio ci ritireremo a dormire.” riprese, rassicurando tutti. Convocato dal Conclave, sebbene non avesse mai risposto, né si fosse mai presentato, era uno stregone famoso piuttosto degno di fiducia. Se solo avessero saputo...
Quindi una volta calmate le acque con lo stregone oscuro uscito di scena per conto proprio, i tre si congedarono, Gilbert con la promessa di Noah che si sarebbero rivisti per fare quattro chiacchiere. Ingenuo o fin troppo curioso a scelta, il giovane Nephilim era più preoccupato di capire il mondo dei Nascosti che preoccuparsi del proprio. In un certo senso anche ai gemelli fece piacere. Se non altro era un passo avanti. Da quando anni prima, a Idris era iniziata a circolare la notizia del fidanzamento di Magnus Bane e Alexander Lightwood, le cose erano cambiate, almeno tra i giovani. La nuova generazione di Nephilim sembrava di mentalità più aperta rispetto ai genitori, vampiri e lupi mannari avevano iniziato a rivalutare le relazioni con le altre razze, sebbene ancora un po' titubanti tra loro, e anche alcuni Seelie sembravano essersi interessati ai Nephilim. Prime fra tutti le fidanzate Aline Penhallow e Helen Blackthorn, altri menbri con cognomi famosi nel mondo Shadowhunters. Qualcosa era iniziato a muoversi, sebbene le discriminazioni di razza e genere in alcuni casi o zone specifiche fossero ancora presenti. Ognuno aveva i propri motivi per pensarla in un certo modo, Gilbert semplicemente era curioso. Curioso di capire perché Oskar fosse tanto negativo, perché i gemelli Sand se ne infischiassero del mondo intero, ma soprattutto scoprire il motivo di tanto astio da parte di alcuni Nephilim, mentre altri come Noah si erano dimostrati tanto gentili e curiosi.

Usciti dall'istituto con una certa fretta non troppo evidente, si erano diretti presso una delle Case di Magia dei gemelli in Regent's Park. Luogo scelto un pò a caso, un po' per la sua vastità e l'apparente spazio libero in cui nascondere una casa in stile vittoriano su due piani. Rosa, per giunta. Non mancavano gli archi all'entrata e ai lati dell'edificio a creare vere e proprie verande, le torrette tonde ambo i lati e i tetti spioventi a tratti, a cupola allungata sulle due torri presenti. Insomma un edificio di un altra epoca, completamente invisibile ai Mondani e alla stra grande maggioranza dei Nascosti, che spesso e volentieri veniva cambiato di posto per non farne capire l'esatta collocazione.
Quella di Parigi era azzurra” disse Gilbert, con un bel sorriso, dopo essere uscito dal portale e aver notato l'abitazione.
Lo è ancora. Un paio di volte l'abbiamo spostata nel cortile interno del Louvre. E' stato davvero divertente vedere i bambini correre per il museo, dovremmo rifarlo.” rispose Salem, ridacchiando.
Ash sembrò entusiasta della cosa, tanto da mettersi a correre in giro con le braccia aperte, imitando un aeroplano nei gesti e nei suoni. Sembrava completamente a proprio agio in quel luogo, che secondo Gilbert doveva essere pieno di bambini come lo era stato lui una volta, in una struttura simile. Azzurra. Ridacchiò a ripensarci, con una sottile vena di nostalgia nello sguardo. Quel posto per lui era stata una seconda casa dopo l'assassinio dei suoi genitori. In parte non avrebbe mai voluto che accadesse, in parte se ora si trovava lì era solo grazie a quell'evento ben poco piacevole. Spesso si era chiesto come sarebbe andata se loro non fossero mai morti, ma non aveva trovato una risposta concreta. Non ce n'era una, non ci sarebbe mai stata nemmeno con il potere di alterare il tempo poiché non lo avrebbe mai desiderato. Già, il tempo. Ne era passato così tanto. Diede un ultimo sguardo ai due prima di seguirli verso l'edificio in cui avrebbero trascorso la notte, con un Ash felice e allegro più che mai, cambiato in trenta secondi dopo il nervosismo nell'istituto. Gilbert aveva ancora tante cose da chiarire e molte riguardavano loro due. Tantissime altre il corvo, disperso ora chissà dove, sebbene il francese supponeva fosse tornato al proprio appartamento in Greenland road. Se non altro avrebbe avuto tempo di farlo mentre sarebbero stati impegnati a occuparsi di quel caso misterioso e inconsueto.





Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso. L'opera "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

Per chi volesse, sono stati realizzati dei chibi dei personaggi, anch'essi di mia proprietà, li potete trovare qui.
   
 
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