Will You Marry Me?
Penny aveva
ragione.
La
Dottoressa Nowitzki stava cercando una relazione
romantica con lui.
Ora
comprendeva l’insolito atteggiamento che avevano
avuto i suoi amici la sera precedente.
Tutti
si erano offerti di accompagnare Ramona alla
sua macchina e, durante tutta la discesa delle scale, non avevano perso
tempo
ad avanzare ognuno sempre più avanti verso un traguardo-in
questo caso il
portone del condominio-come in Mario Kart.
Questo
non prima di Bernadette, che a cena si era
seduta tra lui e la sua amica, anche se c’era pochissimo
spazio a disposizione.
Adesso
tutto aveva un senso.
Volevano
evitare che restassero soli, affinché la
bionda nuotatrice non si approfittasse di lui.
Invece
era successo ugualmente.
Dopo
un attimo di spiazzamento, si rese improvvisamente
conto di quanto amasse tremendamente Amy e di non voler perdere la cosa
più
bella che gli sia successa nella vita a causa di uno stupido malinteso.
Doveva
chiederle di sposarlo.
E
non c’era un secondo da perdere.
<<
Scusami un attimo >>
Fu
l’unica cosa che riuscì a dire alla donna situata
dinanzi a lui, prima di alzarsi e allontanarsi dal suo ufficio,
lasciandola visibilmente
confusa, senza darle nessun’altra informazione aggiuntiva.
Mentre
si dirigeva verso l’uscita, prese il
cellulare dalla tasca, per comporre il numero della compagnia dei taxi.
<<
Salve, avrei bisogno di un taxi in 1216
East California Boulevard il prima possibile. Grazie >>
Dopo
aver chiuso la chiamata, subito telefonò alla
Western Skies Airlines.
<<
Vorrei prenotare un biglietto di sola
andata per il New Jersey, per favore. Per il primo volo disponibile
>>
Mentre
attendeva una risposta dalla sua
interlocutrice, si guardava intorno, continuando a camminare, per paura
che
qualcuno-peggio ancora, i suoi amici-lo avrebbero fermato per
domandargli
perché si comportasse in maniera tanto misteriosa.
<<
Si… 1225406538901419 >> pronunciò
lentamente, dopo avergli chiesto il numero della carta per il pagamento.
Avere
una memoria eidetica era nella maggior parte
dei casi strabiliante!
<<
Va bene, lo ritiro al banco. Grazie
>>
Dopo
aver riposto il cellulare in tasca, uscì
dall’università e fu sollevato di vedere il taxi
già intento ad aspettarlo.
<<
2311 North Los Robles Avenue, per favore
>> disse all’autista, dopo essere entrato nella
autovettura e indossato
la cintura di sicurezza.
Era
finalmente arrivato il momento per l’anello di suggellare
una nuova promessa di amore eterno.
*
<<
Aspetti qui >> disse al tassista,
prima di precipitarsi nel palazzo, salendo le scale più in
fretta che poté.
Una
volta aperto con le chiavi l’appartamento 4A,
subito iniziò a spostare il modello del DNA e aperto la
lavagna su cui erano
segnate le equazioni sue e di Leonard.
Quando
prese tra le mani la scatoletta di velluto
blu, forse per la prima volta si diede del folle.
Davvero
stava andando un “attimo” dall’altra
parte
dello Stato per chiedere alla sua ragazza di sposarlo? Senza nessun
tipo di
pianificazione? Senza alcuna valigia con dei cambi?
Si.
Se
i suoi amici avessero saputo delle sue
intenzioni, certamente lo avrebbero fermato per farlo ragionare,
dicendogli che
non sarebbe stato in grado di gestire tutto da solo e in modo
disorganizzato.
O,
appunto, che era una pazzia.
Ma
cosa disse Meg ad Hercules?
Le
persone fanno sempre cose pazze, quando sono
innamorate.
*
Durante
il tragitto che lo avrebbe condotto verso
l’aeroporto, giocherellava con l’anello tra le
dita, ripensando alle due volte
precedenti in cui aveva pensato di proporsi alla sua ragazza.
In
entrambi i casi niente era andato secondo i suoi
piani.
La
prima volta Amy aveva deciso di prendersi una
pausa dalla loro relazione, dopo che, durante il loro quinto
anniversario,
aveva tirato in ballo la serie tv The Flash anziché
discutere sul loro futuro
come coppia.
La
seconda volta, invece, fu più dolorosa.
L’aveva
trovata dinanzi al suo ormai ex condominio
in compagnia di un altro uomo, che peraltro l’aveva anche
baciata.
Quella
volta pensò seriamente di averla persa per
sempre, che fosse giusto che trovasse qualcuno migliore di lui.
Immediatamente
un ipotesi gli passò per la mente.
E
se anche lei, una volta saputo di Ramona,
l’avrebbe nuovamente lasciato?
