La
dormita non era stata affatto gradevole, anzi mi ero svegliata con la testa e
le braccia indolenzite.
Quando
decisi di alzarmi, sentii dei suoni provenire dalla cucina e capii che Leon non
era solo. Che fosse Krauser? O Ada? Magari aveva delle buone notizie?
Corsi
in bagno, mi lavai e mi pettinai scendendo per le scale.
Entrai
aprendo la porta.
<< Buongiorno,
Ele >> dice mio fratello.
<< Ciao >>
Mi
voltai e vidi Chris Redfield insieme a sua sorella Claire.
<< La
piccola “Spacca culi”! Ahahaha >> Chris mi vene incontro abbracciandomi
fortemente << Come stai, piccina? >>
Strinsi
anch’io la sua presa, mi era mancato << Benissimo! Non ti ho più
visto… >>
<< Ero
in missione anch’io e sono tornato ieri! Ecco perché non sono potuto venire
alla festa di ritorno per Leon >>
<< Non
ti sei perso nulla >>
Si
avvicinò Claire << Mi sei mancata tantissimo! >>
<< Come
vanno gli studi all’università? >>
<< Si
va avanti, comunque! Devo prendere altre due lauree e ho finito! >>
<< Mi
fa piacere sentirlo! È da tantissimo tempo che non vi
vedevo… >>
<< Ognuno
fa il suo dovere, o no? >> disse Leon.
<< Dovere
di onorare la patria? >> guardai Chris.
<< Dovere
di salvare il mondo >> rispose prontamente.
<< Sei
un uomo meraviglioso! >> esclamai senza timore. Lo era veramente.
Chris
è stato come un altro fratello per me, così come Claire. E poi loro due erano
fratelli perfetti, non come me e Leon.
<< Restate
per pranzo? >> chiese Leon.
<< Sì,
se non ci sono problemi >>
<< Vado
ad apparecchiare >> dissi.
<< Vengo
a darti una mano >>
Presi
piatti con i bicchieri e le posate per poi metterle in maniera ordinata sul
tavolo del salotto insieme anche ad una bottiglia d’acqua e una di vino aprendo
entrambe.
<< Ti
è sempre piaciuto fare le cose in maniera ordinata e precisa >> Claire
sorrise guardandomi.
<< Sì,
mi piace molto. Riesco ad essere ordinata >> ricambiai.
<< Ti
è mancato tuo fratello questi giorni? >>
Non
le risposi subito, ma mi limitai ad alzare lo sguardo e fissare un punto vuoto
della sala. Sì, mi era mancato… ma io ancora ce l’avevo con lui.
<< Sì,
abbastanza… >>
<< Abbastanza?
È stato mandato in un paese sperduto… È ancora per quel motivo? >>
<< Sì >>
<< Non
sarà facile per te dimenticarlo >>
<< Perché
se tu fossi stata al mio posto che avresti fatto? Avresti perdonato tuo
fratello e la tua patria? >>
<< Non
è facile… Ma molto probabilmente no, non l’avrei fatto >>
Non
aggiunsi altro limitandomi a sistemare la tavola e a spazzare il pavimento
anche se era pulito.
Arrivarono
Chris e Leon con il pranzo e ci sedemmo accendendo la televisione. Mio fratello
mette il telegiornale che subito parla di Chris e della sua missione.
<< Hai
ucciso qualcuno lì in Colombia? >> chiede Leon.
<< Zombie
su zombie, Leon. Di innocenti o sopravvissuti neanche l’ombra >>
Leon
fissa un punto vuoto e io lo guardo capendo ciò che stava pensando. Brutto
quando sei l’unico sopravvissuto in mezzo al nulla, dove puoi solo farti
compagnia con la pistola e la mente. Il resto? Solo ricordi.
<< Tutto
bene? >> chiese Claire a Leon.
<< Sì…
Stavo solo pensando >>
<< Perché
i telegiornali non dicono che l’America è onorata di riaverti in patria,
Chris? >> gli chiesi, fissando bene l’agente della BSAA, e mi beccai anche
uno sguardo fulminante da parte di mio fratello.
<< Perché
non ho salvato la vita alla figlia del presidente >>
<< E
che significa? Sei comunque andato in un paese in guerra, hai combattuto con le
B.O.W. e hai rischiato la tua vita! Non ci sarà nessuna festa di ringraziamento
per te? >>
<< Nessuna,
Ele >> la sua voce si fece roca.
<< Ele,
smettila >>
<< Un
altro motivo per odiare l’America! Se saltasse in aria questo paese… >>
<< Eleonora,
sono un soldato della BSAA e io cerco ogni giorno di distruggere i virus,
sacrifico la mia vita e ti dico una cosa, io ho scelto questo mestiere! Non ci
sono capitato a caso come tuo fratello >>
<< Non
sono d’accordo, comunque >>
<< Non
sei mai d’accordo su nulla tu… >> iniziò mio fratello.
Lo
interruppi << Ma stai zitto! Parla quello che… >>
<< Se
solo la smettessi di essere così arrogante… >>
<< …Che
non è riuscito a rifiutare un ordine che è stato stabilito dall’alto!
Pessimo >>
<< …così
arrogante magari capiresti cosa significa! >>
Chris
si alzò di scatto << Hey! Smettetela! Ma che vi prende? >>
<< Non
ho fame >> dissi e mi diressi verso la porta.
<< Falla
finita, Eleonora! Sei una ragazzina! >> mio fratello si alzò a sua volta.
<< Però
che occhio! Sei così sveglio anche quando lecchi i piedi al presidente! >>
<< Eleonora,
torna qui! Fatela finita! >> Urlò Chris.
<< Chris,
fermo… >>
Presi
la borsa e la giacca e me ne andai sbattendo la porta di casa lasciandoli soli.
Tirai
fuori le cuffiette con l’iPod ed ascoltai la musica iniziando a piangere.
Odiavo
mio fratello, odiavo l’America e odiavo tutto ciò che completava l’America.
Speravo vivamente che questo paese saltasse in aria da un momento all’altro.
Presi
il primo autobus che passa e scesi alla fermata davanti ad un parco, per mia
fortuna mezzo vuoto. Il giovedì non c’era molta gente, così mi allontanai dalla
strada e mi sdraiai sotto un albero mentre presi un libro da finire da leggere.
Mi
addormentai e mi svegliai improvvisamente tardi notando che il cielo si stava
imbrunendo. Presi il telefono e notai, oltre le cinque chiamate perse di Leon e
due di Chris, che erano le diciannove e dieci, così decisi di prendere lo
stesso autobus ma di andare al centro… non volevo tornarci a casa.
Entrai
in un negozio di CD e guardai attentamente se nel mio genere preferito fosse
uscito l’ultimo album dei System of a Down. Squillò di nuovo il telefono e
comparse la chiamata di Ada, sicuramente era da mio fratello ma decisi,
comunque, di risponderle.
<< Pronto? >>
<< Ele!
Dove sei? Io e tuo fratello siamo preoccupati! >>
<< Me
la passi, per favore? >> sentii dire dall’altra parte del telefono e io
attaccai di colpo. Mio fratello per oggi non lo volevo né vedere né sentire.
Il
telefono squillò di nuovo e lo misi al silenzioso.
<< Scusa,
disturbo? >> mi girai e vidi un ragazzo all’incirca della mia età
sorridermi timidamente.
<< Ci
conosciamo? >>
<< Sei
la sorella di Leon Scott Kennedy? >>
<< Sì…
allora? >> non mi piaceva questo tipo.