No.
Non
poteva accadere un’altra volta.
Non
ora che vivevano insieme e avevano dato vita ad
una loro routine.
Non
adesso che si era reso conto che era diventato
completamente dipendente da lei.
Non
ora che gli dava un grande conforto, quando la
mattina si svegliava e la trovava accanto a lui.
Non
adesso che le aveva donato la sua verginità,
così come lui l’aveva offerta a lei.
Scacciò
via quel pensiero.
Le
avrebbe spiegato come erano andate esattamente le
cose e, conoscendo ormai la sua ingenuità e la sua
difficoltà a comprendere le
intenzioni altrui, avrebbe certamente capito.
E
finalmente, dopo molto tempo, l’anello avrebbe
trovato una nuova proprietaria.
*
Dopo
aver pagato il tassista, elargendogli una lauta
mancia, una vota arrivato a destinazione, subito si diresse a prendere
al banco
il suo biglietto aereo, datogli da una graziosa e giovane hostess, per
poi
imbacarsi.
La
sua folle decisione di chiedere ad Amy la sua
mano era ufficialmente incominciata.
Ed
era più agitato che mai.
Forse
guardare qualche episodio di SpongeBob
SquarePants lo avrebbe aiutato a rilassarsi.
*
Quando
arrivò nel New Jersey, ormai era calato il
sole, ma molto probabilmente Amy era ancora sveglia, intenta a
riguardare un’ultima
volta tutto il lavoro che aveva svolto in quella giornata.
Intanto
che il nuovo autista del taxi lo stava
conducendo all’Università di Princeton,
pensò a tutte le proposte di matrimonio
che aveva visto fare dai protagonisti di quei stupidi film
strappalacrime che
Penny e la sua ragazza lo avevano costretto a guardare.
La
maggior parte di essi chiedevano la mano della
loro amata in momenti e luoghi impensabili, dopo aver compiuto dei
gesti
sconsiderati.
Un
sorriso ironico comparve sulle sue labbra.
Mai
avrebbe immaginato che sarebbe diventato uno di
loro.
Istintivamente
se le toccò con la punta delle dita,
pensando che sarebbero state catturate da quelle di Amy, dopo
che-sicuramente!-gli avrebbe risposto di si.
E
lui avrebbe replicato schiudendo la bocca, implorandola
in silenzio di approfondire quel bacio, lasciando che la lingua
incrociasse la
sua, per poi lasciarle libere di rincorrersi e cercarsi senza fine.
Tenendola
fermamente per i fianchi, l’avrebbe spinta
in camera sua,-dovunque essa fosse situata-si sarebbero tolti i
vestiti, li
avrebbero piegati e avrebbero fatto nuovamente l’amore in
modo frenetico.
Ormai
era chiaro.
Anche
se non fosse stato il suo compleanno, Amy
sarebbe stata sempre interessata ad entrare in intimità con
lui.
Fare
l’amore con la sua ragazza era unicamente
sorprendente.
Trovava
fantastica l’idea di esplorare con baci e
carezze il suo intero corpo.
Ripensò
ai teneri sussulti di Amy quando percorreva
il profilo della sua spalla con le labbra, per poi sfiorarla con la
punta della
lingua, assaporando la pelle salata.
Alla
felicità che lui invece provava quando faceva
scorrere le lunghe dita lungo i seni bianchi, massaggiandoli con calma,
prima
di giocarci con la bocca e con la lingua, una volta diventati turgidi e
rosei
per l’eccitamento.
Ai
suoi grandi occhi verdi rapiti che lo fissavano,
incapace di articolare una parola, ogni volta che la sorprendeva
quando, dopo
averle accarezzato a lungo la coscia, raggiungeva le sue parti
più sensibili,
carnosi e umidi, stimolandoli con fare esperto.
Ma
ciò che lo rendeva veramente grato era quando
finalmente era pronta ad accoglierlo, ormai impaziente.
Entrava
dentro di lei in modo calmo e profondo, permettendole
di adattarsi a lui senza traumi.
Ogni
sua spinta era studiata alla perfezione in modo
da poter arrivare a toccare i suoi punti e organi più
eccitabili, perfezionandosi
man mano che si avvicinava al culmine, beandosi dei suoi “ti
amo” sussurrati tra
le labbra, nonostante il poco fiato a disposizione.
E
quando le faceva raggiungere l’orgasmo per
prima-dopotutto era un gentiluomo del Texas-con grande soddisfazione
doveva
cercare di tenere a bada il suo corpo, che si dimenava senza tregua
sotto i
suoi colpi, diventati istintivamente più veloci.
Quando
arrivava anche lui a toccare il piacere
assoluto, urlava il suo nome, per poi mormorarglielo
all’orecchio sottovoce,
muovendosi più lentamente, finché non fosse stato
abbastanza sfinito da
crollare su di lei.
Amy
non lo lasciava andare facilmente.