<< Mio
zio lavora al governo e mi ha parlato molto bene di tuo fratello, poi mi ha
anche detto che lui ha una sorella… >>
<< Chi
sei? >>
<< Oh,
mi chiamo Nicolas, sono uno studente del campus della Casa Bianca >>
<< Campus
della Casa Bianca? >>
<< Sì,
è dove studiano i ragazzi che… bè, ecco… >>
<< I
ragazzi che hanno i soldi! Ho capito. Che vuoi da me? >>
<< Niente,
volevo solo salutarti… Vedi, dovresti essere orgogliosa di tuo… >>
<< Scusa >>
mi allontanai facendo finta che mi stesse squillando il telefono, già non lo
sopportavo più quel moccioso.
Uscii
dal negozio e andai a mangiare un pezzo di pizza.
Quando
ero uscita dalla pizzeria, tre uomini si posizionarono davanti a me bloccando
il mio passaggio.
<< Eleonora
Kennedy? >>
<< Chi
siete? >>
<< Amici
di tuo fratello >> il più alto cercò di prendermi per il polso ma io mi
scansai.
<< Senti,
Ele ci ha chiamato tuo fratello. Siamo suoi colleghi e ti riportiamo a
casa >>
<< Lasciatemi
stare! >> mi allontanai ma loro mi presero.
<< Dai
su Eleonora! Non sei una bambina! Hai diciassette anni! >> mi afferrarono
per la vita mentre io cercai di divincolarmi.
Provai
ad urlare << Aiuto! >> ma uno di loro mise la mano davanti alla mia
bocca.
<< Ci
fa passare anche per criminali, la mocciosa! >>
<< Andate
a fanculo, stronzi! >>
Mi fecero
entrare in macchina e mi portarono davanti casa.
<< Dai
“Piccola Spacca-culi” scendi! >>
Mi
voltai di scatto e notai il sorriso dell’agente. Lo riconoscevo << Tom! >>
<< Ciao
piccolina! >> mi abbracciò.
<< Io
non… ti avevo riconosciuto! >>
<< Non
vieni mai a trovarmi, sono passati anni da Seattle… Sei cresciuta! >>
<< E
tu invecchiato! >> lo abbracciai di nuovo. Tom era un agente fantastico, mi
piaceva molto il suo carattere. Era simpatico, divertente e ottimista.
<< Dai
scendi… >>
<< Posso
venire da te? >>
<< Non
se ne parla, Eleonora! Tuo fratello ci… >> iniziò quello davanti.
<< Fanculo
tu e mio fratello! Ti prego, Tom! >> congiunsi le mani.
<< Non
posso, Ele. Torna a casa, fatti una doccia e buttati sul letto. Domani mattina
sarà tutto passato, sai che è così >> mi accarezzò le guance e poi mi
baciò la fronte.
<< Okay >>
Scendemmo
insieme e mi accompagnò davanti alla porta suonando.
Mio
fratello aprì la porta e, vedendomi, subito mi buttò dentro casa con uno
strattone mentre ringraziava il suo amico.
Sbatté
la porta << Dove cazzo sei stata?! >>
<< In
giro >>
<< Ma
ti rendi conto?! Io e Chris ti abbiamo chiamata mille volte! Io mi chiedo che
ti passa per il cervello! Ada era più preoccupata di me, cazzo! >>
<< Mi
metti in punizione? >>
<< Io
ti prendo a schiaffi, è diverso! Cristo Dio! >> si poggiò al tavolo
<< Mi hai pure fatto chiamare Tom! >>
<< È
stato un piacere rivederlo, è invecchiato >>
<< Stai
zitta! Vattene in camera, per oggi ne hai combinate anche troppe! >>
<< Ada
ha detto qualcosa? >>
<< Riguardo
cosa?! >>
<< Krauser >>
Mi
guardò << No… >>
<< Almeno
dimmi la verità su Krauser… >>
<< Sta
ancora da lei, in settimana vado a casa sua per fare il trasferimento. Ora
vattene! E domani vieni con me dal presidente >>
<< Per
fare cosa? >>
<< Ti
iscrivo al Campus! Almeno fai qualcosa! >>
Non
dormii per quasi tutta la notte.