Lo
coccolava per un bel po’, accarezzandogli
pigramente i capelli madidi e la schiena piena di graffi.
Ma
a lui non importava.
Amava
stare tra le sue braccia aspettando che i loro
cuori e la loro respirazione tornassero a livelli normali.
Ovviamente,
dopo la ringraziava.
Dopotutto
se riusciva a soddisfarla sessualmente era
anche grazie alle sue stimolazioni da “volpe
sporcacciona”.
*
<<
Siamo arrivati >>
La
voce del tassista lo riportò alla realtà.
Solo
adesso si era accorto di trovarsi finalmente di
fronte all’ Università di Princeton.
Nonostante
fosse tarda sera, per fortuna era ancora
attiva, vista la grande illuminazione.
<<
Grazie. Ecco a lei >> disse,
pagandogli la somma pattuita della corsa più un extra.
Una
volta solo, fece un respiro profondo, prima di
entrare all’interno del grande edificio.
*
<<
Posso esserle utile? >>
Seguendo
il suono della voce, si trovò ad osservare
un’elegante ragazza dagli occhi azzurri e dai lunghi capelli
biondi raccolti in
una sistemata coda.
<<
Si… Cerco la Dottoressa Amy Farrah Fowler.
Ha ottenuto una borsa di studio estiva come ricercatrice qui a
Princeton
>>
<<
Certo. Terzo piano. Stanza 205 >>
<<
Grazie >> rispose sbrigativo,
dirigendosi lungo le scale che aveva precedentemente adocchiato.
<<
La sua ragazza sarà molto felice di
vederla, anche se non l’ha avvisata del suo arrivo
>>
Si
voltò nuovamente verso di lei, curioso.
Come
faceva a sapere che era il suo ragazzo e che
non aveva avvertito Amy?
Poi
si rese conto che, a differenza sua, le altre
persone erano capaci di cogliere quasi subito il linguaggio del corpo.
Forse
nei suoi occhi aveva scrutato l’amore che
provava per Amy.
E
anche la sua agitazione.
Senza
pensarci, si mise la mano destra nella tasca
dei pantaloni stringendo la scatoletta contenente l’anello.
<<
Ne sono certo! >> le rispose
fiducioso, prima di iniziare a salire i gradini due per volta.
*
Una
volta trovata la camera, bussò come era suo
solito fare.
Toc.Toc.Toc.
<<
Amy >>
Toc.Toc.Toc.
<< Amy
>>
Toc.Toc.Toc.
<< Amy
>>
Poi
si inginocchiò, tenendo tra le mani il cofanetto
contenente il gioiello.
Non
si era piegato sulle ginocchia per tradizione o
perché così facendo avrebbe avuto
“letteralmente” la mano della sua ragazza
alla sua altezza.
No.
Qualche
tempo fa, aveva letto un articolo in cui
veniva spiegato che i cavalieri si inginocchiavano davanti al loro
Signore in
segno di rispetto, obbedienza e lealtà. Era un avvenimento
frequente durante le
cerimonie religiose, e a quei tempi il matrimonio e la religione erano
strettamente collegati. Quindi quando un gentiluomo ai tempi del
Medioevo
proponeva alla sua Dama di sposarlo, giurandole fedeltà e
dichiarandole il suo
eterno amore, inginocchiarsi era la cosa naturale da fare.
In
sintesi, con il linguaggio non verbale, le
avrebbe promesso di essere un uomo leale e rispettoso, se gli avesse
fatto
l’onore di sposarlo.
Quando
avvertì la porta aprirsi, il cuore iniziò a
martellargli nel petto.
Un’arrossata
Amy era davanti a lui che lo guardava
visibilmente sconvolta, con i suoi occhi umidi, molto probabilmente
pronti a
versare lacrime, intuendo i suoi intenti.
La
sua espressione era identica a quando era stato
il primo a dirle che l’amava e di quando le aveva detto che
era il tormentone
del suo cuore.
Nonostante
però, in questo caso, avesse indosso solo
una camicia da notte con la vestaglia coordinata, poteva affermare con
assoluta
certezza di avere dinanzi la creatura più bella che avesse
mai visto.
Finalmente
ebbe il coraggio di formulare la fatidica
domanda che da due anni ormai aspettava di fare alla sua donna.
<<
Vuoi sposarmi? >>
~
Salve.
Lo
so, è passato più di un mese ormai da quando
è
andato in onda il finale di stagione. Subito avevo pensato di scrive
qualcosa
ma per quelli che mi conoscono sanno che sono molto lenta nello
scrivere, a
causa della mia fissazione e precisione su tutto.
Spero
comunque che questa OS vi piaccia e vi faccia
compagnia in queste giornate afose, sia se state chiusi in casa o se
già state
al mare, mentre attendiamo con ansia l’undicesima stagione.
Un
bacio e buona estate!